Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Il segretario regionale decide di rompere il silenzio. Nega divisioni interne. Solo «normale dialettica di un partito vivo». Sergio Blasi respinge qualsiasi idea che vuole la giunta Vendola, almeno per la parte riguardante la pattuglia Pd, già fatta prima che proposte e eventuali soluzioni vengano partorite dall’Ufficio politico convocato domani pomeriggio.
Segretario, la giunta Vendola è bella e fatta. Che ne pensa dei nomi? E della Dentamaro vicepresidente?
«Non commento indiscrezioni giornalistiche».
Tutti hanno dato la loro interpretazione sulla sua assenza nella delegazione che è stata ricevuta da Vendola. La sua versione qual è?
«Sbaglia chi fa retropensiero. Lo slittamento dell’incontro mi ha costretto a non essere presente perché ho dovuto onorare un impegno precedentemente preso. Ero stato invitato a Bolzano, dove è in corso la campagna elettorale».
Quindi dice una cosa non vera chi lega la sua assenza ad una questione di opportunità. È vero o no che voleva fare l’assessore?
«Un partito che vuole indicare il proprio segretario come assessore lo fa in maniera trasparente. Non mi pare che la questione sia mai stata posta o discussa. Chi dice che io puntavo a un assessorato lo fa in maniera strumentale».
C’è chi sostiene che l’ufficio politico di domani sia sostanzialmente inutile perché chiamato a ratificare decisioni prese altrove. E così?
«Io ho grande rispetto per l’indirizzo dell’azione di governo che il presidente ha voluto dare negli incontri preliminari che si sono tenuti in questi giorni. Abbiamo ascoltato quello che Vendola aveva da dirci e noi abbiamo spiegato a lui in quale maniera il Pd può contribuire al lavoro che si intende portare avanti. Per lunedì (domani, ndr) ho convocato l’ufficio politico. È quello il luogo politico nel quale faremo sintesi di tutte le idee e elaboreremo la proposta definitiva».
Insomma, stando a quanto dice lei, il Pd non ha dato alcun via libera. È d’accordo con Lavarra quando minaccia lo strappo Pd-Vendola se il presidente insiste nel voler presentare la giunta martedì?
«Lunedì sera, al termine dell’Ufficio politico, il presidente Vendola può tranquillamente riceverci».
Anche se il clima che precede l’incontro non è dei migliori?
«Ripeto, le condizioni ci sono. I tempi pure».
È anche lei dell’avviso che in questa giunta ci saranno troppi esterni?
«Non ne faccio una questione di nomi, ma di sobrietà. C’è il merito, certo, ma ci sono anche i costi della politica che cresceranno in funzione dell’aumento del numero dei consiglieri a 78. Un assessore esterno costa 1 milione all’anno, uno preso dal Consiglio 200mila euro».
Crede possibile che il Pd si assuma la responsabilità di far saltare, per tutelare gli equilibri interni, la parità di genere in giunta?
«La rappresentanza di genere è nel dna del Partito democratico che ha sancito il principio nel proprio Statuto. Non è detto però che l’equilibrio uomo-donna debba essere necessariamente del 50%».
A chi l’accusa di non essere adeguatamente rappresentato, cosa risponde?
«A vedere i nomi dell’ipotetica giunta sembra quasi il contrario, sembra che alla fine vinca chi urla di più. Magari invece, per qualcuno chi è uscito dal congresso con il maggior numero di consensi dovrebbe sentirsi quasi ospite».
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Il segretario regionale decide di rompere il silenzio. Nega divisioni interne. Solo «normale dialettica di un partito vivo». Sergio Blasi respinge qualsiasi idea che vuole la giunta Vendola, almeno per la parte riguardante la pattuglia Pd, già fatta prima che proposte e eventuali soluzioni vengano partorite dall’Ufficio politico convocato domani pomeriggio.
Segretario, la giunta Vendola è bella e fatta. Che ne pensa dei nomi? E della Dentamaro vicepresidente?
«Non commento indiscrezioni giornalistiche».
Tutti hanno dato la loro interpretazione sulla sua assenza nella delegazione che è stata ricevuta da Vendola. La sua versione qual è?
«Sbaglia chi fa retropensiero. Lo slittamento dell’incontro mi ha costretto a non essere presente perché ho dovuto onorare un impegno precedentemente preso. Ero stato invitato a Bolzano, dove è in corso la campagna elettorale».
Quindi dice una cosa non vera chi lega la sua assenza ad una questione di opportunità. È vero o no che voleva fare l’assessore?
«Un partito che vuole indicare il proprio segretario come assessore lo fa in maniera trasparente. Non mi pare che la questione sia mai stata posta o discussa. Chi dice che io puntavo a un assessorato lo fa in maniera strumentale».
C’è chi sostiene che l’ufficio politico di domani sia sostanzialmente inutile perché chiamato a ratificare decisioni prese altrove. E così?
«Io ho grande rispetto per l’indirizzo dell’azione di governo che il presidente ha voluto dare negli incontri preliminari che si sono tenuti in questi giorni. Abbiamo ascoltato quello che Vendola aveva da dirci e noi abbiamo spiegato a lui in quale maniera il Pd può contribuire al lavoro che si intende portare avanti. Per lunedì (domani, ndr) ho convocato l’ufficio politico. È quello il luogo politico nel quale faremo sintesi di tutte le idee e elaboreremo la proposta definitiva».
Insomma, stando a quanto dice lei, il Pd non ha dato alcun via libera. È d’accordo con Lavarra quando minaccia lo strappo Pd-Vendola se il presidente insiste nel voler presentare la giunta martedì?
«Lunedì sera, al termine dell’Ufficio politico, il presidente Vendola può tranquillamente riceverci».
Anche se il clima che precede l’incontro non è dei migliori?
«Ripeto, le condizioni ci sono. I tempi pure».
È anche lei dell’avviso che in questa giunta ci saranno troppi esterni?
«Non ne faccio una questione di nomi, ma di sobrietà. C’è il merito, certo, ma ci sono anche i costi della politica che cresceranno in funzione dell’aumento del numero dei consiglieri a 78. Un assessore esterno costa 1 milione all’anno, uno preso dal Consiglio 200mila euro».
Crede possibile che il Pd si assuma la responsabilità di far saltare, per tutelare gli equilibri interni, la parità di genere in giunta?
«La rappresentanza di genere è nel dna del Partito democratico che ha sancito il principio nel proprio Statuto. Non è detto però che l’equilibrio uomo-donna debba essere necessariamente del 50%».
A chi l’accusa di non essere adeguatamente rappresentato, cosa risponde?
«A vedere i nomi dell’ipotetica giunta sembra quasi il contrario, sembra che alla fine vinca chi urla di più. Magari invece, per qualcuno chi è uscito dal congresso con il maggior numero di consensi dovrebbe sentirsi quasi ospite».
Nessun commento:
Posta un commento