giovedì 25 marzo 2010

ELEZIONI REGIONALI 2010 (73) - NICHI VENDOLA A LECCE: "PUGLIA IN PIEDI ED ORGOGLIOSA DI SE"

Il governatore uscente in piazza
Sant’Oronzo accolto con entusiasmo,
rende omaggio al giornalista Frascaro
e lancia stilettate a Fitto e al centrodestra:
“Abbiamo svegliato la bella addormentata”
25 Marzo 2010
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
Piazza Sant’Oronzo abbraccia Nichi Vendola, nel suo tour elettorale conclusivo nel Salento: bandiere e striscioni lo accolgono con quel tradizionale calore, che lo accompagna in molti dei suoi appuntamenti. Ma è un Vendola contristato, quello che esordisce sul palco di Lecce, che chiede il silenzio, il raccoglimento, l’accantonamento per pochi istanti dei cartelloni, delle urla, dei cori. Un istante di commozione per ricordare Michele Frascaro, il direttore de L’Impaziente, scomparso domenica sera per un infarto: è a lui che il candidato del centrosinistra rivolge il suo primo pensiero.
“Michele era felice perché la politica era la sua felicità e la pancia della sua compagna aveva in dono una creatura e stava per diventare papà. Il suo cuore ha ceduto, perché il suo cuore era troppo grande e il nostro mondo troppo piccolo per contenerlo tutto”. Gli applausi scandiscono il ritmo dell’emozione. Michele certamente sarebbe stato in piazza a sostenere con passione la “Puglia migliore”.
Poi Vendola inizia il suo intervento, concedendo una battuta sul “racconto unico dei proprietari di TeleTrama”, sottolineando di “rispettare i giornalisti e i cameraman che lavorano” e rispondendo ancora una volta alla polemica sui pullman. Poi il candidato del centrosinistra inizia il racconto della sua Puglia, e di quando cinque anni fa una terra “fortino del consenso elettorale del centrodestra e governata dalla protesi di Berlusconi improvvisamente si smarrì dentro un’avventura nuova e io fui guardato come una strana anomalia, fui studiato, radiografato, e ovviamente dissero che avrei retto poco perché un poeta non può stare nel palazzo del potere”.
“Questa piazza - afferma Vendola - dice che anche se abbiamo fatto tanti errori, ma il senso di quel cambiamento e la buona fede e l’impegno con cui abbiamo lavorato in questi cinque anni, un risultato l’abbiamo prodotto: oggi questa è una terra orgogliosa di essere ciò che è, è una Puglia in piedi. Ieri era una Puglia, morta e addormentata, oggi è sveglia e guarda al proprio futuro”. Vendola sottolinea il risveglio della “bella addormentata nel bosco”, baciata da un principe che “è stato il popolo pugliese”, con “una nuova coscienza dei propri diritti e uno stimolo di una nuova cittadinanza”.
Il governatore uscente espone i suoi traguardi: la questione ambientale, con la legge antidiossina, il no al nucleare, la lotta ad ogni tipo di precarietà, “con un vero corpo a corpo”, perché “tutto era stato collocato in una dimensione di mercificazione”, quella del “mondo-market”. “Vorrei dire al ministro pugliese - dichiara - che lui non riesce proprio a intendere questo punto decisivo della storia umana, che noi pensiamo che prima ancora di dover vincere le elezioni sia importante costruire uno sbarramento contro questa cultura della mercificazione di tutto perché è sacrilega, viola la dignità della vita, come se le persone avessero solo un prezzo e non un valore”. La privatizzazione dell’acqua e dell’acquedotto è “una bestemmia contro il cielo”.
Vendola non risparmia stilettate al ministro Fitto, a Stefania Prestigiacomo e a Silvio Berlusconi, chiarendo a chi gli grida dalla piazza di “vietare l’ingresso al premier”, che preferisce, invece, “fargli avere contatto con i suoi fantasmi”: “Io non lotto contro Berlusconi - dichiara - ma contro il berlusconismo imperante”.
Mauro Bortone

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