pugliese avviando un processo politico
al suo rappresentante in regione.
Fitto per evitare “strumentalizzazioni
politiche” si dimette.
La Poli: "Solo facciata"
30 Marzo 2010
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
Raffaele Fitto, ministro degli Affari regionali del governo Berlusconi, ha rassegnato le proprie dimissioni. La notizia arriva dalle agenzie di stampa, che battono pochi minuti dopo le 15 la breve, ma importante informazione. Le prime indiscrezioni parlano di dimissioni arrivate per evitare “strumentalizzazioni politiche”, ma la certezza che l’atto sia figlio della giornata di ieri, alla luce dei risultati elettorali delle regionali pugliesi, che hanno visto la netta affermazione del governatore uscente, Nichi Vendola, man mano diventa sempre crescente. La notizia circolava già ieri sera, da ambienti molto vicini al numero uno del Pdl pugliese, sebbene l’interessato si era presentato nel comitato di Rocco Palese, per commentare con lucidità la sconfitta e ribadire il proprio sostegno alla generosità del suo candidato, rinviando altre verifiche e valutazioni sul dato elettorale, in tempi successivi.
Eppure più passano i minuti, più le notizie che arrivano dagli ambienti romani fanno comprendere come la situazione sia ben più complessa: un vero e proprio “Caso Puglia” che avrebbe rovinato al presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, la festa preventivata per il successo alle regionali 2010. Se, infatti, il Pdl esulta per aver conquistato il Piemonte e il Lazio in zona Cesarini, non nasconde tutta la sua delusione per la Puglia. E brucia la vittoria di Nichi Vendola: voci di corridoio parlando di un Berlusconi inviperito dall’esito della terra del “laboratorio politico”. Sotto accusa i dirigenti locali del partito, in particolare Raffaele Fitto, che, proprio in virtù di queste vicende, avrebbe rassegnato il suo mandato governativo: sarebbe, insomma, partito, a tutti gli effetti, seppur tra qualche timida smentita un vero e proprio processo politico a carico del ministro, che aveva imposto la candidatura di Rocco Palese, chiudendo le porte ad un’alleanza diversa con Udc ed Io Sud, intorno al nome della Poli Bortone.
La candidatura di Palese, secondo le agenzie, sarebbe nata male, tanto da far dire a Berlusconi, che il dato pugliese “ci ha rovinato la festa”, perché “poteva essere un trionfo”. Nell'occhio del ciclone, dunque, ci finisce Fitto, quella che era la “protesi del Cavaliere” in Puglia e che oggi vede offuscata inequivocabilmente la sua buona stella. Pietro Franzoso, deputato tarantino del Pdl, spiega che “la verità è che in Puglia ci siamo fatti abbindolare per mesi da Casini quando si capiva benissimo che non sarebbe mai venuto con noi”, mentre Luigi Vitali, anche lui parlamentare pugliese, dichiara: “Berlusconi ha ragione nell'essere arrabbiato, ma la candidatura del governatore del Pdl in Puglia non poteva che nascere così come è nata. Non poteva essere la Poli Bortone, che otto mesi prima aveva contribuito ad affossare la politica del governo Berlusconi”.
Nichi Vendola, trionfatore delle regionali, aveva commentato, invece, così il risultato delle urne: “Oggi sconfitto Fitto? Questo è indubitabile. Spero che non lo dicano troppo perché non vorrei che Fitto subisse una estromissione dai luoghi del potere. Fitto è stato per me un alleato troppo prezioso. La sua idea della lotta politica è talmente primitiva e insultante. La prima causa della crisi del centrodestra in Puglia si chiama Raffaele Fitto. Per quello io ho fondato questa associazione: 'Nessuno tocchi Raffaele”. Chissà, forse Berlusconi avrà letto queste dichiarazioni di Vendola, pensando che fosse il caso di una resa dei conti.
Adriana Poli Bortone:
www.lecceprima.it
Raffaele Fitto, ministro degli Affari regionali del governo Berlusconi, ha rassegnato le proprie dimissioni. La notizia arriva dalle agenzie di stampa, che battono pochi minuti dopo le 15 la breve, ma importante informazione. Le prime indiscrezioni parlano di dimissioni arrivate per evitare “strumentalizzazioni politiche”, ma la certezza che l’atto sia figlio della giornata di ieri, alla luce dei risultati elettorali delle regionali pugliesi, che hanno visto la netta affermazione del governatore uscente, Nichi Vendola, man mano diventa sempre crescente. La notizia circolava già ieri sera, da ambienti molto vicini al numero uno del Pdl pugliese, sebbene l’interessato si era presentato nel comitato di Rocco Palese, per commentare con lucidità la sconfitta e ribadire il proprio sostegno alla generosità del suo candidato, rinviando altre verifiche e valutazioni sul dato elettorale, in tempi successivi.
Eppure più passano i minuti, più le notizie che arrivano dagli ambienti romani fanno comprendere come la situazione sia ben più complessa: un vero e proprio “Caso Puglia” che avrebbe rovinato al presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, la festa preventivata per il successo alle regionali 2010. Se, infatti, il Pdl esulta per aver conquistato il Piemonte e il Lazio in zona Cesarini, non nasconde tutta la sua delusione per la Puglia. E brucia la vittoria di Nichi Vendola: voci di corridoio parlando di un Berlusconi inviperito dall’esito della terra del “laboratorio politico”. Sotto accusa i dirigenti locali del partito, in particolare Raffaele Fitto, che, proprio in virtù di queste vicende, avrebbe rassegnato il suo mandato governativo: sarebbe, insomma, partito, a tutti gli effetti, seppur tra qualche timida smentita un vero e proprio processo politico a carico del ministro, che aveva imposto la candidatura di Rocco Palese, chiudendo le porte ad un’alleanza diversa con Udc ed Io Sud, intorno al nome della Poli Bortone.
La candidatura di Palese, secondo le agenzie, sarebbe nata male, tanto da far dire a Berlusconi, che il dato pugliese “ci ha rovinato la festa”, perché “poteva essere un trionfo”. Nell'occhio del ciclone, dunque, ci finisce Fitto, quella che era la “protesi del Cavaliere” in Puglia e che oggi vede offuscata inequivocabilmente la sua buona stella. Pietro Franzoso, deputato tarantino del Pdl, spiega che “la verità è che in Puglia ci siamo fatti abbindolare per mesi da Casini quando si capiva benissimo che non sarebbe mai venuto con noi”, mentre Luigi Vitali, anche lui parlamentare pugliese, dichiara: “Berlusconi ha ragione nell'essere arrabbiato, ma la candidatura del governatore del Pdl in Puglia non poteva che nascere così come è nata. Non poteva essere la Poli Bortone, che otto mesi prima aveva contribuito ad affossare la politica del governo Berlusconi”.
Nichi Vendola, trionfatore delle regionali, aveva commentato, invece, così il risultato delle urne: “Oggi sconfitto Fitto? Questo è indubitabile. Spero che non lo dicano troppo perché non vorrei che Fitto subisse una estromissione dai luoghi del potere. Fitto è stato per me un alleato troppo prezioso. La sua idea della lotta politica è talmente primitiva e insultante. La prima causa della crisi del centrodestra in Puglia si chiama Raffaele Fitto. Per quello io ho fondato questa associazione: 'Nessuno tocchi Raffaele”. Chissà, forse Berlusconi avrà letto queste dichiarazioni di Vendola, pensando che fosse il caso di una resa dei conti.
Adriana Poli Bortone:
"Una manovra di facciata"
Secondo la senatrice Adriana Poli Bortone, fondatrice del movimento Io Sud, però, le dimissioni sarebbero solo una manovra di facciata. "Se volessimo essere buoni potremmo commentare le dimissioni del ministro Fitto dicendo che è il gesto di chi vuole assumersi le proprie responsabilità; se invece volessimo dare un più freddo giudizio politico dovremmo dire che questa sembra la abile mossa di chi prova ad anticipare una richiesta che gli sarebbe comunque arrivata di qui a poche ore". È l'opinione della senatrice.
"Dimettersi per Fitto - spiega Poli Bortone - era il minimo che potesse fare di fronte alla terza sconfitta consecutiva: ha perso le regionali del 2005, ha perso le amministrative dello scorso anno, quando il centrodestra si è visto battere nei Comuni di Bari, Foggia e Taranto e nelle Province di Brindisi e Taranto, e ha perso oggi volendo imporre a tutti i costi il proprio pupillo sacrificando la causa di una alleanza politica con Udc e Io Sud, l'unica in grado di battere Vendola. Le dimissioni di Fitto tuttavia - aggiunge la presidente nazionale di Io Sud - non sono sufficienti: dovrebbe seguire il suo esempio tutta la classe dirigente del Pdl, a partire dai 13 ex An firmatari della lettera contro di me, i quali sono corresponsabili della scelta del ministro di fare a meno di una parte rilevante dell'area moderata di questa regione. Non si può escludere - conclude Poli Bortone - che le dimissioni siano oggi soltanto un atto di facciata, firmato con la segreta speranza che il presidente Berlusconi le respingerà: visto dall'esterno del Pdl, non sarebbe affatto un bel segnale, in un momento in cui è chiaro che c'è bisogno di rifondare i presupposti sui quali si fonda l'alternativa a Vendola".
Secondo la senatrice Adriana Poli Bortone, fondatrice del movimento Io Sud, però, le dimissioni sarebbero solo una manovra di facciata. "Se volessimo essere buoni potremmo commentare le dimissioni del ministro Fitto dicendo che è il gesto di chi vuole assumersi le proprie responsabilità; se invece volessimo dare un più freddo giudizio politico dovremmo dire che questa sembra la abile mossa di chi prova ad anticipare una richiesta che gli sarebbe comunque arrivata di qui a poche ore". È l'opinione della senatrice.
"Dimettersi per Fitto - spiega Poli Bortone - era il minimo che potesse fare di fronte alla terza sconfitta consecutiva: ha perso le regionali del 2005, ha perso le amministrative dello scorso anno, quando il centrodestra si è visto battere nei Comuni di Bari, Foggia e Taranto e nelle Province di Brindisi e Taranto, e ha perso oggi volendo imporre a tutti i costi il proprio pupillo sacrificando la causa di una alleanza politica con Udc e Io Sud, l'unica in grado di battere Vendola. Le dimissioni di Fitto tuttavia - aggiunge la presidente nazionale di Io Sud - non sono sufficienti: dovrebbe seguire il suo esempio tutta la classe dirigente del Pdl, a partire dai 13 ex An firmatari della lettera contro di me, i quali sono corresponsabili della scelta del ministro di fare a meno di una parte rilevante dell'area moderata di questa regione. Non si può escludere - conclude Poli Bortone - che le dimissioni siano oggi soltanto un atto di facciata, firmato con la segreta speranza che il presidente Berlusconi le respingerà: visto dall'esterno del Pdl, non sarebbe affatto un bel segnale, in un momento in cui è chiaro che c'è bisogno di rifondare i presupposti sui quali si fonda l'alternativa a Vendola".
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