9 Maggio 2010
Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
Pubblico una lettera rivolta a Giovanni Impastato in memoria di suo fratello Peppino, ucciso dalla mafia il 9 maggio di 32 anni fa per le sue attivita' di denuncia contro i clan siciliani.
Caro Giovanni,
sono con voi per ricordare il 32° anniversario dell’assassinio di Peppino. Sospinto da un forte apprezzamento morale e ideale nei confronti di tuo fratello, che mi impone oggi di offrire un concreto contributo per l’affermazione degli ideali di giustizia e di uguaglianza, voglio inviarti un messaggio di vicinanza.
L’unanime riconoscimento delle doti intellettuali di Peppino Impastato, unite alla fermezza del carattere e alla nobiltà degli ideali, gli ha consentito di diventare un valido esempio. Al centro della sua battaglia politica e civile, Peppino ha posto la lotta contro ogni forma di degenerazione mafiosa, massicciamente radicata nel tessuto della società siciliana, nonché l’esigenza di costruire una strategia credibile per il lavoro e lo sviluppo, capace di recuperare sul terreno della battaglia democratica e civile, il mondo della devianza giovanile presente nella realtà degradata della sua cittadina.
Peppino ha lanciato ai suoi concittadini e conterranei una liana per la salvezza dalla giungla mafiosa. Egli ha avuto a cuore la condizione dei giovani siciliani, spesso costretti a sottostare ai potenti, al ricatto politico, alla raccomandazione, al mafioso ed ha tentato di aggregare giovani puliti e preparati per portare al governo della sua città la legalità e la democrazia, per impedire che il potere illegale divenisse padrone assoluto del territorio.
Il 9 maggio è una data che rimane nella memoria collettiva: è il giorno in cui il mondo ha perso un ragazzo coraggioso che ha concretamente impegnato la sua faccia fino a sacrificare la vita per denunciare le logiche politico-criminali che muovono il potere.
Ricordo le parole di tua mamma Felicia che, ascoltando la gente sfilare nelle strade di Cinisi, disse: “Non se lo sono scordati a Peppino”. Ecco, caro Giovanni, a distanza di anni, voglio testimoniarti che nessuno ha dimenticato Peppino e il suo impegno antimafia, neanche io.
Spero tu possa sempre lavorare sul territorio continuando ad essere quello che già sei: un punto di riferimento e di coordinamento di tutto il movimento antimafia siciliano e nazionale, nel nome di Peppino”.
A presto.
Antonio Di Pietro
Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
Pubblico una lettera rivolta a Giovanni Impastato in memoria di suo fratello Peppino, ucciso dalla mafia il 9 maggio di 32 anni fa per le sue attivita' di denuncia contro i clan siciliani.
Caro Giovanni,
sono con voi per ricordare il 32° anniversario dell’assassinio di Peppino. Sospinto da un forte apprezzamento morale e ideale nei confronti di tuo fratello, che mi impone oggi di offrire un concreto contributo per l’affermazione degli ideali di giustizia e di uguaglianza, voglio inviarti un messaggio di vicinanza.
L’unanime riconoscimento delle doti intellettuali di Peppino Impastato, unite alla fermezza del carattere e alla nobiltà degli ideali, gli ha consentito di diventare un valido esempio. Al centro della sua battaglia politica e civile, Peppino ha posto la lotta contro ogni forma di degenerazione mafiosa, massicciamente radicata nel tessuto della società siciliana, nonché l’esigenza di costruire una strategia credibile per il lavoro e lo sviluppo, capace di recuperare sul terreno della battaglia democratica e civile, il mondo della devianza giovanile presente nella realtà degradata della sua cittadina.
Peppino ha lanciato ai suoi concittadini e conterranei una liana per la salvezza dalla giungla mafiosa. Egli ha avuto a cuore la condizione dei giovani siciliani, spesso costretti a sottostare ai potenti, al ricatto politico, alla raccomandazione, al mafioso ed ha tentato di aggregare giovani puliti e preparati per portare al governo della sua città la legalità e la democrazia, per impedire che il potere illegale divenisse padrone assoluto del territorio.
Il 9 maggio è una data che rimane nella memoria collettiva: è il giorno in cui il mondo ha perso un ragazzo coraggioso che ha concretamente impegnato la sua faccia fino a sacrificare la vita per denunciare le logiche politico-criminali che muovono il potere.
Ricordo le parole di tua mamma Felicia che, ascoltando la gente sfilare nelle strade di Cinisi, disse: “Non se lo sono scordati a Peppino”. Ecco, caro Giovanni, a distanza di anni, voglio testimoniarti che nessuno ha dimenticato Peppino e il suo impegno antimafia, neanche io.
Spero tu possa sempre lavorare sul territorio continuando ad essere quello che già sei: un punto di riferimento e di coordinamento di tutto il movimento antimafia siciliano e nazionale, nel nome di Peppino”.
A presto.
Antonio Di Pietro
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