Una cerimonia innanzitutto
dedicata ai padovani. I versi scritti
da Antonia Arslan per l'occasione:
"Con calma entri, tu che vieni da lontano,
pellegrino affannato
con cero grande e il fazzoletto a scacchi,
tu che esiti sulla Grande Soglia"
Tratto dal Sito Internet
mattinopadova.gelocal.it
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In occasione dell'Ostensione, Antonia Arslan ha regalato una poesia ai frati del Santo e alla città: «Con calma entri, tu che vieni da lontano, / pellegrino affannato/ con cero grande e il fazzoletto a scacchi,/ tu che esiti sulla Grande Soglia». Timidezza dell'uomo di fronte al miracolo? Gente semplice che ha bisogno di aiuto nel cammino aspro della vita, gente da tutti gli angoli del mondo che tratta il Santo come un amico che da lui aspetta anche miracoli semplici, oltre alle guarigioni, il ritrovamento di oggetti smarriti, l'incontro con una persona cara che si credeva di non rivedere mai più. Ma questa Ostensione è offerta soprattutto ai padovani. Se ne aspettano 200 mila, in pratica la popolazione intera.
L'iniziativa è stata presa sulla spinta di migliaia di istanze da parte dei fedeli. C'è da considerare che per chi oggi ha ancora i piedi sulla terra sarà impossibile avere un'altra occasione per vivere un'esperienza di questo genere, per avere un altro contatto ravvicinato con il Santo. La basilica inizia la celebrazione lunedì 15 alle 6,15. Padova è ancora immersa nel buio, la chiesa è piena di luce: al centro della Cappella del Tesoro una teca di cristallo contiene lo scheletro di Antonio, le ossa sono state ricomposte e adagiate in questa bara trasparente. La Cappella realizzata da Filippo Parodi, uno dei migliori allievi di Gian Lorenzo Bernini, è di un barocco fiammeggiante con una «gloria» fastosa che sormonta tre nicchie. Un vero e proprio arco trionfale fa da cornice a Sant'Antonio rapito in estasi, circondato da uno stormo di angeli grandi e piccoli.
Nelle nicchie le reliquie: la lingua del Santo è custodita in un reliquiario d'argento dorato, il mento dentro un busto scintillante di smalti e pietre preziose. Ci sono anche turiboli d'oro, una navicella portaincenso a forma di veliero, una pisside ornata da 23 cammei, un calice d'oro tempestato di smeraldi, dono di Maria Amalia d'Austria e altri oggetti preziosi scintillano vicino alle reliquie. L'orario per vedere ciò che rimane del corpo di Antonio è dalle 6,15 alle 19 da lunedì a venerdì, sabato fino alle 20. L'entrata è dal lato di via Cesarotti e si esce nel chiostro della Magnolia. Le messe si inseguono dalla mattina alla sera: 9 nei giorni feriali, 11 in quelli festivi.
Da segnalare giovedì 18 alle 11 il pellegrinaggio dei frati del Sacro Convento di Assisi con la messa presieduta da Giuseppe Piemontese, custode della Basilica di San Francesco e alle 17 la messa presieduta da Flavio Roberto Carraro, vescovo di Verona e delegato della Conferenza Episcopale per i Santuari; venerdì 19 alle 17 la messa officiata dal vescovo di Padova Antonio Mattiazzo. Sabato 20 febbraio c'è il pellegrinaggio degli associati al Messaggero di Sant'Antonio, la messa delle 11 sarà celebrata da padre Danilo Salezze, direttore generale de «Il Messaggero». Alle 19 la messa di chiusura dell'Ostensione presieduta da padre Jerzy Norel, Vicario Generale dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali. Domenica 21, festa della traslazione, celebrano alle 8 il rettore della Basilica, Enzo Poiana, alle 11 il delegato pontificio Francesco Gioia, alle 17 Gianni Cappelletto, Ministro Provinciale dei Frati Minori.
11 febbraio 2010
L'iniziativa è stata presa sulla spinta di migliaia di istanze da parte dei fedeli. C'è da considerare che per chi oggi ha ancora i piedi sulla terra sarà impossibile avere un'altra occasione per vivere un'esperienza di questo genere, per avere un altro contatto ravvicinato con il Santo. La basilica inizia la celebrazione lunedì 15 alle 6,15. Padova è ancora immersa nel buio, la chiesa è piena di luce: al centro della Cappella del Tesoro una teca di cristallo contiene lo scheletro di Antonio, le ossa sono state ricomposte e adagiate in questa bara trasparente. La Cappella realizzata da Filippo Parodi, uno dei migliori allievi di Gian Lorenzo Bernini, è di un barocco fiammeggiante con una «gloria» fastosa che sormonta tre nicchie. Un vero e proprio arco trionfale fa da cornice a Sant'Antonio rapito in estasi, circondato da uno stormo di angeli grandi e piccoli.
Nelle nicchie le reliquie: la lingua del Santo è custodita in un reliquiario d'argento dorato, il mento dentro un busto scintillante di smalti e pietre preziose. Ci sono anche turiboli d'oro, una navicella portaincenso a forma di veliero, una pisside ornata da 23 cammei, un calice d'oro tempestato di smeraldi, dono di Maria Amalia d'Austria e altri oggetti preziosi scintillano vicino alle reliquie. L'orario per vedere ciò che rimane del corpo di Antonio è dalle 6,15 alle 19 da lunedì a venerdì, sabato fino alle 20. L'entrata è dal lato di via Cesarotti e si esce nel chiostro della Magnolia. Le messe si inseguono dalla mattina alla sera: 9 nei giorni feriali, 11 in quelli festivi.
Da segnalare giovedì 18 alle 11 il pellegrinaggio dei frati del Sacro Convento di Assisi con la messa presieduta da Giuseppe Piemontese, custode della Basilica di San Francesco e alle 17 la messa presieduta da Flavio Roberto Carraro, vescovo di Verona e delegato della Conferenza Episcopale per i Santuari; venerdì 19 alle 17 la messa officiata dal vescovo di Padova Antonio Mattiazzo. Sabato 20 febbraio c'è il pellegrinaggio degli associati al Messaggero di Sant'Antonio, la messa delle 11 sarà celebrata da padre Danilo Salezze, direttore generale de «Il Messaggero». Alle 19 la messa di chiusura dell'Ostensione presieduta da padre Jerzy Norel, Vicario Generale dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali. Domenica 21, festa della traslazione, celebrano alle 8 il rettore della Basilica, Enzo Poiana, alle 11 il delegato pontificio Francesco Gioia, alle 17 Gianni Cappelletto, Ministro Provinciale dei Frati Minori.
11 febbraio 2010
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