venerdì 30 aprile 2010

CONTRIBUTI A FAMIGLIE BISOGNOSE / DA GENNAIO 2009 AL 22 APRILE 2010 CONCESSI 23.956,03 EURO

Ecco i risultati di una ricerca personale su tutte le deliberazioni di Giunta Comunale dell’anno 2009 e dei primi mesi dell’anno 2010, fino ad oggi, e riguardanti le famiglie bisognose e le varie concessioni in denaro.
Inutile dire ca “ota sbota” sempre ‘e stesse famiglie percepiscono i contributi, mentre, tutte le altre muoiono di fame in casa propria, chiusi nella propria dignità e disperazione.
Qualche famiglia sembra proprio devota e pare che abbia trovato negli amministratori il nuovo ufficio di collocamento, proprio perché sindaco ed assessori si limitano a concedere denaro invece di trovare loro una sistemazione lavorativa provvisoria e quindi, provando ad aiutarli in modo differente.
Come è inutile dire che nessuna Commissione valuta quanto dare ad ogni famiglia ed a quale famiglia concedere il contributo (se gli spetta o meno, se lavora o meno). Ci pensa a tutto la Giunta Comunale, compreso il sindaco Roberto Falconieri (...ma dì soltanto una parola, ed io sarò salvato!).
Ma passiamo ai risultati della ricerca che potrete confrontare con i soli titoli delle deliberazioni pubblicate sul sito comunale:
Delibera n. 06 del 15 Gennaio 2009
Accoglimento istanze esonero ticket servizio mensa per 1 famiglia
Delibera n. 09 del 15 Gennaio 2009
Accoglimento istanze esonero ticket servizio trasporto scolastico per 1 famiglia
Delibera n. 10 del 15 Gennaio 2009
Concessione contributo economico a 8 famiglie - Euro 1.271,96
Delibera n. 11 del 15 Gennaio 2009
Erogazione contributo economico a famiglie bisognose finalizzato al doposcuola relativo ai mesi di Gennaio-Febbraio 2009 a 5 famiglie - Euro 600,00
Delibera n. 22 del 06 Febbraio 2009
Concessione contributo economico a 5 famiglie con diversamente abili finalizzato al trasporto presso strutture riabilitative - Euro 2.385,52
Delibera n. 29 del 12 Febbraio 2009
Accoglimento istanze esonero ticket servizio trasporto scolastico 2008/2009 per 1 famiglia
Delibera n. 37 del 16 Febbraio 2009
Accoglimento istanze esonero ticket servizio mensa per 2 famiglie
Delibera n. 44 del 27 Febbraio 2009
Concessione contributo economico a 2 famiglie bisognose - Euro 318,00
Delibera n. 64 del 27 Marzo 2009
Concessione contributo economico a 3 famiglie bisognose - Euro 330,95
Delibera n. 66 del 02 Aprile 2009
Concessione contributo economico a 17 famiglie bisognose - Euro 1.617,00
Delibera n. 82 del 15 Aprile 2009
Concessione contributo economico ad 1 famiglia bisognosa per pagamento loculo comunale - Euro 500,00
Delibera n. 84 del 15 Aprile 2009
Concessione contributo economico a 5 famiglie bisognose finalizzato al doposcuola relativo ai mesi di Marzo-Aprile 2009 - Euro 550,00
Delibera n. 93 del 27 Aprile 2009
Accoglimento istanza esonero servizio trasporto scolastico per 1 famiglia
Delibera n. 114 del 13 Maggio 2009
Concessione contributo economico a 4 famiglie bisognose - Euro 350,00
Delibera n. 148 del 25 Giugno 2009
Concessione contributo economico a 5 famiglie bisognose finalizzato al doposcuola relativo al mese di Maggio 2009 - Euro 300,00
Delibera n. 156 del 25 Giugno 2009
Concessione contributo a 2 famiglie bisognose - Euro 300,00
Delibera n. 165 del 02 Luglio 2009
Contributo a 19 famiglie in condizioni economiche disagiate - Euro 1.820,00
Delibera n. 173 del 17 Luglio 2009
Concessione contributo a 9 famiglie in condizioni economiche disagiate per il pagamento della TARSU anni 2007/2008 - Euro 2.565,60
Delibera n. 219 del 25 Settembre 2009
Concessione contributo a 10 famiglie bisognose in condizioni economiche disagiate - Euro 1.360,00
Delibera n. 227 del 30 Settembre 2009
Concessione contributo economico a favore di 1 minore diversamente abile finalizzato all’acquisto di software didattici - Euro 212,00
Delibera n. 238 del 15 Ottobre 2009
Concessione contributo a 5 famiglie in condizioni economiche disagiate - Euro 470,00
Delibera n. 265 del 10 Novembre 2009
Concessione contributo a 7 famiglie in condizioni economiche disagiate - Euro 630,00
Delibera n. 275 del 17 Novembre 2009
Concessione contributo economico a 2 famiglie in condizioni economico disagiate - Euro 300,00
Delibera n. 289 del 27 Novembre 2009
Concessione contributo a 23 famiglie in condizioni economiche disagiate - Euro 2.440,00
Delibera n. 291 del 01 Dicembre 2009
Concessione contributo ad 11 famiglie in condizioni economiche disagiate - Euro 1.100,00
Delibera n. 298 del 11 Dicembre 2009
Concessione contributo a 6 famiglie in condizioni economiche disagiate - Euro 600,00
Delibera n. 09 del 14 Gennaio 2010
Concessione contributo a 10 famiglie in condizioni economiche disagiate - Euro 920,00
Delibera n. 22 del 01 Febbraio 2010
Concessione contributo a 7 famiglie in condizioni economiche disagiate - Euro 730,00
Delibera n. 87 del 30 Marzo 2010
Concessione contributo a 6 famiglie in condizioni economiche disagiate - Euro 610,00
Delibera n. 95 del 13 Aprile 2010
Concessione contributo a 8 famiglie in condizioni economiche disagiate - Euro 1.125,00
Delibera n. 97 del 22 Aprile 2010
Concessione contributo a 5 famiglie in condizioni economiche disagiate -
Euro 550,00.
TOTALE CONCESSO - EURO 23.956,03

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LA QUESTIONE DELLE PRESUNTE MULTE RIDOTTE A MELISSANO E' IN ALTO MARE (Di prossima pubblicazione)

GIANFRANCO FINI A BALLARO' (PUNTATA DEL 27 APRILE 2010)

IMPUTATI E CONTENTI, DI MARCO TRAVAGLIO

VINCITORI E VINTI NELLA PUGLIA 2010 (77) - VENDOLA-BIS: SUBITO PUBBLICI I REDDITI DEGLI ASSESSORI

Di Bepi Martellotta
Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
La mattina il lungo abbraccio con Michele Emiliano (l’ultima concessione alla «politica»), in Corte d’Appello per la proclamazione da governatore. Il pomeriggio l’annuncio: «la creatura è nata, sono felice». Nasce il Vendola bis, la giunta regionale dei 14 assessori che il presidente Nichi Vendola, bruciando le tappe in appena una settimana di consultazioni, aveva nella testa sin dalla vittoria elettorale di fine marzo.
Nasce all’insegna di due novità: è il governo più femminile d’Italia (7 donne su 14 componenti); le deleghe agli assessori - come preannunciato - vengono spacchettate rispetto al disegno del 2005, comportando l’uscita di scena di due assessorati (quello al Lavoro e quello al Turismo). Prima riunione il prossimo 4 maggio, con un ordine del giorno che ha tutto il sapore del nuovo corso inaugurato da Vendola: la pubblicizzazione della condizione reddituale e patrimoniale degli assessori regionali. Sarà la sua risposta alle critiche sui costi della politica (critiche arrivate anche dagli alleati per la chiamata in giunta di 7 esterni), ma Nichi proporrà anche «al consiglio regionale di fare la stessa cosa».
Ieri è stato il giorno dell’insediamento: alla firma dei decreti di nomina Vendola ha chiamato uno per uno i 14 assessori, distinguendo tra i confermati e le «new entry» (sono cinque). Come anticipato dalla «Gazzetta », dopo le baruffe con il Pd, viene confermata alla vicepresidenza Loredana Capone, che conserva la delega allo Sviluppo economico; Marida Dentamaro, (difesa sino all’ultimo dal governatore dagli attacchi del suo partito, il Pd, e inizialmente indicata come vice-governatrice) sarà semplice assessore, ma con una delega di peso: Federalismo e Sud. La seconda «new entry», Maria Campese (Federazione della Sinistra), raccoglierà le redini di Minervini nel Personale, Semplificazione, Sport; Alba Sasso (Sel), anche lei «esterna», guiderà il Diritto allo Studio e (una delle novità dello spacchettamento) la Formazione professionale, sinora abbinata al Lavoro. Confermata la «tecnica» Angela Barbanente all’Urbanistica e Qualità del territorio, ma avrà anche competenze sui Beni culturali (sinora abbinati al Diritto allo Studio) e confermata Silvia Godelli, che insieme alla Cultura e al Mediterraneo dovrà occuparsi anche del Turismo. Una conferma anche per Elena Gentile (Pd) la cui delega ai Servizi sociali viene allargata al Lavoro nel nuovo assessorato al Welfare.
Sin qui le donne, quanto all’altra metà giunta viene confermato Fabiano Amati (Pd) alle Opere pubbliche, ma a lui viene affidata la guida della Protezione civile (sinora in capo al governatore); confermati anche Dario Stefano (Puglia per Vendola), che mantiene l’Agricoltura, e il tecnico Tommaso Fiore alla Sanità. Michele Pelillo (Pd) resta al Bilancio e programmazione, mentre cambia la delega per Guglielmo Minervini (Pd) che diventa assessore ai Trasporti e alle Infrastrutture (raccogliendo l’eredità di Loizzo).
Tra le new entry, Nicola Fratoianni (Sel), al quale viene affidata la delega alle Politiche giovanili (sinora facente capo all’assessorato di Minervini) e all’attuazione del programma; Lorenzo Nicastro (Idv), che - chiusa la trattativa con i dipietristi - Vendola mette a capo dell’Ecologia (rifiuti e Ambiente).
Vendola ha riservato a sé le deleghe di Avvocatura regionale, Politiche legislative, Controllo interno, Controllo strategico, Politiche internazionali. «Deve essere la giunta più capace di corrispondere al senso del voto in Puglia, una giunta con un’idea ancora più spigliata di cambiamento, non più solo un orizzonte ma un ritmo» scandisce il governatore, lasciandosi alle spalle le recenti baruffe con i Democratici e sottolineando di aver discusso e ascoltato tutti gli alleati.
«Ho discusso con i partiti della mia coalizione e anche con le formazioni che non erano mie alleate proprio del modello di scelte che sono necessarie per difendere la Puglia e il Sud». Nichi ne è convinto, «il genere maschile deve cominciare a perdere potere» per far spazio alle donne, mortificate anche questa volta dalla tornata elettorale (appena 3 su 70 o 4 su 78 consiglieri).
Non solo, i partiti devono imparare a fare un passo indietro: «Non è stato difficile comporre la giunta. Ho ascoltato tutti, ma anche rivendicato le prerogative che mi sono state assegnate non solo dalla legge - sottolinea - ma dal mandato elettorale. Credo che quando si ha una bussola politica e un vascello forte non si ha paura delle intemperie».
Quindi i ringraziamenti agli uscenti, da Viesti («i suoi libri sul Sud sono stati il nostro orientamento di governo») a Loizzo («con stile straordinario mi ha chiesto di fare un passo indietro»), da Losappio («sarà più impegnato in politica») a Introna («auspico che anche il centrodestra converga sul ruolo di prestigio che gli si addice»). Un vecchio amico di Nichi, Gero Grassi, sussurra: «Nelle deleghe che Vendola ha dato agli assessori c’è scritto: andate e moltiplicatevi in anti-Pd».
LA DENTAMARO: SONO LA PRIMA
AD ESSERE SORPRESA DELLA SCELTA

Laggiù, nella lontana California, le «intemperie» della politica pugliese (come le ha chiamate Vendola) e dei negoziati per la nuova giunta non arrivavano. «Per fortuna - dice al telefono Marida Dentamaro, politica di lungo corso, già senatrice per l’Udeur e poi vicesindaca al Comune di Bari - mi sono tenuta lontana».
Dispiaciuta per essere stata il perno dello scontro tra Pd e Vendola sulla nuova giunta?
«La distanza fisica mi ha consentito di essere serena. Sono stata la prima ad essere sorpresa di questa designazione, di questo onore grandissimo. E ringrazio Vendola e chi nel mio partito mi ha sostenuto e non mi ha ostacolato».
Per la verità erano pochini a difenderla.
«La formazione di una giunta è sempre accompagnata da polemiche, da delusioni, dalla scontentezza di chi aveva tutte le carte in regola per entrare, ma poi ci si fa una ragione, Se riusciremo a superare i conflitti e le polemiche, io credo che riusciremo a fare un gran lavoro per la Puglia, per il partito e tutta la coalizione».
Nel Pd dicono che lei è un’«esterna» scelta da Vendola. E che Emiliano non abbia dimenticato lo strappo dell’agosto 2005, quando le tolse la delega da vice al Comune.
«Ci sarà modo e tempo per recuperare i rapporti che si sono incrinati, ci proverò io per prima. Non avevo serbato rancori allora né l’ho fatto negli ultimi 5 anni e di questo mi è stato dato atto. Ribadisco che appena hanno cominciato a mandarmi sms sulla nomina, sono caduta dalle nuvole e non sono occasioni che si rifiutano. Se ci saranno spazi per recuperare tutti i rapporti, sarò la prima ad esserne felice».
Vendola la voleva alla vicepresidenza, ma ha dovuto frenare per le bizze del Pd. Contenta o no della sua delega?
«Il Sud è il tema che mi è stato più caro durante l’impegno parlamentare e sono felice di poter continuare l’impegno istituzionale su quel fronte con una responsabilità maggiore, non più da legislatore ma da amministratore. So benissimo che il confronto è e sarà molto duro col governo, ho combattuto a lungo le idee leghiste sulla materia, ma confido in una condivisione d’impegno per il nostro teritorio con il ministro Fitto».
L’Udc e la Poli sono interessati al tema, si confronterà con loro?
«Sarò felice di trovare in questo fronte alleati e contributi da qualsiasi forza politica: è un momento troppo importante, troppo delicato per alzare steccati. La Puglia può solo giovarsi se riusciremo nel lavoro di squadra».

VINCITORI E VINTI NELLA PUGLIA 2010 (76) - GIUNTA VENDOLA AL FEMMINILE

Presentata la sua squadra
di governo, Vendola avvia
un nuovo corso all’insegna
della trasparenza:
ma il centrodestra critica
l’eccesso di figure esterne.
La Poli presidente
della Fiera del Levante?
28 Aprile 2010
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
Una giunta all’insegna del cambiamento: almeno, è questa la caratteristica principale che Nichi Vendola, presidente regionale rieletto e proclamato ieri mattina, auspica per la squadra che lo coadiuverà per il prossimo quinquennio nel ruolo di amministratore. Certamente quello presentato ieri è il governo più femminile d’Italia, almeno a livello regionale (ma probabilmente non solo): sette donne su 14 componenti, un vero e proprio record alla faccia delle parole spesso espresse sulle politiche di genere e sulla parità, relegate il più delle volte a convegni tematici, e all’ennesima mortificazione elettorale con appena tre elette su 70 consiglieri. Una seconda novità immediata da riscontrare in questa giunta regionale è lo spacchettamento delle deleghe con l’uscita di scena di due assessorati specifici come Lavoro e Turismo, accorpati rispettivamente a Servizi Sociali e alla Cultura.
L’esecutivo nasce all’insegna di un nuovo corso, inaugurato dal presidente Vendola: dopo la composizione, piuttosto autonoma rispetto ai partiti della coalizione e alle loro pressanti richieste, il governatore ha convocato la prima riunione di giunta per il prossimo 4 maggio, con un ordine del giorno all’insegna della trasparenza. Infatti, dopo tutta la polemica sul caso degli assessorati esterni e dei costi per le casse pugliesi, si porta in discussione la pubblicizzazione della condizione reddituale e patrimoniale di tutto l’esecutivo, con la proposta che i consiglieri regionali facciano altrettanto.
Ma piovono le polemiche dal centrodestra soprattutto su quella che è ritenuta un’eccessiva presenza di assessorati esterni: Rocco Palese, candidato sconfitto del centrodestra, ribadisce la sua contrarietà agli sprechi, evidenziando come Vendola non appaia “interessato ai problemi dei costi della politica”. Per Saverio Congedo, il nuovo governo regionale sarebbe sovra rappresentato dall’area comunista, con assessori del Pd scelti “in funzione del loro grado di fedeltà e vicinanza ideologica al governatore”: un esecutivo, dunque, poco moderato, che non tiene conto delle “pesanti sofferenze dei conti regionali” con “un aggravio di circa 10 milioni di euro sulle casse vuote” della Puglia “a cui se ne potrebbero aggiungere altrettanti nel caso di aumento a 78 dei consiglieri regionali”.
Sul fronte dell’apertura di Vendola al Terzo Polo, si vocifera che Adriana Poli Bortone possa ricevere l’offerta della presidenza della Fiera del Levante: indiscrezioni giornalistiche o anticipazione di uno scenario concordato? Le risposte non tarderanno ad arrivare.

VINCITORI E VINTI NELLA PUGLIA 2010 (75) - VENDOLA PROCLAMATO PRESIDENTE: INIZIA IL GOVERNO BIS

È stato proclamato questa mattina,
presso la Corte d’Appello di Bari:
parte il secondo mandato consecutivo.
Nel pomeriggio,
ufficializzazione della giunta,
nonostante i forti malumori del Pd
27 Aprile 2010
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
Nichi Vendola è di nuovo presidente della Regione Puglia: si è conclusa quetsa mattina la cerimonia di proclamazione del governatore presso l’Ufficio elettorale della Corte d’Appello di Bari. Vendola, 52 anni, portavoce nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, inizia così il secondo mandato consecutivo da presidente di regione, alla presenza del candidato sconfitto del centrodestra, Rocco Palese, che entra di diritto in Consiglio regionale, degli assessori uscenti, dei consiglieri e di molti collaboratori, e soprattutto della madre ottantacinquenne del governatore.
Vendola ha ottenuto 1.032.472 voti, ossia il 48.70% dei voti validi, mentre Palese ha ottenuto 839.492 voti, con uno scarto di ben 192.980 voti: stretta di mano conclusiva e fair play tra i rivali che si ritroveranno dai rispettivi banchi in consiglio. Nel pomeriggio, Vendola incontrerà i giornalisti, per diramare e rendere noti i quattordici nomi che comporranno la sua giunta, firmando i decreti di nomina. Ma proprio su questo punto sta andando in scena una vera e propria tragicomica: sembra, infatti, che il nuovo governo regionale viaggi a due tempi, da un lato, cioè, Vendola, che ha già di fatto composto la sua squadra, rendendola più o meno pubblica da venerdì scorso, e, dall’altro, i partiti, soprattutto Pd ed Idv, che hanno ingaggiato la partita delle recriminazioni per i posti spettanti.
Di fatto, gli assessorati destinati al Pd saranno sei, due andranno a SeL, uno alla lista Puglia per Vendola, uno alla Federazione della Sinistra (che non è entrata in consiglio regionale), uno all’Idv, e tre saranno i tecnici: ma il dato più eclatante e in controtendenza con quanto avviene in altre realtà di gestione amministrativa è la presenza di ben sette donne, che rappresentano la metà della giunta Vendola. Sette in tutto anche gli esterni. La presidenza del consiglio regionale pugliese dovrebbe essere destinata ad Onofrio Introna (Sel), anche se il Pd continua a battagliare rivendicando anche quel ruolo.
Le fibrillazioni e i malesseri nei partiti continuano, dunque, a sole tre ore dalla ufficializzazione della squadra di governo: Vendola non ha alcuna intenzione di ritornare sui propri passi e punta i piedi sulle sue scelte, blindandole. Mentre nei partiti di maggioranza, ieri si allungano i coltelli e si incrociavano le spade della resa dei conti, Vendola convocava sia l’Udc che Adriana Poli Bortone (ma anche Michele Rizzi), per comprendere se ci fossero i margini per un’intesa più larga. Possibile che il premio di governabilità venga abbattuto, con la presenza in consiglio di 70 consiglieri come da statuto. Vendola non retrocede nemmeno sul capitolo Marida Dentamaro, dopo l’incontro con Blasi, tornato dall’ufficio politico del suo partito: il Pd ha minacciato strappi, dentro un quadro di una maggioranza, che potrebbe avere numeri risicati, a seconda delle decisioni della Corte d’Appello, ma neanche dinanzi ai toni forti, il presidente si è mosso di un centimetro. Del resto, Vendola ha ricordato di aver ricevuto il via libera da Roma e di aver ragionato sul paletto della parità di genere. L’unico cambio in corsa dovrebbe essere quello della riconferma di Loredana Capone alla vicepresidenza e non più con l’ex vicesindaco di Bari, Dentamaro, come annunciato nei giorni scorsi.
M. B.

VINCITORI E VINTI NELLA PUGLIA 2010 (74) - GIUNTA VENDOLA: LA CAPONE CONFERMATA VICEPRESIDENTE

Composta la nuova giunta Vendola:
nove i confermati
rispetto al primo governo,
sette gli esterni, ma soprattutto
metà dell’esecutivo al femminile.
E la Capone, all’ultimo,
resta vicepresidente
27 Aprile 2010
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
Arriva la giunta Vendola: come previsto sette donne dentro l’esecutivo, con un primato di genere che probabilmente in Italia non ha eguali. La squadra del presidente, dunque, si presenta a forte caratterizzazione femminile, come da scommessa annunciata dallo stesso Vendola, che si era detto pronto ad impuntarsi con i partiti pur di avere la metà dell’esecutivo targata rosa. Nessuna novità dell’ultima ora tra le presenze che compongono il governo della regione, se non alla vicepresidenza, affidata all’ultimo a Loredana Capone, che si vede riconfermata nel ruolo uscente. Dunque, Lecce ed il Salento restano protagoniste a discapito di Foggia, che doveva essere il territorio, fino a poco fa, indicato come quello destinato al posto.
Sei gli assessorati al Pd, due a SeL, uno a La Puglia per Vendola, uno all’Idv, uno a Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra, tre ai tecnici, con nove assessori riconfermati e cinque volti nuovi, con sette esterni. Di seguito la squadra al completo con le rispettive deleghe: vicepresidente Loredana Capone (Pd), con delega allo sviluppo economico, Marida Dentamaro (Pd), con delega al Federalismo e Sud, Maria Campese (Federazione della Sinistra), con delega al Personale, Semplificazione, Sport, Alba Sasso (SeL), con delega al diritto allo Studio e alla Formazione professionale, Angela Barbanente all’Urbanistica e Qualità del territorio, e Beni culturali, Silvia Godelli, al Turismo e al Mediterraneo, Elena Gentile (Pd) con delega al Welfare, lavoro, pari Opportunità, Pugliesi nel mondo.
E ancora: Fabiano Amati (Pd), con delega alle Opere pubbliche e Protezione civile, Dario Stefano (Puglia per Vendola) con delega all’Agricoltura, Caccia, Pesca, Tommaso Fiore alle Politiche sanitarie, Michele Pelillo (Pd) al Bilancio e programmazione, Fondi Strutturali, Fondi Fas, Guglielmo Minervini (Pd) diventa assessore ai Trasporti e alle Infrastrutture strategiche (era in precedenza assessore alla Trasparenza), Nicola Fratoianni (Sel), al quale è stata affidata la delega alle Politiche giovanili e attuazione di programma, Lorenzo Nicastro (Idv), con delega ad Ecologia e Ambiente. Vendola tiene per sé le deleghe di Avvocatura regionale, Politiche legislative, Controllo interno, Controllo strategico, Politiche internazionali.
La proclamazione ufficiale di Vendola è avvenuta questa mattina.
"Donne in Giunta: oggi in Puglia la democrazia paritaria"
“In qualità di consigliere regionali di Parità esprimiamo grande soddisfazione per la composizione della Giunta del governo del presidente Vendola”. A parlare sono Serenella Molendini e Teresa Zaccaria, rispettivamente consigliere di Parità effettiva e supplente. “Oggi in Puglia possiamo dire di aver raggiunto la democrazia paritaria: sette donne su quattordici sono state nominate assessore, con deleghe importanti che vanno dal Welfare (Politiche del lavoro, e Politiche sociali), all’Urbanistica, al Turismo, alla Ricerca, al Personale, allo Sviluppo, al Federalismo, deleghe che stanno a significare il riconoscimento di competenze forti”.
“Il 16 aprile - proseguono - le donne di tante istituzioni di parità, di associazioni femminili e donne provenienti da esperienze e percorsi sulla differenza di genere, riunitesi negli stati generali, hanno elaborato un documento condiviso di proposte per il presidente Vendola. Siamo orgogliose di poter affermare che molte di quelle proposte oggi sono una realtà. Siamo fermamente convinte che più donne nei luoghi delle decisioni possano dar luogo a più democrazia e meno discriminazioni, quindi ad una società più equa, più libera dai dogmatismi, più responsabile, una società che fa della differenza il suo valore e che considera fondante il nodo libertà-lavoro. Non privarsi della sapienza delle donne, non disperdere questo patrimonio di intelligenze è una necessità per la Puglia intera e per la sua crescita".
"Questo, Nichi Vendola, in un tempo in cui la politica fa fatica a ritrovare se stessa, le sue ragioni, la sua capacità di costruire interpretazioni progettuali lungo cui orientare scelte e decisioni di ampio respiro, lo sa bene e ha dimostrato di crederci fino in fondo. Al presidente Vendola, alle assessore e alla Giunta tutta, un augurio di buon lavoro”.

VINCITORI E VINTI NELLA PUGLIA 2010 (73) - VENDOLA PROCLAMATO (DI) NUOVO PRESIDENTE, ECCO LA NUOVA GIUNTA

28 Aprile 2010
Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Sette donne e sette uomini: e' forsela prima giunta regionale in Italia a rispettare in toto la parità di genere. E’ la caratteristica principale della giunta regionale della Puglia guidata da Nichi Vendola (Sel), che poco fa, in un incontro con i giornalisti ha diffuso i nomi della sua nuova squadra di governo.
Vice presidente è una donna, Loredana Capone (Pd), con delega allo sviluppo economico: lo stesso ruolo rivestito nella giunta uscente. Sono stati attribuiti al Pd sei assessorati, due a Sel, uno a La Puglia per Vendola, uno all’Idv, uno a Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra, tre sono gli assessori 'tecnicì. In giunta siederanno sette 'esternì (non eletti cioè in consiglio regionale, tra loro i tre 'tecnicì); nove gli assessori riconfermati, cinque i volti nuovi.
La composizione della nuova giunta e'stata resa nota da Vendola poco fa, quattro ore dopo la sua proclamazione avvenuta nell’ufficio regionale elettorale della Corte d’Appello di Bari. Vendola è al suo secondo mandato.
Anche nella sala affollata di giornalisti, operatori, nuovi assessori, nella quale Vendola ha presentato la sua nuova giunta c'era la mamma 85/enne di Nichi Vendola che già in mattinata aveva assistito alla breve cerimonia di proclamazione.
ECCO LE 7 DONNE IN GIUNTA
Nichi Vendola ha firmato i decreti dinomina dei 14 assessori della giunta. Le donne in giunta sono il vice presidente Loredana Capone (pd), con delega allo sviluppo economico; Marida Dentamaro (Pd), con delega al Federalismo e Sud, Maria Campese (Federazione della Sinistra), con delega a Personale, Semplificazione, Sport; Alba Sasso (Sel), con delega al diritto allo Studio e alla Formazione professionale. Confermata il 'tecnicò Angela Barbanente all’Urbanistica e Qualità del territorio, e Beni culturali; conferma anche per il 'tecnicò Silvia Godelli che avrà la delega al Turismo e al Mediterraneo. Una conferma, infine, anche per Elena Gentile (Pd) che avrà la delega al Welfare, lavoro, pari Opportunità, Pugliesi nel mondo.
ECCO I 7 UOMINI IN GIUNTA
Fabiano Amati (Pd), riconfermato, con delega Opere pubbliche e Protezione civile; confermato anche Dario Stefano (Pd) con delega Agricoltura, Caccia, Pesca; una conferma anche per il 'tecnicò Tommaso Fiore al quale rimane la delega alle Politiche sanitarie e per Michele Pelillo (Pd) al quale viene confermata la delega a Bilancio e programmazione, Fondi Strutturali, Fondi Fas; cambia invece la delega per Guglielmo Minervini (Pd) che diventa assessore ai Trasporti e alle Infrastrutture strategiche (era assessore alla Trasparenza).
I volti nuovi tra gli uomini sono quelli di Nicola Fratoianni, attuale segretario regionale di Sel, al quale è stata affidata la delega alle Politiche giovanili e attuazione di programma e Lorenzo Nicastro (Idv), con delega a Ecologia e Ambiente.
Vendola ha riservato a se le deleghe di Avvocatura regionale, Politiche legislative, Controllo interno, Controllo strategico, Politiche internazionali. Al momento della consegna delle deleghe l’unica assente era Marida Dentamaro che si trova all’estero per impegni precedenti.
IN MATTINATA
LA PROCLAMAZIONE
DEL PRESIDENTE
Nichi Vendola (Sel) e' stato proclamato presidente della Regione Puglia. La proclamazione è avvenuta nell’Ufficio elettorale della Corte d’Appello. Vendola, 52 anni, portavoce nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, è al suo secondo mandato. Nell’Ufficio elettorale della Corte d’Appello è stato convocato ed era presente anche Rocco Palese, candidato presidente per il Pdl, che, essendo il candidato (tra i quattro che si sono presentati nell’ultima competizione elettorale) più suffragato dopo il vincitore, entra di diritto in Consiglio regionale.
Vendola ha ottenuto 1.032.472 voti che rappresentano il 48.70 per cento del totale dei voti validi. Palese ha ottenuto 839.492 voti, con una differenza, quindi, di 192.980 voti. La proclamazione di Vendola è avvenuta alla presenza di assessori regionali uscenti, consiglieri e collaboratori. Presente anche l'anziana madre del presidente della Regione Puglia, Antonietta, di 85 anni, seduta in prima fila accanto al figlio.
A conclusione della lettura del dispositivo che lo ha proclamato eletto, Vendola e Palese si sono stretti la mano.
Nel pomeriggio, in un incontro con i giornalisti, Vendola divulgherà i nomi dei suoi 14 assessori e firmerà i loro decreti di nomina. Sei assessorati saranno destinati al Pd, due a Sel, uno alla lista Puglia per Vendola, tre saranno gli assessori 'tecnici', uno quello della Federazione di Sinistra, uno quello dell’Idv. Sette le donne che faranno parte dell’esecutivo pugliese e sette gli uomini. Gli assessori esterni - cioè non eletti in consiglio regionale - saranno sette. La presidenza del Consiglio regionale pugliese - secondo le intenzioni di Vendola - dovrebbe essere destinato ad un assessore uscente, Onofrio Introna (Sel), ma su questa decisione annuncia battaglia il Pd che rivendica l’attribuzione della carica. Le decisioni di Vendola sulla composizione del nuovo esecutivo hanno creato malesseri e nuove fibrillazioni all’interno del Pd - per alcune scelte fatte da Vendola riguardanti i nomi - e anche nell’Idv, per il quale alcuni esponenti di partito avrebbero voluto due assessori.
VENDOLA: SONO FELICE
''Qui non ci sono quote rosa, quic'è l’abbattimento della barriera di discriminazione”: ne è convinto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che poco fa ha presentato la nuova giunta regionale e nella quale ci sono sette donne e sette uomini. “Pareva un atto di velleitarismo - ha detto Vendola - indicare come priorità l’assoluta parità di genere, invece ci siamo riusciti”. “La presenza in consiglio regionale - ha detto ancora - di tre donne se gli eletti saranno 70, e di quattro se gli eletti saranno 78, “è una vergogna, una mutilazione delle rappresentate e per me era fondamentale fare una scelta di risarcimento simbolico nei confronti delle donne”.
Questa giunta, secondo Vendola, “manterrà l’impegno che ha assunto con i pugliesi e per i quali - ha proseguito - mi hanno eletto: garantire il percorso del cambiamento”. “Il sentimento che provo in questo momento - ha concluso il presidente - è di felicità, sono veramente felice”.
VENDOLA, LA POLITICA
DEVE AVERE RISPETTO
PER LE PERSONE
«La politica deve sempre avere rispetto delle persone, anche nel confronto più aspro». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola (Sel), che, al termine della breve cerimonia di proclamazione nell’aula della Corte d’Appello di Bari, ha abbracciato e ha stretto la mano al candidato presidente del Pdl, Rocco Palese, proclamato candidato presidente più suffragato dopo il vincitore e per questo entrato di diritto nel Consiglio regionale della Puglia.
«Il compimento del processo elettorale non è un atto formale, è l’atto conclusivo di un fatto straordinario che è l'espressione della volontà popolare. Credo che questa cerimonia nella sua sobrietà, - ha detto Vendola - sia indicativa del fatto che condividiamo i valori di una democrazia matura. Rispettiamo il responso elettorale, ci combattiamo tra schieramenti e personalità pubbliche ma rispettandoci come individui». «La stretta di mano e l’abbraccio tra me e il mio antagonista, Rocco Palese, è la dimostrazione - ha aggiunto - di una traccia di lavoro. Dobbiamo essere netti, anche talvolta duri nella contrapposizione ideale, nella contrapposizione programmatica». «Dovremmo essere sempre insieme concordi - ha concluso Vendola - nel salvaguardare i valori fondamentali della dignità delle persone, essere in grado di rispettare i nostri avversari, e di capire quanto è importante il contributo, la ricchezza che chi ci contrasta e non la pensa come noi può portare alla vita democratica».
VENDOLA, IMPONGO
UNA GIUNTA FATTA
PER META' DI DONNE
«Mi prendo la libertà di imporre un governo che è fatto per metà da donne e per metà da uomini perchè la società è fatta per metà da uomini e per metà da donne e quindi questo è il principale criterio che io ho adoperato per la composizione della mia giunta». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola (Sel), a conclusione della breve cerimonia per la sua proclamazione, a proposito della composizione dell’esecutivo che sarà annunciata in una conferenza stampa in programma tra un paio d’ore e che prevede sette donne e sette uomini.
E' stato difficile comporre la nuova giunta?, è stato chiesto a Vendola, che ha risposto: «No, come vedete dal mio volto, proprio no». «Credo che quando si ha una bussola politica e si ha un vascello forte - ha detto - non si ha paura nelle intemperie. Sono abituato, mi pare, a navigare anche quando il mare è in burrasca ma a rimanere saldamente al timone».
Queste intemperie sono rappresentate da Pd e Idv? «Ma no, le intemperie sono rappresentate - ha risposto Vendola - dalle legittime aspettative degli esseri umani. Ogni essere umano che calca la scena pubblica e che lo fa con generosità si considera ovviamente degno, e probabilmente lo è, di incarichi importanti». «Un governo regionale si compone di 14 assessori, sono molti di più coloro che legittimamente - ha continuato - ambiscono e quindi si tratta di far prevalere sulle ambizioni personali legittime un criterio politico e, per me, il principale di questi criteri, è la parità di genere. A me personalmente produce vergogna il fatto che in un consiglio regionale probabilmente di 70 eletti ci siano sole tre donne, un fatto così indicativo di quanto la nostra democrazia sia mutilata della necessaria presenza, del contributo, della voce, della libertà delle donne».
L'ABBRACCIO CON EMILIANO
Nel giorno della sua proclamazionea presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola (Sel), al suo secondo mandato, ha ricevuto anche un vigoroso abbraccio da parte del sindaco di Bari e presidente dell’assemblea regionale del Pd, Michele Emiliano. Con quest’ultimo Vendola ha vissuto momenti di profonda intesa e di profondo dissidio durante le primarie del centrosinistra per la scelta del candidato. Per un lungo periodo che ha preceduto la decisione delle primarie Emiliano, fino a quel momento tenace sostenitore di Vendola, era stato indicato come un possibile candidato del Pd e con il presidente uscente della giunta si sono verificati a riprese scontri verbali molto accesi.
Ora, dopo che Emiliano ha pubblicamente chiesto scusa a Vendola, la pace tra i due è fatta e gli scontri sembrano definitivamente archiviati. A suggellare l’ormai avvenuta pacificazione, l’abbraccio davanti alle telecamere, nel giorno della proclamazione, avvenuta durante una breve e sobria cerimonia.
VENDOLA,
LA PAROLA D'ORDINE
SARA' CAMBIAMENTO
«Deve essere la giunta più capace di corrispondere al senso del voto che è stato un voto straordinario per il centrosinistra in Puglia, una giunta con un’idea ancora più spigliata di cambiamento, il cambiamento non solo deve essere un orizzonte, deve essere un ritmo». È questa la caratteristica che il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola (Sel), vuole per la sua nuova squadra che si accinge a presentare ufficialmente tra un’oretta.
Un cambiamento, gli è stato chiesto, con nove assessori riconfermati? «Il cambiamento - ha risposto Vendola - è nelle politiche, nella cultura: gli assessori che io riconfermo della mia vecchia giunta, dal punto di vista delle capacità amministrative, della moralità e della innovazione, sono dei punti di riferimento non solo per la Puglia».
E sempre a proposito della nuova giunta Vendola ha detto: «Io ho discusso con i partiti della mia coalizione e non solo, ho discusso anche con le formazioni che non erano mie alleate, con la Poli Bortone, con Michele Rizzi, ho discusso con l’Udc proprio del modello di scelte che sono necessarie per difendere la Puglia e il Sud». «E per me - ha aggiunto - era molto importante far capire che nell’impianto programmatico voglio tenere conto del contributo che hanno dato anche queste formazioni». «Cioè - ha spiegato Vendola - la battaglia per la difesa del Sud che fa Adriana Poli Bortone è per me importante e non intendo non considerarla dentro la costruzione del mio programma di governo».
I NOMI DELLA NUOVA
GIUNTA DI NICHI VENDOLA
Nichi Vendola ha firmato i decreti di nomina dei 14 assessori della giunta. Le donne in giunta sono il vice presidente Loredana Capone (pd), con delega allo sviluppo economico; Marida Dentamaro (Pd), con delega al Federalismo e Sud, Maria Campese (Federazione della Sinistra), con delega a Personale, Semplificazione, Sport; Alba Sasso (Sel), con delega al diritto allo Studio e alla Formazione professionale. Confermata il 'tecnico' Angela Barbanente all’Urbanistica e Qualità del territorio, e Beni culturali; conferma anche per il 'tecnico' Silvia Godelli che avrà la delega al Turismo e al Mediterraneo.
Una conferma, infine, anche per Elena Gentile (Pd) che avrà la delega al Welfare, lavoro, pari Opportunità, Pugliesi nel mondo.
Gli uomini in giunta sono: Fabiano Amati (Pd), riconfermato, con delega Opere pubbliche e Protezione civile; confermato anche Dario Stefano (Pd) con delega Agricoltura, Caccia, Pesca; una conferma anche per il 'tecnico' Tommaso Fiore al quale rimane la delega alle Politiche sanitarie e per Michele Pelillo (Pd) al quale viene confermata la delega a Bilancio e programmazione, Fondi Strutturali, Fondi Fas; cambia invece la delega per Guglielmo Minervini (Pd) che diventa assessore ai Trasporti e alle Infrastrutture strategiche (era assessore alla Trasparenza).
I volti nuovi tra gli uomini sono quelli di Nicola Fratoianni, attuale segretario regionale di Sel, al quale è stata affidata la delega alle Politiche giovanili e attuazione di programma e Lorenzo Nicastro (Idv), con delega a Ecologia e Ambiente. Vendola ha riservato a se le deleghe di Avvocatura regionale, Politiche legislative, Controllo interno, Controllo strategico, Politiche internazionali. Al momento della consegna delle deleghe l’unica assente era Marida Dentamaro che si trova all’estero per impegni precedenti.
4 MAGGIO PRIMA RIUNIONE
NUOVA GIUNTA
Si terrà il prossimo 4 maggio la prima riunione della nuova giunta regionale pugliese. Il presidente dell’esecutivo, Nichi Vendola, ha detto che si discuterà di un argomento a cui tiene molto, suggerito dai Radicali: La pubblicizzazione della condizione reddituale e patrimoniale degli assessori regionali. «Proporremo al consiglio regionale - ha detto Vendola - di fare la stessa cosa».
IDV: LAVORATO E OTTENUTO
NOVITA' IN GIUNTA
La figura del magistrato Lorenzo Nicastro, scelto dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, quale assessore alla Qualità dell’ambiente, esprime “il massimo della competenza e sicura garanzia di legalità”. Lo affermano in una nota il coordinatore regionale per la Puglia dell’Italia dei Valori, Pierfelice Zazzera, e Maurizio Zipponi, della presidenza nazionale dello stesso partito. Zazzera e Zipponi sottolineano che l’Idv “ha lavorato sino all’ultimo secondo per far sì che la nuova giunta avesse elementi di novità e di discontinuità”, ricordando - a proposito di Nicastro - che il magistrato (ora in aspettativa) è “esperto di diritto ambientale e consulente della commissione antimafia in tema di traffico illecito di rifiuti”.
“Individueremo nelle competenze e nella professionalità - concludono Zazzera e Zipponi - persone che rispondono in primo luogo ai cittadini invece che alle stanze chiuse del potere. La sfida dinanzi a cui il presidente Vendola si trova oggi è di governare bene la Puglia e dedicare tutto il suo tempo alle necessità dei cittadini pugliesi”.
BLASI: PD LAVORERA'
PER SUD DIFFERENTE
L'impegno del Pd alla Regione sarà di “guardare innanzitutto alla Puglia, ai suoi interessi, alle sue opportunita”. Lo dichiara in una nota il segretario regionale del Partito Democratico, Sergio Blasi, facendo gli auguri al presidente Vendola e alla nuova giunta nominata oggi.
“Lo sforzo che il Pd chiederà ai propri uomini e alle proprie donne - aggiunge Blasi - sarà quello di contribuire con idee e progetti all’affermarsi di un Sud differente, così come abbiamo saputo raccontarlo negli ultimi cinque anni”.

VINCITORI E VINTI NELLA PUGLIA 2010 (72) - LA POLI VERSO LA PRESIDENZA DELLA FIERA DI BARI

Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Dopo l’incontro «di cortesia» avvenuto lunedì con la leader di Io Sud Adriana Poli Bortone e il coordinatore regionale dell’Udc, Angelo Sanza, continuano, anche nel giorno della proclamazione della giunta, le aperture del governatore pugliese Nichi Vendola verso il «Terzo polo», tanto che si vocifera che alla Poli Bortone possa essere riservata la presidenza della Fiera del Levante.
«Ho discusso anche con le formazioni che non erano mie alleate, con la Poli Bortone, con Michele Rizzi, ho discusso con l’Udc proprio del modello di scelte che sono necessarie per difendere la Puglia e il Sud», ha affermato Vendola. «Per me - ha aggiunto - era molto importante far capire che nell’impianto programmatico voglio tenere conto del contributo che hanno dato anche queste formazioni».
«Cioè - conclude Vendola - la battaglia per la difesa del Sud che fa Adriana Poli Bortone è per me importante e non intendo non considerarla dentro la costruzione del mio programma di governo».
«Non entriamo nel merito delle scelte degli assessori effettuate dal governatore Vendola - afferma poi Peppino Longo, consigliere regionale dell’Udc e responsabile degli enti locali di Terra di Bari per il partito di Casini - ma siamo contenti che non si sia perso tempo in lunghe ed estenuanti trattative per la formazione della nuova giunta. La Puglia ha bisogno di risposte immediate, la crisi (al contrario di quanto sostengano al governo centrale) c’è e si fa sentire, i giovani attendono mosse concrete, la sanità va “curata”, il territorio va difeso. Da parte nostra - continua Longo - cercheremo di dare il contributo fattivo prima alla risalita e poi alla crescita della Puglia. Quello che ci preme - conclude Longo - è che non ci si dimentichi di mettere al centro delle tematiche la famiglia, la persona, argomento predominante del nostro programma».

VINCITORI E VINTI NELLA PUGLIA 2010 (71) - IDV IN MAGGIORANZA SOSTIENE IL GOVERNO, NESSUNA DISERZIONE

28 Aprile 2010
Tratto dal Sito Internet
www.puglia.antoniodipietro.it
Quanto emerso dalla stampa, pur nella libertà dell’esercizio giornalistico dell’analisi politica, non corrisponde al vero: non esistono all’interno del costituendo gruppo consiliare alla regione fronde tese ad andare contro il governo regionale del Presidente Nichi Vendola, con diserzioni di linea assunta dal partito.
Italia dei Valori, con una decisione condivisa dal gruppo nell’Ufficio regionale di Presidenza di ieri, ha scelto di partecipare all’azione di governo regionale con la delega al dott. Lorenzo Nicastro, il cui lavoro sarà espressione dell’esperienza di cui IdV è portatrice e come tale sarà, compattamente e unitariamente, sostenuta dal gruppo consiliare.
I Consiglieri regionali:
Orazio Schiavone
Giacomo Olivieri
Aurelio Gianfreda
Patrizio Mazza
Lorenzo Caiolo

LA SECONDA ONDATA DELLA CRISI FINANZIARIA

29 Aprile 2010
Di Piergiorgio Gawronski
Tratto dal Sito Internet
www.italiadeivalori.antoniodipietro.com
La seconda ondata della crisi finanziaria globale è in arrivo. Questa volta, l’epicentro siamo noi. Gravissime le responsabilità di Tremonti.
E’ in arrivo la arci-prevista seconda ondata della Grande Crisi Finanziaria iniziata nel 2008. La fragilità finanziaria, nell’ultimo anno, non è scomparsa: è un po’ diminuita nelle grandi banche internazionali, ma solo perchè altri soggetti (per lo più pubblici) se ne sono fatti carico (direttamente, con i salvataggi, o indirettamente, tramite il calo delle entrate fiscali). Ora sono sotto tiro i titoli del debito pubblico non solo della Grecia, ma anche dell’Italia. Ieri il differenziale dei tassi del debito pubblico italiano rispetto ai titoli del debito tedeschi è schizzato oltre i 100 punti base: il trend degli ultimi giorni mette paura.
Chiariamo subito che Tremonti e Berlusconi hanno una ENORME responsabilità in questi fatti. Sono loro che nel 2003-05 hanno fatto letteralmente saltare il Patto di Stabilità Europeo (che bene o male, nonostante i trucchi contabili e la finanza creativa di diversi paesi, teneva a freno i deficit europei). Nessuno più di quei due ha aperto alla Grecia un’autostrada… verso il disastro. Sono ancora loro che qui in Italia - da quando è esplosa la crisi finanziaria globale - hanno scelto di non fare nulla, aspettando che “passasse la nottata”: così il nostro paese arriva impreparato al momento più difficile.
Berlusconi, Tremonti, Brunetta, Scajola… avrebbero potuto far passare in Parlamento le riforme necessarie al risanamento strutturale del bilancio pubblico, così da mettere i titoli del debito al riparo da ogni crisi di fiducia, e quindi al riparo dalla speculazione. I sacrifici e le riforme necessarie, votate in Parlamento, sarebbero entrati automaticamente in vigore solo a crisi finita, fra tre-quattro anni. (Sacrifici che avrei voluto soprattutto a carico della classe politica, ormai confusa e complice con l’alta burocrazia, una elité che sta succhiando il sangue a questo paese, come ha evidenziato - fra gli altri - lo scandalo della Protezione Civile).
Al contrario, le destre italiane hanno seguito la strada opposta, quella sbagliata.
1. Finanza allegra e creativa negli anni buoni.
2. Rigidità di bilancio proprio in quei due-tre anni di crisi (2008-10) nei quali l’economia andava sostenuta (e ogni soldo speso dallo stato avrebbe procurato ritorni altissimi, anche in termini di entrate fiscali).
3. Nessun intervento sui trend di lungo periodo della spesa pubblica. Al contrario, un magna magna generale, e l’attenzione distolta dalle leggi ad personam, o da maldestri tentativi di riforme istituzionali volte a aumentare l’opacità e i poteri della “casta” politica.
4. A ciò aggiungiamo il ruolo delle destre sia italiane che mondiali nella deregulation (vedi depenalizzazione del falso in bilancio in Italia; ecc.) hanno avuto nel favorire negli anni di Bush la fragilità finanziaria.
5. E aggiungiamo il nefasto ruolo della Merkel nel procrastinare l’aiuto Europeo alla Grecia mentre il fuoco greco già si stava propagando. Sicché ora è diventato un incendio molto più difficile da spegnere: pura incompetenza? (la destra, si sà, disprezza gli economisti, la cultura, l’alta competenza: “ghe pensi mi!”) Cinico calcolo elettorale?
Comunque sia, ora noi tutti ci apprestiamo a pagarne le conseguenze.

SCUOLA DI FORMAZIONE POLITICA


29 Aprile 2010
Di Nicola Tranfaglia

Come Dipartimento Cultura e Istruzione dell'Italia dei Valori abbiamo organizzato con la collaborazione dei Giovani dell’IDV un Corso di formazione politica e culturale per giovani studenti dai diciotto ai 30 anni.
Il corso di formazione politica nasce dall’esigenza dei giovani di conoscere e approfondire le problematiche attuali e dell’età contemporanea e di confrontarsi su di esse al fine di offrire quei contenuti necessari per un’adeguata formazione su tutti gli ambiti che preparano una formazione la politica. Per questi motivi il corso sarà riproposto in molte altre regioni italiane per offrire ad un pubblico il più vasto possibile questa opportunità.
Si sono iscritti più di cinquanta giovani provenienti per la maggior parte da Roma e dal Lazio. All’iniziativa parteciperanno personalità del mondo della politica ed esperti e studiosi delle maggiori università italiane. Il corso è partito il 19 aprile e durerà fino al 7 giugno 2010, tutti i lunedì e giovedì dalle ore 18.30 alle ore 20.00 nella sede nazionale di Via Santa Maria in Via 12, Roma. Per maggiori informazioni potete scrivere a: giovaniidvlazio@gmail.com

1000 GAZEBO PER 3 REFERENDUM

29 Aprile 2010
L’Italia dei Valori si appresta a dare il via alla campagna referendaria. Dal 1° maggio saranno più di 1000 i gazebo presenti in tutta Italia dove sarà possibile firmare i quesiti: contro il ritorno al nucleare, in difesa dell’acqua pubblica e per fermare il legittimo impedimento.
Saremo al fianco dei cittadini in ogni regione, in ogni provincia e in ogni città per spiegare le ragioni che ci hanno spinto ad iniziare questa nuova battaglia. Una battaglia in difesa della libertà e della democrazia. Una battaglia volta a restituire dignità agli italiani.
Grazie alla vostra firma sarà possibile bloccare tre normative altamente antidemocratiche. Se non blocchiamo il legittimo impedimento non saremo più tutti uguali davanti alla legge. Ai magistrati, di fatto, sarà impedito di processare il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e i suoi ministri. Se non difendiamo l'acqua pubblica ci allontaniamo dai bisogni dei cittadini, svendendo un bene prezioso alle multinazionali: l’acqua. Se non blocchiamo l’avanzata del nucleare saranno spesi soldi inutili e sarà messa a rischio la salute della gente e del territorio.
E' disponibile un'area contenente i dettagli della raccolta firme, dove potete trovare l'elenco completo dei banchetti presenti in tutta Italia. Potrete informarvi su come partecipare attivamente alla raccolta firme e avere informazioni sul materiale divulgativo.
Contiamo molto sul vostro aiuto e sulla collaborazione della società civile. Vi chiediamo di darci una mano interagendo con i comitati territoriali i cui riferimenti sono raggiungibili sul sito www.3referendum.it . Anche su Facebook inseriremo una pagina riguardante le location dei gazebo. Da un account Twitter saranno date notizie in tempo reale sull’andamento della campagna referendaria. Attraverso YouTube, invece, saranno trasmessi video e inchieste riguardanti gli argomenti trattati dai referendum.
La campagna referendaria si chiuderà il 20 luglio: avremo ottanta giorni di tempo per raccogliere le 800 mila firme necessarie, una media di 10 mila firme al giorno. Una scommessa difficile, certo. Ma siamo convinti che anche grazie al vostro impegno sarà possibile vincerla.

VINCITORI E VINTI NELLA PUGLIA 2010 (70) - CORTE D'APPELLO BARI: LA PUGLIA AVRA' 70 CONSIGLIERI REGIONALI

Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Nel Consiglio regionale della Puglia saranno presenti 70 consiglieri regionali: è questo il "verdetto" dell’ufficio elettorale della Corte d’Appello che oggi, al termine di una lunga riunione, ha così risolto il problema del numero dei consiglieri regionali eletti in Puglia. Il numero dei consiglieri regionali rischiava di passare da 70 a 78 a causa del "premio di governabilità", previsto dalla legge elettorale regionale approvata cinque anni fa, che ha lo scopo di garantire il rapporto del 60 e 40 (o 55 e 45) per cento rispettivamente in favore della maggioranza e della minoranza.
La norma della legge elettorale regionale risultava «in contrasto» con lo statuto regionale che stabilisce un numero massimo di 70 consiglieri. Gli otto esclusi hanno già annunciato la presentazione di ricorsi.
Dei 70 consiglieri regionali, 39 sono stati attribuiti alla maggioranza di centrosinistra guidata da Nichi Vendola (Sel) e 31 alle opposizioni, composte da Udc, Pdl, Puglia Prima di Tutto e lista 'I pugliesi'. I 39 consiglieri di maggioranza sono espressione di: Pd, Sinistra Ecologia e Libertà, Puglia per Vendola.
LE MOTIVAZIONI
Il 'Tatarellum' e' inapplicabile in virtù dell’articolo 3 della legge elettorale regionale (la 2 del 2005), coerente con lo Statuto (legge 7 del 2004). E’ per questo - secondo quanto deciso oggi dall’ufficio elettorale regionale della Corte d’Appello - che i consiglieri regionali pugliesi saranno 70 e non 78, in virtù dell’ipotizzato premio di governabilità. Secondo quanto si è appreso negli ambienti giudiziari, la commissione dell’ufficio elettorale centrale regionale della Corte d’Appello di Bari, composta dal presidente Marcello De Cillis e dai giudici Vito Francesco Nettis e Angela Albore, ha fatto un’interpretazione costituzionalmente orientata, dichiarando inapplicabile l’articolo 1 comma 4 della legge elettorale regionale (quello che recepisce il Tatarellum, che è la legge nazionale 43 del 1995, secondo cui per governare occorre rispettare la proporzione 60/40 tra maggioranza e opposizione, assegnando se necessario seggi aggiuntivi). Per i giudici della Corte d’Appello lo Statuto offre la traccia per l’interpretazione della legge elettorale regionale, che all’articolo 3 parla esplicitamente di 70 consiglieri. Di questi 56 su base proporzionale (41 attribuiti dagli uffici elettorali circoscrizionali e 15 dall’ufficio centrale con i cosiddetti resti), 13 del premio di maggioranza e il seggio del presidente risultato eletto. Nelle otto pagine di motivazioni tecnico-giuridiche, i giudici spiegano l’inapplicabilità del Tatarellum perchè incompatibile con la legge elettorale regionale. Deciso il numero dei seggi per circoscrizione e lista, toccherà agli uffici elettorali circoscrizionali assegnare quei seggi e proclamare i consiglieri eletti. Otto coloro che restano fuori, tutti del centrosinistra, inizialmente attribuiti provvisoriamente in base al cosiddetto premio di governabilità.
AVVOCATO PELLEGRINO,
SI AFFERMA IL DIRITTO
«In Puglia si afferma il diritto e il buon senso». L’avvocato Gianluigi Pellegrino, legale del Movimento Difesa del Cittadino, commenta così la notizia che la Corte d’Appello di Bari ha proclamato 70 consiglieri e non 78, come pretendevano alcuni candidati del centrosinistra. Pellegrino, nei giorni scorsi, aveva lanciato l’allarme sul rischio di violazione dello Statuto regionale che fissa a 70 il numero dei seggi consiliari, mentre i primi dei non eletti del centrosinistra pretendevano che i seggi venissero portati a 78 richiamando il vecchio Tatarellum.
«Avevo semplicemente letto le carte e applicato regole basilari di interpretazione delle norme e di buon senso cui sempre il diritto deve rispondere - osserva il legale -. Come era giusto ed è stato affermato dai giudici che compongono l’ufficio elettorale preso la Corte d’appello di Bari, il tatarellum nella parte in cui prevedeva il bizantino aumento dei seggi non è assolutamente applicabile nelle Regioni che in esercizio della nuova autonomia statutaria hanno virtuosamente stabilito un numero fisso di seggi».
«Come la Corte costituzionale ha più volte affermato - sottolinea l’avvocato - compete agli statuti la determinazione dei seggi dei consigli e certamente la legge elettorale regionale non può mai essere interpretata in contrasto con lo Statuto. L’esempio pugliese dovrebbe essere seguito in tutte le regioni che hanno analoga disciplina, a cominciare dal Lazio dove per evidente errore sono stati proclamati più consiglieri di quelli previsti dallo Statuto con grave i rischio di illegittimo funzionamento dell’organo e inutile spreco di risorse. Il buon esempio questa volta arriva dal Sud».
PISICCHIO, FELICI
SOLO GLI AVVOCATI
«Perplessità, ma non sorpresa», viene espressa in una nota dal vice sindaco di Bari, Alfonso Pisicchio (ex Idv, candidatosi alle Regionali nella lista Puglia per Vendola), per la decisione della Corte di appello di Bari di fissare in 70, e non 78 come previsto dalla legge elettorale pugliese, il numero dei consiglieri regionali.
Pisicchio è tra gli otto esclusi e preannuncia ricorso. A suo parere questa proclamazione degli eletti «modifica la legge elettorale pugliese, ignora la legge nazionale che la Costituzione pone, con l’art.122, a presidio finale di ogni legge regionale, falcidia il premio di governabilità, smentisce in pieno la condotta della Corte d’appello di Roma, che solo pochi giorni fa, in circostanze del tutto sovrapponibili, ha deciso in modo opposto e si fa organo giudiziale invece che di mera verifica elettorale».
Una decisione che per Pisicchio «in sostanza fa felici solo gli avvocati amministrativisti. Peccato - aggiunge - potevamo far partire da oggi la legislatura regionale. Dobbiamo invece aspettare le pronunce del Tar che non potranno non accogliere le ragioni dei ricorrenti contro questa proclamazione». Pisicchio chiede infine al presidente Vendola di tener fede agli impegni procedendo «alla riduzione delle indennità dei consiglieri regionali. La proclamazione di oggi - conclude - non serva da alibi per mandare tutto in cavalleria».

E' VERO CHE UNA CULTURA VALE L'ALTRA?

Di padre Piero Gheddo
20 aprile 2010
Tratto da ZENIT.org
E’ proprio vero che una cultura vale l’altra? Parecchi lo credono, ma avendo visitato molti popoli interessandomi delle loro credenze religiose e culturali so che non è vero. Un esempio concreto.
Nel 1980 sono stato in Papua Nuova Guinea (Oceania) e anche nelle Isole Trobriand, paradisi terrestri per bellezze e vita naturali degli indigeni. Una rapida visita però dice poco, ma in questi giorni ho ritrovato due ritagli di “Venga il Tuo Regno”, rivista del Pime di Napoli (maggio 1991 e febbraio 1994), nei quali padre Giuseppe Filandia scrive sul tema “Tradizioni ed evangelizzazione” e parla del matrimonio tradizionale proprio nelle meravigliose Isole Trobriand. Ecco cosa scrive dopo anni di esperienza sul posto:
“Un giovane e una ragazza si sposano non per attrazione reciproca ma per interesse. Nella loro cultura non esiste un’educazione che li prepari al vero significato della vita a due. Le pratiche sessuali sono un gioco che praticano, anzi devono praticare, fin dall’età di sette-otto anni….
Spetta agli zii materni trovare la ragazzina (scherzando la chiamano 'la futura sposa') con cui il nipotino possa passare la notte insieme. Così si svuota il senso dell’affetto, della donazione reciproca completa, della bellezza stessa della vita matrimoniale, quando giunge il momento di costituire una famiglia…L’uomo non coopera affatto alla nascita dei figli, sono degli spiriti speciali a dare i bambini alle donne, attraverso la testa. Quindi l’uomo non ha nessuna responsabilità e partecipazione nella procreazione.
Il matrimonio è un problema di interesse materiale: sposare una donna per l’uomo significa garantirsi una sicurezza economica…. Per la donna i motivi per contrarre matrimonio si riducono al bisogno concreto di avere accanto qualcuno, per sentirsi protetta, avere una casetta propria e un focolare da custodire….
L’educazione dei figli non esiste. Il padre ne lascia l’incarico ai cognati, secondo la tradizione, e questi, regolarmente, non se ne interessano. Per cui i bambini crescono senza principi morali, senza freni, si permettono di fare tutto quel che vogliono e non sono rimproverati né corretti, perché la loro tradizione è molto permissiva in ciò che noi consideriamo il male: come la vendetta, la prepotenza, il furto, l’inganno, la pigrizia e qualsiasi altra immoralità...
L’adulterio, molto comune, sembra accettato, a meno che ci sia una pubblica accusa, allora si deve fare un po’ di scena per salvare la faccia. Il colpevole paga le sue ventimila lire di multa e tutto finisce lì. I mariti che stanno lontani dalle mogli per anni non si meravigliano se al loro ritorno trovano uno o due figli in più. Tanto, non è l’uomo ma sono gli spiriti che danno i bambini alle donne…
Accenno a queste miserie per ricordare ai lettori, se ce ne fosse bisogno, quando meravigliosa è la nostra morale cattolica, che è sicura difesa della vita, della persona e salva amore e unità delle famiglie…. Fa pena vedere i nostri ragazzi e le nostre ragazze che seguono ciecamente certe tradizioni senza mai capire cosa sia il vero amore, il senso della vita, del 'diventare due in una sola carne'. Il valore del matrimonio monogamico mentre qui c’è la poligamia (almeno per i capi). Voi che avete la gioia di vivere in una famiglia cristiana, abbiate un pensiero e una preghiera per questo nostro popolo della Papua Nuova Guinea”.
Cari amici lettori, questa è una cultura non cristiana non nelle cartoline turistiche, nei romanzi e documentari televisivi, ma nella concretezza della vita quotidiana di un popolo che ancora non conosce il Vangelo. E il nostro popolo italiano, che ha ricevuto il Vangelo da duemila anni, quanto è lontano da queste miserie “pagane”?
Padre Piero Gheddo (www.gheddopiero.it), già direttore di Mondo e Missione e di Italia Missionaria, è stato tra i fondatori della Emi (1955), di Mani Tese (1973) e Asia News (1986). Da Missionario ha viaggiato nelle missioni di ogni continente scrivendo oltre 80 libri. Ha diretto a Roma l'Ufficio storico del Pime e postulatore di cause di canonizzazione. Oggi risiede a Milano.

CINQUE ANNI DA BENEDETTO (5) - I SUOI INSEGNAMENTI, CANONIZZAZIONI, FATTI SENZA PRECEDENTI E PELLEGRINAGGI

"Umile lavoratore
nella vigna del Signore"
Di Carmen Elena Villa

19 aprile 2010
Tratto da ZENIT.org
"Dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore", sono state le prime parole dell'appena eletto Benedetto XVI dopo che, il 19 aprile 2005, dalla Cappella Sistina si è levata la fumata bianca che ha fatto sì che il Cardinale cileno Jorge Arturo Medina Estévez pronunciasse le due parole più attese in quel momento dall'opinione pubblica: "Habeamus papam".
Era il terzo Conclave a cui partecipava Joseph Ratzinger, creato Cardinale da Paolo VI nel 1977. Per 24 anni è stato prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Questo grande umanista ha il record tra tutti i Pontefici come colui che ha scritto più libri prima di diventare Papa: sono 142 le opere pubblicate che presentano la sua ricca teologia e spiritualità, caratterizzata dallo spiegare in un linguaggio molto semplice i grandi misteri della fede che possono essere compresi in un interessante dialogo con la luce naturale della ragione.
Benedetto XVI ama i gatti, suona il piano e il suo compositore preferito è Mozart. Anche suo fratello Georg è sacerdote. Sono stati ordinati insieme nel 1951.
I suoi insegnamenti
Dopo aver terminato il tema dei Salmi, che Papa Giovanni Paolo II aveva iniziato nelle catechesi dell'Udienza generale del mercoledì, Benedetto XVI ha cominciato a parlare di un tema che per lui è sempre stato fondamentale: la tradizione del cristianesimo e il pensiero dei primi secoli. Per questo, ha dedicato varie udienze a parlare di ciascuno degli apostoli, secondo la Sacra Scrittura e la tradizione. Ha poi voluto approfondire i Padri della Chiesa, lasciando capire quanto sia attuale il loro insegnamento.
Ha anche istituito due anni tematici per sottolineare alcuni personaggi e aspetti particolari del cristianesimo, a cominciare dall'Anno Paolino per commemorare i duemila anni della nascita di San Paolo. La sua inaugurazione e la chiusura sono avvenute nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, dove secondo la tradizione giacciono i resti dell'Apostolo delle Genti. Ha inoltre dedicato varie catechesi a questo apostolo, convertitosi al cristianesimo dopo aver perseguitato al Chiesa.
Il Papa ha voluto dedicare un anno anche ai sacerdoti, evento che si chiuderà a giugno. In questo modo, ha commemorato i 150 anni dalla morte di San Giovanni Maria Vianney, il Curato d'Ars, patrono dei parroci.
In qualità di teologo e non di Papa, durante il suo pontificato ha scritto il libro "Gesù di Nazaret", in cui mostra Gesù Cristo come Figlio di Dio, totalmente obbediente al Padre senza perdere un solo tratto di umanità. La pubblicazione della seconda parte di questa importante opera cristologica è attesa per la fine dell'anno.
Tre Encicliche hanno mostrato il suo incredibile talento intellettuale al servizio della fede. La Deus Caritas Est (febbraio 2006) è divisa in due parti: nella prima ricorda alcuni punti essenziali dell'amore che Dio, "in modo misterioso e gratuito, offre all'uomo, insieme all'intrinseco legame di quell'Amore con la realtà dell'amore umano". La seconda parte del testo cerca di concretizzare questo amore nei confronti del prossimo.
Nell'Enciclica Spe Salvi (novembre 2007) assicura che grazie alla speranza l'uomo può affrontare il presente per quanto possa essere difficile, ed esorta gli uomini ad avere sempre l'eterno come meta.
La Caritas in Veritate (luglio 2009) parla della carità cristiana basata sulla verità, che porterà al vero sviluppo. Benedetto XVI ha voluto così rendere omaggio al suo predecessore Paolo VI e all'Enciclica Populorum Progressio, pubblicata nel 1967.

Canonizzazioni
In questi cinque anni di pontificato, Benedetto XVI ha proclamato 516 beati. Grazie a una proposta del prefetto emerito della Congregazione per le Cause dei Santi, il Cardinale José Saraiva Martins, le beatificazioni hanno iniziato ad essere celebrate nelle Diocesi del nuovo beato e sono presiedute da un Arcivescovo in rappresentanza del Papa. In generale le presiede monsignor Angelo Amato, prefetto di questo dicastero vaticano.
Sotto il pontificato si è realizzata la cerimonia di beatificazione più numerosa della storia. Nell'ottobre 2007 sono stati elevati agli altari 498 martiri morti durante la Guerra Civile Spagnola. La cerimonia è stata presieduta dal Cardinale Saraiva Martins. Tra gli altri beati approvati da questo Papa figurano Luis Martin e Zélie Guerin, i genitori di Santa Teresina del Bambin Gesù.
Benedetto XVI ha canonizzato 28 nuovi Santi, tra cui il sacerdote belga Damian de Veuster (1840-1889), l'Apostolo dei Lebbrosi, che a 33 anni si recò nell'isola di Molokai, nell'arcipelago delle Hawaii, per curare a livello fisico e spirituale i lebbrosi isolati in quel luogo. A ottobre canonizzerà la prima australiana: madre Mary MacKillop (1842-1909), cofondatrice delle Suore di San Giuseppe, serva dei poveri e degli analfabeti, che ha svolto una straordinaria opera educativa nel suo Paese.

Fatti senza precedenti
Alcune pubblicazioni e dei pronunciamenti di Benedetto XVI hanno fatto storia, come la Costituzione Apostolica Anglicanorum coetibus, pubblicata nel novembre 2009. Per la prima volta nella storia della Chiesa, un Pontefice istituisce ordinariati personali per permettere a un gruppo di un altro credo di entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica. Avverrà con i circa 500.000 anglicani che per questioni come il sacerdozio e l'episcopato femminile e l'ammissione a questo ministero di persone omosessuali hanno chiesto la comunione con la fede cattolica.
Durante il suo pontificato, il Papa ha visitato tre sinagoghe: a Colonia, New York e Roma. Ha anche visitato tre moschee: nel 2006 la moschea blu di Istanbul, nel 2009 la moschea Hussein ad Amman (Giordania) e la moschea della Roccia a Gerusalemme. Nel novembre 2008 ha anche incontrato la comunità islamica di Roma al termine del forum islamo-cattolico svoltosi nella città.
Un'altra pubblicazione senza precedenti è la Lettera ai cattolici d'Irlanda per i casi di abusi sessuali sui minori da parte di membri del clero. Il documento è il frutto di una riunione che il Pontefice ha avuto con i Vescovi irlandesi per esaminare questi casi e le loro cause, proporre una penitenza nelle Diocesi e stabilire alcune misure perché tali crimini non si ripetano.

Pellegrino
Il suo primo viaggio fuori dall'Italia è stato nel suo Paese natale, la Germania, dove ha presieduto la Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia, la cui riflessione si è concentrata sui Re Magi che dall'Oriente si recarono a Betlemme per adorare Gesù.
Nel maggio 2006 è andato in Polonia, dove ha pregato nel campo di concentramento di Auschwitz: "Questo silenzio diventa poi domanda ad alta voce di perdono e di riconciliazione, un grido al Dio vivente di non permettere mai più una simile cosa", ha detto nel suo discorso.
Nel luglio 2006 ha partecipato a Valencia (Spagna) all'Incontro Mondiale delle Famiglie, e nel settembre dello stesso anno è tornato nel suo Paese per visitare le città di Monaco, Altötting e Ratisbona. A dicembre è andato in Turchia per incontrare il Patriarca ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo I, con cui ha firmato una dichiarazione comune.
Il suo primo viaggio in America Latina è stato in Brasile nel maggio 2007, dove ha inaugurato la V Conferenza generale dell'Episcopato latinoamericano e del Caribe ad Aparecida. Nel settembre dello stesso anno si è recato in Austria per celebrare gli 850 anni della fondazione del Santuario di Mariazell.
Nell'aprile 2008 è andato negli Stati Uniti per celebrare i 200 anni dell'Arcidiocesi metropolitana di Baltimora, da cui sono nate altre quattro Diocesi: New York, Phildelphia, Boston e Louisville. Durante la visita si sono svolti un incontro interreligioso con gli ebrei e uno con le diverse denominazioni cristiane del Paese.
Nel suo viaggio a Sydney, in Australia, nel luglio 2008 ha celebrato la Giornata Mondiale della Gioventù. Decine di migliaia di giovani, molti dei quali provenienti dalle Diocesi di Asia e Oceania, si sono riuniti per meditare sul tema centrale dell'evento, ricevere la forza dello Spirito Santo per essere testimoni di Cristo. A settembre si è recato in Francia per commemorare i 150 anni delle apprizioni della Madonna a Lourdes.
Nel marzo 2009 il Papa è andato in Africa, dove ha consegnato l'Instrumentum laboris del Sinodo realizzato sulla Chiesa in questo continente.
Nel maggio dello stesso anno si è recato in Terra Santa, dove ha voluto compiere un pellegrinaggio alle fonti della fede e ha visitato e incoraggiato la Chiesa locale.
Nel settembre 2009 si è recato nella Repubblica Ceca, visitando l'immagine del Bambin Gesù di Praga e ricordando la figura di San Venceslao, duca di Boemia e martire del Paese nell'VIII secolo.
Il suo ultimo viaggio fuori dall'Italia è stato, sabato e domenica, nella Repubblica di Malta per celebrare i 1950 anni del naufragio di San Paolo nell'arcipelago. "Dal naufragio, per Malta è nata la fortuna di avere la fede; così possiamo pensare anche noi che i naufragi della vita possono fare il progetto di Dio per noi e possono anche essere utili per nuovi inizi nella nostra vita", ha affermato.
Quello che si festeggia questo lunedì è un lustro in cui Benedetto XVI ha saputo imprimere alla Chiesa le sue migliori qualità personali: intelligenza, sensibilità, umanesimo, fermezza e disciplina. "Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere", ha detto cinque anni fa venendo eletto.
"Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre starà dalla nostra parte", aveva concluso.

Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti

giovedì 29 aprile 2010

VINCITORI E VINTI NELLA PUGLIA 2010 (69) - IDV-PUGLIA, SI RICUCE LO STRAPPO CON OLIVIERI. NICASTRO PRONTO A LASCIARE IL SEGGIO

Di Bepi Martellotta
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C’è voluta una riunione a tarda sera, terminato l’insediamento dei 14 assessori della nuova giunta Vendola, per mettere le cose a posto nel partito dei dipietristi. Dopo il fuoco incrociato sparato da tanti circoli pugliesi nei confronti del segretario Pierfelice Zazzera e le accuse lanciate anche dai vertici (l’eurodeputato Arlacchi), il coordinatore del partito pugliese insieme al parlamentare Maurizio Zipponi (emissario di Di Pietro nelle trattative con Vendola sulla giunta) ha chiamato i consiglieri regionali, tutti schierati con Giacomo Olivieri, il consigliere più suffragato dei dipietristi escluso dal negoziato per il posto in giunta promesso al pm in aspettativa Lorenzo Nicastro.
Il rischio che il gruppo dei consiglieri, capitanato da Olivieri, potesse remare contro la linea del partito e i richiami della maggioranza a sostegno di Vendola - dopo i mal di pancia che la nomina del pm aveva creato - ci stava tutto. Ma insieme a Olivieri, i neo-eletti Orazio Schiavone, Aurelio Gianfreda, Patrizio Mazza e Lorenzo Caiolo (per quest’ultimo oggi si saprà se viene riconosciuto il seggio di «governabilità») hanno convenuto di non alzare ulteriori polveroni: «non esistono all’interno del costituendo gruppo consiliare alla Regione - dicono in una nota congiunta - fronde tese ad andare contro il governo regionale del Presidente Vendola, con diserzioni di linea assunta dal partito. Idv, con una decisione condivisa, ha scelto di partecipare all’azione di governo regionale con la delega al dott. Nicastro, il cui lavoro sarà espressione dell’esperienza di cui IdV è portatrice e come tale sarà, compattamente e unitariamente, sostenuta dal gruppo consiliare».
Alla soluzione della vicenda, che diventerà definitiva dopo il chiarimento tra Olivieri e il leader del partito Antonio Di Pietro in un incontro fissato la prossima settimana, avrebbe contribuito anche la decisione di Nicastro di chiedere l’aspettativa al Csm da assessore, rinunciando così alla carica elettiva in consiglio regionale onde far scattare il seggio per il primo dei non eletti nel Barese, Giacinto Forte.
Il caso Nicastro, in realtà, non è semplice e il diretto interessato preferisce non spingersi in interpretazioni. Nicastro, come molti magistrati poi eletti, ha ottenuto l’aspettativa ma la rinuncia del seggio - e la richiesta del riconoscimento di «fuori ruolo» per assolvere alla carica assessorile (carica non elettiva, ma fiduciaria) potrebbe comportare uno stop dal Csm, con l’obbligo di riprendere servizio in altra sede. Il clima delle ultime settimane, con le polemiche sulla sua elezione nella regione sulla quale aveva indagato, non gli è stato favorevole.
Ma c’è da tenere conto dell’impegno sottoscritto col partito all’atto della candidatura di rinunciare al doppio incarico (consigliere e assessore), impegno che - se non assolto - rischierebbe di «macchiare» l’immagine del «partito dei valori», come molti sostenitori hanno ricordato nei giorni scorsi. Di qui la decisione del pm, con la contestuale ricucitura del partito con Olivieri (al quale verrebbe confermato il ruolo dfi capogruppo e forse quello di segretario provinciale a Bari). Forte, pronto a subentrare in Consiglio, intanto plaude alla fine del braccio di ferro interno: «mi ritengo soddisfatto del confronto avuto. Sono e rimango a disposizione del partito, rinnovando il mio impegno e la fiducia negli organi regionali e nazionali dello stesso ».

VINCITORI E VINTI NELLA PUGLIA 2010 (68) - BERSANI (PD) RICONOSCE IL RUOLO NAZIONALE DI NICHI NEL CENTROSINISTRA

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«Nichi Vendola è un buon governatore, una persona di profilo nazionale e può dare un contributo forte per l’alternativa». Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani risponde così, in una intervista a Rainews 24, alla domanda se il presidente della Puglia può dare il senso di una prospettiva al centrosinistra.
A quanto risulta, è la prima volta che il leader del Pd prende pubblicamente posizione circa le future possibili evoluzioni della carriera politica di Nichi Vendola che - come è noto - l'anno scorso ha fondato un autonomo movimento: Sinistra Ecologia Libertà (Sel), ispirato al socialismo democratico e all'ambientalismo.

VINCITORI E VINTI NELLA PUGLIA 2010 (67) - VENDOLA: "IO CANDIDATO PREMIER? SONO GIA' GOVERNATORE PUGLIA"

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«Io sono governatore neoeletto di una regione importante». Così Nichi Vendola ha risposto ai cronisti che gli domandavano se egli possa essere considerato un candidato alla premiership per il centrosinistra. «Io faccio una battaglia - ha detto dopo aver firmato il referendum sulla ripubblicizzazione dell’acqua - perchè nel centrosinistra si apra una piattaforma, una discussione più larga dei recinti dei partiti del centrosinistra e mi batto perchè questa discussione avvenga con il metodo delle primarie, che è sostanza».
«Il centrosinistra - ha aggiunto - deve riprendere il colloquio con le associazioni, i movimenti; l’alternativa infatti non può essere sequestrata entro il recinto del ceto politico. Come diceva il Papa, Giovanni Paolo II, non bisogna avere paura. C'è in giro tanta sofferenza occultata, che non fa capolino nel dibattito della politica. Ed è con quella che bisogna riprendere a dialogare».
VENDOLA: SU PRIMARIE
CONTORSIONISMO DI D'ALEMA
«Sono contorsionismi politicisti, espressione di una cultura politica che non fa i conti con le dimensioni della propria sconfitta». Così il governatore della Puglia e leader di Sinistra-Ecologia-Libertà, Nichi Vendola, commenta l’intervista di Massimo D’Alema al Corriere della Sera in cui si afferma che il candidato premier del centrosinistra potrà essere scelto con le primarie solo se sono d’accordo tutti i partiti.
«Il Pd - ha affermato Vendola - è arroccato nel Palazzo, e la sua offerta politica risulta criptica e verticistica. Le primarie - ha proseguito - sono sempre una riappropriazione della politica da parte dei cittadini e mi domando come mai il Pd non capisca che in un clima di passività la sinistra perde, mentre vince quando c'è questa riappropriazione».
Per quanto riguarda poi un incontro con il segretario del Pd, Bersani, Vendola ha confermato che ci sarà: «penso che ci vedremo - ha affermato - ma per dirci cose sensate. Io non capisco di che parla il Pd, non capisco il suo congresso, non capisco le sue contorsioni. Capisco quello che dice il Pdl ma non capisco quello che dice il Pd. Per esempio quando il Pd raccoglie le firme per il referendum sull'acqua ma non partecipa alla campagna fa una politica cicisbea».
VENDOLA: SU FINI PD
IN STATO CONFUSIONALE
Il dibattito interno al Pd sul rapporto con Gianfranco Fini «è espressione dello stato confusionale della leadership» dei Democratici. Lo ha detto Nichi Vendola, a margine della sua firma del referendum sulla ripubblicizzazione dell’acqua. «In questo modo - ha osservato Vendola - si fa danno a Fini, perchè lo si coopta come quinta colonna del centrosinistra».
Secondo Vendola il presidente della Camera «è il leader di una destra ultraliberista ma con tratti di tolleranza ed europeisti. Sono contento che a destra ci sia anche un leader con questi tratti, ma Fini è sempre un leader di destra». Vendola è stato critico anche sulle modalità del dibattito entro il Pd a proposito del coinvolgimento dell’Udc in una possibile alleanza: «si parli anche della questiona sociale, oltre che di quella democratica. Quando è chiaro il proprio orizzonte puoi interloquire anche con i moderati e io sono favorevole; ma se non è chiaro, di che si interloquisce?».

VINCITORI E VINTI NELLA PUGLIA 2010 (66) - ASSE VENDOLA-UDC: IN REGIONE 70 I CONSIGLIERI ELETTI

La Corte d’Appello si è espressa:
saranno 70 i consiglieri in Regione.
Vendola cerca accordo con l’Udc
per scongiurare i numeri risicati.
Tregua Idv, malumori nel Pd
e negli ex An del centrodestra
29 Aprile 2010
Tratto dal Sito Internet
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La Corte d’Appello di Bari ha deciso: saranno settanta i consiglieri che entreranno nell’assise regionale: questo il verdetto conclusivo della lunga diatriba interpretativa della legge elettorale pugliese, troncando l’ipotesi del doppio premio di governabilità, scaturito in virtù della presenza contingente di tre poli alle ultime votazioni. Ma gli otto esclusi hanno già annunciato la presentazione di ricorsi.
Dei 70, 39 sono stati attribuiti alla maggioranza di centrosinistra guidata da Nichi Vendola e 31 alle opposizioni, composte da Udc, Pdl, Puglia Prima di Tutto e lista “I pugliesi”. E, in virtù di questo scenario, prende sempre più forma e sostanza la scelta del governatore di lanciare un’asse con l’Udc per cercare di rimediare ai risicati numeri venutisi a creare a Viale Capruzzi: il presidente non sembra disposto comunque sia a reggersi su una maggioranza risicata, dove gli alleati partono con qualche mal di pancia, dovuto alla composizione della giunta. L’Udc sorride sornione alle attenzioni che il governatore le sta offrendo, consapevole di interessanti scenari di negoziazione che si aprirebbero nel caso il numero confermato dei consiglieri fosse di 70, come, ad oggi, pare la soluzione più verosimile. Ma allontana ogni ipotesi di “inciucio”.
Il Pd sta alla finestra e mastica amaro: non ha ancora digerito l’indicazione di Onofrio Introna come presidente del consiglio e sembra intenzionato a rincorrere, a sua volta, un accordo sottobanco con il Pdl, per scegliere un’altra figura. Acque meno agitate nell’Idv, dove sembra essersi firmata la tregua con il consigliere Olivieri, il più suffragato, ma allo stesso tempo escluso di lusso dall’esecutivo regionale: dopo il fuoco incrociato contro il segretario dipietrista, Pierfelice Zazzera, il partito si è riunito e ha cercato un accordo con il consigliere eletto, che aveva minacciato la creazione di una corrente interna. Si è convenuto nell’incontro di firmare una tregua. Nicastro dovrebbe inoltre lasciare il seggio in consiglio, per far scattare il seggio per il primo dei non eletti nel barese, Giacinto Forte, anche se, essendo in aspettativa, questa evoluzione potrebbe comportare uno stop dal Csm, con l’obbligo di riprendere servizio in altra sede.
Nel centrodestra, torna a far sentire la propria voce Destra di Base, entrando in merito nel dibattito del Pdl sulla rappresentatività della componente ex An nel partito: secondo il responsabile, Adriano Napoli “le recenti elezioni regionali hanno evidenziato un dato alquanto allarmante per la destra salentina: i voti di An si stanno inesorabilmente estinguendo. Ciò per un motivo molto semplice: l'elettorato di An non si sente adeguatamente rappresentato e tutelato in questo Pdl e i voti presi dai
candidati ex An nel Pdl sono crollati al minimo storico. Appena 17.500 in tutto se sommiamo i voti presi da Saverio Congedo, che ha perso circa 1.200 voti rispetto alle regionali del 2005, da Pasquale Gaetani e da Filomena D'Antini Solero”.
Secondo Napoli, si ripete quanto avviene a livello nazionale con l’accentramento su figure di rappresentanti politici provenienti da Forza Italia: “Sono saltati quasi tutti i riferimenti storici di An - precisa - oltre alla destra sociale ( oggi Circoli Nuova Italia ) inesorabilmente assorbita dal movimento ‘La Città’ di Mantovano, le altre componenti di An sono state di fatto escluse da ogni coinvolgimento politico e istituzionale tanto che, a parte Destra di Base che ancora resiste nonostante tutto, moltissimi nostri dirigenti locali sono passati ad ingrossale le fila di Io Sud e dell'Udc”.
Principale causa della disaffezione dell’elettorato ex An sarebbe la “lottizzazione sconsiderata dei ruoli e delle cariche politiche e istituzionali e il mancato serio coinvolgimento della vera base militante”: “Destra di Base - dichiara Napoli -, alle scorse provinciali fece candidare alcuni suoi esponenti nelle varie liste di appoggio a Gabellone. Questi nostri candidati presero 2mila voti, ma dopo la vittoria anziché darci il giusto riconoscimento politico e istituzionale per aver dato un contributo determinante alla vittoria del centrodestra, ci ignorarono ad ogni livello e iniziarono a saccheggiare la nostra associazione in lungo e in largo. Alcuni eletti e i nominati, del Pdl, forti delle loro posizioni di prestigio e di vantaggio hanno quindi scatenato nei confronti dei nostri rappresentanti locali e provinciali, una incessante e serrata ‘campagna acquisti’, politicamente scorretta ed elettoralmente devastante”.
Nonostante questo, Ddb ha risposto “alla accorata chiamata di Fitto a dare il proprio contributo elettorale anche a livello regionale candidando la mia persona, non nel Pdl, ma in una lista civica, nella quale ho preso 870 voti. Sembrano pochi per una componente di circa 2.000 iscritti, ma in realtà non è così se consideriamo quello ci hanno fatto e quello che non ci hanno dato sinora. Come si può pretendere la mobilitazione massima di un gruppo che nonostante i meriti e il lavoro già svolto viene ignorato ed escluso da tutto?”
“Ma i nostri 870 voti - spiega Napoli - diventano un dato più che positivo se consideriamo i voti presi dai cosiddetti ‘big’ del Pdl in quota ad An. Congedo ha preso 14.683 ( circa 1.200 voti in meno del 2005) nonostante l'appoggio degli alemanniani e di tutte le altre componenti di An del Pdl tranne la nostra. I due assessori provinciali in carica candidati nel Pdl in quota ad An, D’Antini Solero e Pasquale Gaetani hanno preso rispettivamente 1.369 e 1.454 voti, che sommati a quelli di Congedo fanno in tutto 17.506 voti. E' quindi questo il peso attuale della destra ex An nel Pdl salentino? E le altre decine di migliaia di voti che avevamo, dove sono andati a finire? E' chiaro che così com'è adesso il Pdl salentino sta portando all'estinzione l'elettorato di destra che votava Alleanza Nazionale”.