giovedì 29 aprile 2010

VINCITORI E VINTI NELLA PUGLIA 2010 (69) - IDV-PUGLIA, SI RICUCE LO STRAPPO CON OLIVIERI. NICASTRO PRONTO A LASCIARE IL SEGGIO

Di Bepi Martellotta
Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
C’è voluta una riunione a tarda sera, terminato l’insediamento dei 14 assessori della nuova giunta Vendola, per mettere le cose a posto nel partito dei dipietristi. Dopo il fuoco incrociato sparato da tanti circoli pugliesi nei confronti del segretario Pierfelice Zazzera e le accuse lanciate anche dai vertici (l’eurodeputato Arlacchi), il coordinatore del partito pugliese insieme al parlamentare Maurizio Zipponi (emissario di Di Pietro nelle trattative con Vendola sulla giunta) ha chiamato i consiglieri regionali, tutti schierati con Giacomo Olivieri, il consigliere più suffragato dei dipietristi escluso dal negoziato per il posto in giunta promesso al pm in aspettativa Lorenzo Nicastro.
Il rischio che il gruppo dei consiglieri, capitanato da Olivieri, potesse remare contro la linea del partito e i richiami della maggioranza a sostegno di Vendola - dopo i mal di pancia che la nomina del pm aveva creato - ci stava tutto. Ma insieme a Olivieri, i neo-eletti Orazio Schiavone, Aurelio Gianfreda, Patrizio Mazza e Lorenzo Caiolo (per quest’ultimo oggi si saprà se viene riconosciuto il seggio di «governabilità») hanno convenuto di non alzare ulteriori polveroni: «non esistono all’interno del costituendo gruppo consiliare alla Regione - dicono in una nota congiunta - fronde tese ad andare contro il governo regionale del Presidente Vendola, con diserzioni di linea assunta dal partito. Idv, con una decisione condivisa, ha scelto di partecipare all’azione di governo regionale con la delega al dott. Nicastro, il cui lavoro sarà espressione dell’esperienza di cui IdV è portatrice e come tale sarà, compattamente e unitariamente, sostenuta dal gruppo consiliare».
Alla soluzione della vicenda, che diventerà definitiva dopo il chiarimento tra Olivieri e il leader del partito Antonio Di Pietro in un incontro fissato la prossima settimana, avrebbe contribuito anche la decisione di Nicastro di chiedere l’aspettativa al Csm da assessore, rinunciando così alla carica elettiva in consiglio regionale onde far scattare il seggio per il primo dei non eletti nel Barese, Giacinto Forte.
Il caso Nicastro, in realtà, non è semplice e il diretto interessato preferisce non spingersi in interpretazioni. Nicastro, come molti magistrati poi eletti, ha ottenuto l’aspettativa ma la rinuncia del seggio - e la richiesta del riconoscimento di «fuori ruolo» per assolvere alla carica assessorile (carica non elettiva, ma fiduciaria) potrebbe comportare uno stop dal Csm, con l’obbligo di riprendere servizio in altra sede. Il clima delle ultime settimane, con le polemiche sulla sua elezione nella regione sulla quale aveva indagato, non gli è stato favorevole.
Ma c’è da tenere conto dell’impegno sottoscritto col partito all’atto della candidatura di rinunciare al doppio incarico (consigliere e assessore), impegno che - se non assolto - rischierebbe di «macchiare» l’immagine del «partito dei valori», come molti sostenitori hanno ricordato nei giorni scorsi. Di qui la decisione del pm, con la contestuale ricucitura del partito con Olivieri (al quale verrebbe confermato il ruolo dfi capogruppo e forse quello di segretario provinciale a Bari). Forte, pronto a subentrare in Consiglio, intanto plaude alla fine del braccio di ferro interno: «mi ritengo soddisfatto del confronto avuto. Sono e rimango a disposizione del partito, rinnovando il mio impegno e la fiducia negli organi regionali e nazionali dello stesso ».

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