Di Stefano Boccardi
Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Ha vinto Nichi Vendala. Come cinque anni fa. Ha vinto di nuovo l’ex ragazzo di Terlizzi. E a mezzanotte, quando il dato sembra consolidato, il suo vantaggio sul candidato del centrodestra, il salentino Rocco Palese, supera i sette punti percentuali (49,240 a fronte del 42,090).
Una vittoria inequivocabile, sulla quale non c’è mai stata discussione sin dai minuti immediatamente successivi alla chiusura dei seggi. Sin da quando sono state diffuse le prime previsioni e le prime proiezioni. Sin da quando s’è avuta conferma che è salito il numero dei pugliesi che hanno disertato le urne (ha votato solo il 63,1% degli aventi diritto a fronte del 70,4% del 2005).
Ha vinto Nichi Vendola, ma non v’è dubbio che non poco gli hanno giovato la presenza del terzo polo moderato e la candidatura della senatrice Adriana Poli Bortone. La fondatrice di «Io Sud», ex coordinatrice regionale del Popolo delle Libertà e alleata dell’Udc di Casini, ha conseguito un risultato dignitoso, attestandosi (quando - lo ripetiamo - è mezzanotte) all’8.3 per cento. Non è andato oltre lo 0,3 per cento, invece, Michele Rizzi, candidato di Alternativa comunista. Il quale, alla pari della senatrice leccese, ha comunque espresso la sua soddisfazione per i consensi attribuitigli.
Fin qui i dati. Va aggiunto che il popolo di Nichi Vendola ha festeggiato sino a notte inoltrata. Una festa preceduta dalla trepidante attesa intorno al quartier generale del presidente in via De Rossi. Una festa che è esplosa in gioia ininterrotta intorno alle 22, quando Vendola si è presentato in piazza della Libertà accompagnato dal sindaco Michele Emiliano, dal coordinatore regionale di Sinistra ecologia e libertà, Nicola Fratoianni, e dal segretario regionale dell’ Italia dei valori, Pierfelice Zazzera. Ad attenderlo, sotto il palco allestito davanti al teatro Piccinni, oltre a circa duemila persone, il socialista e compagno di partito, Onofrio Introna. Una festa che Vendola, come da copione, ha voluto bagnare con lo spumante.
Esattamente come accadde la sera del 24 gennaio, quando, sbeffeggiando con i fatti i tanti capi e capetti del Pd, stracciò nel confronto delle primarie Francesco Boccia. Da allora, in tanti, a cominciare proprio da Michele Emiliano e dallo stesso Massimo D’Alema (ma anche da personaggi come Zazzera) hanno provato a ricucire il rapporto con l’ex ragazzo di Terlizzi.
È difficile dire quanto peseranno nelle prossime settimane le ferite e gli strappi dei mesi scorsi. Così come è difficile dire quale sarà il destino politico del presidente Vendola, che da più parti in queste ore viene già tirato per la giacchetta e indicato come futuro leader del nuovo centrosinistra nazionale. Di sicuro - e lo ha detto chiaramente anche dal palco di piazza della Libertà, dove, trattenendo la commozione, ha ricordato il padre Francesco, l’amico Denny Gadaleta, il prof. Arcangelo Leone De Castris e il giornalista salentino, Michele Frascaro, stroncato a 37 anni da un infarto pochi giorni - il presidente non chiuderà le 150 fabbriche di Nichi, dalle quali nei mesi scorsi gli sono giunti gli incoraggiamenti più sinceri a resistere contro ogni ostacolo.
«Questa delle fabbriche di Nichi - aveva detto poco prima, parlando con alcuni giornalisti - è un’esperienza che non è stata immaginata come un modello. Questa è un’esperienza che ha messo in campo storie assolutamente inedite. Quello che si è fatto con le 150 fabbriche di Nichi, ha prodotto un valore aggiunto in termini elettorali straordinario. Ha prodotto un valore aggiunto in termini di crescita di una nuova cultura politica».
«Chi ha visitato le nostre fabbriche - aveva aggiunto - ha scoperto una varietà creativa straordinaria di invenzioni di luoghi e di forme di comunicazione. Poi ha percepito che nell’agire politico c’è bisogno di accorciare la distanza tra il dire e il fare. Tra i fini e i mezzi». Vendola ha quindi promesso che «faremo gli stati generali di queste fabbriche e decideremo insieme che farne».
«Perché - ha spiegato - le fabbriche di Nichi vanno oltre il centrosinistra. Vanno anche oltre Sinistra ecologia e libertà». «Sono - ha concluso - un patrimonio per me importante. Devo dire la verità: sono il luogo politico in cui io personalmente mi sono trovato più a mio agio in assoluto».
Una vittoria inequivocabile, sulla quale non c’è mai stata discussione sin dai minuti immediatamente successivi alla chiusura dei seggi. Sin da quando sono state diffuse le prime previsioni e le prime proiezioni. Sin da quando s’è avuta conferma che è salito il numero dei pugliesi che hanno disertato le urne (ha votato solo il 63,1% degli aventi diritto a fronte del 70,4% del 2005).
Ha vinto Nichi Vendola, ma non v’è dubbio che non poco gli hanno giovato la presenza del terzo polo moderato e la candidatura della senatrice Adriana Poli Bortone. La fondatrice di «Io Sud», ex coordinatrice regionale del Popolo delle Libertà e alleata dell’Udc di Casini, ha conseguito un risultato dignitoso, attestandosi (quando - lo ripetiamo - è mezzanotte) all’8.3 per cento. Non è andato oltre lo 0,3 per cento, invece, Michele Rizzi, candidato di Alternativa comunista. Il quale, alla pari della senatrice leccese, ha comunque espresso la sua soddisfazione per i consensi attribuitigli.
Fin qui i dati. Va aggiunto che il popolo di Nichi Vendola ha festeggiato sino a notte inoltrata. Una festa preceduta dalla trepidante attesa intorno al quartier generale del presidente in via De Rossi. Una festa che è esplosa in gioia ininterrotta intorno alle 22, quando Vendola si è presentato in piazza della Libertà accompagnato dal sindaco Michele Emiliano, dal coordinatore regionale di Sinistra ecologia e libertà, Nicola Fratoianni, e dal segretario regionale dell’ Italia dei valori, Pierfelice Zazzera. Ad attenderlo, sotto il palco allestito davanti al teatro Piccinni, oltre a circa duemila persone, il socialista e compagno di partito, Onofrio Introna. Una festa che Vendola, come da copione, ha voluto bagnare con lo spumante.
Esattamente come accadde la sera del 24 gennaio, quando, sbeffeggiando con i fatti i tanti capi e capetti del Pd, stracciò nel confronto delle primarie Francesco Boccia. Da allora, in tanti, a cominciare proprio da Michele Emiliano e dallo stesso Massimo D’Alema (ma anche da personaggi come Zazzera) hanno provato a ricucire il rapporto con l’ex ragazzo di Terlizzi.
È difficile dire quanto peseranno nelle prossime settimane le ferite e gli strappi dei mesi scorsi. Così come è difficile dire quale sarà il destino politico del presidente Vendola, che da più parti in queste ore viene già tirato per la giacchetta e indicato come futuro leader del nuovo centrosinistra nazionale. Di sicuro - e lo ha detto chiaramente anche dal palco di piazza della Libertà, dove, trattenendo la commozione, ha ricordato il padre Francesco, l’amico Denny Gadaleta, il prof. Arcangelo Leone De Castris e il giornalista salentino, Michele Frascaro, stroncato a 37 anni da un infarto pochi giorni - il presidente non chiuderà le 150 fabbriche di Nichi, dalle quali nei mesi scorsi gli sono giunti gli incoraggiamenti più sinceri a resistere contro ogni ostacolo.
«Questa delle fabbriche di Nichi - aveva detto poco prima, parlando con alcuni giornalisti - è un’esperienza che non è stata immaginata come un modello. Questa è un’esperienza che ha messo in campo storie assolutamente inedite. Quello che si è fatto con le 150 fabbriche di Nichi, ha prodotto un valore aggiunto in termini elettorali straordinario. Ha prodotto un valore aggiunto in termini di crescita di una nuova cultura politica».
«Chi ha visitato le nostre fabbriche - aveva aggiunto - ha scoperto una varietà creativa straordinaria di invenzioni di luoghi e di forme di comunicazione. Poi ha percepito che nell’agire politico c’è bisogno di accorciare la distanza tra il dire e il fare. Tra i fini e i mezzi». Vendola ha quindi promesso che «faremo gli stati generali di queste fabbriche e decideremo insieme che farne».
«Perché - ha spiegato - le fabbriche di Nichi vanno oltre il centrosinistra. Vanno anche oltre Sinistra ecologia e libertà». «Sono - ha concluso - un patrimonio per me importante. Devo dire la verità: sono il luogo politico in cui io personalmente mi sono trovato più a mio agio in assoluto».
Nessun commento:
Posta un commento