lunedì 24 maggio 2010

IL PAPA A FATIMA (7) - BENEDETTO XVI°: IL MESSAGGIO DI FATIMA INSEGNA A SPERARE IN DIO

Catechesi all'Udienza generale
del mercoledì
19 maggio 2010
Tratto da ZENIT.org
Il messaggio che viene da Fatima è un messaggio “consolante”, non di paura, che parla di speranza in Dio. Di una speranza che va oltre gli orrori della storia. E' quanto ha detto questo mercoledì Benedetto XVI nel ripercorre, in occasione dell’Udienza generale del mercoledì in Piazza San Pietro, le tappe salienti del suo recente viaggio apostolico in Portogallo.
Parlando di fronte a circa 30 mila persone il Papa ha spiegato che quello affidato dalla Madonna ai tre pastorelli “è un messaggio incentrato sulla preghiera, sulla penitenza e sulla conversione, che si proietta oltre le minacce, i pericoli e gli orrori della storia, per invitare l’uomo ad avere fiducia nell’azione di Dio, a coltivare la grande Speranza, a fare esperienza della grazia del Signore per innamorarsi di Lui, fonte dell’amore e della pace”.
“Un’esperienza toccante e ricca di doni spirituali” così ha descritto il Pontefice il suo viaggio in Portogallo, durante il quale, ha confessato, si è “sentito spiritualmente sostenuto” da Giovanni Paolo II, che per ben tre volte si è recato a Fatima, per ringraziare la Vergine dopo l’attentato del tredici maggio in piazza San Pietro.
Benedetto XVI ha detto di essersi fatto “pellegrino con i pellegrini” e di aver affidato alla Vergine le gioie e le sofferenze del mondo, come pure la vita dei sacerdoti.
“In questa nobile Terra - ha continuato il Santo Padre -, come in ogni altro Paese segnato profondamente dal cristianesimo, è possibile costruire un futuro di fraterna intesa e di collaborazione con le altre istanze culturali, aprendosi reciprocamente ad un dialogo sincero e rispettoso”.
Al termine delle sintesi nelle diverse lingue della sua catechesi, Benedetto XVI ha ricordato ai fedeli l’attuale periodo liturgico della Chiesa, caratterizzato dalla Novena della Pentecoste.
Successivamente ha rivolto ai giovani l'invito “ad essere docili all'azione dello Spirito Santo”; parlando ai malati li ha incoraggiati ad accoglierlo come Consolatore che li “aiuti a trasformare la sofferenza in offerta gradita a Dio per il bene dei fratelli”; mentre ai novelli sposi, ha auspicato che la vita di ogni famiglia “sia sempre alimentata dal fuoco dello Spirito, che è l'Amore stesso di Dio”.

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