Le accuse: turbativa d’asta,
violazione del segreto d'ufficio,
falso e corruzione. Indagati
anche imprenditori e amministratori.
Il secondo filone "Galatea" dei Ros
si diparte dall'omicidio Padovano
17 Maggio 2010
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
Volti illustri di politici, imprenditori, esponenti istituzionali. L’inchiesta “Galatea”, condotta dai carabinieri del Ros, giunge alla seconda fase e fa tremare i muti dei palazzi. Due gli arresti eccellenti, eseguiti questa mattina, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura della Repubblica. Si tratta dell’avvocato Flavio Fasano, 51enne ex assessore provinciale ai Lavori pubblici ed ex sindaco di Gallipoli, aderente ai Ds, e di Gino Siciliano, 68enne, imprenditore originario di Salve, amministratore della Five Srl (noto per aver rivestito nel passato la carica di amministratore delegato della Lupiae servizi di Lecce e ruotante all’epoca nell’area di An). Entrambi sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in turbata libertà degli incanti e violazione del segreto d’ufficio, continuati, falso, per induzione in errore, determinato dall’altrui inganno, aggravato e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.
L’operazione è la diretta prosecuzione di un’indagine già condotta dal raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, a carico del “Clan Padovano”, egemone a Gallipoli e comuni limitrofi, organico alla frangia salentina della Scu, ed incentrata in particolare sull’omicidio di Salvatore Padovano, “Nino bomba”, storico capo del clan omonimo, avvenuto il 6 settembre del 2008, e per il quale sono indagati l’esecutore materiale, il siciliano Carmelo Mendolia, diversi presunti correi ed i mandanti, fra cui fratello dell’ucciso, Pompeo Rosario Padovano (diversi sono in carcere, tra cui i due citati). Sulla scorta di quest’indagine, n’è dunque scaturita una seconda. Lo sviluppo avrebbe, infatti, fatto luce su presunti illeciti commessi da pubblici amministratori, dirigenti ed imprenditori, nella gestione di appalti e nelle procedure di nomina di pubblici dirigenti.
Se ai domiciliari sono finiti Fasano e Siciliano, ulteriori due misure cautelari dell’obbligo di dimora sono state notificate a carico di Giovanni Lagioia, imprenditore, socio della Five Srl (è noto soprattutto per essere presidente della sezione comunicazione di Confindustria Lecce), e Stefano Zampino, dirigente della Provincia di Lecce. L’attuale filone d’inchiesta sui reati contro la pubblica amministrazione ed altro è stato condotto a partire dal novembre del 2008, parallelamente a quello relativo all’omicidio di Padovano. Tre distinte vicende, in particolare, sono finite sotto la lente: la gara d’appalto per la rimozione della cartellonistica pubblicitaria e la gestione degli spazi pubblicitari, bandita dalla Provincia di Lecce nel dicembre del 2008; il “progetto per la realizzazione dell’Istituto nautico di Gallipoli, avviato dalla Provincia di Lecce nel 2009; e l’assunzione illegittima di un coindagato nel procedimento, in qualità di dirigente del Comune di Parabita.
Numerosa la documentazione sequestrata in vari uffici pubblici: Provincia di Lecce, Camera di commercio di Lecce, la sede di Lecce della Monte dei Paschi di Siena e poi, Comuni di Gallipoli, Acquarica del Capo e Parabita. Oltre all’esecuzione delle misure cautelari, sono stati notificati sette avvisi di conclusione delle indagini nei confronti di altrettante persone, indagate, a vario titolo, per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e abuso d’ufficio. Si tratta di Alfredo Barone, imprenditore 54enne di Parabita, Michela Corsi, 43enne, di Roma, funzionaria dell’autorità di vigilanza sui contratti pubblici, Giuseppe Leopizzi, 44enne, di Merine (Lizzanello), segretario comunale ad Acquarica del Capo, Adriano Merico, 55enne, sindaco di Parabita, Michele Patano, 49enne, di Triggiano (Bari), direttore tecnico della Cotup, Stefano Prete, 36enne, di Parabita, ritenuto stretto collaboratore del sindaco Merico, e di Mirko Vitali, 37enne, consigliere comunale di Matino.
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Volti illustri di politici, imprenditori, esponenti istituzionali. L’inchiesta “Galatea”, condotta dai carabinieri del Ros, giunge alla seconda fase e fa tremare i muti dei palazzi. Due gli arresti eccellenti, eseguiti questa mattina, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura della Repubblica. Si tratta dell’avvocato Flavio Fasano, 51enne ex assessore provinciale ai Lavori pubblici ed ex sindaco di Gallipoli, aderente ai Ds, e di Gino Siciliano, 68enne, imprenditore originario di Salve, amministratore della Five Srl (noto per aver rivestito nel passato la carica di amministratore delegato della Lupiae servizi di Lecce e ruotante all’epoca nell’area di An). Entrambi sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in turbata libertà degli incanti e violazione del segreto d’ufficio, continuati, falso, per induzione in errore, determinato dall’altrui inganno, aggravato e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.
L’operazione è la diretta prosecuzione di un’indagine già condotta dal raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, a carico del “Clan Padovano”, egemone a Gallipoli e comuni limitrofi, organico alla frangia salentina della Scu, ed incentrata in particolare sull’omicidio di Salvatore Padovano, “Nino bomba”, storico capo del clan omonimo, avvenuto il 6 settembre del 2008, e per il quale sono indagati l’esecutore materiale, il siciliano Carmelo Mendolia, diversi presunti correi ed i mandanti, fra cui fratello dell’ucciso, Pompeo Rosario Padovano (diversi sono in carcere, tra cui i due citati). Sulla scorta di quest’indagine, n’è dunque scaturita una seconda. Lo sviluppo avrebbe, infatti, fatto luce su presunti illeciti commessi da pubblici amministratori, dirigenti ed imprenditori, nella gestione di appalti e nelle procedure di nomina di pubblici dirigenti.
Se ai domiciliari sono finiti Fasano e Siciliano, ulteriori due misure cautelari dell’obbligo di dimora sono state notificate a carico di Giovanni Lagioia, imprenditore, socio della Five Srl (è noto soprattutto per essere presidente della sezione comunicazione di Confindustria Lecce), e Stefano Zampino, dirigente della Provincia di Lecce. L’attuale filone d’inchiesta sui reati contro la pubblica amministrazione ed altro è stato condotto a partire dal novembre del 2008, parallelamente a quello relativo all’omicidio di Padovano. Tre distinte vicende, in particolare, sono finite sotto la lente: la gara d’appalto per la rimozione della cartellonistica pubblicitaria e la gestione degli spazi pubblicitari, bandita dalla Provincia di Lecce nel dicembre del 2008; il “progetto per la realizzazione dell’Istituto nautico di Gallipoli, avviato dalla Provincia di Lecce nel 2009; e l’assunzione illegittima di un coindagato nel procedimento, in qualità di dirigente del Comune di Parabita.
Numerosa la documentazione sequestrata in vari uffici pubblici: Provincia di Lecce, Camera di commercio di Lecce, la sede di Lecce della Monte dei Paschi di Siena e poi, Comuni di Gallipoli, Acquarica del Capo e Parabita. Oltre all’esecuzione delle misure cautelari, sono stati notificati sette avvisi di conclusione delle indagini nei confronti di altrettante persone, indagate, a vario titolo, per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e abuso d’ufficio. Si tratta di Alfredo Barone, imprenditore 54enne di Parabita, Michela Corsi, 43enne, di Roma, funzionaria dell’autorità di vigilanza sui contratti pubblici, Giuseppe Leopizzi, 44enne, di Merine (Lizzanello), segretario comunale ad Acquarica del Capo, Adriano Merico, 55enne, sindaco di Parabita, Michele Patano, 49enne, di Triggiano (Bari), direttore tecnico della Cotup, Stefano Prete, 36enne, di Parabita, ritenuto stretto collaboratore del sindaco Merico, e di Mirko Vitali, 37enne, consigliere comunale di Matino.
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