La proposta shock lanciata ieri
con l'articolo dello scrittore:
osservatori alle elezioni
per mettere un freno
a "voto di scambio e inquisiti nelle liste".
Il portavoce Eschenbaecher:
Il portavoce Eschenbaecher:
"Finora nessuno ci ha chiamato"
"Nel 2008 voto regolare,
"Nel 2008 voto regolare,
ma sulle reti Mediaset
una linea troppo favorevole al Pdl".
"Osce pronta a intervenire
"Osce pronta a intervenire
ma serve l'ok del governo"
21 Marzo 2010
21 Marzo 2010
di Anais Ginori
Tratto dal Sito Internet
www.repubblica.it
"Siamo già stati in Germania, Norvegia, Italia. Andiamo dappertutto. Di solito, spetta al governo invitare i nostri osservatori per l'appuntamento elettorale. In questo caso, non è avvenuto". Jens Eschenbaecher è il portavoce dell'ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Osce. Dal 1991, l'organismo internazionale con sede a Varsavia ha inviato i suoi osservatori in molti paesi europei. Anche in Italia. L'ultima volta è stata alle politiche dell'aprile 2008.
Come si svolse la missione?
"Eravamo stati chiamati dall'allora ministro degli Esteri Massimo D'Alema. C'era stata una fase preparatoria, subito dopo lo scioglimento delle Camere e successivamente a ridosso del voto. Nel complesso, i nostri esperti non avevano constatato gravi irregolarità".
Il caos delle elezioni regionali non meriterebbe la vostra attenzione?
"In tanti anni, ci è accaduto raramente di occuparci di scrutini locali. Concentriamo il nostro lavoro su elezioni nazionali, che siano presidenziali o parlamentari. In ogni caso, ripeto: interveniamo solo quando c'è la richiesta ufficiale di un governo".
Dall'Italia non vi ha chiamato nessuno per la prossima scadenza?
"No, nessuna richiesta da Roma, ma forse sarebbe stato strano il contrario. Il mandato dell'Osce non prevede controlli sul voto amministrativo".
Entrate in campo solo quando ci sono rischi di brogli o irregolarità?
"È un luogo comune. La nostra missione è assicurare il pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, promuovendo i principi della democrazia".
E quindi in Europa dove c'è stato bisogno di voi?
"Qualche mese fa, gli esperti dell'Osce sono stati inviati in Germania. Prima ancora eravamo stati in Norvegia. Cito questi due esempi per far capire che non interveniamo solo quando c'è una presunta emergenza democratica".
In Italia si potrebbero fare passi avanti, no?
"Nel 2008, l'Osce si è limitato a monitorare il sistema di procedure: la formazione delle liste e delle candidature, il diritto di voto passivo e attivo, la comunicazione elettorale. Abbiamo fatto quella che in gergo si chiama "missione di valutazione"".
Quali furono allora le critiche?
"Secondo il rapporto dei nostri esperti, la campagna elettorale del 2008 era stata pluralistica e competitiva, anche se era stata segnalata la linea editoriale favorevole al Pdl nei canali Mediaset. Ma l'Italia ha una tradizione di elezioni democratiche caratterizzate da un elevato tasso di partecipazione. E questo è indubbiamente positivo rispetto ad altri paesi europei".
www.repubblica.it
"Siamo già stati in Germania, Norvegia, Italia. Andiamo dappertutto. Di solito, spetta al governo invitare i nostri osservatori per l'appuntamento elettorale. In questo caso, non è avvenuto". Jens Eschenbaecher è il portavoce dell'ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Osce. Dal 1991, l'organismo internazionale con sede a Varsavia ha inviato i suoi osservatori in molti paesi europei. Anche in Italia. L'ultima volta è stata alle politiche dell'aprile 2008.
Come si svolse la missione?
"Eravamo stati chiamati dall'allora ministro degli Esteri Massimo D'Alema. C'era stata una fase preparatoria, subito dopo lo scioglimento delle Camere e successivamente a ridosso del voto. Nel complesso, i nostri esperti non avevano constatato gravi irregolarità".
Il caos delle elezioni regionali non meriterebbe la vostra attenzione?
"In tanti anni, ci è accaduto raramente di occuparci di scrutini locali. Concentriamo il nostro lavoro su elezioni nazionali, che siano presidenziali o parlamentari. In ogni caso, ripeto: interveniamo solo quando c'è la richiesta ufficiale di un governo".
Dall'Italia non vi ha chiamato nessuno per la prossima scadenza?
"No, nessuna richiesta da Roma, ma forse sarebbe stato strano il contrario. Il mandato dell'Osce non prevede controlli sul voto amministrativo".
Entrate in campo solo quando ci sono rischi di brogli o irregolarità?
"È un luogo comune. La nostra missione è assicurare il pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, promuovendo i principi della democrazia".
E quindi in Europa dove c'è stato bisogno di voi?
"Qualche mese fa, gli esperti dell'Osce sono stati inviati in Germania. Prima ancora eravamo stati in Norvegia. Cito questi due esempi per far capire che non interveniamo solo quando c'è una presunta emergenza democratica".
In Italia si potrebbero fare passi avanti, no?
"Nel 2008, l'Osce si è limitato a monitorare il sistema di procedure: la formazione delle liste e delle candidature, il diritto di voto passivo e attivo, la comunicazione elettorale. Abbiamo fatto quella che in gergo si chiama "missione di valutazione"".
Quali furono allora le critiche?
"Secondo il rapporto dei nostri esperti, la campagna elettorale del 2008 era stata pluralistica e competitiva, anche se era stata segnalata la linea editoriale favorevole al Pdl nei canali Mediaset. Ma l'Italia ha una tradizione di elezioni democratiche caratterizzate da un elevato tasso di partecipazione. E questo è indubbiamente positivo rispetto ad altri paesi europei".
Nessun commento:
Posta un commento