È stato proclamato questa mattina,
presso la Corte d’Appello di Bari:
parte il secondo mandato consecutivo.
Nel pomeriggio,
ufficializzazione della giunta,
nonostante i forti malumori del Pd
27 Aprile 2010
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
Nichi Vendola è di nuovo presidente della Regione Puglia: si è conclusa quetsa mattina la cerimonia di proclamazione del governatore presso l’Ufficio elettorale della Corte d’Appello di Bari. Vendola, 52 anni, portavoce nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, inizia così il secondo mandato consecutivo da presidente di regione, alla presenza del candidato sconfitto del centrodestra, Rocco Palese, che entra di diritto in Consiglio regionale, degli assessori uscenti, dei consiglieri e di molti collaboratori, e soprattutto della madre ottantacinquenne del governatore.
Vendola ha ottenuto 1.032.472 voti, ossia il 48.70% dei voti validi, mentre Palese ha ottenuto 839.492 voti, con uno scarto di ben 192.980 voti: stretta di mano conclusiva e fair play tra i rivali che si ritroveranno dai rispettivi banchi in consiglio. Nel pomeriggio, Vendola incontrerà i giornalisti, per diramare e rendere noti i quattordici nomi che comporranno la sua giunta, firmando i decreti di nomina. Ma proprio su questo punto sta andando in scena una vera e propria tragicomica: sembra, infatti, che il nuovo governo regionale viaggi a due tempi, da un lato, cioè, Vendola, che ha già di fatto composto la sua squadra, rendendola più o meno pubblica da venerdì scorso, e, dall’altro, i partiti, soprattutto Pd ed Idv, che hanno ingaggiato la partita delle recriminazioni per i posti spettanti.
Di fatto, gli assessorati destinati al Pd saranno sei, due andranno a SeL, uno alla lista Puglia per Vendola, uno alla Federazione della Sinistra (che non è entrata in consiglio regionale), uno all’Idv, e tre saranno i tecnici: ma il dato più eclatante e in controtendenza con quanto avviene in altre realtà di gestione amministrativa è la presenza di ben sette donne, che rappresentano la metà della giunta Vendola. Sette in tutto anche gli esterni. La presidenza del consiglio regionale pugliese dovrebbe essere destinata ad Onofrio Introna (Sel), anche se il Pd continua a battagliare rivendicando anche quel ruolo.
Le fibrillazioni e i malesseri nei partiti continuano, dunque, a sole tre ore dalla ufficializzazione della squadra di governo: Vendola non ha alcuna intenzione di ritornare sui propri passi e punta i piedi sulle sue scelte, blindandole. Mentre nei partiti di maggioranza, ieri si allungano i coltelli e si incrociavano le spade della resa dei conti, Vendola convocava sia l’Udc che Adriana Poli Bortone (ma anche Michele Rizzi), per comprendere se ci fossero i margini per un’intesa più larga. Possibile che il premio di governabilità venga abbattuto, con la presenza in consiglio di 70 consiglieri come da statuto. Vendola non retrocede nemmeno sul capitolo Marida Dentamaro, dopo l’incontro con Blasi, tornato dall’ufficio politico del suo partito: il Pd ha minacciato strappi, dentro un quadro di una maggioranza, che potrebbe avere numeri risicati, a seconda delle decisioni della Corte d’Appello, ma neanche dinanzi ai toni forti, il presidente si è mosso di un centimetro. Del resto, Vendola ha ricordato di aver ricevuto il via libera da Roma e di aver ragionato sul paletto della parità di genere. L’unico cambio in corsa dovrebbe essere quello della riconferma di Loredana Capone alla vicepresidenza e non più con l’ex vicesindaco di Bari, Dentamaro, come annunciato nei giorni scorsi. M. B.
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Nichi Vendola è di nuovo presidente della Regione Puglia: si è conclusa quetsa mattina la cerimonia di proclamazione del governatore presso l’Ufficio elettorale della Corte d’Appello di Bari. Vendola, 52 anni, portavoce nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, inizia così il secondo mandato consecutivo da presidente di regione, alla presenza del candidato sconfitto del centrodestra, Rocco Palese, che entra di diritto in Consiglio regionale, degli assessori uscenti, dei consiglieri e di molti collaboratori, e soprattutto della madre ottantacinquenne del governatore.
Vendola ha ottenuto 1.032.472 voti, ossia il 48.70% dei voti validi, mentre Palese ha ottenuto 839.492 voti, con uno scarto di ben 192.980 voti: stretta di mano conclusiva e fair play tra i rivali che si ritroveranno dai rispettivi banchi in consiglio. Nel pomeriggio, Vendola incontrerà i giornalisti, per diramare e rendere noti i quattordici nomi che comporranno la sua giunta, firmando i decreti di nomina. Ma proprio su questo punto sta andando in scena una vera e propria tragicomica: sembra, infatti, che il nuovo governo regionale viaggi a due tempi, da un lato, cioè, Vendola, che ha già di fatto composto la sua squadra, rendendola più o meno pubblica da venerdì scorso, e, dall’altro, i partiti, soprattutto Pd ed Idv, che hanno ingaggiato la partita delle recriminazioni per i posti spettanti.
Di fatto, gli assessorati destinati al Pd saranno sei, due andranno a SeL, uno alla lista Puglia per Vendola, uno alla Federazione della Sinistra (che non è entrata in consiglio regionale), uno all’Idv, e tre saranno i tecnici: ma il dato più eclatante e in controtendenza con quanto avviene in altre realtà di gestione amministrativa è la presenza di ben sette donne, che rappresentano la metà della giunta Vendola. Sette in tutto anche gli esterni. La presidenza del consiglio regionale pugliese dovrebbe essere destinata ad Onofrio Introna (Sel), anche se il Pd continua a battagliare rivendicando anche quel ruolo.
Le fibrillazioni e i malesseri nei partiti continuano, dunque, a sole tre ore dalla ufficializzazione della squadra di governo: Vendola non ha alcuna intenzione di ritornare sui propri passi e punta i piedi sulle sue scelte, blindandole. Mentre nei partiti di maggioranza, ieri si allungano i coltelli e si incrociavano le spade della resa dei conti, Vendola convocava sia l’Udc che Adriana Poli Bortone (ma anche Michele Rizzi), per comprendere se ci fossero i margini per un’intesa più larga. Possibile che il premio di governabilità venga abbattuto, con la presenza in consiglio di 70 consiglieri come da statuto. Vendola non retrocede nemmeno sul capitolo Marida Dentamaro, dopo l’incontro con Blasi, tornato dall’ufficio politico del suo partito: il Pd ha minacciato strappi, dentro un quadro di una maggioranza, che potrebbe avere numeri risicati, a seconda delle decisioni della Corte d’Appello, ma neanche dinanzi ai toni forti, il presidente si è mosso di un centimetro. Del resto, Vendola ha ricordato di aver ricevuto il via libera da Roma e di aver ragionato sul paletto della parità di genere. L’unico cambio in corsa dovrebbe essere quello della riconferma di Loredana Capone alla vicepresidenza e non più con l’ex vicesindaco di Bari, Dentamaro, come annunciato nei giorni scorsi. M. B.
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