Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Sono pronti a far sentire la voce anche loro, i 23 consiglieri regionali Pd (20 se giovedì prossimo la Corte d’Appello dovesse mantenere a 70 la quota in consiglio regionale) dei quali solo 5 (tutti assessori uscenti) ce l’hanno fatto ad entrare nella giunta Vendola. E la rabbia non è tanto nei confronti del governatore, che ha giocato la sua partita nel negoziato sui nomi, quanto nei confronti del partito, che non li ha convocati per tempo onde decidere una linea da seguire. E c’è chi tra loro, visto il disagio, non esclude colpi di scena al momento del voto, quando la maggioranza (e il più grosso partito che la rappresenta) sarà messa alla prova in consiglio regionale.
Il vero colpo di scena, per ora, l’hanno segnato gli imprenditori eletti con il Pd. Si deve, infatti, a Gerardo Degennaro e Nicola Canonico (insieme ai neo-eletti Epifani, Capone, Cozzoli e Ognissanti), ispirati dal presidente Pd Michele Emiliano, la prima bozza di disegno di legge sul conflitto d’interessi. Una risposta, dicono i promotori, concreta dopo le tante «chiacchiere» che li hanno visti crocifiggere sull’altare della compromissione tra affari e politica.
Il ddl al primo articolo recepisce quanto previsto dalla Costituzione in materia (delegata alle disposizioni delle Regioni) e, nel secondo, fissa la platea degli interessati dal provvedimento (non solo detentori diretti e indiretti di partecipazioni societari, ma anche rapporti di parentela fino al quarto grado con imprenditori). Platea, questa, non limitata agli imprenditori ma estesa ai liberi professionisti che in qualche modo possono avere interessi nei confronti dell’attività amministrativa. «Nel furore polemico contro gli imprenditori risultati eletti - spiega Canonico - è sfuggito al Pd il fatto elementare che mentre un imprenditore per vincere un appalto deve partecipare ad una gara, nel caso dei professionisti che diventano consulenti della Regione l’assegnazione dell’incarico avviene per via diretta e senza concorso».
Quindi, nel terzo articolo, la casistica che riguarda il conflitto d’interessi e le procedure da seguire (l’obbligo per il consigliere regionale di riferire alla presidenza tutti i dati relativi e, nel caso vi sia il conflitto, astenersi dal voto, con sanzioni di censura pubblica e multa da 200mila euro in caso di inadempienza). Quindi (l’art. 4) i divieti di stipulare contratti e l’obbligo di restituzione alla Regione dei benefici pecuniari ottenuti violando la legge. [b. mart.]
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Sono pronti a far sentire la voce anche loro, i 23 consiglieri regionali Pd (20 se giovedì prossimo la Corte d’Appello dovesse mantenere a 70 la quota in consiglio regionale) dei quali solo 5 (tutti assessori uscenti) ce l’hanno fatto ad entrare nella giunta Vendola. E la rabbia non è tanto nei confronti del governatore, che ha giocato la sua partita nel negoziato sui nomi, quanto nei confronti del partito, che non li ha convocati per tempo onde decidere una linea da seguire. E c’è chi tra loro, visto il disagio, non esclude colpi di scena al momento del voto, quando la maggioranza (e il più grosso partito che la rappresenta) sarà messa alla prova in consiglio regionale.
Il vero colpo di scena, per ora, l’hanno segnato gli imprenditori eletti con il Pd. Si deve, infatti, a Gerardo Degennaro e Nicola Canonico (insieme ai neo-eletti Epifani, Capone, Cozzoli e Ognissanti), ispirati dal presidente Pd Michele Emiliano, la prima bozza di disegno di legge sul conflitto d’interessi. Una risposta, dicono i promotori, concreta dopo le tante «chiacchiere» che li hanno visti crocifiggere sull’altare della compromissione tra affari e politica.
Il ddl al primo articolo recepisce quanto previsto dalla Costituzione in materia (delegata alle disposizioni delle Regioni) e, nel secondo, fissa la platea degli interessati dal provvedimento (non solo detentori diretti e indiretti di partecipazioni societari, ma anche rapporti di parentela fino al quarto grado con imprenditori). Platea, questa, non limitata agli imprenditori ma estesa ai liberi professionisti che in qualche modo possono avere interessi nei confronti dell’attività amministrativa. «Nel furore polemico contro gli imprenditori risultati eletti - spiega Canonico - è sfuggito al Pd il fatto elementare che mentre un imprenditore per vincere un appalto deve partecipare ad una gara, nel caso dei professionisti che diventano consulenti della Regione l’assegnazione dell’incarico avviene per via diretta e senza concorso».
Quindi, nel terzo articolo, la casistica che riguarda il conflitto d’interessi e le procedure da seguire (l’obbligo per il consigliere regionale di riferire alla presidenza tutti i dati relativi e, nel caso vi sia il conflitto, astenersi dal voto, con sanzioni di censura pubblica e multa da 200mila euro in caso di inadempienza). Quindi (l’art. 4) i divieti di stipulare contratti e l’obbligo di restituzione alla Regione dei benefici pecuniari ottenuti violando la legge. [b. mart.]
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