12 Febbraio 2010
Tratto dal Sito Internet
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www.antoniodipietro.it
Ieri la Polverini, candidata presidente alla regione Lazio per il Pdl, ha giocato sulle parole per infinocchiare gli elettori: "Ricordo che si sta ultimando la riconversione della centrale di Torrevaldaliga Nord a carbone pulito (da olio combustibile). Pertanto ritengo che nel Lazio non ci sia bisogno di installare nuove centrali nucleari". Ci sono due menzogne in sole tre righe.
La prima nelle parole "carbone pulito" che non esiste, è come chiamare termovalorizzatore un inceneritore.
La seconda è che lei non si è detta contraria al nucleare, si è limitata a esprimere l’opinione che “non ce ne bisogno del nucleare nel Lazio”, quindi se Scajola o Berlusconi gli dicono il contrario, anche senza alzare i toni, allora una centrale in riva al Tevere potrebbe anche mettercela?
Anche il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, ha finto di dargli man forte: lo ha fatto consapevole che quelle parole avrebbero ingannato i cittadini e magari destato l’ammirazione del presidente del Consiglio per la loro scaltrezza.
Per impedire al nucleare l’ingresso nel Paese servono azioni concrete. Il referendum proposto dall’Italia dei Valori è l’unica strada per fermare il nucleare di Berlusconi. Solo se tutti i cittadini ci aiuteranno a promuovere la raccolta firme e a fare una corretta informazione sui rischi di questa scelta energetica scellerata avremo la concreta possibilità di farcela.
Ogni regione in mano al Pdl e alla Lega renderà esecutivo il decreto del Governo ostacolando il referendum: questa è una certezza. Ogni regione sottratta alla maggioranza di Governo sarà un passo verso la riaffermazione del referendum dell’87 che vietava l’impianto di centrali nucleari in Italia. I governatori di Sardegna, Sicilia e Abruzzo sono fantocci del centrodestra capitolino e per quanto fingano il contrario sanno già che apriranno le porte ai reattori. Mentre il referendum compie il suo percorso, solo la determinazione delle Giunte regionali potrà rappresentare l’ultima ancora di salvezza.
L’Italia dei Valori garantirà un’adeguata ed efficace azione di contrasto al nucleare, poiché è una priorità nel nostro programma insieme a altri temi per il rispetto della vita e del territorio come l’acqua pubblica, la raccolta differenziata e lo sviluppo delle energie rinnovabili. Non ha senso dire che il nucleare non entra in una regione se poi ce lo ritroviamo nella regione confinante, l’obiettivo quindi deve essere raggiunto regione per regione, nessuna esclusa. Non fatevi ingannare qualora sentiate in campagna elettorale candidati come Formigoni, Zaia, Cota e Caldoro che si dichiarano contrari al nucleare. Magari lo sono, ma non alzeranno un dito per non farlo entrare in regione.
L’Italia dei Valori è contraria al nucleare e si batterà con tutte le forze affinché venga archiviato. E non sarà isolata nella difesa dei cittadini, anzi questo obiettivo sarà condiviso dalla coalizione di centrosinistra nelle singole regioni in cui si vota, Campania compresa. Scusate se è poco.
Ieri la Polverini, candidata presidente alla regione Lazio per il Pdl, ha giocato sulle parole per infinocchiare gli elettori: "Ricordo che si sta ultimando la riconversione della centrale di Torrevaldaliga Nord a carbone pulito (da olio combustibile). Pertanto ritengo che nel Lazio non ci sia bisogno di installare nuove centrali nucleari". Ci sono due menzogne in sole tre righe.
La prima nelle parole "carbone pulito" che non esiste, è come chiamare termovalorizzatore un inceneritore.
La seconda è che lei non si è detta contraria al nucleare, si è limitata a esprimere l’opinione che “non ce ne bisogno del nucleare nel Lazio”, quindi se Scajola o Berlusconi gli dicono il contrario, anche senza alzare i toni, allora una centrale in riva al Tevere potrebbe anche mettercela?
Anche il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, ha finto di dargli man forte: lo ha fatto consapevole che quelle parole avrebbero ingannato i cittadini e magari destato l’ammirazione del presidente del Consiglio per la loro scaltrezza.
Per impedire al nucleare l’ingresso nel Paese servono azioni concrete. Il referendum proposto dall’Italia dei Valori è l’unica strada per fermare il nucleare di Berlusconi. Solo se tutti i cittadini ci aiuteranno a promuovere la raccolta firme e a fare una corretta informazione sui rischi di questa scelta energetica scellerata avremo la concreta possibilità di farcela.
Ogni regione in mano al Pdl e alla Lega renderà esecutivo il decreto del Governo ostacolando il referendum: questa è una certezza. Ogni regione sottratta alla maggioranza di Governo sarà un passo verso la riaffermazione del referendum dell’87 che vietava l’impianto di centrali nucleari in Italia. I governatori di Sardegna, Sicilia e Abruzzo sono fantocci del centrodestra capitolino e per quanto fingano il contrario sanno già che apriranno le porte ai reattori. Mentre il referendum compie il suo percorso, solo la determinazione delle Giunte regionali potrà rappresentare l’ultima ancora di salvezza.
L’Italia dei Valori garantirà un’adeguata ed efficace azione di contrasto al nucleare, poiché è una priorità nel nostro programma insieme a altri temi per il rispetto della vita e del territorio come l’acqua pubblica, la raccolta differenziata e lo sviluppo delle energie rinnovabili. Non ha senso dire che il nucleare non entra in una regione se poi ce lo ritroviamo nella regione confinante, l’obiettivo quindi deve essere raggiunto regione per regione, nessuna esclusa. Non fatevi ingannare qualora sentiate in campagna elettorale candidati come Formigoni, Zaia, Cota e Caldoro che si dichiarano contrari al nucleare. Magari lo sono, ma non alzeranno un dito per non farlo entrare in regione.
L’Italia dei Valori è contraria al nucleare e si batterà con tutte le forze affinché venga archiviato. E non sarà isolata nella difesa dei cittadini, anzi questo obiettivo sarà condiviso dalla coalizione di centrosinistra nelle singole regioni in cui si vota, Campania compresa. Scusate se è poco.
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