10 Febbraio 2010
Tratto dal Sito Internet
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www.antoniodipietro.it
Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto sui criteri per localizzare i siti nucleari. Il documento stabilisce che saranno le imprese interessate a decidere i siti per la realizzazione degli impianti. Viene altresì detto che la dislocazione delle centrali non sarà resa nota se non dopo le elezioni regionali. Questo significa che il Governo ritiene che il nucleare faccia perdere voti ai partiti che lo sostengono. Ora gli italiani non hanno scuse, il 28 e 29 marzo non possono ignorare e mentire a loro stessi dicendo che non erano informati: i possibili governatori di regioni che cadranno in mano al centrodestra dovranno subito chinare il capo, garantendo la massima collaborazione per l’avvio dei cantieri per la costruzione degli impianti nucleari. E non finisce qui. Anche le Regioni che non ospiteranno le centrali avranno i loro problemi. Alcune di queste, infatti, dovranno ospitare lo stoccaggio delle scorie radioattive per qualche migliaio di anni. L’atteggiamento menzognero del Governo è stato appoggiato in pieno dalla Lega Nord, che ha fatto del federalismo il proprio vessillo politico salvo poi tradire gli elettori dagli scranni capitolini.
Il primo obiettivo dell’Italia dei Valori rimane quello di tenere lontano il nucleare dal Paese poiché è una tecnologia fallimentare e sappiamo benissimo che la presenza di una centrale mette a rischio la salute di tutti i cittadini.
L’Italia dei Valori raccoglierà le firme per il referendum per un No al nucleare. Ma quello che mi disturba di più è il fatto che il Governo abbia ignorato l’esito della consultazione dell’87 alla faccia del voto espresso dalla maggioranza degli italiani. Trovo che sarebbe stato più giusto il processo inverso: cioè chiunque vuole riportare il nucleare in Italia, Paese in cui è stato abrogato, si assume il coraggio e l’onere di richiamare i cittadini alle urne. Dopo tutto gli italiani pagano ancora nelle bollette un miliardo di euro l’anno per la gestione delle scorie stoccate prima del referendum.
Invito i lettori del blog, in attesa dell’organizzazione per la raccolta firme del referendum in tutta Italia, a sostenere la petizione di Greenpeace dal sito www.nuclearlifestyle.it e a leggere le informazioni riportate nel sito.
Mi chiedo infine: ma se il piano delle undici centrali non sarà operativo prima dei prossimi trent’anni, per quale motivo i cittadini devono sottostare alla scelta di persone che non vedranno neanche il compimento del progetto?
E’ giusto che siano i giovani a scegliere per il proprio futuro.
Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto sui criteri per localizzare i siti nucleari. Il documento stabilisce che saranno le imprese interessate a decidere i siti per la realizzazione degli impianti. Viene altresì detto che la dislocazione delle centrali non sarà resa nota se non dopo le elezioni regionali. Questo significa che il Governo ritiene che il nucleare faccia perdere voti ai partiti che lo sostengono. Ora gli italiani non hanno scuse, il 28 e 29 marzo non possono ignorare e mentire a loro stessi dicendo che non erano informati: i possibili governatori di regioni che cadranno in mano al centrodestra dovranno subito chinare il capo, garantendo la massima collaborazione per l’avvio dei cantieri per la costruzione degli impianti nucleari. E non finisce qui. Anche le Regioni che non ospiteranno le centrali avranno i loro problemi. Alcune di queste, infatti, dovranno ospitare lo stoccaggio delle scorie radioattive per qualche migliaio di anni. L’atteggiamento menzognero del Governo è stato appoggiato in pieno dalla Lega Nord, che ha fatto del federalismo il proprio vessillo politico salvo poi tradire gli elettori dagli scranni capitolini.
Il primo obiettivo dell’Italia dei Valori rimane quello di tenere lontano il nucleare dal Paese poiché è una tecnologia fallimentare e sappiamo benissimo che la presenza di una centrale mette a rischio la salute di tutti i cittadini.
L’Italia dei Valori raccoglierà le firme per il referendum per un No al nucleare. Ma quello che mi disturba di più è il fatto che il Governo abbia ignorato l’esito della consultazione dell’87 alla faccia del voto espresso dalla maggioranza degli italiani. Trovo che sarebbe stato più giusto il processo inverso: cioè chiunque vuole riportare il nucleare in Italia, Paese in cui è stato abrogato, si assume il coraggio e l’onere di richiamare i cittadini alle urne. Dopo tutto gli italiani pagano ancora nelle bollette un miliardo di euro l’anno per la gestione delle scorie stoccate prima del referendum.
Invito i lettori del blog, in attesa dell’organizzazione per la raccolta firme del referendum in tutta Italia, a sostenere la petizione di Greenpeace dal sito www.nuclearlifestyle.it e a leggere le informazioni riportate nel sito.
Mi chiedo infine: ma se il piano delle undici centrali non sarà operativo prima dei prossimi trent’anni, per quale motivo i cittadini devono sottostare alla scelta di persone che non vedranno neanche il compimento del progetto?
E’ giusto che siano i giovani a scegliere per il proprio futuro.
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