venerdì 21 maggio 2010

IL PAPA A FATIMA (5) - BENEDETTO XVI°: "LA MISSIONE DI FATIMA NON E' CONCLUSA"

Più di 500.000 persone
accorrono alla Messa
13 maggio 2010
Tratto da ZENIT.org
“Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”, ha affermato questo giovedì Benedetto XVI nell'omelia della Messa solenne celebrata sulla spianata del Santuario di Fatima insieme a più di mezzo milione di pellegrini, del Portogallo e di altre Nazioni europee.
La missione della Chiesa oggi, ha detto il Papa, è quella di mostrare l'amore di Dio a un'umanità “pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di Nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo”.
“L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima”, ha aggiunto.
La solenne Eucaristia, celebrata sotto un sole splendente, è stata presieduta dal Papa e concelebrata con quattro Cardinali, 77 Vescovi e 1442 sacerdoti. La cerimonia è iniziata con la processione dell'immagine della Madonna di Fatima.
“Anch’io sono venuto come pellegrino a Fatima, a questa 'casa' che Maria ha scelto per parlare a noi nei tempi moderni”, ha riconosciuto il Papa, “perché verso questo luogo converge oggi la Chiesa pellegrinante, voluta dal Figlio suo quale strumento di evangelizzazione e sacramento di salvezza”.
Il Pontefice ha insistito sulla sua sollecitudine verso l'“umanità afflitta da miserie e sofferenze”: “in Dio, stringo al cuore tutti i loro figli e figlie, in particolare quanti di loro vivono nella tribolazione o abbandonati, nel desiderio di trasmettere loro quella speranza grande che arde nel mio cuore e che qui, a Fatima, si fa trovare in maniera più palpabile”.
“Sì! Il Signore, la nostra grande speranza, è con noi; nel suo amore misericordioso, offre un futuro al suo popolo: un futuro di comunione con sé”, ha esclamato Benedetto XVI.
Il Pontefice ha poi voluto anticipare la prossima celebrazione del centenario delle apparizioni della Madonna ai pastorelli, auspicando che i sette anni che mancano per la commemorazione possano “affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità”.
“Tra sette anni ritornerete qui per celebrare il centenario della prima visita fatta dalla Signora 'venuta dal Cielo', come Maestra che introduce i piccoli veggenti nell’intima conoscenza dell’Amore trinitario e li porta ad assaporare Dio stesso come la cosa più bella dell’esistenza umana”.
Questa esperienza, ha commentato, ha reso i pastorelli “innamorati di Dio in Gesù”.
“Dio può raggiungerci, offrendosi alla nostra visione interiore”, ha aggiunto, sottolineando che Cristo ha “il potere di infiammare i cuori più freddi e tristi”, perché “la fede in Dio apre all’uomo l’orizzonte di una speranza certa che non delude; indica un solido fondamento sul quale poggiare, senza paura, la propria vita; richiede l’abbandono, pieno di fiducia, nelle mani dell’Amore che sostiene il mondo”.
In questo senso, ha proposto come esempio proprio i pastorelli, che “hanno fatto della loro vita un’offerta a Dio e una condivisione con gli altri per amore di Dio”.
“La Madonna li ha aiutati ad aprire il cuore all’universalità dell’amore”, ha concluso. “Soltanto con questo amore di fraternità e di condivisione riusciremo ad edificare la civiltà dell’Amore e della Pace”.

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