lunedì 26 aprile 2010

IL "BUON 25 APRILE" DI ANTONIO DI PIETRO


25 Aprile 2010
Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
Sessantacinque anni fa i partigiani liberavano l'Italia dai fascisti. Finiva un regime. Un anniversario importante per la memoria del nostro Paese. Un anniversario che va riscoperto e vissuto con orgoglio in un momento cosi delicato per l'intera nazione.
In Italia, oggi, c'e' chi mistifica la realta' e chi la realtà la subisce.
C'è l'Italia dei berlusconoidi, che vive di bugie e inganni, e c'è l'Italia dei lavoratori di Termini Imerese ed ex Eutelia. L'Italia delle diecimila partite Iva chiuse in Veneto, dei cassaintegrati che vivono di nulla, dei giovani meridionali costretti all'emigrazione o alla resa, dei giornalisti liberi messi in un angolo. L'Italia degli operai sui tetti, dei colletti bianchi che abusano dei terremoti, dei ricercatori che fuggono all'estero.
C'è l'Italia dei Suv russi regalati ai ministri, l'Italia della tragedia di Busalla (Genova) dove a una famiglia tagliano il gas perché non può permettersi le bollette e la bimba di 12 anni muore intossicata dal braciere che serviva a riscaldare la stanza.
Ma c'è anche l'Italia che ha ancora voglia di indignarsi, di riassaporare il fresco profumo di libertà che sognava Paolo Borsellino. Una nazione libera dalle logiche di un premier illusionista, dalle idee di un governo che tende a dividere e non ad unire. Libera dalle regole imposte dai clan nelle terre di 'ndrangheta e camorra. Un'Italia che ha ancora la forza per una nuova resistenza.
Buon 25 aprile a tutti.
Di seguito riporto la seconda parte del mio intervento a Milano, durante la presentazione del mio libro:
"Ad ogni costo" dobbiamo fare il nostro dovere. E il nostro dovere ci impone di fare delle scelte propositive, perché non basta opporsi. Perché credo che questo governo sia un danno per tutto il Paese, ma la maggioranza del paese lo vota. Dunque non basta opporsi, ma convincere altri cittadini a cambiare idea, o convincere chi non ha votato ad andare a farlo.
In secondo luogo, bisogna avere il senso di umiltà e dire: da solo non posso farcela. Dunque occorre trovare un punto di incontro e di mediazione con le altre forze politiche. In alternativa, fai opposizione, che è bellissimo fino al giorno delle elezioni. I risultati dei cinque anni successivi, però, poi sono amari: in Lombardia lasciamo il sultano Formigoni, da un'altra parte i sultani Iorio, Bassolino o qualche altro. Così lasci sempre una certa nomenclatura a governare. Gli stessi che da sempre se ne fregano della gente.
Allora è indispensabile trovare un punto di incontro.
Tornando a quanto successo nelle ultime ore, ci tengo a raccontarvi quanto accaduto in Basilicata, dove è stata fatta la giunta regionale. E siccome 24 ore prima non abbiamo appoggiato la scelta del Pd-Pdl sul caso Corsini, ci hanno già servito la "vendetta".
In Basilicata abbiamo preso il 10%. Siamo il secondo partito di maggioranza, quasi in competizione col Pd. E adesso abbiamo appreso dai giornali che siamo stati esclusi dalla giunta. Per me non fa niente, però bisogna capire che a parte il mio pensiero c'è gente che si impegna in politica nei territori. E vedendosi umiliata così o abbandona, o si defila. Pensa che il suo voto non sia servito a niente.
Ecco perché dobbiamo, in questo momento, "Ad ogni costo" non perdere la pazienza. non perdere l'obiettivo finale, che è quello di far capire al cittadino che "Ad ogni costo" vuol dire innanzitutto non rinunciare alla propria identità, all'obbligatorietà che chi sta nelle istituzioni faccia il proprio dovere, anche se poi te la fanno pagare. Altrimenti diventa un compromesso al ribasso.
Ma "Ad ogni costo" vuol dire anche che occorre costruire qualcosa. Piaccia o non piaccia, se vuoi costruire un'alternativa non devi aspettare il 2013, ma devo farlo oggi indicando che programma intendi perseguire.
Da qui il nostro impegno nei tre referendum del 1 maggio. Tre referendum che indicano un percorso. No alla privatizzazione dell'acqua vuol dire rispettare il diritto della gente a poter bere anche se non si hanno i soldi per pagare. Il no al nucleare vuol dire trovare una soluzione che permette a tutti di respirare oggi e fra mille anni. Il no al legittimo impedimento vuol dire riaffermare il principio che se diventi ministro, puoi avere soldi e successo, ma davanti alla legge sei uguale a tutti gli altri.

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