mercoledì 21 aprile 2010

PROCESSO MEDIASET: IL GOVERNO FERMA LA GIUSTIZIA



"Il nostro obiettivo è fare il processo ed essere assolti, per questo avevamo offerto un calendario concordato". E’ questa l’incredibile sfacciataggine con cui l'avvocato Ghedini prende per i fondelli italiani e colleghi, mancando di rispetto alla loro intelligenza e, a dire il vero, anche alla sua (guarda il video).
L'obiettivo del Presidente del Consiglio è stato raggiunto tramite i suoi avvocati e parlamentari: cioè fermare il processo per un anno in attesa della decisione della Consulta. Tutte le altre dichiarazioni dei legali della famiglia Berlusconi sulla volontà di voler dimostrare l’innocenza del loro assistito sono chiacchiere da bar. Settantatre anni suonati, una posizione da intoccabile, la volontà di modificare la Costituzione e di occupare il Quirinale, con un presidenzialismo a tinte ‘putiniane’, sono delle buone carte per ritenere che Silvio Berlusconi non farà mai un solo giorno a San Vittore.
Ma allora perché tutto questo polverone per evitare processi in cui, anche se condannato, Berlusconi non vedrebbe limitare la sua libertà? La risposta è banale, ma è più comprensibile se ci si pone questa domanda: perché un uomo che ha avuto tutto dalla vita è ancora così fortemente terrorizzato dalla possibile perdita di potere?
E’ chiaro che, affrontando i processi, gli italiani capirebbero chi è il loro Presidente del Consiglio e la perdita di consensi sarebbe tale da metterlo fuori gioco restituendogli i panni del comune cittadino, o meglio del venditore di Arcore. Questa ipotetica uscita di scena non terrorizzerebbe un uomo sereno che nella vita si è comportato onestamente, ma evidentemente non è il suo caso.
Forse è l’obbligo di onorare chissà quali promesse, fatte a persone che hanno bussato alla sua porta, a regalargli notti insonni e irritazione verso chi si oppone alle sue leggi ad personam. Forse sono i mille patti con mille diavoli, ai quali si è venduto per salvare le sue aziende sull’orlo del fallimento prima dell’ingresso in politica, a costringere Berlusconi alla ricerca continua di potere politico e di impunità. E’ un uomo che non vuole farsi giudicare per i misfatti commessi anche a costo di ridurre sul lastrico un intero Paese
Il secondo video è la trascrizione del testo letto in aula stamattina dal giudice Edoardo D'Avossa, presidente prima sezione penale del tribunale di Milano, col quale la corte, di fatto, sospende il processo per il legittimo impedimento e manda gli atti alla Consulta
Testo dell'intervento
Il tribunale, sulla richiesta della difesa di Berlusconi Silvio di rinvio del processo in epigrafe, ai sensi della art 1 della legge 51 2010, sull'opposizione del pm a tale richiesta in subordine sulle eccezione di illegittimità costituzionale della predetta legge per violazione degli articoli 101 e 138 della Costiuzione, sentite le parti civili e i difensori degli imputati osservano:
Va premesso che la difesa di Berlusconi, dopo aver dedotto e documentato per l'udienza del 12 aprile 2010 il legittimo impedimento dell'imputato per essere impegnato in un viaggio di Stato, alla richiesta del tribunale di indicazioni di ulteriori date per il prosieguo del giudizio ha formulato richiesta di rinvio al 21 luglio 2010 ai sensi della legge 74 2010, numero 51, producendo attestazione di impedimento continuativo del segretario generale della presidenza del Consiglio dei Ministri. Tale attestazione contiene soltanto un riferimento esemplificativo a plurime attività governative da svolgere nel periodo intercorrente tra il 9 aprile e il 21 luglio del 2010.

Nessun commento: