venerdì 23 aprile 2010

INTERCETTAZIONI, LA DISOBBEDIENZA CIVILE DI ITALIA DEI VALORI


21 Aprile 2010
Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
Contro la norma che vieta la pubblicazione delle intercettazioni fino all'inizio del processo, l'Italia dei valori fara' "disobbedienza civile". Ogni volta che ci sara' una intercettazione regolarmente depositata e a disposizione delle parti, si alzera' un parlamentare dell'Idv al termine della seduta e la leggera' in Aula alla Camera o al Senato: cosi' faranno parte del resoconto parlamentare e quindi saranno pubbliche.
Di seguito il testo della mia intervista video rilasciata per Idv Channel
Oggi facciamo il punto sulle intercettazioni telefoniche, o meglio, sulle intercettazioni che possono avvenire attraverso il mezzo del telefono, attraverso la Rete, intercettazioni ambientali. Insomma, la possibilità di ascoltare uno mentre parla con un altro da parte della magistratura per scoprire se qualcuno ha commesso dei reati e trovare le prove di essi.
Sia chiaro, stiamo parlando di intercettazioni disposte dalla magistratura, non quelle sottobanco, non quelle dei dossier, non quelle fatte in violazione della legge. Quelle sono un'altra storia e sono vietate.
Quando si vuole combattere la criminalità bisogna avere gli strumenti a disposizione. Uno degli strumenti che ha la criminalità per fare una rapina, per fare un sequestro di persona, per fare atti di terrorismo o un omicidio, è quello di parlarsi al telefono e di accordarsi. Uno dei mezzi per scoprire questi fatti è quello di mettere un registratore, una cimice, per sentire quel che due persone si dicono.
Mi pare evidente che l'intercettazione telefonica imposta dal magistrato sta all'investigazione penale come il bisturi sta al medico per fare l'operazione.
Le intercettazioni telefoniche di cui parliamo sono quindi disposte dalla magistratura per combattere la criminalità, non vi fate fregare da chi comincia a mettere in mezzo la privacy, la riservatezza.
Nessuno vuole sentire niente di fatti e di persone che non hanno a che fare con la criminalità. Stabilito questo principio, e visto che i magistrati hanno ascoltato un po' di telefonate che non dovevano ascoltare per il nostro “signore padre eterno” Berlusconi, hanno fatto una legge per impedire ai magistrati di ascoltare. Tutto questo macello è successo perché a Trani un signore, di nome Minzolini, uscito dal tribunale di quella città dov'era stato sentito in merito a fatti che doveva riferire alla magistratura, prende il telefonino e chiama a “Papi Silvio”. Non doveva sentirsi questa telefonata.
Tutta questa storia nasce perché la signora D'Addario va a finire dentro il lettone di Putin e si registra da sola l'audio ambientale. Non si doveva sapere.
Non è colpa del magistrato se indagando su fatti penalmente rilevanti viene a sentire voci e racconti di questo genere.
Secondo il loro disegno di legge si possono fare le intercettazioni solo nel caso in cui si hanno in mano evidenti prove di colpevolezza. Ma se si hanno già le prove della colpevolezza a cosa ci serve fare le intercettazioni? Visto che li abbiamo “sputtanati” su questo concetto, hanno riproposto una serie di emendamenti che dovranno essere discussi in questi giorni.
Quello che hanno proposto in questi giorni, con le riforme per far funzionare la giustizia e combattere la criminalità, non ci azzecca niente. Sapete cosa hanno proposto? Si può intercettare quando c'è un grave indizio di reato, ma soltanto le persone per cui procedi, cioè l'imputato, non persone terze: se c'è un'estorsione, è meglio intercettare il telefono dell'estorto per sentire e scoprire chi è l'estorsore, o no? E se bisogna intercettare un telefono pubblico di un bar perché si sa che è attraverso quel telefono che gli spacciatori di droga si scambiano i luoghi dove consegnare l'eroina o i soldi, non si potrà più fare.
La proposta avanzata da questo Governo non ha senso e limita enormemente la possibilità di intercettare.
In secondo luogo: secondo questa proposta le dichiarazioni dei pentiti non sono sufficienti per intercettare una persona. Mi chiedo, allora, quale deve essere l'input per intercettare una persona, se non le dichiarazioni di chi conosce quel tipo di crimine e i delinquenti in oggetto.
Secondo questa norma, ancora, ognuno di voi non può registrare quel che sente dire altrimenti commette un reato punibile fino a quattro anni. Se vi capitasse, dunque, di subire un'estorsione e vi venisse in mente di registrare il criminale che vi estorce, rischiereste una condanna. Siamo veramente l'assurdo. Se questa norma c'era già ai tempi di Mani pulite, quell'inchiesta non sarebbe mai partita.
Mani pulite è iniziata proprio perché decisi di mettere un registratore nella tasca di Luca Magni. E da quella registrazione emersero le pretese di Mario Chiesa e tutto il resto. In quel caso la registrazione la ordinai io come magistrato. Ma se a Magni fosse venuta l'idea di registrare Mario Chiesa, sarebbe finito in carcere.
Il vero obiettivo di questo Governo è nascondere intercettazioni come quelle della D'Addario.
Le intercettazioni, secondo questa proposta, possono essere utilizzate solo per i reati verso cui si procede. Dunque, se si intercetta un tale sospettato per un traffico di automobili rubate e durante un'intercettazione si apprende che ha commesso un omicidio, quella intercettazione non può essere usata contro di lui in tribunale.
E poi c'è la novità dei parlamentari: per questi le intercettazioni non sono possibili, se non dopo un'apposita autorizzazione concessa dalla Camera. E si verificherebbe il caso in cui un parlamentare in aula si trova a votare se può essere intercettato o meno. Poi magari torna a casa e usa il telefono sapendo di essere intercettato. Ci saranno anche dei parlamentari scemi, forse. Ma non fino a questo punto.
E in più, il beneficio di questa norma si estende anche a chi parla al telefono coi parlamentari. Così, se un mafioso confessa i suoi crimini al telefono ad un deputato, quell'intercettazione non è valida.
Così i parlamentari diventeranno in portatori di pizzini.
D'ora in poi la criminalità organizzata, quella dei colletti bianchi e delle menti raffinate, si individua una persona di riferimento e se la fa eleggere in Parlamento. L'esempio è facile: Riina parla al telefono col parlamentare Tizio, poi Tizio chiama a Provenzano e riferisce le cose di Riina. Non sono intercettabili e il messaggio della criminalità organizzata viaggia tranquillo.
Infine, la sorpresa della pubblicazione. Questa norma rende già quasi impossibile intercettare, ma se per ipotesi dovesse spuntare l'intercettazione, i cittadini non devono venirne a conoscenza. Perché la pubblicazione è prevista solo alla fine delle indagini. I cittadini hanno il diritto di saperlo subito, invece. Altrimenti siamo in un regime.
Per questo Italia dei Valori si fa promotrice di un'iniziativa parlamentare: disobbedienza civile. Armiamoci di disobbedienza civile.
Hanno previsto pene e multe severe per i giornali che pubblicano le intercettazioni. Ma il parlamentare, dentro il Parlamento, ha il diritto di esprimersi come ritiene più opportuno ai sensi dell'art. 68 della Costituzione. E non è punibile. E allora noi di Idv abbiamo deciso di tutelare i cittadini: segnalateci tutte le intercettazioni telefoniche legittimamente acquisite e depositate, segnalatecele alla nostra mail o avvertiteci al telefono. Ci faremo carico noi, io per primo, a leggerle in Parlamento. Perché una volta lette in Parlamento finiscono nel resoconto stenografico della giornata e vengono pubblicate in rete. Così tutti voi potrete sapere cosa succede.

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