Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
La figura di don Tonino Bello, il «vescovo santo», domani, nel 17esimo anniversario della morte, e dieci giorni prima dell’avvio del processo di canonizzazione, attirerà nella «sua» Molfetta devoti ed estimatori da tutto il mondo. Domani Molfetta si ferma e ricorderà il Presule amatissimo con il convegno intitolato «Sentinelle del mattino. I giovani alla scuola del Servo di Dio don Tonino Bello».
L’appuntamento è alle 16 nell’auditorium Regina Pacis della parrocchia Madonna della Pace. Interverranno Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Castellaneta (Taranto), monsignor Domenico Amato, vice postulatore della causa di canonizzazione del vescovo, monsignor Giudici, presidente nazionale di «Pax Christi», e i giovani che alla «scuola» di don Tonino si sono formati. A seguire, una breve rappresentazione curata dai giovani della diocesi.
Alle 19, con l’aiuto e la preghiera di monsignor Luigi Martella, attuale vescovo della diocesi di Molfetta, prenderà il via la veglia di preghiera che andrà avanti fino a notte. La giornata di domani non sarà una commemorazione come le altre, per il vescovo stroncato dal tumore il 20 aprile 1993, a soli 58 anni.
Le celebrazioni di domani anticipano solo di 10 giorni la prima sessione pubblica, del processo di canonizzazione di don Tonino, in programma il 30 aprile prossimo. Quel giorno, i componenti del Tribunale ecclesiastico e tutti gli officiali della postulazione presteranno il loro giuramento nelle mani del vescovo, monsignor Martella, atto indispensabile perché si avvii la causa di beatificazione, che preluderà a quella di santificazione.
«È chiaro che dare corso a una causa di beatificazione - spiega monsignor Domenico Amato, vicepostulatore - non comporta automaticamente l’esito positivo della stessa. Il Tribunale è chiamato a raccogliere testimonianze sulle virtù esercitate da monsignor Bello durante la sua vita e verificare che queste siano state vissute in maniera eroica. La fase che ora si apre - aggiunge il Presule - vedrà sfilare davanti al Tribunale, costituito dal delegato episcopale, il promotore di giustizia, il notaio e i notai aggiunti, i testimoni che dovranno raccontare come monsignor Bello ha vissuto e testimoniato le virtù cristiane della fede, della speranza, carità, prudenza, giustizia, fortezza, temperanza».
Tutte le testimonianze, gli scritti e quanto la Commissione storica riuscirà a raccogliere sarà trasmesso alla Congregazione dei Santi. Si procederà poi alla stesura della «Positio», la raccolta della documentazione delle prove della santità di don Tonino. La «Positio» sarà quindi sottoposta alla Commissione cardinalizia. Il 30 aprile, alle 18.30, monsignor Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, presiederà la Santa Messa nella cattedrale di Molfetta. «Aiutaci a comprendere - aveva scritto don Tonino, rivolgendosi a Maria, la madre, la donna che aveva tanto amato - che additare le gemme che spuntano sui rami vale più che piangere sulle foglie che cadono». E, ormai è chiaro, quel 20 aprile 1993 non caddero foglie. Spuntò una gemma. Anzi ne spuntarono tante. Migliaia, milioni, pronte a diventare testimoni credibili del Vangelo, ispirandosi all’uomo, al sacerdote, al laico, all’intellettuale, al comunicatore che 17 anni dopo è alla vigilia della beatificazione. Per il suo «popolo», per i poveri che egli assisteva, per i disperati ai quali dava conforto con la luce di Dio negli occhi, don Tonino è già santo. Occorre, adesso, il crisma della Chiesa. [c.strag.]
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La figura di don Tonino Bello, il «vescovo santo», domani, nel 17esimo anniversario della morte, e dieci giorni prima dell’avvio del processo di canonizzazione, attirerà nella «sua» Molfetta devoti ed estimatori da tutto il mondo. Domani Molfetta si ferma e ricorderà il Presule amatissimo con il convegno intitolato «Sentinelle del mattino. I giovani alla scuola del Servo di Dio don Tonino Bello».
L’appuntamento è alle 16 nell’auditorium Regina Pacis della parrocchia Madonna della Pace. Interverranno Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Castellaneta (Taranto), monsignor Domenico Amato, vice postulatore della causa di canonizzazione del vescovo, monsignor Giudici, presidente nazionale di «Pax Christi», e i giovani che alla «scuola» di don Tonino si sono formati. A seguire, una breve rappresentazione curata dai giovani della diocesi.
Alle 19, con l’aiuto e la preghiera di monsignor Luigi Martella, attuale vescovo della diocesi di Molfetta, prenderà il via la veglia di preghiera che andrà avanti fino a notte. La giornata di domani non sarà una commemorazione come le altre, per il vescovo stroncato dal tumore il 20 aprile 1993, a soli 58 anni.
Le celebrazioni di domani anticipano solo di 10 giorni la prima sessione pubblica, del processo di canonizzazione di don Tonino, in programma il 30 aprile prossimo. Quel giorno, i componenti del Tribunale ecclesiastico e tutti gli officiali della postulazione presteranno il loro giuramento nelle mani del vescovo, monsignor Martella, atto indispensabile perché si avvii la causa di beatificazione, che preluderà a quella di santificazione.
«È chiaro che dare corso a una causa di beatificazione - spiega monsignor Domenico Amato, vicepostulatore - non comporta automaticamente l’esito positivo della stessa. Il Tribunale è chiamato a raccogliere testimonianze sulle virtù esercitate da monsignor Bello durante la sua vita e verificare che queste siano state vissute in maniera eroica. La fase che ora si apre - aggiunge il Presule - vedrà sfilare davanti al Tribunale, costituito dal delegato episcopale, il promotore di giustizia, il notaio e i notai aggiunti, i testimoni che dovranno raccontare come monsignor Bello ha vissuto e testimoniato le virtù cristiane della fede, della speranza, carità, prudenza, giustizia, fortezza, temperanza».
Tutte le testimonianze, gli scritti e quanto la Commissione storica riuscirà a raccogliere sarà trasmesso alla Congregazione dei Santi. Si procederà poi alla stesura della «Positio», la raccolta della documentazione delle prove della santità di don Tonino. La «Positio» sarà quindi sottoposta alla Commissione cardinalizia. Il 30 aprile, alle 18.30, monsignor Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, presiederà la Santa Messa nella cattedrale di Molfetta. «Aiutaci a comprendere - aveva scritto don Tonino, rivolgendosi a Maria, la madre, la donna che aveva tanto amato - che additare le gemme che spuntano sui rami vale più che piangere sulle foglie che cadono». E, ormai è chiaro, quel 20 aprile 1993 non caddero foglie. Spuntò una gemma. Anzi ne spuntarono tante. Migliaia, milioni, pronte a diventare testimoni credibili del Vangelo, ispirandosi all’uomo, al sacerdote, al laico, all’intellettuale, al comunicatore che 17 anni dopo è alla vigilia della beatificazione. Per il suo «popolo», per i poveri che egli assisteva, per i disperati ai quali dava conforto con la luce di Dio negli occhi, don Tonino è già santo. Occorre, adesso, il crisma della Chiesa. [c.strag.]
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