venerdì 21 maggio 2010

FLAVIO FASANO: "HO AGITO SEMPRE NELL'INTERESSE DELLA PROVINCIA". ADESSO SARANNO ASCOLTATI ZAMPINO E LA GIOIA

Tratto dal Sito Internet
www.quotidianodipuglia.it
19 maggio - Si susseguono gli interrogatori di garanzia. Dopo quelli a Fasano e Siciliano, domani e venerdì saranno giornate particolarmente intense.
Domattina toccherà a Stefano Zampino, dirigente del servizio Strade della Provincia. L'accusa, è di essersi prestato a far assegnare al consorzio Five-Cotup l'appalto da 2 milioni e 800mila euro per la cartellonistica stradale. L'accusa è di turbativa d'asta.
Venerdì invece sarà la volta di Giovanni La Gioia, socio della "Five". Anche lui deve rispondere di turbativa d'asta per aver partecipato a tutte le operazioni preliminari del bando di gara provinciale. A La Gioia è contestato anche il reato di concorso in corruzione.
I primi interrogatori
Ieri sono stati invece ascoltati Fasano e Siciliano.
Gino Siciliano ha respinto ogni addebito: "Non ho mai corrotto nessuno". Stessa lunghezza d'onda anche per Flavio Fasano: "Ho agito solo e sempre nell'interesse della Provincia".
L'ordinanza
Corruzione, falso, turbativa d'asta e violazione del segreto d'ufficio. Con queste accuse sono stati arrestati ieri mattina Flavio Fasano e Luigi Siciliano, meglio conosciuto come Gino. L'ex sindaco di Gallipoli ed ex assessore ai Lavori Pubblici della Provincia di Lecce e l'ex presidente della Lupiae Servizi (società partecipata del Comune di Lecce) sono coinvolti nell'inchiesta "Galatea" condotta dai carabinieri del Reparto Operativo Speciale.
Le due ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Fasano e Siciliano, e le due misure cautelari di obbligo di dimora nei confronti di Giovanni La Gioia, imprenditore, e Stefano Zampino, dirigente della Provincia di Lecce, sono state emesse dal gip del Tribunale del capoluogo salentino, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti dei quattro indagati, e per concorso in turbata libertà degli incanti e violazione del segreto d'ufficio, falso per induzione in errore determinato dall'altrui inganno, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e abuso d'ufficio.
L'indagine costituisce il secondo stralcio di quella denominata “Galatea”, già condotta dal Ros. Questo filone d'inchiesta sui reati contro la pubblica amministrazione è stato condotto dal mese di novembre 2008, parallelamente a quello relativo all'omicidio del capo clan della Sacra corona di Gallipoli Salvatore Padovano, ucciso il 6 settembre dello stesso anno. Avvalendosi di alcuni risultati emersi in questo ambito investigativo, ha consentito di far emergere le responsabilità degli indagati in episodi di corruzione, con riferimento a tre vicende: la gara d'appalto per la rimozione della cartellonistica pubblicitaria e la gestione degli spazi pubblicitari, bandita dalla Provincia di Lecce nel mese di dicembre 2008; il progetto per la realizzazione dell'Istituto Nautico di Gallipoli, avviato dalla Provincia nel 2009; l'assunzione illegittima di un coindagato nel procedimento, in qualità di dirigente del Comune di Parabita. I carabinieri hanno già sequestrato una copiosa documentazione in vari uffici pubblici: Provincia di Lecce, Camera di Commercio di Lecce, Comune di Gallipoli, Comune di Acquarica del Capo, Comune di Parabita e Monte dei Paschi di Siena sede di Lecce. Contestualmente all'esecuzione delle misure cautelari, sono stati notificati 7 avvisi di conclusione delle indagini nei confronti dell'imprenditore Alfredo Barone, del sindaco di Parabita Adriano Merico e del suo collaboratore Stefano Prete, il segretario comunale di Acquarica del Capo Giuseppe Leopizzi, il consigliere comunale di Matino Mirko Vitali, il direttore tecnico del Cotup, Michele Patano e la funzionaria dell'Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici, Michela Corsi indagate, a vario titolo, per corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e abuso d'ufficio.
"Questa gara non la dobbiamo perdere"
C’era una cimice nello studio professionale dell’avvocato Flavio Fasano. La microspia, piazzata dai carabinieri del Ros nel novembre del 2008, ha permesso di aprire uno squarcio sui presunti risvolti illeciti legati all’appalto per la cartellonista sulle strade provinciali, ai destini del vecchio edificio dell’istituto Nautico che sorge sul lungomare di Gallipoli, all’assunzione del responsabile del settore economico finanziario del comune di Parabita.
La cimice ha intercettato le conversazioni di Fasano che, all’epoca dei fatti era assessore ai Lavori pubblici della Provincia. E dai dialoghi, secondo gli inquirenti, sarebbero emersi i suoi tentativi per pilotare la gara per l’affidamento del servizio di rimozione dei cartelli abusivamente installati lungo le strade provinciali e la gestione del nuovo servizio di pubblicità. «Questa gara non la dobbiamo perdere» dice Fasano colloquiando con Gino Siciliano, l’imprenditore di Salve, pure lui ai domiciliari con le accuse di turbativa d’asta, rivelazione di segreti d’ufficio e corruzione. La sola operazione di rimozione dei cartelloni abusivi avrebbe garantito un guadagno lordo di un milione 400 mila euro, con una percentuale da riconoscere alla Provincia del 4-5 per cento.
Secondo l’accusa il bando di gara, grazie alla complicità di un dirigente della Provincia, sarebbe stato confezionato da Fasano e da Siciliano, inserendo clausole che avrebbero ulteriormente ridotto il numero delle ditte partecipanti.

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