Il Cardinale Bagnasco apre i lavori
del Consiglio Episcopale Permanente
Di Antonio Gaspari
22 marzo 2010
Di Antonio Gaspari
22 marzo 2010
Tratto da ZENIT.org
Il ‘primordiale diritto alla vita’ e i ‘valori non negoziabili’ sono la cartina di tornasole indicata dal Cardinale Angelo Bagnasco per le imminenti elezioni regionali.
Nel corso della prolusione svolta lunedì 22 marzo al Consiglio Episcopale Permanente riunito a Roma, il presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ha rilevato che è sul “primordiale diritto alla vita che all’alba di questo terzo millennio l’intera società si trova a dover fare ancora l’esame di coscienza”.
“Da qualche tempo - ha spiegato l’Arcivescovo di Genova -, nella mentalità di persone che si ritengono per lo più evolute, si è insediato un singolare ribaltamento di prospettive nei riguardi di situazioni e segmenti di vita poco appariscenti, quasi che l’esistenza dei già garantiti, di chi dispone di strumenti per la propria salvaguardia, valga di più della vita degli ‘invisibili”.
“Come non capire che si consuma qui un delitto incommensurabile, e che lo si può fare solo in forza di una tacita convenzione culturale che è abbastanza prossima alla ipocrisia?”, ha chiesto il porporato.
Il Cardinale Bagnasco ha quindi fatto riferimento al rapporto, predisposto dall’Istituto per le politiche familiari da cui risulta che a proposito dell’aborto in Europa sono stati quasi tre milioni i concepiti che non hanno visto la luce del sole nel 2008, ossia un aborto ogni undici secondi, venti milioni negli ultimi quindici anni.
Il porporato ha quindi constatato che “l’aborto ha ormai perso l’immagine di una pratica eccezionale e dolorosa, compiuta per motivi gravi di salute della madre o del piccolo, per diventare un metodo ‘normale’ di controllo delle nascite”.
Il presidente della CEI ha poi lanciato l’allarme per la diffusione di nuovi metodi abortivi.
“Dalla ‘pillola del giorno dopo’ - ha detto - al nuovo ritrovato, chiamato sui giornali ‘pillola dei cinque giorni’, è un continuum farmacologico che, annullando il confine tra prodotti anticoncezionali e abortivi, ha già indotto ad una crasi linguistica (…) minimizzando probabilmente l’urto del gesto abortivo, anzitutto sul piano personale, e poi anche su quello cultural-sociale”.
“In questo contesto,- ha sottolineato l’Arcivescovo di Genova -, inevitabilmente denso di significati, sarà bene che la cittadinanza inquadri con molta attenzione ogni singola verifica elettorale, sia nazionale sia locale e quindi regionale”.
“L’evento del voto - ha aggiunto - è un fatto qualitativamente importante che in nessun caso converrà trascurare” giacché “il voto avviene sulla base dei programmi sempre più chiaramente dichiarati e assunti dinanzi all’opinione pubblica, e rispetto ai quali la stessa opinione pubblica si è abituata ad esercitare un discrimine sempre meno ingenuo, sottratto agli schematismi ideologici e massmediatici”.
Per chiarire i principi che sono alla base del discernimento politico per i cattolici, il presidente della CEI ha fatto riferimento a quella piattaforma di contenuti che, “insieme a Benedetto XVI, chiamiamo ‘valori non negoziabili”, e che “emergono alla luce del Vangelo, ma anche per l’evidenza della ragione e del senso comune”.
Essi sono: “la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi condizionamento; l’indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna”.
L’Arcivescovo di Genova ha spiegato che sui “valori non negoziabili” si impiantano e vengono garantiti altri indispensabili valori come: il diritto al lavoro e alla casa; la libertà di impresa finalizzata al bene comune; l’accoglienza verso gli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l’integrazione; il rispetto del creato; la libertà dalla malavita, in particolare quella organizzata.
Si tratta di un complesso indivisibile di beni, dislocati sulla frontiera della vita e della solidarietà, che costituisce l’orizzonte stabile del giudizio e dell’impegno nella società.
Ma “quale solidarietà sociale, se si rifiuta o si sopprime la vita, specialmente la più debole?”, ha concluso il porporato.
Nel corso della prolusione svolta lunedì 22 marzo al Consiglio Episcopale Permanente riunito a Roma, il presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ha rilevato che è sul “primordiale diritto alla vita che all’alba di questo terzo millennio l’intera società si trova a dover fare ancora l’esame di coscienza”.
“Da qualche tempo - ha spiegato l’Arcivescovo di Genova -, nella mentalità di persone che si ritengono per lo più evolute, si è insediato un singolare ribaltamento di prospettive nei riguardi di situazioni e segmenti di vita poco appariscenti, quasi che l’esistenza dei già garantiti, di chi dispone di strumenti per la propria salvaguardia, valga di più della vita degli ‘invisibili”.
“Come non capire che si consuma qui un delitto incommensurabile, e che lo si può fare solo in forza di una tacita convenzione culturale che è abbastanza prossima alla ipocrisia?”, ha chiesto il porporato.
Il Cardinale Bagnasco ha quindi fatto riferimento al rapporto, predisposto dall’Istituto per le politiche familiari da cui risulta che a proposito dell’aborto in Europa sono stati quasi tre milioni i concepiti che non hanno visto la luce del sole nel 2008, ossia un aborto ogni undici secondi, venti milioni negli ultimi quindici anni.
Il porporato ha quindi constatato che “l’aborto ha ormai perso l’immagine di una pratica eccezionale e dolorosa, compiuta per motivi gravi di salute della madre o del piccolo, per diventare un metodo ‘normale’ di controllo delle nascite”.
Il presidente della CEI ha poi lanciato l’allarme per la diffusione di nuovi metodi abortivi.
“Dalla ‘pillola del giorno dopo’ - ha detto - al nuovo ritrovato, chiamato sui giornali ‘pillola dei cinque giorni’, è un continuum farmacologico che, annullando il confine tra prodotti anticoncezionali e abortivi, ha già indotto ad una crasi linguistica (…) minimizzando probabilmente l’urto del gesto abortivo, anzitutto sul piano personale, e poi anche su quello cultural-sociale”.
“In questo contesto,- ha sottolineato l’Arcivescovo di Genova -, inevitabilmente denso di significati, sarà bene che la cittadinanza inquadri con molta attenzione ogni singola verifica elettorale, sia nazionale sia locale e quindi regionale”.
“L’evento del voto - ha aggiunto - è un fatto qualitativamente importante che in nessun caso converrà trascurare” giacché “il voto avviene sulla base dei programmi sempre più chiaramente dichiarati e assunti dinanzi all’opinione pubblica, e rispetto ai quali la stessa opinione pubblica si è abituata ad esercitare un discrimine sempre meno ingenuo, sottratto agli schematismi ideologici e massmediatici”.
Per chiarire i principi che sono alla base del discernimento politico per i cattolici, il presidente della CEI ha fatto riferimento a quella piattaforma di contenuti che, “insieme a Benedetto XVI, chiamiamo ‘valori non negoziabili”, e che “emergono alla luce del Vangelo, ma anche per l’evidenza della ragione e del senso comune”.
Essi sono: “la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi condizionamento; l’indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna”.
L’Arcivescovo di Genova ha spiegato che sui “valori non negoziabili” si impiantano e vengono garantiti altri indispensabili valori come: il diritto al lavoro e alla casa; la libertà di impresa finalizzata al bene comune; l’accoglienza verso gli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l’integrazione; il rispetto del creato; la libertà dalla malavita, in particolare quella organizzata.
Si tratta di un complesso indivisibile di beni, dislocati sulla frontiera della vita e della solidarietà, che costituisce l’orizzonte stabile del giudizio e dell’impegno nella società.
Ma “quale solidarietà sociale, se si rifiuta o si sopprime la vita, specialmente la più debole?”, ha concluso il porporato.
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