lunedì 22 marzo 2010

FEDE E POLITICA (2) - INTEGRARE DIPLOMAZIA E RELIGIONE / 2.a E ULTIMA PARTE

Un rapporto evidenzia il ruolo
della fede nella politica
di padre John Flynn, LC

7 marzo 2010
Tratto da ZENIT.org

Schemi
Il gruppo di lavoro che ha redatto il rapporto identifica sei schemi principali che confermano l’importanza della religione per la politica internazionale.
1. L’influenza delle organizzazioni religiose - sia vecchie che nuove - è in crescita in molte aree del mondo e incide praticamente su ogni ambito della società.
2. Gli schemi di identificazione religiosa nel mondo sono in mutamento, con importanti implicazioni di natura politica.
3. La religione ha beneficiato ed è stata trasformata dalla globalizzazione, ma essa è anche divenuta uno dei principali strumenti utilizzati per opporvisi.
4. La religione svolge un ruolo pubblico importante quando i governi mancano di potere e di legittimità a causa di crisi economiche e politiche.
5. La religione è spesso usata dagli estremisti come catalizzatore nei conflitti e come mezzo per aumentare le tensioni con altre comunità religiose.
6. Il crescente rilievo che la religione assume oggi sta mettendo in risalto l’importanza politica della libertà religiosa come diritto umano universale e fonte di stabilità sociale e politica.
In termini più concreti, il rapporto sottolinea come queste tendenze possono assumere rilievo nei processi decisionali della politica. Per esempio, mentre gli Stati Uniti promuovono l’esportazione della democrazia, in alcuni Paesi l’introduzione delle elezioni democratiche potrebbe dare maggiore potere proprio agli estremisti che spesso hanno una visione antiamericana. In questo senso si deve bilanciare la promozione dei diritti umani e della democrazia con la tutela degli interessi nazionali, sostiene il gruppo di lavoro.
Il rapporto sottolinea inoltre che la promozione della libertà religiosa, quale componente della politica estera degli Stati Uniti, deve essere portata avanti in modo tale da non assumere le sembianze di una sorta di sfida occidentale alle religioni o alle usanze locali.
Raccomandazioni
Sul ruolo della religione nella gestione della cosa pubblica, il rapporto sostiene che il modo migliore per contrastare gli estremismi consiste in un maggiore dialogo con la religione e con le comunità religiose.
Questo significa dover ascoltare attentamente le loro preoccupazioni e paure, al fine di intraprendere un dialogo concreto. Allo stesso tempo è importante non accelerare il dialogo intervenendo su questioni teologiche o cercando di strumentalizzare la religione, avverte il gruppo di lavoro.
Una delle cose più importanti che gli Stati Uniti devono fare - osserva il rapporto - è di imparare a comunicare in modo efficace. Quindi, oltre ad ascoltare le comunità religiose, il Governo deve essere più efficace nella presentazione della propria visione. È anche essenziale tenere a mente che spesso le azioni sono più eloquenti delle parole e che quindi occorre rimodulare le strategie mediatiche, aggiunge il rapporto.
Tra le misure proposte nel rapporto vi è quella di dare una formazione esaustiva ai diplomatici, al personale miliare e agli altri funzionari circa il ruolo della religione nella politica mondiale.
Il rapporto raccomanda inoltre agli Stati Uniti di proseguire nella promozione della libertà religiosa. “Le limitazioni alla libertà religiosa indeboliscono la democrazia e la società civile, avvelenano il dibattito politico e fomentano l’estremismo”, osserva il rapporto.
Sana collaborazione
Il ruolo della religione nella politica è stato citato anche da Benedetto XVI, nel suo discorso dell’11 gennaio ai membri del corpo diplomatico.
“Purtroppo, in alcuni Paesi, soprattutto occidentali, si diffondono, negli ambienti politici e culturali, come pure nei mezzi di comunicazione, un sentimento di scarsa considerazione, e, talvolta, di ostilità, per non dire di disprezzo verso la religione, in particolare quella cristiana”, ha rilevato.
Similmente a quanto affermato nel rapporto del Chicago Council, il Pontefice ha sostenuto che: “È chiaro che, se il relativismo è concepito come un elemento costitutivo essenziale della democrazia, si rischia di concepire la laicità unicamente in termini di esclusione o, meglio, di rifiuto dell’importanza sociale del fatto religioso”.
Tale approccio, tuttavia, genera solo contrasti e divisioni, ha sottolineato il Papa. “Urge, pertanto, definire una laicità positiva, aperta, che, fondata su una giusta autonomia tra l’ordine temporale e quello spirituale, favorisca una sana collaborazione e un senso di responsabilità condivisa”, ha rimarcato. Una collaborazione che aiuterebbe molto a promuovere la pace nel mondo.

(2-FINE)

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