martedì 18 maggio 2010

FIRMA ANCHE TU L'APPELLO AD ALFANO


Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
Onorevole Ministro Alfano,
dal giorno 6 maggio al carcere di Regina Coeli, a Roma, sono rinchiusi sette innocenti, la cui unica colpa è di essersi trovati fuori dallo stadio Olimpico la sera della partita di Coppa Italia Roma-Inter.
I loro nomi sono Antonello Cori , Emiliano Giacomobono, Alessio Amicone, Emanuele Pecorone, Emanuele De Gregorio, Stefano Carnesale, Luca Danieli.
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http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/articoli/giustizia/appello_ad_alfano.php
Di Stefano Pedica
La lettera che ieri, con i familiari dei sette ragazzi, abbiamo scritto al Ministro Alfano affinché faccia quanto in suo potere per avere giustizia, ha avuto un primo effetto: la disposizione degli arresti domiciliari per i due studenti abruzzesi, che questa notte sono tornati nel loro paese. Questo è sicuramente un altro passo avanti verso la risoluzione dei gravi errori commessi la notte della finale di Coppa Italia fra Roma e Inter. Ma non basta. Ne rimangono 5 dentro e ingiustamente. Serve la scarcerazione immediata di questi ragazzi che stanno pagando con il carcere un qualcosa che non hanno mai commesso. Hanno già subito troppo, violenza fisica o morale che sia, adesso devono tornare alle loro famiglie. Auspichiamo che il Tribunale del riesame, mercoledì prossimo, possa permettere a tutti di tornare dalle loro famiglie, e non con la disposizione dei domiciliari ma davvero liberi
Non dobbiamo far calare la tensione dopo la scarcerazione di Stefano Gugliotta, anzi, ora ancora di più dobbiamo far quadrato e stringerci attorno a tutti i ragazzi incensurati che sono finiti in carcere dopo la finale di Coppa Italia Roma-Inter e ai loro parenti. Non hanno mai avuto a che fare con la giustizia e ogni giorno si chiedono perchè sono ancora in carcere.
Io non riesco a capire se è stata fatta una retata di incensurati o c'era bisogno di far numero, prenderne dieci, venti. I fatti, però, dicono, che chi ha lanciato i sassi sta fuori e poi, tutti sono a conoscenza del fatto che le forze dell'ordine conoscono benissimo gli ultras. Questi ragazzi sono in galera da otto giorni e non vengono scarcerati perchè c'è il rischio di inquinamento delle prove: questo mi indigna.
Sono cittadini italiani che non hanno niente a vedere con i disordini e gli scontri della sera del 5 maggio. Ho presentato oggi in una conferenza stampa al Senato un disegno di legge che introduce l'Ufficio Matricola presso gli uffici di polizia giudiziaria, così come individuati dall'articolo 57 del Codice di Procedura Penale. Il ddl istituisce, inoltre, la cartella personale dell'arrestato, fermato, detenuto, e provvede alla installazione di un sistema di videosorveglianza presso gli uffici di polizia giudiziaria, gli istituti penitenziari e gli ospedali psichiatrici giudiziari. Credo che individuare i responsabili di comportamenti corretti e punirli è un'affermazione del diritto, ma anche, se non soprattutto, alla luce dei fatti di questi giorni, una difesa dell'onorabilità di tutti coloro che agiscono anche in condizioni assai difficili nella legalità e nel rispetto dell'individuo. E a maggior ragione lo dico oggi, giornata della Festa della polizia, perchè è giusto e doveroso sottolineare l'impegno e la correttezza delle forze dell'ordine. Mai fare di tutt'erba un fascio, ma è giusto puntare il dito contro le mele marce. Vado tutti i giorni a trovare i ragazzi in carcere. Sono demotivati, sfiduciati ed è per questo che ho deciso di organizzare, se mi verrà dato il permesso, una speciale partita di calcetto tra i sette ragazzi incensurati e la Polizia penitenziaria. Ovviamente, mi auguro che questa partita si possa fare non dentro Regina Coeli ma fuori, lontano dalle sbarre, dalle celle, da questa terribile esperienza da dimenticare. Richiamo l'impegno di tutti, parlamentari, media, cittadini, a non abbandonare le sorti dei ragazzi che lo ricordo per l'ennessima volta, si trovano ancora detenuti da vari giorni in carcere, senza sapere della loro sorte, e a causa di una burocrazia allucinante, con la sola imputazione di oltraggio a pubblico ufficiale.

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