venerdì 5 febbraio 2010

OLII ALIMENTARI NEL LAVANDINO? NO, RISORSA PER IL BIODIESEL

Tratto dal Sito Internet
www.idvlecce.com
Olio fritto che viene versato nel lavandino di casa. Un gesto comune che si rivela però, assolutamente sbagliato. Primo perchè l'olio cotto è ormai un olio trasformato che diventa rifiuto speciale e, oltretutto, tale “rifiuto”potrebbe diventare una risorsa.
A portare alla luce una questione che spesso viene dimenticata è Giovanni D'Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori. La conseguenza immediata del processo della frittura è, infatti, che l’olio si trasforma in un rifiuto speciale causa di grave inquinamento qualora non venga effettuato un corretto smaltimento se disperso nell’ambiente e quindi attraverso la rete fognaria come avviene nelle case della stragrande maggioranza delle famiglie italiane.
“Proviamo ad immaginare la quantità di olio fritto disperso attraverso i lavandini degli italiani: certamente una quantità notevole che neanche i migliori depuratori difficilmente riescono efficacemente a smaltire senza lasciare residui dannosi per l’ambiente.
Ciò avviene perché in Italia non esiste una normativa che obblighi i privati cittadini a raccogliere i residui della frittura in appositi contenitori come avviene per bar, ristoranti ed in genere negli esercizi di ristorazione e nelle industrie alimentari.
La questione però che ancora tarda a prender quota nella mente di gran parte degli italiani è quella di considerare il cosiddetto “rifiuto”, specie se di difficile smaltimento, una vera e propria risorsa da utilizzare anche a fini di lucro.
Al contrario in altri Paesi che hanno compreso il business, nascono imprese che del recupero e del riutilizzo degli scarti che Noi italiani pensiamo inutilizzabili, fanno la loro ragion d’essere.
E’ questo il caso di una piccola società californiana che ha ben pensato di avviare una vera e propria raffineria di olii alimentari esausti per la produzione - udite udite - di biodiesel a costi ridotti di trasporto, stoccaggio e trasformazione.
Se molti pensavano che il rapporto costi - benefici (profitto) della trasformazione degli olii esausti in biocarburante fosse troppo basso, con i sistemi innovativi messi a punto all’estero dovrà ricredersi e forse pensare che in Italia sia giunto il momento di cambiare rotta anche in questo settore”. L'auspicio è quello di avviare procedure di raccolta virtuosa degli olii e di emanare normative che, partendo dai comuni,obblighino i cittadini a non disperdere questa preziosa “nuova” fonte di energia e a non continuare ad inquinare l’ambiente.

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