Nel prossimo anno scolastico si riuscirebbe a tenere aperte le scuole per il minimo dei giorni disponibili solo con il minimo delle vacanze. Ma molte festività si sovrappongono: dal 2012 salterebbe tutto.
Di Salvo Intravaia
Tratto dal Sito Internet
www.repubblica.it
Per giorni ha tenuto banco la proposta amarcord del senatore Giorgio Rosario Costa (e soprattutto il consenso espresso dalla Gelmini) di iniziare le lezioni a scuola il primo ottobre, come negli anni sessanta. Ma è davvero praticabile una soluzione di questo tipo? Le Regioni, che in questi giorni stanno completando la mappa dei rientri a scuola per l'anno prossimo, possono davvero pensare di suonare la prima campanella ad ottobre? In teoria sì, ma non in pratica. Ecco perché.
In parecchie regioni italiane, il prossimo anno scolastico si concluderà l'11 giugno (sabato) 2011. Quanto basta per consentire agli insegnanti di svolgere gli scrutini finali in tempo e senza fretta prima dell'inizio della maturità. Un eventuale slittamento in avanti della chiusura dell'anno, magari a metà giugno, rischierebbe di fare slittare gli esami di stato delle scuole superiori a luglio inoltrato. In diverse località del paese, gli studenti si ritroverebbero a ripetere Foscolo e Manzoni con un caldo soffocante. Meglio evitare, quindi.
Aprendo il primo ottobre 2010 e chiudendo l'11 giugno 2011, tolte le domeniche e le feste nazionali (1 novembre, 8 dicembre, 25 dicembre, 1 gennaio, 6 gennaio, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno), sono a disposizione delle Regioni 211 giorni di lezione. A questi vanno tolti i giorni delle vacanze di Natale e Pasqua. Con le vacanze di Natale e Pasqua più brevi possibile (24 dicembre/6 gennaio e 22/25 aprile) vengono meno altri 11 giorni e si arriverebbe al limite dei 200 giorni utili per la validità dell'anno scolastico. E niente "ponti" e, soprattutto, niente festa del Santo patrono, che a Milano si festeggia il 7 dicembre (Sant'Ambrogio) e a Bari il 6 dicembre con San Nicola.
Ma quest'anno il calendario è estremamente favorevole, perché il 25 aprile corrisponde con il lunedì dell'Angelo (quello dopo la domenica di Pasqua) e il Primo maggio cade di domenica. Senza queste due circostanze "fortunate" non sarebbe possibile iniziare l'anno scolastico il primo ottobre e concludere le lezioni nella prima decade di giugno, o poco oltre, assicurando agli alunni almeno 200 giorni di lezione. A meno di non volere percorrere alcune strade. Si potrebbe chiudere, a titolo di esempio, l'anno a metà giugno. Oppure, accorciare ancora le vacanze di Natale, rientrando a scuola fra il 26 e il 31 dicembre, o ancora recarsi a scuola per qualche domenica o abolire il Primo maggio. E se neppure in questo modo vi si dovesse riuscire basterebbe modificare l'articolo 74 del Testo unico sulla pubblica istruzione che impone minimo 200 giorni di lezione. Così ristoratori e albergatori sarebbero finalmente contenti.
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Per giorni ha tenuto banco la proposta amarcord del senatore Giorgio Rosario Costa (e soprattutto il consenso espresso dalla Gelmini) di iniziare le lezioni a scuola il primo ottobre, come negli anni sessanta. Ma è davvero praticabile una soluzione di questo tipo? Le Regioni, che in questi giorni stanno completando la mappa dei rientri a scuola per l'anno prossimo, possono davvero pensare di suonare la prima campanella ad ottobre? In teoria sì, ma non in pratica. Ecco perché.
In parecchie regioni italiane, il prossimo anno scolastico si concluderà l'11 giugno (sabato) 2011. Quanto basta per consentire agli insegnanti di svolgere gli scrutini finali in tempo e senza fretta prima dell'inizio della maturità. Un eventuale slittamento in avanti della chiusura dell'anno, magari a metà giugno, rischierebbe di fare slittare gli esami di stato delle scuole superiori a luglio inoltrato. In diverse località del paese, gli studenti si ritroverebbero a ripetere Foscolo e Manzoni con un caldo soffocante. Meglio evitare, quindi.
Aprendo il primo ottobre 2010 e chiudendo l'11 giugno 2011, tolte le domeniche e le feste nazionali (1 novembre, 8 dicembre, 25 dicembre, 1 gennaio, 6 gennaio, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno), sono a disposizione delle Regioni 211 giorni di lezione. A questi vanno tolti i giorni delle vacanze di Natale e Pasqua. Con le vacanze di Natale e Pasqua più brevi possibile (24 dicembre/6 gennaio e 22/25 aprile) vengono meno altri 11 giorni e si arriverebbe al limite dei 200 giorni utili per la validità dell'anno scolastico. E niente "ponti" e, soprattutto, niente festa del Santo patrono, che a Milano si festeggia il 7 dicembre (Sant'Ambrogio) e a Bari il 6 dicembre con San Nicola.
Ma quest'anno il calendario è estremamente favorevole, perché il 25 aprile corrisponde con il lunedì dell'Angelo (quello dopo la domenica di Pasqua) e il Primo maggio cade di domenica. Senza queste due circostanze "fortunate" non sarebbe possibile iniziare l'anno scolastico il primo ottobre e concludere le lezioni nella prima decade di giugno, o poco oltre, assicurando agli alunni almeno 200 giorni di lezione. A meno di non volere percorrere alcune strade. Si potrebbe chiudere, a titolo di esempio, l'anno a metà giugno. Oppure, accorciare ancora le vacanze di Natale, rientrando a scuola fra il 26 e il 31 dicembre, o ancora recarsi a scuola per qualche domenica o abolire il Primo maggio. E se neppure in questo modo vi si dovesse riuscire basterebbe modificare l'articolo 74 del Testo unico sulla pubblica istruzione che impone minimo 200 giorni di lezione. Così ristoratori e albergatori sarebbero finalmente contenti.
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