domenica 29 novembre 2009

IL CASO DELLE PRESUNTE "MULTE RIDOTTE" DI MELISSANO - ARRIVA UN APPELLO ED UN VIDEO IN RETE DEL CONSIGLIERE COMUNALE STEFANO GIUSEPPE SCARCELLA

IO VOGLIO CHIAREZZA!
E' il titolo dell'APPELLO e del VIDEO che sarà visibile in rete, su You Tube, in tutta Italia, nei prossimi giorni.
Un appello del Consigliere Comunale di minoranza di Melissano, Referente Locale dell'Italia dei Valori, Blogger Melissano Pensieri Liberi, Stefano Giuseppe SCARCELLA, rivolto al Presidente della Repubblica Giorgio NAPOLITANO, al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio BERLUSCONI, al Ministro della Giustizia Angelino ALFANO, al Sottosegretario all'Interno Alfredo MANTOVANO, alla Procura della CORTE DEI CONTI di Bari.
L'Appello sarà inviato ai quotidiani
LA REPUBBLICA, CORRIERE DELLA SERA,
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO,
NUOVO QUOTIDIANO DI PUGLIA
e alle redazioni tele-giornalistiche
TG5, TG1, TGNORBA, CANALE8, TELERAMA.

sabato 28 novembre 2009

IL SINDACO E L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE CONFERISCE UN PREMIO AL VIGILE CHE HA DENUNCIATO LE PRESUNTE "MULTE RIDOTTE"

LA CITTA' DI MELISSANO
CONFERISCE ENCOMIO SOLENNE
AL MARESCIALLO MAGGIORE
DELLA POLIZIA MUNICIPALE
SCOZZI DANIELE
CAVALIERE AL MERITO
DELLA REPUBBLICA ITALIANA
PER IL LODEVOLE IMPEGNO
A SERVIZIO DELLA COMUNITA'.
Il Sindaco e l'Amministrazione Comunale
Il premio è stato conferito ieri, 27 Novembre 2009, in seno al Consiglio Comunale, nella trattazione del terzo punto posto all'Ordine del Giorno: "CONFERIMENTO ENCOMI SOLENNI FUNZIONARI E OPERATORI DELLA POLIZIA DI STATO E DELLA POLIZIA MUNICIPALE".
GIUNGA IL MIO AUGURIO
E DELLO STAFF DI
"MELISSANO PENSIERI LIBERI"
AL MARESCIALLO SCOZZI DANIELE.
Ricordo ai lettori e ai cittadini che al di la della motivazione dell'Encomio Solenne conferitoGli dal Sindaco e dall'Amministrazione Comunale, il vigile Scozzi Daniele è stato protagonista, negli ultimi mesi, di uno sferrato e coraggioso combattimento dell'illegalità dentro l'Istituzione che rappresenta: con una lettera protocollata e firmata di suo pugno ha denunciato una serie di presunte illegalità commesse negli Uffici di Polizia Municipale del Comune di Melissano.
Illegalità legate al presunto "abbassamento di multe".
Si presume che invece della sanzione originaria (effettuata da vigili a cittadini) sia stata comminata arbitrariamente, da personale interno alla Polizia Municipale di Melissano, una sanzione inferiore dal punto di vista prettamente economico.
Questo, in sintesi, è il messaggio (o la realtà dei fatti se il tutto sarà confermato) che lo stesso Scozzi Daniele ha sollevato.
Con coraggio, aggiungerei a questo punto.
Perchè se davvero così stanno le cose, ahimè!, che brutta storia per tutti i cittadini che le multe le hanno pagate sempre e comunque.
PER INTERO!!!

LA MUSICA CHE INSEGNA (8) - ASCOLTA: "…PER NOI CHE STELLE CERCAVAMO SOTTO QUEL CIELO SCURO… MA SE LA VITA E’ TEMPESTA, TEMPESTA ALLORA SARA’…"


VOGLIONO PRIVATIZZARE LA PROTEZIONE CIVILE


25 Novembre 2009
Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
Pubblico il video e il testo dell'interrogazione dall'On. Antonio Borghesi sull'esistenza di una bozza di decreto-legge recante la costituzione, per lo svolgimento delle funzioni strumentali del dipartimento della Protezione Civile, di una società per azioni con capitale interamente pubblico.
La domanda
Antonio Borghesi: Signor Presidente, signor Ministro, noi dell'Italia dei Valori le chiediamo se sia vero che in uno dei tanti, troppi decreti-legge allo studio sia prevista la costituzione di una società per azioni per lo svolgimento di funzioni strumentali al Dipartimento della Protezione civile - tra cui la progettazione, la scelta dei contraenti, la direzione dei lavori, la vigilanza, l'acquisto di forniture e servizi - e se sia prevista effettivamente la stabilizzazione di 1.200 persone e l'assunzione di 50 dirigenti presso la predetta società.
La risposta
Elio vito: Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, posso subito confermare all'onorevole Borghesi che il Dipartimento della Protezione civile sta effettivamente studiando e valutando alcune soluzioni normative relative alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania e all'avvicendamento delle funzioni del commissario delegato per il sisma dell'Abruzzo del 6 aprile 2009, il dottor Bertolaso, con il commissario delegato, il presidente della regione Abruzzo. Tutto ciò ha il fine di consentire che i predetti procedimenti possano avvenire in modo ordinato e coerente, senza che ne derivi alcuna soluzione di continuità a detrimento del complesso di iniziative poste in essere per il superamento di entrambi i contesti emergenziali.
Circa quanto da lei richiesto, onorevole Borghesi, in ordine alla ventilata adozione della normativa in oggetto mediante la forma del decreto-legge, posso dirle che allo stato ancora nulla è stato deciso e che spetterà al Consiglio dei ministri, qualora tale proposta venga avanzata, valutare l'opportunità dell'impiego di un tale strumento normativo in relazione alle esigenze di natura temporanea e alle condizioni di fatto sussistenti.
Per quanto riguarda un altro aspetto della sua interrogazione, sono attualmente al vaglio del competente ufficio legislativo del Dipartimento della Protezione civile alcune misure atte a consolidare e migliorare la capacità di risposta del Dipartimento stesso nella tutela delle primarie esigenze delle popolazioni colpite da disastri tali da richiedere la dichiarazione dello stato di emergenza.
A tale proposito, non si può escludere che nell'intervento normativo in corso di confezionamento vi possa essere anche spazio per l'inserimento di disposizioni aventi ad oggetto il personale del Dipartimento della Protezione civile, così come - eventualmente - anche una nuova strutturazione dello stesso Dipartimento.
Circa il personale, che da tutti - anche a livello internazionale - è riconosciuto come particolarmente motivato e qualificato nella gestione delle emergenze, si sta valutando la possibilità di attuare procedure di reclutamento nei ruoli della pubblica amministrazione; e circa l'eventuale costituzione di una società in house con compiti prettamente strumentali essa risponderebbe alle medesime finalità di efficacia, efficienza ed economicità dell'azione propria del Dipartimento della Protezione civile.
In ogni caso, ribadisco che si tratta di norme che sono ancora in fase di studio e di riflessione: dunque non è possibile in questa sede giungere a indicazioni o a conclusioni sulle ricadute di un'eventuale tale normativa che sarà conclusivamente adottata, né è possibile prefigurare adesso valutazioni sul merito degli orientamenti che saranno infine prescelti e che naturalmente saranno portati a conoscenza del Parlamento.
La replica
Antonio Borghesi: Signor Ministro, lei non conferma e non smentisce, ma poiché circola già l'articolato - si tratterebbe dell'articolo 11 di un decreto-legge che dovrebbe essere approvato domani - noi dell'Italia dei Valori le diciamo che dopo la privatizzazione dell'acqua saremmo di fronte ad un provvedimento di privatizzazione della protezione civile, che rappresenta una delle funzioni più delicate e più importanti in uno Stato moderno: una funzione che, proprio perché deve intervenire sulle emergenze, spesso può farlo al di fuori delle regole e dei controlli.
Noi ne parliamo in un momento in cui, in Abruzzo, già si sta assistendo ai primi arresti per la gestione degli appalti del dopo-terremoto, dopo che questo Governo ci aveva garantito una particolare prevenzione, che, evidentemente, è fallita.Con un provvedimento come questo vi saranno eventualmente ancora meno controlli e quindi ancora più tangenti; inoltre, ci troviamo di fronte ad un meccanismo che si colloca al di fuori di tutte le regole che il Ministro Brunetta - che non c'è più e se ne è andato - chiede invece di far rispettare. Ma così andremmo alla stabilizzazione di tanti precari e di tanti dirigenti - amici evidentemente di Bertolaso -, senza una valutazione di merito e senza un concorso: ci chiediamo che cosa potrebbe raccontare poi il Ministro Gelmini a tutti i precari della scuola che hanno perso il loro lavoro!
Concludo: complimenti, ancora una volta siamo e saremo in presenza, se venisse confermato questo provvedimento, di interessi privati in atti d'ufficio.Noi dell'Italia dei Valori, signor Ministro, ve lo diciamo con forza: prima o poi dovrete rispondere al Paese del modo disinvolto con cui state trattando le cose pubbliche come se fossero affari privati (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

L'ALTRA OMELIA (15) - AVVENTO: LA VITA E' UN GERMOGLIO CHE CHIEDE ACCOGLIENZA

I Domenica di Avvento, anno C,
29 novembre 2009
Di padre Angelo del Favero
27 novembre 2009
Tratt da ZENIT.org
“Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti, saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo” (Lc 21,25-28.34-36).
“Avvento” è una parola che somiglia ad “avvenimento, evento” più che a “venuta”, così come “gravidanza” dice subito “bambino”, e solo in un secondo momento fa pensare al parto. L’Avvento è il tempo liturgico che celebra il fatto del concepimento di Dio, la sua incarnazione in un grembo femminile. Un fatto oggettivo, inaudito, un evento cosmico e personale: le viscere profonde di ogni essere umano, infatti, sono state create per concepire, per mezzo della fede, il “Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe” (Lc 20,37).
Questa definizione biblica annuncia la profonda, vitale appartenenza di ogni uomo al Padre che è nei cieli, fonte di ogni paternità e maternità. Abramo, Isacco e Giacobbe sono i nostri nomi: “Egli ci ha fatto, noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo” (Sal 100,3). Concepiti dal Padre nel Figlio “prima della creazione del mondo” (Ef 1,4), l’Avvento ci ricorda che da quando “venne la pienezza del tempo” (Gal 2,4) la dignità della persona umana è stata elevata ad una pienezza divina: quella non solamente di possedere una natura assunta da Dio stesso, ma addirittura di poter concepire, nello Spirito, Colui che l’ha creata: “Meraviglioso scambio! Il Creatore ha preso un’anima e un corpo, è nato da una vergine; fatto uomo senza opera d’uomo, ci dona la sua Divinità”(Antifona ai Vespri della solennità di Maria Ss.ma Madre di Dio).
E come un bambino nel grembo prende possesso del corpo della madre, trasformandolo gradualmente e realizzandone il significato sponsale, così la presenza viva dello Spirito Santo nell’anima, nella misura in cui viene accolto nella fede, trasforma e realizza la persona umana divinizzandola e conducendola alla pienezza di vita della santità. Tutto ciò è annuncio di gioia e di liberazione, nonostante le parole apocalittiche di Gesù: “...Vi saranno segni nel sole,..e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti,..gli uomini moriranno di paura...” (Lc 21,25).
Il Signore si serve di questo genere letterario “spaventoso” per polarizzare totalmente l’attenzione di chi ascolta, e convincere così la sua libertà a seguirlo: un po’ come se uno del pubblico, anziché alzare timidamente la mano per chiedere il microfono, improvvisamente si mettesse a sparare in aria alcuni colpi di pistola, ammutolendo in tal modo l’assemblea ed ottenendo l’ascolto desiderato. Ma oggi, se facciamo nostro l’atteggiamento sincero del pubblicano in fondo al tempio (Lc 18,10s), svanisce ogni paura mentre ascoltiamo queste rassicuranti parole: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”(Lc 21,28).
A quali cose si riferisce Gesù? Sono tutti gli avvenimenti che gettano l’uomo nel panico per il presente, nell’ansia per il futuro, nell’angoscia per il passato. Paradigmatico, ad esempio, è l’evento di una gravidanza non solo non desiderata, ma fortemente temuta, notizia che in questi casi “piomba addosso all’improvviso, come un laccio che si abbatte” (Lc 21,34-35). La mamma, sola, si ritrova in un tale sconvolgimento emotivo da essere quasi irresistibilmente indotta nella tentazione dell’aborto, che si profila come unica via per salvarsi dagli “insormontabili” problemi legati alla nuova maternità. In realtà, sarà proprio il fatto dell’aborto a generare un turbamento di coscienza tanto profondo e duraturo da paragonarsi ad uno sconvolgimento apocalittico dell’anima, mentre, al contrario, ogni iniziale tribolazione sarà foriera di gioia e di vittoria se la mamma ascolta la voce della Vita che sale dal suo cuore e dal germoglio vivo che Dio le ha donato in seno.
L’evangelista Giovanni, nel Prologo, descrive l’Avvento nei termini di una fede che sceglie di accogliere la Vita: “In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; (…)Venne fra i suoi, e i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome” (Gv 1,4.11-12). Posso tradurre così il suo annuncio: Dio era da sempre la nostra “Casa di Accoglienza”, e questa non doveva rimanere disabitata poiché tutti noi eravamo predestinati ad esservi accolti. Così il Padre, secondo il progetto originario della “Casa”, mandò il suo Figlio per rivelarcene l’esistenza ed indicarcene in Lui stesso la Via, come dice Gesù ai discepoli prima di tornare al Padre: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via..Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”(Gv 14,1-6). Questo testo costituisce la verità “teologica” di ogni Casa di Accoglienza alla Vita.
Il profeta Geremia, nella prima lettura, annuncia la venuta di un “Germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra” (33,15). Questa tenerissima parola “germoglio”, immediatamente fa pensare ad una piantina che spunta, ma quello intravisto dal profeta è un germoglio di carne, è il Bambino annunciato a Maria, e in Lui ogni bambino concepito, che nel grembo della madre sta sbocciando come un germoglio di stupefacente bellezza.
Se esso sarà accolto e custodito, una volta nato sarà come un’icona vivente delle parole di Gesù che annunciano la liberazione umana operata dalla Redenzione: “...alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina” (Lc 21,28). Infatti, a tre mesi il neonato comincia a sollevare e reggere il capo, ma non è ancora in grado di “gattonare” per partire ed esplorare il mondo. Lo farà qualche mese dopo, quando sarà fisiologicamente compiuta la sua “liberazione” motoria ed egli potrà conquistare, sotto i tavole e le sedie, tutto lo spazio della casa.
La madre lo contemplerà benedicendo Dio che l’ha liberata dalla tentazione di non farlo nascere, tragedia che l’avrebbe imprigionata e come sepolta sotto le macerie della sua maternità violata. Questa verità è testimoniata giorno dopo giorno nelle Case di Accoglienza alla Vita, sparse in tutt’Italia e nel mondo intero.
Scriveva il monaco trappista T. Merton: “Il mistero dell’Avvento mette a fuoco la luce della fede sul vero significato della storia, dell’uomo, del mondo e della nostra esistenza. Nell’Avvento noi celebriamo la venuta e la presenza di Cristo nel mondo. Noi siamo testimoni della sua presenza anche in mezzo a tutti gli imperscrutabili problemi e le profonde tragedie. La nostra fede dell’Avvento non è una fuga dal mondo per rifugiarci in un regno nebuloso di slogan e di conforti che dichiari irreali i nostri problemi d’ogni giorno e inesistenti le nostre tragedie. Il nostro compito è di cercare e di trovare Cristo nel nostro mondo così com’è, e non come potrebbe essere. Il fatto che il mondo è diverso da come potrebbe essere non altera la verità che Cristo è presente in mezzo ad esso e che il suo piano non è andato frustrato, né ha subito modifiche: in verità, tutto si svolgerà secondo il suo volere. Il nostro Avvento è la celebrazione di tale speranza” (in “Tempo di celebrazione”, p. 76s).
Paolo oggi, sinteticamente, afferma tutto questo così: “Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi” (1Ts 3,12-4,2).
Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E' diventato carmelitano nel 1987. E' stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.

LA COMMISSIONE SANITA' DEL SENATO FERMA LA RU486

Di Antonio Gaspari
27 novembre 2009

Tratto da ZENIT.org
Quando tutto sembrava fatto per la distribuzione della pillola abvortiva Ru486, la Commissione Sanità del Senato ha votato a maggioranza un documento che ne ferma la commercializzazione.
Giovedì 26 novembre, con 14 voti a favore ed 8 contrari, la Commissione Sanità del Senato ha varato il documento finale dell'indagine conoscitiva sulla pillola abortiva Ru486, nel quale si chiede di fermare la procedura di immissione in commercio della pillola abortiva in attesa di un parere tecnico del ministero della Salute circa la compatibilità tra la legge 194 e la Ru486.
La mozione del relatore e presidente della Commissione, Antonio Tomassini, è stata approvata a maggioranza, con i voti favorevoli di Pdl e Lega e con il voto contrario del Pd.
Ora la parola passa al Governo, che aveva richiesto il parere della Commissione Sanità.
In merito alla vicenda il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha spiegato che sull'immissione in commercio della Ru486 “la procedura corretta è evidente: richiede preventivamente il parere del Governo e dopo, una nuova delibera dell'Aifa”.
Sacconi ha aggiunto che “la vecchia delibera è nulla perchè serve il parere del Governo” ed ha precisato “noi esprimeremo un parere e conseguentemente a quel parere l'Aifa dovrà rideliberare”.
Al riguardo, il presidente del Movimento per la Vita (MpV), Carlo Casini, ha detto: “Siamo soddisfatti per la decisione della Commissione d’indagine sull’Ru486 di sollevare dubbi sull’uso della pillola abortiva ed in particolare sulla sua compatibilità con la legge 194” ed ha aggiunto “attendiamo ora il pronunciamento del governo che ci auguriamo voglia, con coraggio, raccogliere il segnale che arriva dal Parlamento e che non è solo formale e burocratico”.
“Del resto - ha continuato Casini - è ormai accertato che le procedure seguite nelle Regioni dove la pillola è già stata utilizzata non tengono in alcun modo le prescrizioni della legge. Come potrebbe il ministro mettere la mano sul fuoco che le cose improvvisamente cambino e che tutte le strutture sanitarie diventino di colpo (e rimangano nel tempo) strettamente osservanti della norma?”.
In merito alla pillola abortiva Ru486, il presidente del MpV ha precisato che “costituisce senza ombra di dubbio una pericolosa (anche per la donna) forma di estremizzazione dell’aborto, sancisce un suo ritorno nel privato e di conseguenza provoca uno svuotamento dall’interno della legge 194”.
“Al nocciolo della questione aborto - ha sottolineato Casini - non c’è il metodo usato per provocare l’interruzione della gravidanza ed in fondo non c’è neppure la stessa legge 194 (che pure lotteremo fino in fondo per cambiare) ma la consapevolezza che i soggetti coinvolti nell’aborto sono almeno due: la donna ed il bambino”.
“Sappiamo attraverso l’esperienza dei nostri Centri di aiuto alla vita - ha concluso il presidente del MpV - che ben poche donne consapevoli dell’identità del figlio che portano in grembo scelgono l’aborto. Non è un caso che la Spagna e la Polonia, equivalenti come numero di abitanti e dalle leggi di aborto pressoché uguali, contino ogni anno 110mila Ivg la prima e solo 328 la seconda”.

venerdì 27 novembre 2009

COSIMA 'MIMINA' NASSISI - ECCO IL VERO MOTIVO CHE L'HA PORTATA ALLE DIMISSIONI

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Articolo apparso sul Quotidiano del 07 Ottobre 2009.
Ricordate questo articolo con le dichiarazioni del sindaco di Melissano, Roberto Falconieri?
Dichiarava: "Mimina Nassisi è una persona sana, costretta, suo malgrado, a questi continui attacchi e perfino ad essere denunciata".
Spiegava ai cittadini il fatto che l'Assessore si è dimessa per colpa delle due denunce sporte dai consiglieri comunali di opposizione Stefano Scarcella ed Antonella Tenuzzo.
Denunce rivolte al sindaco e ad ogni componente della maggioranza per il manifesto ritenuto offensivo (il manifesto giallo fosforescente, per intenderci, firmato "Il Sindaco e la Maggioranza").
Da quanto dichiarato dalla stessa Ins. Cosima Nassisi, però, le cose non stanno proprio così.
Ha scritto, difatti, la Nassisi nella sua lettera di dimissioni: "Le motivazioni di tale atto sono legate a esigenze di natura personale, familiare ma anche PER L’AFFISSIONE DEL MANIFESTO “NEMICI DI MELISSANO E DEL BENE COMUNE!!!”, SULLA QUALE IO NON ERO STATA MAI D’ACCORDO NE’ AVEVO PRESTATO CONSENSO ALCUNO".
Avete capito, cari Lettori e Cittadini???
L'ex Assessore alla Pubblica Istruzione, Ins. Cosima 'Mimina' Nassisi si è dimessa per un altro motivo,
BEN PIU' GRAVE!
PER UN MANIFESTO PUBBLICATO DAL SINDACO SENZA IL CONSENSO DELLA SIG.RA NASSISI.
PER UN MANIFESTO PUBBLICATO DAL SINDACO A NOME ANCHE DELLA NASSISI E SULLA CUI AFFISSIONE LA STESSA NASSISI NON ERA D'ACCORDO.
ALLORA, SINDACO FALCONIERI, LA NASSISI SI E' DIMESSA NON PER COLPA DELL'OPPOSIZIONE, MA PER IL TUO COMPORTAMENTO???
Per quanto dichiarato dalla stessa Nassisi, pare proprio di sì.

SPECIALE NO B-DAY (3) - APPELLO A BERSANI: "IL PD ADERISCA, E' IN GIOCO LA DEMOCRAZIA... MOMENTO DRAMMATICO, NON SI POSSONO AVERE ESITAZIONI"


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SPECIALE / LA SVOLTA DELL'OMICIDIO BASILE (14) - IL 66ENNE COLITTI SCEGLIE LA VIA DEL SILENZIO

L'avvocato Francesca Conte,
tra i difensori del 66enne:
"Scelta dettata da esigenze tecniche:
dimostreremo la sua innocenza
nelle sedi opportune".
Per i legali gli elementi a carico
sarebbero deboli.
27 Novembre 2009
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
Si è avvalso della facoltà di non rispondere Vittorio Colitti, il 66enne di Ugento rinchiuso nel carcere di Borgo San Nicola perché ritenuto responsabile insieme a suo nipote, Vittorio Luigi Colitti, 19enne, di omicidio in concorso, di Peppino Basile. Non ha parlato, ha scelto di rimanere in silenzio, di non raccontare nulla al gip Antonio Del Coco ed al pubblico ministero Giovanni De Palma.
“Si è trattata di una scelta dettata da esigenze tecniche, processuali; è nostra ferma intenzione dimostrare la sua innocenza nel modo e nelle sedi opportune”, afferma l’avvocato Francesca Conte, che lo difende insieme a Paolo Pepe e Francesco Vergine. Secondo l’avvocato Conte, “ i Colitti ed i Basile erano in ottimi rapporti, quasi una famiglia allargata ed è impensabile credere che nonno e nipote possano essere gli autori di un delitto così atroce, alla luce dei loro rapporti. Anche perché allo stato degli atti questo è un omicidio senza movente. Vedremo se la parola fine è stata davvero scritta”.
La prossima mossa sarà presentare istanza di scarcerazione al Tribunale del Riesame, che per primo dovrà pronunciarsi sulla colpevolezza dei due indagati. Perché al Tribunale della libertà intendono ricorrere anche gli avvocati Roberto Bray ed Antonio Melileo, i difensori di Vittorio Luigi Colitti, che ieri ha fermamente proclamato la sua innocenza.
“A distanza di un anno e mezzo dall’omicidio probabilmente c’era l’esigenza di arrivare ad un punto di svolta”, afferma l’avvocato Bray. “Le indagini potrebbero continuare orientandosi su altre vie, probabilmente un po’ troppo trascurate. Mi sembra che gli elementi con cui sia stata disposta la custodia cautelare nei confronti di entrambi siano troppo deboli”, ha detto, a tentativo di discolpa dei due indagati.
A detta dei legali degli arrestati, le fondamenta su cui poggia l’accusa vacillano, e si guarda con perplessità all’attendibilità di quella piccola testimone, la bambina di 6 anni, che con le sue parole avrebbe permesso, secondo la Procura ordinaria e quella dei minori, di dare una svolta in uno degli omicidi più misteriosi e controversi degli ultimi tempi.
Linda Cappello

SPECIALE / LA SVOLTA DELL'OMICIDIO BASILE (13) - IL RAGAZZO ARRESTATO: "NON HO UCCISO IO PEPPINO BASILE"

Ha respinto fermamente
tutte le accuse
e proclama
la sua innocenza
Vittorio Luigi Colitti,
il 19enne di Ugento,
arrestato ieri
insieme
a suo nonno.
I due dovranno rispondere
di omicidio volontario.
26 Novembre 2009
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
“Non ho ucciso io Peppino Basile”. Respinge fermamente tutte le accuse e proclama la sua innocenza Vittorio Luigi Colitti, il 19enne di Ugento arrestato ieri insieme a suo nonno, insieme al quale risponde della terribile accusa di omicidio volontario per aver inferto almeno 24 coltellate contro l’ex consigliere dell’Italia dei valori la notte dei 15 giugno dello scorso anno.
Il giovane è stato ascoltato per due ore e mezzo nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto nel carcere minorile di Bari Nicola Fornelli, alla presenza del gip presso il la Procura dei minori di Lecce Cinzia De Giorgi: un colloquio lungo, durante il quale il giovane ha affermato senza riserve né reticenze la sua innocenza.
Il ragazzo ha ribadito tutto quanto aveva già riferito nel corso dei suoi colloqui con il pubblico ministero Simona Filoni, la quale lo accusò dapprima del reato di false dichiarazioni e poi di favoreggiamento. Avrebbe infatti fornito ricostruzioni diverse e contrastanti sul suo orario di rientro di quella notte: secondo gli inquirenti, il ragazzo non sarebbe rincasato prima dell’ 1.15 mentre lui in diverse occasioni avrebbe detto di essere tornato prima di quell’ora, parlando di mezzanotte e mezzo, poi mezzanotte e un quarto per poi confessare di essere tornato all’una.
Ma nonostante questo, non avrebbe visto nulla, in quanto asserisce di essere stato svegliato dalle urla di Basile. Smentite categoricamente anche le dichiarazioni dell’amico con cui Colitti aveva trascorso la sera del 14 giugno, il quale aveva poi confessato agli inquirenti che Vittorio gli aveva chiesto di mentire sull’orario di rientro. Falso, la circostanza è stata seccamente smentita.
Il giovane ha inoltre detto che non ci sarebbero mai stati screzi o livori con Basile, né con lui né tantomeno con la sua famiglia. Nessun riferimento si è fatto invece al ruolo del nonno all’interno della vicenda. Si proclama una vittima, Vittorio. Vittima innocente di un sistema che l’ha ingiustamente accusato. Ed ora bisognerà aspettare domani, per conoscere l’altra verità quella del nonno. Il ragazzo è difeso dagli avvocati Roberto Bray ed Alessandro Melileo.

giovedì 26 novembre 2009

COSIMA 'MIMINA' NASSISI, EX CONSIGLIERE E ASSESSORE COMUNALE ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE - ECCO PERCHE' SI E' DIMESSA


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Delibera di Consiglio Comunale N. 31 del 09 Ottobre 2009. Lettera Prot. N. 9552 del 06 Ottobre 2009 a firma di Cosima Nassisi con all’oggetto ATTO DI DIMISSIONE.
Versione integrale e fedele all’originale
“Io sottoscritta Cosima Nassisi, residente a Melissano (LE) alla via Colizzi nr. 62, nella qualità di Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Melissano (LE), con il presente atto dichiaro di rassegnare, come in effetti rassegno le IMMEDIATE DIMISSIONI dalla qualità politica innanzi meglio specificata.
Le motivazioni di tale atto sono legate a esigenze di natura personale, familiare ma anche per l’affissione del manifesto NEMICI DI MELISSANO E DEL BENE COMUNE!!!, sulla quale io non ero stata mai d’accordo né avevo prestato consenso alcuno. Melissano, 06 Ottobre 2009. F.to Sig. Cosima Nassisi.”

E' GIUSTO CHE SIANO SEMPRE LE STESSE PERSONE A GUADAGNARE SUL COMUNE DI MELISSANO? SE LO DOMANDA UNO DI VOI...

“Salve, intanto complimenti per il tuo blog che denuncia la verità... Intanto chiedo che il mio nome restasse anonimo… Poi vorrei sapere cosa ne pensa lei del fatto che nei progetti del comune (es. campi estivi per ragazzi, progetto civile) sono inserite "casualmente" sempre le stesse ragazze. Si leggono sempre gli stessi nomi, che non sto qui a scrivere… ma mi chiedo, sono cosi dotte e preparate che il comune non può dare possibilità anche ad altre? E’ giusto che siano sempre le stesse a guadagnare? Ti ringrazio.”
RISPONDE STEFANO SCARCELLA,
CONSIGLIERE COMUNALE E BLOGGER
“MELISSANO PENSIERI LIBERI"
Gentilissima…,
innanzitutto, ti ringrazio di cuore per l’apprezzamento del mio lavoro che porto avanti con grande impegno, fatica!, e soddisfazione, anche in considerazione delle numerose e-mail che ricevo nel privato e che, purtroppo, non posso pubblicare (neanche anonimamente).
Rispetto la tua volontà in merito all’anonimato.
Quanto alle domande che mi poni, devo essere sincero, ma stiamo nella stessa barca e nello stesso limbo, salvo qualche interrogativo che condivido.
Quando ero assessore comunale alla Cultura e Spettacolo, ho cercato di lottare questo sistema e queste “abitudini” (vedi, per esempio, la questione dei vigili-baby per il ritiro della targa blu a Roma e di quanto dichiarato dal sottoscritto, per iscritto, sul brogliaccio di Giunta Comunale. Ognuno, tramite richiesta indirizzata al Segretario Comunale di Melissano, può chiederne copia dopo aver protocollato tale richiesta. Il Segretario è tenuto a rispondervi e ad allegarvi la documentazione che richiedete).
Tuttavia, ritengo che i tuoi ragionamenti hanno già portato ad una buona risposta: o nel Comune di Melissano abbiamo delle intelligenze straordinarie e invalicabili, delle maestre-docenti da 110 e lode, oppure…
...Lecchine politik in cerca di fissa occupazione???
...Clientelismo spudorato e dichiarato da parte degli amministratori???
E’ sempre un MISTERO DELLA FEDE!!!
Carissimi saluti.
Sempre a tua/vostra disposizione.

ECCO I RISULTATI DEGLI ULTIMI DUE SONDAGGI DI "MELISSANO PENSIERI LIBERI"

PRIMO QUESITO
IL SINDACO DI MELISSANO,
ROBERTO FALCONIERI,
VIENE EMARGINATO
ED ABBANDONATO SEMPRE PIU’
DA CONSIGLIERI ED ASSESSORI.
SECONDO TE, CHI LO HA “MOLLATO”…
Il sondaggio è stato chiuso con 107 voti.
Per il 93%, 100 voti, chi ha “mollato” il sindaco di Melissano, Roberto Falconieri (prima Antonella Tenuzzo, poi Stefano Giuseppe Scarcella, in ultimo Cosima ‘Mimina’ Nassisi) ha fatto la cosa migliore.
Per il restante 6%, 7 voti, chi lo ha “mollato”, emarginandolo ed abbandonandolo, ha sbagliato a farlo.
SECONDO QUESITO
L’INSEGNANTE COSIMA NASSISI (MIMINA)
SI E’ DIMESSA DA ASSESSORE
ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE
E DA CONSIGLIERA COMUNALE.
SECONDO TE DOVREBBE…
Il sondaggio è stato chiuso con 100 voti.
Per l’87%, 87 voti, l’insegnate Cosima ‘Mimina’ Nassisi, dimissionaria da Assessore alla Pubblica Istruzione e da Consigliera Comunale, dovrebbe continuare la sua attività politica lontana dall’attuale amministrazione.
Per il 13%, 13 voti, l’insegnante Cosima ‘Mimina’ Nassisi dovrebbe lasciar stare la politica. Secondo questi lettori, quindi, la Nassisi ha fatto la scelta migliore.
I sondaggi sono ancora visibili sulla colonna a destra, in fondo, dopo le diverse sezioni e rubriche.
Vi ringrazio per la vostra partecipazione e invito, chi non l’ha ancora fatto!, a votare per i due sondaggi che al momento sono ancora aperti su questo blog, nell’apposito SPAZIO SONDAGGI.

SPECIALE / LA SVOLTA DELL'OMICIDIO BASILE (12) - "LA BAMBINA SI SBAGLIA: NON HO UCCISO BASILE"

26 Novembre 2009
Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Sotto torchio per più di due ore, ha sempre ribadito la sua innocenza. Così, nell’istituto penale per minori Fornelli di Bari, si è difeso Vittorio Luigi Colitti, il 19enne di Ugento (Lecce), all’epoca dei fatti minorenne, arrestato ieri insieme al nonno, Vittorio Colitti, con l’accusa di aver partecipato all’omicidio di Giuseppe Basile, l’esponente dell’Idv assassinato sotto casa in via Nizza, ad Ugento, con 24 coltellate la notte tra il 14 e 15 giugno 2008.
Davanti al gip del Tribunale per i minorenni di Lecce Cinzia Vergine, il giovane, assistito dagli avvocati Roberto Bray e Antonio Meleleo, ha detto di non avere nulla a che fare col delitto. L’ex studente ha ripetuto quanto già detto negli interrogatori al pm Simona Filoni. Ha ribadito, cioè, di essere rientrato a casa più tardi del solito quella notte, ma di non aver visto o sentito nulla che possa essere utile alle indagini, e di essere convinto che la bambina di sette anni che lo indicherebbe come colui che teneva stretto Basile mentre il nonno lo colpiva col coltello, si sia sbagliata, confondendo persone e fatti. A Bari c'erano anche i genitori del giovane.
Domani (27 novembre), nel carcere di Lecce, il gip del tribunale di Lecce Antonio Del Coco interrogherà il nonno del giovane, Vittorio Colitti.

DI PIETRO IN TV (6.a E ULTIMA PARTE) - OSPITE A IL FATTO DEL GIORNO, RAI2

DI PIETRO IN TV (5) - "IN PARLAMENTO CI DOBBIAMO OCCUPARE DELLA LUNGHEZZA DELLA CODA DEL CANE!!!"

APPELLO SULLA GIUSTIZIA: "ECCO PERCHE' NON POSSIAMO TACERE" - SAVIANO SCRIVE AL MINISTRO SANDRO BONDI

Tratto dal Sito Internet
www.robertosaviano.it
Caro ministro Sandro Bondi, la ringrazio per la sua lettera e per l'attenzione data al mio lavoro: ho apprezzato il suo tono rispettoso e dialogante non scontato di questi tempi e quindi con lo stesso tono e attitudine al dialogo le voglio rispondere. Come credo sappia, ho spesso ribadito che certe questioni non possono né devono essere considerate appannaggio di una parte politica. Ho anche sempre inteso la mia battaglia come qualcosa di diverso da una certa idea di militanza che si riconosce integralmente in uno schieramento.
Ho sempre creduto che debbano appartenere a tutti i principi che anche lei nomina - la libertà, la giustizia, la dignità dell'uomo e io aggiungo anche il diritto alla felicità in qualsiasi tipo di società si trovi a vivere. E per questo ho sempre odiato la prevaricazione del potere, che esso assuma la forma di un sistema totalitario di qualsiasi colore, o, come ho potuto sperimentare sin da adolescente, sotto la forma del sistema camorristico.
Anch'io auspico che in Italia possa tornare un clima più civile e ho più volte teso la mano oltre gli steccati politici perché sono convinto che una divisione da contrada per cui reciprocamente ci si denigra e delegittima a blocchi, sia qualcosa che faccia male.Eppure oggi il clima in questo paese è di tensione perché ognuno sa che, a seconda della posizione che intende assumere nei confronti del governo, potrà vedere la propria vita diffamata, potrà vedere ogni tipo di denigrazione avvenire nei confronti dei propri cari, potrà vedere ostacolate le proprie possibilità lavorative.
Qualche giorno fa la Germania mi ha onorato del premio Scholl, alla memoria dei due studenti dell'organizzazione cristiana Rosa Bianca, fratello e sorella, giustiziati dai nazisti con la decapitazione per la loro opposizione pacifica, per aver solo scritto dei volantini e aver invitato i tedeschi a non farsi imbavagliare.
Tutte le persone che ho incontrato lì alla premiazione, all'Università di Monaco, erano preoccupate per quanto accade oggi in Italia nel campo della libertà di stampa e del diritto. Non era un premio di pericolosi sovversivi o di chissà quali cospiratori anti-italiani. Tutt'altro. Raccoglieva cristiani tedeschi bavaresi che commemorano i loro martiri. Tutti seriamente preoccupati quello che sta accadendo in Italia e tutti pronti a chiedermi come faccio a tenere alla libertà d'espressione eppure a continuare a lavorare in Italia.Non è un buon segnale e, in quanto scrittore non posso che raccogliere l'imbarazzo di essere accolto come una sorta di intellettuale di un paese dove la libertà d'espressione subisce un'eccezione. Il programma da lei apprezzato ha mostrato, in prima serata, il terrore causato dal regime comunista russo, e persecuzioni castriste agli scrittori cubani e l'inferno nell'Iran di Ahmedinejad.
Tutto andato in onda in una trasmissione come "Che tempo che fa", su una rete come RaiTre, così spesso tacciata di essere faziosa, ideologizzata, asservita alla sinistra che persino un boss come Sandokan si compiaceva di chiamarla "Telekabul". Questo a dimostrare, Ministro, quanto siano spesso pretestuose e false le accuse che vengono fatte contro chi invece si prefigge il compito di raccontare per bisogno - o dovere - di verità.
Però sono altrettanto convinto che a volte, proprio per semplice senso civile, non si possa stare zitti. Che bisogna prendere posizione al costo di schierarsi. E schierarsi non significa ideologicamente. La paura che questa legge possa colpire il paese sia per i suoi effetti pratici, sia per l'ingiustizia che ratifica, in me è assolutamente reale e per niente pretestuosa.In questi anni, ossia da quando vivo sotto scorta, ho avuto modo di poter approfondire cosa significhi, tradotto nel funzionamento di uno stato democratico, il concetto di giustizia. Ho potuto capire che non tocca solo la difesa della legalità, ma che ciò che più lo sostiene e lo rende funzionante è la salvaguardia del diritto e dello stato di diritto.
Ho deciso di pubblicare quell'appello perché la legge sul processo breve mi pare un attacco pesante - non il primo, ma quello che ritengo essere finora il più incisivo - ai danni di un bene fondamentale per tutti i cittadini italiani, di destra o di sinistra, come ho scritto e come credo veramente. E le assicuro che lo rifarei domani, senza timore di essere ascritto a una parte e di poterne pagare le conseguenze.Non vi è nulla in quel gesto che non corrisponda a ogni altra cosa che ho fatto o detto. Le mie posizioni sono queste e del resto non potrei comportarmi diversamente. Ciò che mi spinge a raccontare, in prima serata, dei truci omicidi di due giovani donne, la cui colpa era stata unicamente l'aver manifestato in piazza, in maniera pacifica.
Ciò che mi spinge a raccontare dei crimini del comunismo in Russia e dei soprusi delle multinazionali in Africa non è un "farsi impadronire dal demone della politicizzazione e della partitizzazione della cultura" bensì un altro demone. Quello che ha lo scopo di raccontare le verità o almeno provarci. Un'informazione scomoda per chi la da e per chi l'ascolta, la osserva, la legge. In Italia la deriva che lo stato di diritto sta prendendo è pericolosa perché ha tutte le caratteristiche dell'irreversibilità. È per questo che agisco in questo modo, perché è l'unico modo che conosco per essere scrittore, è questo l'unico modo che conosco di essere uomo.La saluto con cordialità
23 November 2009

LO SCRITTORE ROBERTO SAVIANO RIVOLGE L'APPELLO A SILVIO BERLUSCONI

"La legge sul 'processo breve':
il rischio è che il diritto
in Italia possa distruggersi,
diventando uno..."

Appello a quota 405 mila firme
"Presidente, ritiri
la norma del privilegio"
FIRMA ANCHE TU!

SPECIALE NO B-DAY (2) - AL NO B-DAY COME CITTADINO

Clicca sull'immagine
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DI PIETRO IN TV (4) - OSPITE A BALLARO' DEL 10 NOVEMBRE 2009 (DI PIETRO SUL "PROCESSO BREVE")

DI PIETRO IN TV (3) - OSPITE A BALLARO' DEL 10 NOVEMBRE 2009 (DI PIETRO VERSO LUPI)

SPECIALE / LA SVOLTA DELL'OMICIDIO BASILE (11) - DAL MONDO POLITICO ARRIVA IL PLAUSO AGLI INQUIRENTI (SECONDA PARTE)

25 Novembre 2009
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it

Il vicapogruppo del Pdl a Palazzo dei Celestini e sindaco di Monteroni di Lecce, Lino Guido, sottolinea l’omertà ed i veleni che hanno inquinato la vicenda. “È un grande sollievo immaginare che a Ugento si possa chiudere una pagina di cronaca nera così inquietante. Apprendere la notizia dell’arresto dei presunti responsabili dell’uccisione di Peppino Basile rincuora tutti sulla capacità della legge di trionfare ovunque e sempre. Magistratura e forze dell’ordine sapevano ciò che andava fatto nonostante il sempre deprecabile velo di omertà e nonostante i veleni che hanno inquinato, sin dal primo momento, questa vicenda. Dopo il plauso agli inquirenti e alle forze di polizia ci auguriamo che a Ugento torni il sereno, ma, soprattutto - conclude Guido -, che la prudenza possa diventare guida e consigliera di tutti prima di esprimere qualsiasi giudizio”.
Al coro si unisce anche il consigliere regionale di centrodestra Saverio Congedo: “L’arresto dei presunti assassini di Peppino Basile - dice - è la conclusione di una meritoria ed incessante attività di indagine che ha ancora una volta dimostrato la qualità delle nostre forze dell’ordine e della magistratura salentina, quotidianamente documentata da risultati puntuali e significativi, fin dallo sradicamento negli scorsi anni di una criminalità organizzata che stava assumendo dimensioni sempre più patologiche. Tale conclusione libera anche l’onesta e laboriosa comunità ugentina dal peso ingiusto di un lungo, angoscioso incubo. Non possiamo a tal riguardo non esprimere i nostri sentimenti di profonda gratitudine”.
Anche Salvatore Capone, segretario provinciale del Partito democratico, esprime un suo pensiero sulla vicenda. “Finalmente i colpevoli dell’omicidio di Peppino Basile potrebbero avere un nome. Grazie all’ottimo lavoro di magistratura e forze dell’ordine potrebbero essersi finalmente diradate le nubi che da oltre un anno opprimevano Ugento. Nubi fatte di sospetti, dubbi, accuse e veleni che ora ci auguriamo possano essere spazzate via dal vento della verità, restituendo all’intera comunità ugentina la giusta serenità. Questa triste vicenda ci lascia l’amarezza per la scomparsa di Peppino, ma ci lascia anche la speranza, rappresentata da una bambina di sette anni che abbatte il muro del silenzio. Il più bel simbolo di rinascita - conclude - per la cittadina del Sud Salento ed il più bel segnale per il futuro della società”.
Il senatore del Pd Alberto Maritati si sofferma soprattutto sul fatto che si sia sgombrato il campo dai dubbi e dai sospetti politici, che avevano condotto nei mesi scorsi ad un clima di rancore diffuso. “Esprimo piena soddisfazione per il lavoro svolto dalle forze dell’ordine e dagli inquirenti che, a distanza di oltre un anno, sono riuscite a dare nomi e volti dei presunti assassini del Consigliere dell’Idv di Ugento Beppe Basile. Il risultato conseguito appare particolarmente brillante tenuto anche conto della circostanza che, per effetto di una rilevante spinta emotiva originatasi nel comune di Ugento, si era diffusa la convinzione che il delitto fosse stato originato da cause e vicende politiche deviate. I motivi di rancore dovuti a cattivi rapporti di vicinato, che sembrano essere alla base del delitto, eliminano definitivamente il sospetto che per mesi ha aleggiato circa la possibile connessione dello stesso con motivazioni di ordine politico. Il risultato conseguito può quindi restituire all’intera comunità di Ugento, con una possibile nuova verità sul fatto delittuoso - conclude Maritati -, un rinnovato clima idoneo a favorire la ricostruzione di un ambiente cittadino improntato alla pacifica convivenza, di cui in Ugento si sente estremo bisogno.

SPECIALE / LA SVOLTA DELL'OMICIDIO BASILE (10) - DAL MONDO POLITICO ARRIVA IL PLAUSO AGLI INQUIRENTI (PRIMA PARTE)

Mantovano: "Fiducia nella forza della legge”.
Loredana Capone ricorda
il "velo che ha coperto tutto,
rendendo difficili le indagini".
Lindo Guido: "La prudenza
sia consigliera prima dei giudizi"
25 Novembre 2009
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
Tanti sono, in queste ore, i messaggi che stanno giungendo dal mondo politico a margine della notizia dell’arresto dei presunti assassini del consigliere comunale di Ugento e provinciale Peppino Basile. Il sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, ha espresso il suo apprezzamento per le indagini condotte dalle forze dell’ordine per risolvere un giallo che ha tenuto con il fiato sospeso un’intera provincia. “Il lavoro paziente e accurato della polizia di Stato e dell’Arma dei carabinieri merita apprezzamento da parte non solo della comunità di Ugento: c’è da augurarsi che l’individuazione dei presunti responsabili di uno dei più gravi delitti commessi nel Salento negli ultimi anni riporti serenità e confermi piena fiducia nella forza della legge”.
La vicepredisente della Regione Puglia, Loredana Capone si sofferma sui silenzi e sull’innocenza dei bambini, probabili testimoni di un orrendo delitto. “Dopo oltre un anno di indagini la possibile svolta sulla individuazione del responsabile dell’omicidio di Peppino Basile lascia ben sperare che si faccia finalmente luce e chiarezza su uno dei più atroci atti criminosi che hanno sconvolto il nostro territorio. Dopo tanti silenzi - prosegue Loredana Capone -, mentre si aspettava che chi si è reso colpevole di un delitto così grave fosse scoperto, il velo che in questi mesi ha coperto tutto, rendendo più difficili le indagini, finalmente sembra essersi squarciato per merito dell’innocenza dei bambini. A questo punto la vita di un uomo spezzata così violentemente deve essere onorata almeno rendendole giustizia. Per questo piena fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine che stanno lavorando in tal senso. I cittadini di Ugento, i familiari e quanti hanno avuto la possibilità di conoscere il consigliere Basile, hanno bisogno di sapere la verità su un giallo che rimasto oscurato dai silenzi e che ha creato non poche tensioni. Ci auguriamo quindi di essere prossimi a voltare questa triste pagina di storia”.
Congratulazioni per la risoluzione del caso da parte di Pasquale Gaetani, assessore al Patrimonio della Provincia di Lecce. “Giungano alle autorità inquirenti e alle forze di polizia le mie più sincere attestazioni di stima per l’arresto dei presunti responsabili dell’omicidio del consigliere provinciale Peppino Basile, anche e soprattutto alla luce del fatto di aver svolto un lavoro serio e responsabile nonostante si fosse costretti ad operare in un clima particolarmente difficile. Congratulandomi nuovamente con loro, mi auguro che una volta messo alle spalle questo doloroso episodio, nella città di Ugento, possano ritornare quella tranquillità e quella serenità necessarie per affrontare la vita di ogni giorno”.
Anche il deputato del Pdl Ugo Lisi si sofferma sul lavoro degli inquirenti. “Ai magistrati, alla polizia di Stato e all’Arma dei carabinieri mi preme far pervenire le manifestazioni di apprezzamento per aver assicurato alla giustizia i presunti colpevoli dell’omicidio dell’ex consigliere di Palazzo dei Celestini, Giuseppe Basile, facendo sì che a quasi due anni di distanza, grazie ad un lavoro attento e certosino, si facesse chiarezza su una pagina molto triste per l’intero territorio salentino. Agli inquirenti e alle forze dell’ordine giungano, altresì, i miei ringraziamenti per il quotidiano impegno a difesa della legalità nel Salento e per aver, in questa particolare vicenda, restituito serenità alla comunità ugentina”.

SPECIALE / LA SVOLTA DELL'OMICIDIO BASILE (9) - LA TESTIMONE OCULARE HA SOLO 7 ANNI

Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Nessun movente politico, nessuna questione di donne: semplicemente, e tragicamente, una lite tra vicini di casa aggravata forse da vecchi rancori. Per questo motivo, la notte tra il 14 e il 15 giugno 2008, sarebbe stato ucciso sotto casa con 24 coltellate il consigliere comunale di Ugento e consigliere provinciale di Lecce dell’Italia dei Valori Giuseppe Basile.

Diciassette mesi dopo il delitto, polizia e carabinieri hanno arrestato i presunti autori, Vittorio Colitti, di 66 anni, e suo nipote Vittorio Luigi Colitti, ex studente di 19 anni all’epoca dei fatti poco più che diciassettenne.
Sono entrambi vicini di casa di Basile, abitano in quello che il procuratore presso il tribunale per i minorenni di Lecce, Aldo Petrucci, ha definito «il piccolo mondo di via Nizza», la strada del delitto. Nonno e nipote sono accusati di omicidio volontario e detenzione e porto illegale di arma bianca, il coltello usato per uccidere Basile e mai trovato. Per Vittorio Colitti, ora detenuto a Lecce, l’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip del tribunale di Lecce Antonio Del Coco su richiesta del pm Giovanni De Palma. Per Vittorio Luigi, ex studente dell’istituto professionale di Ugento, il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale per i minorenni di Lecce Cinzia Vergine, richiesto dal pm Simona Filoni. Il giovane, che era già indagato da mesi per false dichiarazioni al pm, è rinchiuso nel carcere minorile Fornelli di Bari.
Nonno e nipote, ha spiegato il procuratore di Lecce, Cataldo Motta, sarebbero stati incastrati dalle testimonianze di due minorenni, una bimba che oggi ha sette anni e un suo parente, di poco più grande, anche loro residenti in via Nizza. Deposizioni supportate da accertamenti e pare anche da intercettazioni.
Quella notte la bimba si sarebbe svegliata sentendo invocazioni di aiuto provenire dalla strada, avrebbe preso una sedia per guardare alla finestra e avrebbe visto due uomini che aggredivano una terza persona. La bimba avrebbe riconosciuto tutti; la nonna, svegliatasi anche lei, lo avrebbe confermato intimando però alla piccola di stare zitta e non dire nulla a nessuno. Qualcosa di simile, ma in maniera meno diretta, avrebbe visto anche l’altro bimbo, pure lui vittima del silenzio imposto dai suoi famigliari.
La realtà, secondo l’accusa, è che quella notte Vittorio Luigi Colitti ebbe un litigio con Basile. Nonno Vittorio sarebbe sceso in strada impugnando un coltello e, mentre il nipote lo tratteneva, avrebbe inferto con impeto i 24 fendenti. Poi i due Colitti sarebbero rientrati a casa, due appartamenti distinti nello stesso immobile in via Nizza, portando con sè un segreto terribile per 17 mesi.

DI PIETRO IN TV (2) - OSPITE AD ANNOZERO DEL 12 NOVEMBRE 2009 (DI PIETRO VERSO BELPIETRO SUI MAGISTRATI)

DI PIETRO IN TV (1) - OSPITE AL MAURIZIO COSTANZO SHOW DEL 4 NOVEMBRE 2009

UNA GIORNATA CONTRO TUTTE LE VIOLENZE SULLE DONNE

Ieri la Giornata Internazionale
contro la violenza alle donne,
voluta dall’Onu nel 1999:
un modo per non ignorare
o tollerare un fenomeno,
in costante crescita,
oltre la retorica della celebrazione
25 Novembre 2009
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
Una giornata a favore delle donne e contro ogni forma di violenza nei loro confronti. Ricorre oggi, infatti, la celebrazione della Giornata Internazionale contro la violenza alle donne: nel 1999 l’Onu scelse il 25 novembre, per la ricorrenza, per commemorare la tragica vicenda delle tre sorelle Mirabal violentate, pugnalate e strangolate il 25 novembre del 1960, nella Repubblica Dominicana, per il loro impegno politico, contro l’allora dittatore Trujillo (che ne ordinò l’uccisione). Da dieci anni questa data rappresenta il simbolo di una questione ancora aperta e di un fenomeno dai numeri sempre più in crescita: ed ecco, perché, in occasione di questo appuntamento si rende necessario un atto di accusa serio della società civile nei confronti della violenza sulle donne. Secondo i dati Istat, in Italia, sarebbero quasi 7 milioni le donne, tra i 16 e i 70 anni, che nel corso della loro vita hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale.
La cronaca stessa continua ancora oggi a consegnare storie drammatiche, con stupri di gruppo, violenze private, abusi e stalking. L’elemento più tragico della questione è come spesso, al di là della retorica di queste occasioni e celebrazioni, in cui tutti concordano sull’intenzione di cancellare un fenomeno di inciviltà, nella pratica, dinanzi alle violenze, ci sia chi riesca a trovare persino delle scusanti. Quante volte è capitato di sentir dire, dopo qualche episodio di cronaca, qualche bel pensante uscirsene con la frase: “Però, lei chissà pure cosa avrà fatto”.
Un atteggiamento simile condanna le donne vittime di violenza ad un’emarginazione dalla vita sociale e ad una solitudine, intollerabili, in un meccanismo perverso che trasforma le vittime in carnefici e che un paese civile dovrebbe far saltare a monte. Da più parti s’insiste, ribadendo l’esigenza di dare esecuzione alle leggi esistenti, per combattere l’impunità di chi pratica le violenze, combattendo atteggiamenti che tendono a “condonare”, tollerare, o peggio ancora ignorare la violenza contro le donne. Questa ricorrenza è un’opportunità per far uscire dal silenzio qualcosa di profondamente diffuso, ma soprattutto per rompere un muro d’indifferenza e di pressappochismo, ancora troppo difficile a crollare.

mercoledì 25 novembre 2009

SPECIALE / LA SVOLTA DELL'OMICIDIO BASILE (8) - "GRANDE SODDISFAZIONE PER IL TRIONFO DELLA GIUSTIZIA" DICE LA RESPONS. PUGLIA DELL'ITALIA DEI DIRITTI

Acciuffati presunti
assassini di Basile,
la soddisfazione
della Bellantuoni
Bari, 25 novembre 2009
"Non posso che dire di aver tratto soddisfazione dalla notizia della cattura degli assassini di Peppe".
Questo è stato il commento commosso di Manuela Bellantuoni, responsabile pugliese dell'Italia dei Diritti e conoscente del defunto consigliere provinciale Idv di Lecce, Giuseppe Basile, ucciso il 15 Giugno 2009 a Ugento. Dopo un anno di indagini gli inquirenti sono finalmente giunti all'arresto dei due presunti colpevoli, Vittorio Colitti, agricoltore di 66 anni e Vittorio Luigi Colitti, di 19 anni, nonno e nipote.
"Quella dell'uccisione del consigliere comunale ugentino è stata una vicenda complicata e spinosa - ha continuato l'esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - in quanto si è spesso parlato di movente politico, anche per via del profondo impegno nella difesa dei diritti dei cittadini che Basile portava avanti. D'altronde la perdita di un'ottima persona porta sempre molta tristezza - conclude la Bellantuoni -, quindi tuttoil movimento gioisce di questo trionfo della legalità e si augura che sempre più malviventi vengano assicurati alla giustizia".

SPECIALE / LA SVOLTA DELL'OMICIDIO BASILE (7) - FONDAMENTALE LA TESTIMONIANZA DI DUE BAMBINI, IL MOVENTE: PROBLEMI DI VICINATO

25 Novembre 2009
Tratto dal Sito Internet

www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Dopo oltre un anno di indagini, sembra risolto l’omicidio di Giuseppe Basile il consigliere provinciale di Lecce dell’Idv, ucciso a Ugento la notte del 15 giugno 2008. I Carabinieri del Comando provinciale di Lecce e agenti della Questura del capoluogo salentino hanno arrestato la scorsa notte, nel corso di un’operazione congiunta, due persone: nonno e nipote. Si tratta di Vittorio Colitti, agricoltore di 66 anni, e di Vittorio Luigi Colitti di 19 anni all’epoca dei fatti minorenne e studente dell’istituto professionale di Ugento. Entrambi vicini di casa di Basile, sono accusati di concorso in omicidio volontario, detenzione e porto abusivo di coltello.
Gli arresti sono stati compiuti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dai giudici per le indagini preliminari del tribunale ordinario e di quello minorile di Lecce. Basile fu ucciso con una ventina di coltellate la notte del 15 giugno 2008, omicidio per il quale era stato ipotizzato anche il movente politico. In queste ore carabinieri e polizia stanno perlustrando un’area a circa tre chilometri dal luogo di quell'omicidio alla ricerca dell’arma del delitto.
"FONDAMENTALE
LA TESTIMONIANZA
DI DUE BAMBINI"
Sono state le testimonianze di dueminori - una bambina di sette anni e un suo parente di poco più grande di età - a segnare la svolta nelle indagini sull'omicidio del consigliere comunale di Ugento (Lecce) e consigliere provinciale di Lecce Giuseppe Basile, portando all’arresto oggi dei due presunti autori del delitto. Lo hanno riferito il procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, e il procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni del capoluogo salentino, Aldo Petrucci.
I due minori abitano nella stessa strada, via Nizza, in cui Basile risiedeva e venne ucciso con 24 coltellate. La bambina, la notte dell’omicidio (14-15 giugno 2008), stava dormendo quando fu svegliata da grida di aiuto. Prese una sedia, guardò alla finestra e vide tre persone che litigavano e due di loro che aggredivano l’altro. La nonna della bimba le riferì chi erano ma disse alla bimba di stare zitta e di non dire nulla a nessuno. Anche l’altro bimbo, dalla sua casa, avrebbe visto qualcosa quella notte, ma anche a lui i famigliari avrebbero imposto il silenzio.
"IL MOVENTE:
PROBLEMI DI VICINATO"
Una lite per motivi banali,scaturita casualmente da vecchi rancori per problemi di vicinato: sarebbe stata questa la scintilla che la notte tra il 14 e il 15 giugno 2008 ha portato Vittorio Colitti e suo nipote Vittorio Luigi ad uccidere con 24 coltellate il consigliere comunale di Ugento (Lecce) e consigliere provinciale di Lecce dell’Idv Giuseppe Basile. Nessun movente politico, dunque (dagli atti amministrativi acquisiti durante l’inchiesta non sarebbe emersa alcuna indicazione utile a far luce sul delitto), e nessuna questione di donne, due piste che pure gli inquirenti hanno esaminato in questi 17 mesi.
Come hanno spiegato il procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, e il procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni, Aldo Petrucci, uno degli aggressori, forse il più giovane, avrebbe trattenuto Basile mentre l’altro avrebbe inferto le coltellate spinto dall’ira. L’arma del delitto non è stata mai trovata. Per Vittorio Colitti l'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata firmata dal gip Antonio Del Coco, su richiesta del pm Giovanni De Palma; l'uomo è nel carcere di Lecce. Per Vittorio Luigi l’ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale per i minorenni di Lecce (all’epoca il giovane aveva 17 anni) Cinzia Vergine su richiesta del pm Simona Filoni; è rinchiuso nel carcere minorile Fornelli di Bari. Il giovane era già indagato dalla Procura per i minorenni per false dichiarazioni al pm dopo essere stato sentito nei mesi scorsi. Nell’inchiesta diretta dal pm De Palma alcune delle 300 persone circa ascoltate nel corso dell’inchiesta sono indagate per favoreggiamento personale e false dichiarazioni rese al pubblico ministero. Alla conferenza stampa hanno preso parte anche il questore di Lecce, Antonino Cufalo, e il comandante provinciale dei carabinieri di Lecce, col.Maurizio Perla.

SPECIALE / LA SVOLTA DELL'OMICIDIO BASILE (6) - ARRESTI PER L'OMICIDIO BASILE, I COMMENTI DI MANTOVANO E BUCCOLIERO

25 Novembre 2009
Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
MANTOVANO: ARRESTI
PER DELITTO
BASILE
RIPORTINO SERENITA'
"Il lavoro paziente e accurato della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri merita apprezzamento da parte non solo della comunità di Ugento: c'è da augurarsi che l’individuazione dei presunti responsabili di uno dei più gravi delitti commessi nel Salento negli ultimi anni riporti serenità e confermi piena fiducia nella forza della legge". Lo afferma il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, riferendosi all’arresto dei due presunti responsabili dell’omicidio del consigliere provinciale dell’Idv Giuseppe Basile, ucciso ad Ugento (Lecce) la notte tra il 14 ed il 15 giugno 2008.
BUCCOLIERO: MORTE
STRUMENTALIZZATA
''L'arresto dei presunti responsabili dell’omicidio del consigliere provinciale Peppino Basile restituisce serenità all’intera comunità di Ugento, per lungo tempo ingiustamente additata e mortificata”. Lo afferma il consigliere regionale Antonio Buccoliero (Alleanza Puglia) in una nota nella quale afferma che “accanto al consigliere Basile c'è stata un’altra vittima: tutta la comunità di Ugento che in questi mesi ha dovuto assistere impotente alla demolizione mirata e sistematica dell’immagine di un paese operoso, onesto e dinamico, che ha sempre lottato per far conoscere la bellezza del proprio mare e la generosità della propria terra”.
“Si comprende oggi, con estrema chiarezza - insiste Buccoliero - la storia delle strumentalizzazioni, che ebbi già modo di segnalare la scorsa primavera. C'è stato infatti chi, da più parti e con intenti diversi, ha voluto utilizzare per fini personalistici la terribile morte di Peppino Basile, rallentando di fatto le indagini e gettando ombre su un’intera comunità”. “Il brillante lavoro compiuto dai carabinieri e dalla polizia, oltre a fare chiarezza sull'uccisione di un uomo, consegnando alla giustizia i presunti responsabili - conclude - restituisce fiducia e serenità ad Ugento e alla sua gente onesta e laboriosa”.

SPECIALE / LA SVOLTA DELL'OMICIDIO BASILE (5) - UN'INDAGINE DIFFICILE, TRA "VELENI" E OMERTA'

25 Novembre 2009
Tratto dal Sito Internet

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Un anno e mezzo: tanto sono durate le indagini sull'assassinio del consigliere provinciale dell’Idv Peppino Basile, ucciso a Ugento nella notte tra il 14 e il 15 giugno dell’anno scorso mentre rincasava. Un delitto che suscitò scalpore e che innescò una serie di polemiche anche a livello politico. Un anno e mezzo di indagini, caratterizzate da omertà e da veleni. La gente non collabora, dicevano gli investigatori che mai hanno tralasciato alcuna pista per risalire agli assassini e al movente di quel delitto.
“Non sono omertosi, hanno paura”, hanno più volte replicato esponenti politici salentini. E poi i sospetti che l’uccisione fosse legata all’attività politico-amministrativa di questo esponente dell’Italia dei Valori, certo un pò esuberante e che interpretava la politica con uno stile tutto personale. E in questa vicenda investigativa, che ha visto spesso momenti di tensioni, manifestazioni di piazza, lettere minatorie, un ruolo di rilievo lo ha avuto anche il parroco di san Giovanni Bosco ad Ugento, don Stefano Rocca. Proprio a lui in questi mesi sono state indirizzate diverse intimidazioni sotto forma di lettere anonime e minacce telefoniche di morte. Ma nonostante queste, più volte don Stefano si era rivolto ai suoi concittadini perchè chi sapesse parlasse, aprisse uno squarcio sull'assassinio del consigliere, peraltro suo grande amico.
Nei mesi scorsi il sacerdote fu ascoltato in Procura quale persona informata dei fatti dal Pm Palma che si occupava delle indagini non solo sull'omicidio Basile, ma anche sulle intimidazioni a don Stefano. Pochi giorni prima un uomo aveva telefonato al 113: “Faremo fuori don Stefano, colui che parla sempre di Peppino Basile” minacciò. E da quel momento don Stefano è diventato anche un parroco sorvegliato a vista dalle forze dell’ordine. Così, tra polemiche e veleni per tutto questo tempo il delitto Basile, è rimasto un autentico rompicapo per gli investigatori che non si sono mai sbilanciati sul possibile movente, non escludendo nè questioni personali, nè la pista politica.
Negli uffici del Comune di Ugento furono acquisiti anche numerosi documenti relativi all’attività svolta da Basile in qualità di consigliere d’opposizione. Un comitato locale, sorto all’indomani dell’omicidio su iniziativa del suo partito, ha sempre insistito sull'ipotesi di un omicidio legato ad interessi economici poco chiari su Ugento che Basile avrebbe cercato di combattere. Gli arresti di questa notte dovrebbero finalmente aver posto fine a dubbi e incertezze, e anche a un anno e mezzo di polemiche e veleni.

SPECIALE / LA SVOLTA DELL'OMICIDIO BASILE (4) - DON STEFANO ROCCA: "ERANO MIEI PARROCCHIANI MA DOPO L'OMICIDIO M'HANNO TOLTO IL SALUTO"

Omicidio Basile:
arrestati nonno
e nipote.
Sono i vicini di casa
25 Novembre 2009
Tratto dal Sito Internet
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Dopo oltre un anno di indagini, sembra risolto l’omicidio di Giuseppe Basile il consigliere provinciale di Lecce dell’Idv, ucciso a Ugento la notte del 15 giugno 2008. I Carabinieri del Comando provinciale di Lecce e agenti della Questura del capoluogo salentino hanno arrestato la scorsa notte, nel corso di un’operazione congiunta, due persone: nonno e nipote. Si tratta di Vittorio Colitti, agricoltore di 66 anni, e di Vittorio Luigi Colitti di 19 anni all’epoca dei fatti minorenne e studente dell’istituto professionale di Ugento. Entrambi vicini di casa di Basile, sono accusati di concorso in omicidio volontario, detenzione e porto abusivo di coltello.
Gli arresti sono stati compiuti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dai giudici per le indagini preliminari del tribunale ordinario e di quello minorile di Lecce. Basile fu ucciso con una ventina di coltellate la notte del 15 giugno 2008, omicidio per il quale era stato ipotizzato anche il movente politico. In queste ore carabinieri e polizia stanno perlustrando un’area a circa tre chilometri dal luogo di quell'omicidio alla ricerca dell’arma del delitto.
Don Stefano Rocca, parroco di Ugento:
gli arrestati erano miei parrocchiani
ma dopo l'omicidio m'hanno tolto il saluto
«Ho sempre avuto fiducia nella magistratura e adesso mi sento di dire grazie a tutti per il grande lavoro svolto in questi mesi». È il primo commento di don Stefano Rocca, parroco di Ugento, alla notizia degli arresti per l’omicidio del consigliere comunale d’Ugento e provinciale di Lecce dell’Idv Giuseppe Basile.
Don Stefano in questo anno e mezzo aveva più volte invitato la comunità di Ugento a rompere il muro di omertà per aiutare le forze dell’ordine a individuare gli autori del delitto, e per questo motivo era stato più volte minacciato. «Sembra - aggiunge - che giustizia oggi sia stata fatta, aspettiamo però di sapere la verità. Sono molto fiducioso nella magistratura».
Il parroco conosce i due arrestati: «Frequentavano la mia parrocchia, ma da quando Basile è stato ucciso si sono allontanati frequentandone un’altra e mi hanno tolto il saluto. Stamane c'è pure qualcuno in paese che ha avuto nei miei confronti atteggiamenti di stizza. Io non ho mai indicato una pista da seguire, ho sempre e soltanto chiesto giustizia e verità».