Di Lucrezia D’Ambrosio
Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Saranno i giovani della diocesi a raccontare, partendo dalla propria esperienza, il linguaggio della ferialità coniugato da don Tonino Bello. A diciassette anni dalla morte del vescovo, che decise di fare della strada e del popolo la sua chiesa, nel giorno esatto dell’anniversario, il 20 aprile, domani la città che amò quasi fosse la sua, si ferma e ospita un convegno regionale: Sentinelle del mattino. Igiovani alla scuola del Servo di Dio don Tonino Bello. A partire dalle 16 nell’auditorium Regina Pacis, della parrocchia Madonna della Pace, prenderanno la parola Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Castellaneta, monsignor Domenico Amato, vice postulatore della Causa di Canonizzazione del vescovo, monsignor Giudici, presidente nazionale di Pax Christi, e i giovani che alla «scuola» di don Tonino si sono formati. A seguire ci sarà una breve rappresentazione curata dai giovani della diocesi. E poi alle 19, con l’aiuto e la preghiera di monsignor Luigi Martella, vescovo della diocesi di Molfetta, prenderà il via la veglia di preghiera che andrà avanti fino a notte. E domani non sarà un giorno come gli altri, non sarà un anniversario come gli altri. Perché anticipa solo di dieci giorni dalla Prima Sessione Pubblica, del Processo di canonizzazione di don Tonino, in programma il 30 aprile prossimo. Quella nel corso della quale i membri del Tribunale ecclesiastico e tutti gli officiali della postulazione presteranno il loro giuramento nelle mani del vescovo della diocesi, monsignor Luigi Martella, atto propedeutico ed indispensabile perché si proceda con il Processo in corso.
«È chiaro che dare corso ad una causa di beatificazione - spiega monsignor Domenico Amato, vice postulatore - non comporta automaticamente l’esito positivo della stessa. Il Tribunale, infatti, è chiamato a raccogliere testimonianze sulle virtù esercitate da monsignor Bello durante la sua vita e verificare che queste siano state vissute in maniera eroica. La fase che ora si apre con la Prima Sessione Pubblica del Processo, vedrà sfilare davanti al Tribunale, costituito dal delegato episcopale, il promotore di giustizia, il notaio ed i notai aggiunti, i testimoni che dovranno raccontare come monsignor Bello ha vissuto e testimoniato le virtù cristiane della fede, della speranza, carità, prudenza, giustizia, fortezza, temperanza».
Tutte le testimonianze raccolte, gli scritti, e quanto la Commissione storica riuscirà raccogliere, saranno trasmesse alla Congregazione dei Santi. Si procederà poi alla stesura della Positio , la raccolta della documentazione delle prove della santità di don Tonino. La Positio sarà quindi sottoposta alla Commissione cardinalizia. Il 30 aprile prossimo, in occasione della prima sessione pubblica del Processo, alle 18.30, ci sarà anche monsignor Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, per presiedere la Santa Messa nella cattedrale di Molfetta.
È l’inizio. Nei giorni che precederanno la Prima Sessione Pubblica del Processo, dal 23 al 30, nella Sala dei Templari, l’associazione «Con don Tonino per la solidarietà» presenta una serie di eventi ed una mostra fotografica. Il 23, in occasione dell’inaugurazione è prevista anche la presenza di monsignor Luigi Martella. «Aiutaci a comprendere - avev a scritto, don Tonino, rivolgendosi a Maria, la madre, al donna che aveva tanto amato - che additare le gemme che spuntano sui rami vale più che piangere sulle foglie che cadono». E, ormai è chiaro, quel 20 aprile del 1993 non caddero foglie. Spuntò una gemma. Anzi ne spuntarono tante. Migliaia, milioni pronte a diventare testimoni credibili del Vangelo ispirandosi all’uomo, al sacerdote, al laico, all’intellettuale, al comunicatore che diciassette anni dopo è alla vigilia della beatificazione. Sì, ora anche la Chiesa, riconosce quello che il popolo di don Tonino aveva compreso da subito.
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Saranno i giovani della diocesi a raccontare, partendo dalla propria esperienza, il linguaggio della ferialità coniugato da don Tonino Bello. A diciassette anni dalla morte del vescovo, che decise di fare della strada e del popolo la sua chiesa, nel giorno esatto dell’anniversario, il 20 aprile, domani la città che amò quasi fosse la sua, si ferma e ospita un convegno regionale: Sentinelle del mattino. Igiovani alla scuola del Servo di Dio don Tonino Bello. A partire dalle 16 nell’auditorium Regina Pacis, della parrocchia Madonna della Pace, prenderanno la parola Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Castellaneta, monsignor Domenico Amato, vice postulatore della Causa di Canonizzazione del vescovo, monsignor Giudici, presidente nazionale di Pax Christi, e i giovani che alla «scuola» di don Tonino si sono formati. A seguire ci sarà una breve rappresentazione curata dai giovani della diocesi. E poi alle 19, con l’aiuto e la preghiera di monsignor Luigi Martella, vescovo della diocesi di Molfetta, prenderà il via la veglia di preghiera che andrà avanti fino a notte. E domani non sarà un giorno come gli altri, non sarà un anniversario come gli altri. Perché anticipa solo di dieci giorni dalla Prima Sessione Pubblica, del Processo di canonizzazione di don Tonino, in programma il 30 aprile prossimo. Quella nel corso della quale i membri del Tribunale ecclesiastico e tutti gli officiali della postulazione presteranno il loro giuramento nelle mani del vescovo della diocesi, monsignor Luigi Martella, atto propedeutico ed indispensabile perché si proceda con il Processo in corso.
«È chiaro che dare corso ad una causa di beatificazione - spiega monsignor Domenico Amato, vice postulatore - non comporta automaticamente l’esito positivo della stessa. Il Tribunale, infatti, è chiamato a raccogliere testimonianze sulle virtù esercitate da monsignor Bello durante la sua vita e verificare che queste siano state vissute in maniera eroica. La fase che ora si apre con la Prima Sessione Pubblica del Processo, vedrà sfilare davanti al Tribunale, costituito dal delegato episcopale, il promotore di giustizia, il notaio ed i notai aggiunti, i testimoni che dovranno raccontare come monsignor Bello ha vissuto e testimoniato le virtù cristiane della fede, della speranza, carità, prudenza, giustizia, fortezza, temperanza».
Tutte le testimonianze raccolte, gli scritti, e quanto la Commissione storica riuscirà raccogliere, saranno trasmesse alla Congregazione dei Santi. Si procederà poi alla stesura della Positio , la raccolta della documentazione delle prove della santità di don Tonino. La Positio sarà quindi sottoposta alla Commissione cardinalizia. Il 30 aprile prossimo, in occasione della prima sessione pubblica del Processo, alle 18.30, ci sarà anche monsignor Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, per presiedere la Santa Messa nella cattedrale di Molfetta.
È l’inizio. Nei giorni che precederanno la Prima Sessione Pubblica del Processo, dal 23 al 30, nella Sala dei Templari, l’associazione «Con don Tonino per la solidarietà» presenta una serie di eventi ed una mostra fotografica. Il 23, in occasione dell’inaugurazione è prevista anche la presenza di monsignor Luigi Martella. «Aiutaci a comprendere - avev a scritto, don Tonino, rivolgendosi a Maria, la madre, al donna che aveva tanto amato - che additare le gemme che spuntano sui rami vale più che piangere sulle foglie che cadono». E, ormai è chiaro, quel 20 aprile del 1993 non caddero foglie. Spuntò una gemma. Anzi ne spuntarono tante. Migliaia, milioni pronte a diventare testimoni credibili del Vangelo ispirandosi all’uomo, al sacerdote, al laico, all’intellettuale, al comunicatore che diciassette anni dopo è alla vigilia della beatificazione. Sì, ora anche la Chiesa, riconosce quello che il popolo di don Tonino aveva compreso da subito.
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