venerdì 21 maggio 2010

ANNOZERO - SANTORO ATTACCA LA RAI, I PARTITI E LA STAMPA

Il giornalista ha aperto
Annozero con un
lunghissimo intervento
dedicato al suo addio
all'azienda.
"Anni di ostracismo,
un autore ha bisogno
di libertà e di poter
immaginare il futuro".
Alla fine dice:
"Non ho ancora firmato,
se volete che resti
chiedetemelo"
Tratto dal Sito Internet
www.repubblica.it
"Gli unici ad avere sicuramente ragione e che possono perfino insultarmi sono gli spettatori". Così è iniziata la puntata di Annozero. Con un Michele Santoro in primo piano, scatenato contro la stampa (Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa) contro Berlusconi (e il suo "editto bulgaro") e con il Pd (che definisce in un passaggio "cialtroni"), mettendo dunque sullo stesso piano sia la maggioranza che l'opposizione che "decidono cosa accade in Rai".
"Non sono né stanco, né provato", ha detto in diretta attaccando in particolare l'articolo di Curzio Maltese 1pubblicato oggi sul nostro giornale. "E' una offesa grave dire che mi sono arreso, perché non mi sono mai arreso a nessuno e nemmeno all'indifferenza del suo giornale verso i problemi della libertà del giornalista televisivo". Evidentemente Santoro legge solo gli articoli che parlano di lui.
Il giornalista ha poi chiesto, ancora polemicamente, "quale giornalista della Rai, di Repubblica o del Corriere della Sera avrebbe mandato in onda una puntata con Patrizia D'Addario con una diffida arrivata dieci minuti prima sul suo tavolo?". E ancora. Si sono messi a parlare dei miei compensi perché sono l'unico di cui lo stipendio è noto".
In sostanza, il giornalista ha motivato la sua scelta di lasciare con un ostracismo che dura da anni, fatto di minacce, divieti, regole e regolamenti. "Non mi sono affatto arreso a Berlusconi". E si è difeso da quelle che ha definito "denigrazioni ipocrite", riferendosi alle accuse sulla buonuscita e sull'entità del contratto di collaborazione che si appresta a firmare con viale Mazzini.
"Prendiamo lezioni perfino da Bruno Vespa", ha detto, "ed è veramente il massimo che possa fare lezioni di morale e di contratti a noi, lui che viene pagato come l'ultimo premio oscar per fare un programma in crisi".
Polemica, dura, anche con il presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Sergio Zavoli e il leader Pd Pier Luigi Bersani. "Se si pensa che Annozero sia un prodotto proibito, scabroso del servizio pubblico, che non prevede quel tasso di libertà, di spregiudicatezza, di senso critico, allora lasciatemi andare via. Posso ritrovare recuperare quel respiro di libertà che ha caratterizzato Raiperunanotte e non restare accerchiato come il generale Custer e restare vittima degli amici e dei nemici".
C'è spazio anche per ricordare la lunga vicenda giudiziaria ("Sono qui non perché voluto ma perché lo ha deciso un giudice") e per i rimpianti: "Avrei voluto riportare in Rai Guzzanti e Luttazzi, e anche Biagi, e adesso altri ancora sono privati del diritto di espressione".
Alla fine conferma di non aver ancora firmato: "L'accordo è ancora lì - dice rivolto soprattutto ai dirigenti del Pd e ai membri del cda Rai di opposizione -. Se volete che resti chiedetemelo. Ma Annozero deve essere considerato la perla del servizio pubblico. Se mi considerate un estraneo, allora arrivederci e grazie. Trenta anni di battaglie non possono essere cancellati e il mio pubblico capirà".

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