alla responsabilità verso il creato
Di padre John Flynn, LC
25 aprile 2010
Di padre John Flynn, LC
25 aprile 2010
Tratto da ZENIT.org
Nei cinque anni trascorsi dalla sua elezione al soglio pontificio, Papa Benedetto XVI ha parlato più volte delle questioni relative all’ambiente. Per questo motivo, alcuni l’hanno addirittura chiamato il “Papa verde”, ma questa etichetta non rende ragione alle sue affermazioni.
Un'utile guida a ciò che l’attuale Pontefice ha detto sulla creazione e sulla nostra responsabilità è contenuta in un libro pubblicato lo scorso anno dalla giornalista Woodeene Koenig-Bricker. Nel volume, dal titolo “Ten Commandments for the Environment: Pope Benedict XVI Speaks Out for Creation and Justice” (Ave Maria Press), l’autrice raccoglie le dichiarazioni del Papa, a cui aggiunge le proprie opinioni personali sull’ambiente.
La frase “Ten Commandments for the Environment” non è di Benedetto XVI, ma è tratta dal titolo di un intervento del 2005 dell’allora Vescovo Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace (monsignor Crepaldi è attualmente Arcivescovo di Trieste).
Il messaggio principale di questi comandamenti è che dobbiamo essere amministratori responsabili della creazione di Dio; e questo corrisponde a ciò che il Pontefice ha successivamente riaffermato, secondo la Koenig-Bricker.
“Tutti vediamo oggi che l’uomo potrebbe distruggere il fondamento della sua esistenza, la sua terra, e quindi che non possiamo più semplicemente fare con questa nostra terra, con la realtà affidataci, quanto vogliamo e quanto appare nel momento utile e promettente”, ha affermato il Papa il 24 luglio 2007, rispondendo alle questioni poste dai sacerdoti delle Diocesi di Belluno-Feltre e Treviso.
Questa attenzione per la creazione si fonda su una convinzione che va ben al di là del mero impegno ecologico. Benedetto XVI lo ha detto chiaramente rispondendo a una domanda durante le sue vacanze estive dell’anno successivo. Nell’incontrare il clero della diocesi di Bolzano-Bressanone, il 6 agosto 2008, ha parlato di una “inscindibilità” tra creazione e redenzione.
Soggiogate la terra
“Il Redentore è il Creatore e se noi non annunciamo Dio in questa sua totale grandezza - di Creatore e di Redentore - togliamo valore anche alla Redenzione”, ha affermato il Santo Padre, dopo aver ricordato che purtroppo negli ultimi decenni la dottrina della creazione era quasi scomparsa dalla teologia.
I cristiani sono stati accusati, ha osservato il Papa, di essere responsabili della distruzione della creazione, a causa delle parole della Genesi: “Soggiogate la terra”.
Quest’accusa è falsa, secondo il Papa, poiché se vediamo la terra come creazione di Dio, “il compito di ‘soggiogarla’ non è mai stato inteso come un ordine di renderla schiava, ma piuttosto come compito di essere custodi della creazione e di svilupparne i doni; di collaborare noi stessi in modo attivo all’opera di Dio, all’evoluzione che Egli ha posto nel mondo, così che i doni della creazione siano valorizzati e non calpestati e distrutti”.
Su questo legame fra il naturale e il soprannaturale, tra fede in Dio e rispetto per la creazione Benedetto XVI è ritornato nella sua intervista ai giornalisti durante il volo diretto a Sydney, in Australia, il 12 luglio 2008.
“Abbiamo bisogno del dono della terra, del dono dell'acqua, abbiamo bisogno del Creatore. Il Creatore riappare nel Suo Creato, e, in tal modo, possiamo comprendere che non possiamo essere veramente felici, non possiamo veramente cercare la giustizia per tutto il mondo, senza un criterio nelle nostre idee, senza un Dio che sia giusto e ci doni la luce e la vita”, ha detto.
Il ruolo del Redentore è stato citato dal Papa anche nella sua Messa di Mezzanotte del Natale 2007. Cristo, ha sottolineato, “è venuto per ridare alla creazione, al cosmo la sua bellezza e la sua dignità: è questo che a Natale prende il suo inizio e fa giubilare gli Angeli”.
Il Natale è una festa della creazione ricostituita: la terra è rinnovata e noi celebriamo l’unità tra cielo e terra, e tra uomo e Dio, ha aggiunto.
Dono di Dio
Poco dopo la pubblicazione del libro della Koenig-Bricker, è uscita l’Enciclica del Papa “Caritas in Veritate”. In alcuni brani dell’Enciclica dedicati all’ambiente, il Pontefice mette in guardia dal rischio di vedere la natura sia come mero elemento materiale, sia come più importante della stessa persona umana. Dalla sola natura, intesa in senso puramente naturalistico, non può derivare la salvezza per l'uomo, sottolinea.
L’uomo deve governare responsabilmente la natura, afferma Benedetto XVI, cosa che implica il dovere di consegnare alle nuove generazioni una terra che si trovi in buone condizioni.
Questa non è solo una questione per la scienza o l’economia, aggiunge, ma deve essere integrata nell’ambito di un’ecologia umana che comprende tutto ciò che forma la nostra esistenza.
“Il libro della natura è uno e indivisibile, sul versante dell'ambiente come sul versante della vita, della sessualità, del matrimonio, della famiglia, delle relazioni sociali, in una parola dello sviluppo umano integrale”.
Benedetto XVI insiste sul fatto che esiste una contraddizione fondamentale nella nostra mentalità quando da un lato si insiste sul rispetto dell’ambiente, mentre dall’altro non si rispetta il diritto alla vita e alla morte naturale.
Questo nesso tra il rispetto dell’ambiente e il rispetto della vita è un tema ricorrente nelle affermazioni del Papa in tema ambientale.
“I grandi e importanti temi morali della pace, della non violenza, della giustizia e del rispetto del Creato, non conferiscono in se stessi la dignità all’uomo”, ha detto al nuovo Ambasciatore irlandese presso la Santa Sede il 15 settembre 2007.
La vita umana ha una dignità intrinseca, ha spiegato. “È spiacevole che non di rado gli stessi gruppi sociali e politici che meritevolmente sono in grande sintonia con la magnificenza della creazione di Dio, prestano scarsa attenzione alla meraviglia della vita in grembo”.
Ecologia e pace
All’inizio di quell’anno, in occasione della Giornata Mondiale della Pace 2007, Benedetto XVI ha anche legato la pace al rispetto per l’ambiente.
“Accanto all'ecologia della natura c'è dunque un'ecologia che potremmo dire ‘umana’, la quale a sua volta richiede una ‘ecologia sociale’”, ha osservato. “L'esperienza dimostra che ogni atteggiamento irrispettoso verso l'ambiente reca danni alla convivenza umana, e viceversa”, ha proseguito.
“Sempre più chiaramente emerge un nesso inscindibile tra la pace con il creato e la pace tra gli uomini. L'una e l'altra presuppongono la pace con Dio”, ha concluso.
Questo rapporto tra ecologia e pace è tornato come tema centrale nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace 2010.
L’ambiente è un dono di Dio per tutti e né la natura né gli uomini devono mai essere considerati come meri prodotti, ha affermato il Papa, invitando le Nazioni ad una maggiore solidarietà nell’affrontare i problemi ambientali e ad esaminare ciascuno il proprio stile di vita e i propri modelli di consumo e di produzione.
Ancora una volta ha messo in guardia contro il panteismo o il neopaganesimo, che fanno derivare dalla sola natura la salvezza per l’uomo. Benedetto XVI ha affermato che la Chiesa è critica verso una concezione dell’ambiente ispirata all’ecocentrismo e al biocentrismo, perché tale concezione elimina la differenza tra la persona umana e gli altri esseri.
“In tal modo, si viene di fatto ad eliminare l’identità e il ruolo superiore dell’uomo, favorendo una visione egualitaristica della ‘dignità’ di tutti gli esseri viventi”, ha avvertito.
Concludendo il Messaggio, Benedetto XVI ha osservato che i cristiani considerano il cosmo e le sue meraviglie alla luce dell’opera creatrice del Padre e redentrice di Cristo. Tutela ambientale, rispetto dei valori umani e della vita e solidarietà tra tutti, sono in questo modo legati alla nostra fede in Dio, creatore e redentore. Una visione complessa della natura e del soprannaturale, che va ben al di là della semplice idea ecologista.
Un'utile guida a ciò che l’attuale Pontefice ha detto sulla creazione e sulla nostra responsabilità è contenuta in un libro pubblicato lo scorso anno dalla giornalista Woodeene Koenig-Bricker. Nel volume, dal titolo “Ten Commandments for the Environment: Pope Benedict XVI Speaks Out for Creation and Justice” (Ave Maria Press), l’autrice raccoglie le dichiarazioni del Papa, a cui aggiunge le proprie opinioni personali sull’ambiente.
La frase “Ten Commandments for the Environment” non è di Benedetto XVI, ma è tratta dal titolo di un intervento del 2005 dell’allora Vescovo Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace (monsignor Crepaldi è attualmente Arcivescovo di Trieste).
Il messaggio principale di questi comandamenti è che dobbiamo essere amministratori responsabili della creazione di Dio; e questo corrisponde a ciò che il Pontefice ha successivamente riaffermato, secondo la Koenig-Bricker.
“Tutti vediamo oggi che l’uomo potrebbe distruggere il fondamento della sua esistenza, la sua terra, e quindi che non possiamo più semplicemente fare con questa nostra terra, con la realtà affidataci, quanto vogliamo e quanto appare nel momento utile e promettente”, ha affermato il Papa il 24 luglio 2007, rispondendo alle questioni poste dai sacerdoti delle Diocesi di Belluno-Feltre e Treviso.
Questa attenzione per la creazione si fonda su una convinzione che va ben al di là del mero impegno ecologico. Benedetto XVI lo ha detto chiaramente rispondendo a una domanda durante le sue vacanze estive dell’anno successivo. Nell’incontrare il clero della diocesi di Bolzano-Bressanone, il 6 agosto 2008, ha parlato di una “inscindibilità” tra creazione e redenzione.
Soggiogate la terra
“Il Redentore è il Creatore e se noi non annunciamo Dio in questa sua totale grandezza - di Creatore e di Redentore - togliamo valore anche alla Redenzione”, ha affermato il Santo Padre, dopo aver ricordato che purtroppo negli ultimi decenni la dottrina della creazione era quasi scomparsa dalla teologia.
I cristiani sono stati accusati, ha osservato il Papa, di essere responsabili della distruzione della creazione, a causa delle parole della Genesi: “Soggiogate la terra”.
Quest’accusa è falsa, secondo il Papa, poiché se vediamo la terra come creazione di Dio, “il compito di ‘soggiogarla’ non è mai stato inteso come un ordine di renderla schiava, ma piuttosto come compito di essere custodi della creazione e di svilupparne i doni; di collaborare noi stessi in modo attivo all’opera di Dio, all’evoluzione che Egli ha posto nel mondo, così che i doni della creazione siano valorizzati e non calpestati e distrutti”.
Su questo legame fra il naturale e il soprannaturale, tra fede in Dio e rispetto per la creazione Benedetto XVI è ritornato nella sua intervista ai giornalisti durante il volo diretto a Sydney, in Australia, il 12 luglio 2008.
“Abbiamo bisogno del dono della terra, del dono dell'acqua, abbiamo bisogno del Creatore. Il Creatore riappare nel Suo Creato, e, in tal modo, possiamo comprendere che non possiamo essere veramente felici, non possiamo veramente cercare la giustizia per tutto il mondo, senza un criterio nelle nostre idee, senza un Dio che sia giusto e ci doni la luce e la vita”, ha detto.
Il ruolo del Redentore è stato citato dal Papa anche nella sua Messa di Mezzanotte del Natale 2007. Cristo, ha sottolineato, “è venuto per ridare alla creazione, al cosmo la sua bellezza e la sua dignità: è questo che a Natale prende il suo inizio e fa giubilare gli Angeli”.
Il Natale è una festa della creazione ricostituita: la terra è rinnovata e noi celebriamo l’unità tra cielo e terra, e tra uomo e Dio, ha aggiunto.
Dono di Dio
Poco dopo la pubblicazione del libro della Koenig-Bricker, è uscita l’Enciclica del Papa “Caritas in Veritate”. In alcuni brani dell’Enciclica dedicati all’ambiente, il Pontefice mette in guardia dal rischio di vedere la natura sia come mero elemento materiale, sia come più importante della stessa persona umana. Dalla sola natura, intesa in senso puramente naturalistico, non può derivare la salvezza per l'uomo, sottolinea.
L’uomo deve governare responsabilmente la natura, afferma Benedetto XVI, cosa che implica il dovere di consegnare alle nuove generazioni una terra che si trovi in buone condizioni.
Questa non è solo una questione per la scienza o l’economia, aggiunge, ma deve essere integrata nell’ambito di un’ecologia umana che comprende tutto ciò che forma la nostra esistenza.
“Il libro della natura è uno e indivisibile, sul versante dell'ambiente come sul versante della vita, della sessualità, del matrimonio, della famiglia, delle relazioni sociali, in una parola dello sviluppo umano integrale”.
Benedetto XVI insiste sul fatto che esiste una contraddizione fondamentale nella nostra mentalità quando da un lato si insiste sul rispetto dell’ambiente, mentre dall’altro non si rispetta il diritto alla vita e alla morte naturale.
Questo nesso tra il rispetto dell’ambiente e il rispetto della vita è un tema ricorrente nelle affermazioni del Papa in tema ambientale.
“I grandi e importanti temi morali della pace, della non violenza, della giustizia e del rispetto del Creato, non conferiscono in se stessi la dignità all’uomo”, ha detto al nuovo Ambasciatore irlandese presso la Santa Sede il 15 settembre 2007.
La vita umana ha una dignità intrinseca, ha spiegato. “È spiacevole che non di rado gli stessi gruppi sociali e politici che meritevolmente sono in grande sintonia con la magnificenza della creazione di Dio, prestano scarsa attenzione alla meraviglia della vita in grembo”.
Ecologia e pace
All’inizio di quell’anno, in occasione della Giornata Mondiale della Pace 2007, Benedetto XVI ha anche legato la pace al rispetto per l’ambiente.
“Accanto all'ecologia della natura c'è dunque un'ecologia che potremmo dire ‘umana’, la quale a sua volta richiede una ‘ecologia sociale’”, ha osservato. “L'esperienza dimostra che ogni atteggiamento irrispettoso verso l'ambiente reca danni alla convivenza umana, e viceversa”, ha proseguito.
“Sempre più chiaramente emerge un nesso inscindibile tra la pace con il creato e la pace tra gli uomini. L'una e l'altra presuppongono la pace con Dio”, ha concluso.
Questo rapporto tra ecologia e pace è tornato come tema centrale nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace 2010.
L’ambiente è un dono di Dio per tutti e né la natura né gli uomini devono mai essere considerati come meri prodotti, ha affermato il Papa, invitando le Nazioni ad una maggiore solidarietà nell’affrontare i problemi ambientali e ad esaminare ciascuno il proprio stile di vita e i propri modelli di consumo e di produzione.
Ancora una volta ha messo in guardia contro il panteismo o il neopaganesimo, che fanno derivare dalla sola natura la salvezza per l’uomo. Benedetto XVI ha affermato che la Chiesa è critica verso una concezione dell’ambiente ispirata all’ecocentrismo e al biocentrismo, perché tale concezione elimina la differenza tra la persona umana e gli altri esseri.
“In tal modo, si viene di fatto ad eliminare l’identità e il ruolo superiore dell’uomo, favorendo una visione egualitaristica della ‘dignità’ di tutti gli esseri viventi”, ha avvertito.
Concludendo il Messaggio, Benedetto XVI ha osservato che i cristiani considerano il cosmo e le sue meraviglie alla luce dell’opera creatrice del Padre e redentrice di Cristo. Tutela ambientale, rispetto dei valori umani e della vita e solidarietà tra tutti, sono in questo modo legati alla nostra fede in Dio, creatore e redentore. Una visione complessa della natura e del soprannaturale, che va ben al di là della semplice idea ecologista.
Nessun commento:
Posta un commento