Capo e «delfino», platea divisa.
Su De Luca l’ultimo duello
Pressing sul magistrato di «Why not»
Pressing sul magistrato di «Why not»
perché si candidi in Campania
Tratto dal Sito Internet
www.corriere.it
Ecco s’avanza uno strano soldato... Viene da Corsico, provincia di Milano, con la sua storia da antico trinariciuto e i suoi baffoni alla Giulietto Chiesa («ah, magari ci fosse qui anche lui!»). «Sono comunista da quando avevo 14 anni e adesso ne ho 72, si faccia da solo due conti!», sbotta, petto in fuori, il compagno Luigi Autunno: «Mi sono iscritto con Togliatti, ho visto Longo, Berlinguer, Natta. La falce e martello la porto nel cuore». Scusi, ma Di Pietro che c’azzecca? «C’azzecca eccome. E’ l’unica opposizione. Fosse vivo Montanelli, sembrerebbe un rivoluzionario a confronto di questa pseudosinistra che c’è in Italia. E guardi che non sono solo».
Laboratorio dipietrista in movimento
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Ecco s’avanza uno strano soldato... Viene da Corsico, provincia di Milano, con la sua storia da antico trinariciuto e i suoi baffoni alla Giulietto Chiesa («ah, magari ci fosse qui anche lui!»). «Sono comunista da quando avevo 14 anni e adesso ne ho 72, si faccia da solo due conti!», sbotta, petto in fuori, il compagno Luigi Autunno: «Mi sono iscritto con Togliatti, ho visto Longo, Berlinguer, Natta. La falce e martello la porto nel cuore». Scusi, ma Di Pietro che c’azzecca? «C’azzecca eccome. E’ l’unica opposizione. Fosse vivo Montanelli, sembrerebbe un rivoluzionario a confronto di questa pseudosinistra che c’è in Italia. E guardi che non sono solo».
Laboratorio dipietrista in movimento
Sta per arrivare Luigi De Magistris, il delfino indigesto al sovrano eppure sempre evocato come erede inevitabile («ridiamo, leggendo le scemenze di voi giornalisti su noi due», dice Di Pietro). La sala Michelangelo si riempie in fretta dei delegati dell’Idv: metà di loro vorrebbe «Gigi» candidato governatore in Campania al posto dell’aborrito De Luca, l’altra metà lo vorrebbe accanto al padre fondatore pronto a soffiargli lo scranno. Tonino è già apparso tra le ovazioni, perché il partito - «una prateria che ho trasformato in prato fiorito» - ce l’ha comunque sempre in pugno, mica pinzillacchere. Però c’è da faticare, d’ora in poi.
Nei primi tempi di Mani pulite...
Nei primi tempi di Mani pulite...
...I ragazzi della sua squadretta di polizia giudiziaria lo chiamavano, adoranti e un po’ blasfemi, «la Madonna», a dirne la capacità di far miracoli in una Milano che aveva sempre affossato fino ad allora le inchieste per corruzione. Ora, nell’orrenda mattonella del Marriott a due passi da Fiumicino, Di Pietro deve fare il miracolo di trasformare un movimento carismatico in partito senza perderne la bussola perché il partito già gli cambia dna sotto il naso un minuto prima di nascere. Il compagno Autunno non racconta balle, sono tanti come lui. Se la Lega, per dirla con D’Alema, era una costola della sinistra, il sogno dell’Idv in febbre di crescita è prendersi tutto il costato. I vecchi cronisti ricordano a Vasto una base pittoresca, facile bersaglio del macchiettismo (Enzo Ruggero, segretario napoletano, dodici anni da consigliere comunale di Bassolino, ex diesse, sussurra: «Per la verità al sud non abbiamo solo cattiva stampa, abbiamo anche brutta gente... »). Ma tra le poltrone rosse del Marriott compaiono ragazzi che rossi sarebbero stati in altri tempi, tutti al primo approdo in politica, e poi professionisti, avvocati e professori, il ceto medio d’antan che nessuno capiva dove si fosse cacciato. Sicché col Pd l’aria è un po’ di flirt e un po’ di scippo. Dentro, De Magistris ammonisce: «Non dobbiamo aver paura di spostarci troppo a sinistra». E’ lui il beniamino di questo nuovo popolo, l’antideluca, dove De Luca è una metafora del trattativismo, un modo per non nominare Di Pietro invano. Gigi «Why Not» (come mormorano che Tonino lo chiami con qualche perfidia) fa l’occhietto agli antagonisti e usa locuzioni da figgiccino come «vigilanza democratica» così lontane dal lessico dipietrista, buone a scaldare cuori come quello di Andrea Bagaglio, 60 anni, fino a un anno fa medico del lavoro della Asl di Varese: «Nonno socialista perseguitato dai fascisti, padre partigiano, io comunista dal ’68, iscritto fino ai Ds, col Pd ho lasciato. Compagno dipietrista, io? Beh, certo che quimi sento a casa, presento una mozione sugli infortuni sul lavoro».
Pancho Pardi promette su De Magistris un «pressing psicologico»...
Pancho Pardi promette su De Magistris un «pressing psicologico»...
...Per indurlo a candidarsi in Campania. Di Pietro, si capisce, giura di non volere altro, magari fusse!, ripete, ma nei frequenti abbracci tra sovrano e delfino è difficile distinguere il trasporto affettivo dalla voglia di soffocarsi a vicenda. Scendono da Milano anche Gaia Del Zoppo e Fiorenza Da Rold, coordinamento donne Idv, con le idee chiarissime sui casi della Campania: «Di Pietro non apra a De Luca! Vogliamo Barbato». Francesco Barbato, big degli autoconvocati, sfoggia una maglietta contro i licenziamenti a Pomigliano, criniera da rockstar e aria da Masaniello postmoderno. Le telecamere lo assediano perché la sua è l’unica mozione oltre a quella di Di Pietro. «In verità non aveva raggiunto le firme, ma siccome siamo molto democratici gliel’abbiamo passata lo stesso», ridacchia Silvana Mura, mora dipietrista della prima ora. L’effetto bulgaro è scongiurato.
«Va bene, io mi sento di sinistra e Di Pietro no»...
«Va bene, io mi sento di sinistra e Di Pietro no»...
...Dice Carmelo Mangiaracino, 23 anni, caporedattore del giornaletto dei giovani Idv, primo impegno politico: «Ma il punto non è destra o sinistra, è il malcontento». «Noi siamo per De Magistris segretario e Di Pietro presidente », giura il responsabile dei giovani, Alessandro Lombardi, 24 anni. E De Luca? «Macché De Luca...». Già. Nemmeno l’indigesto candidato democratico in Campania basta, per ora, a turbare la fede dei dipietristi del Marriott, dei transfughi del Pd che dicono «quello era un partito nato morto...», dei gay impegnati come Franco Grillini che rivela «Di Pietro viene al congresso dell’Arcigay, me l’ha promesso»: quella pazza idea di coniugare la neolingua di Tonino con il sinistrese di Gigi, come si può, finché si può, in un’unica insalata politica che riempia i sogni del compagno Autunno.
Goffredo Buccini
06 febbraio 2010
Goffredo Buccini
06 febbraio 2010
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