lunedì 24 maggio 2010

SIAMO GIA' ALLA MACELLERIA SOCIALE

23 Maggio 2010
Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio sul fatto che non verranno toccate pensioni, sanità, Università e scuola, lasciano di stucco. Su tutta la linea, infatti, Berlusconi si è già contraddetto nei fatti ma sarà smentito ancor di più a breve, quando dovrà attuare una manovra ben più dura dei 26 miliardi annunciati in questi giorni. Per quanto riguarda le pensioni e la sanità mi auguro, invece, che nessuno creda alle parole del Presidente del Consiglio e del Governo, poiché sono dichiarazioni di chi "tira a campare".
Per l’istruzione, vorrei ricordare che l’intervento in stile “macelleria culturale” è già avvenuto attraverso tutti i tagli possibili, compresi quelli effettuati al comparto della ricerca.
Anche sulle pensioni sono già stati effettuati tagli nel modo peggiore. Infatti, chi ne aveva il diritto non ha potuto usufruirne: un diritto negato proprio quando il contribuente era in dirittura di arrivo.
L’Italia, dopo la Grecia che è fallita, è il Paese con il tasso di evasione più alto d’Europa. In Eurolandia la percentuale media di evasione rispetto al Pil è del 14%, noi siamo al 22%, otto punti percentuali sopra: una cifra imbarazzante.
Grazie allo scudo fiscale di Tremonti sono stati rimpatriati i capitali dei mafiosi e degli evasori, garantendo loro l’anonimato per proteggerli da controlli e lenti di ingrandimento non tanto di questo governo, filo-evasore, ma di quelli futuri.
Ora il governo sta pensando a una sanatoria sull’abusivismo edilizio, la terza di Berlusconi in 16 anni, salvo poi dichiarare pubblicamente il rilancio della lotta all’evasione.
Il gettito fiscale è crollato perché l’economia è prosciugata. Non c’è occupazione e l’evasione rappresenta ha ancora un’altissima incidenza, vuoi perché se non hai più soldi per mangiare la tentazione è quella di tenerteli, vuoi perché lo scudo fiscale ha dimostrato agli italiani onesti che se evadi paghi il 5% di tasse, se sei onesto ne paghi il 50%.
La spesa sanitaria deve essere toccata, altro che. Non per ridurla, ma per liberarla dagli snodi politico amministrativi che ne consentono la gestione dissennata, così come emerso per regioni come l’Abruzzo, la Campania, il Lazio, la Calabria.
In campo sanitario, in Italia c’è bisogno di mettere sotto controllo la spesa e le destinazioni illecite del fiume di denaro che ogni regione amministra per alimentare la rete clientelare e il malaffare.
Quello che il governo farà è tagliare la sanità a “modo suo”, facendo arrivare alle regioni gli stessi soldi ma magicamente i cittadini pagheranno il Welfare sempre di più.
Manderanno a casa migliaia di dipendenti pubblici.
Aumenteranno le tasse anche per le imprese che hanno resistito alla stretta delle banche.
Ma di abolizione delle province, di riduzione del 50% dei Parlamentari, di eliminazione dei doppi incarichi, di eliminazione del diritto alla pensione dopo due anni e mezzo per un politico e degli efficentamenti da intraprendere ora, e non dal 2011, non sentirete mai parlare. Almeno finchè la Merkel non deciderà di buttarci fuori dall’Unione Europea.

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