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Composto, discreto,intimo, come il suo modo di fare musica: così è stato l’addio al signore dello swing, Nicola Arigliano, che a Squinzano, nel cuore del Salento, ha ricevuto l’ultimo commosso saluto dai suoi concittadini.
Con il suo stile caldo e intenso Arigliano ha dato voce al sole e ai colori della sua terra, in un fusione di stile ed ironia che ha caratterizzato per oltre 70 anni la sua carriera. Il rito funebre è stato celebrato in una chiesa gremita di persone comuni, semplici, sincere nell’affetto; nessuna celebrità e solo i nipoti come famigliari.
Nell’omelia del parroco il ricordo di un amico, della sua ironia “frutto di conoscenza e di vita”, del suo gusto personale nell’espressione del canto, del jazz e dello swing, “cui va la gratitudine della sua gente”, per quello che Nicola Arigliano ha rappresentato, “un interprete originale dell’esistenza e della modalità del canto”.
“L'ironia è il mio elisir di lunga vita”, con la citazione di una battuta di Arigliano, il sindaco di Squinzano, Gianni Marra, ha aperto un breve ricordo dell’artista. Ha raccontato come in occasione di una manifestazione culturale cittadina, due anni fa Nicola fosse salito sul palco pur costretto in carrozzina.
“Ancora una volta l'uomo di spettacolo e l’artista fu in grado di catturarci con la sua verve per poi - ha detto - con benevola provocazione, ricordare come la cittadina non avesse ancora un contenitore culturale come un teatro tenda”.
“Credo che il modo migliore per ringraziare e ricordare Nicola - ha continuato il sindaco - sia intitolargli più che una strada o una piazza, proprio la nuova struttura, nata da una sua idea”. L’applauso della gente in chiesa ha sottolineato la condivisione della cittadinanza.
Franco Simone, artista salentino anch’egli, lo ha ricordato nel solo incontro avuto con lui. “Uno, ma incisivo - ha sottolineato il cantante - In quell'occasione rilevò il mio essere salentino, nel senso più profondo, invitandomi a non perdere in ogni caso il contatto con le nostre radici”.
“Un merito di Nicola Arigliano è stato, tra tanti - ha concluso Simone - il saper avvicinare la gente ad una musica colta come quella che proponeva in modo semplice e diretto; ha caratterizzato una fascia di pubblico che negli anni cinquanta e sessanta era quello che poteva vedere gli spettacoli in televisione solo il sabato sera”.
L'ultimo saluto nelle parole di una nipote che per tutti i presenti gli ha rivolto quel “Go man!” da lui tante volte utilizzato in apertura di ogni session.
Composto, discreto,intimo, come il suo modo di fare musica: così è stato l’addio al signore dello swing, Nicola Arigliano, che a Squinzano, nel cuore del Salento, ha ricevuto l’ultimo commosso saluto dai suoi concittadini.
Con il suo stile caldo e intenso Arigliano ha dato voce al sole e ai colori della sua terra, in un fusione di stile ed ironia che ha caratterizzato per oltre 70 anni la sua carriera. Il rito funebre è stato celebrato in una chiesa gremita di persone comuni, semplici, sincere nell’affetto; nessuna celebrità e solo i nipoti come famigliari.
Nell’omelia del parroco il ricordo di un amico, della sua ironia “frutto di conoscenza e di vita”, del suo gusto personale nell’espressione del canto, del jazz e dello swing, “cui va la gratitudine della sua gente”, per quello che Nicola Arigliano ha rappresentato, “un interprete originale dell’esistenza e della modalità del canto”.
“L'ironia è il mio elisir di lunga vita”, con la citazione di una battuta di Arigliano, il sindaco di Squinzano, Gianni Marra, ha aperto un breve ricordo dell’artista. Ha raccontato come in occasione di una manifestazione culturale cittadina, due anni fa Nicola fosse salito sul palco pur costretto in carrozzina.
“Ancora una volta l'uomo di spettacolo e l’artista fu in grado di catturarci con la sua verve per poi - ha detto - con benevola provocazione, ricordare come la cittadina non avesse ancora un contenitore culturale come un teatro tenda”.
“Credo che il modo migliore per ringraziare e ricordare Nicola - ha continuato il sindaco - sia intitolargli più che una strada o una piazza, proprio la nuova struttura, nata da una sua idea”. L’applauso della gente in chiesa ha sottolineato la condivisione della cittadinanza.
Franco Simone, artista salentino anch’egli, lo ha ricordato nel solo incontro avuto con lui. “Uno, ma incisivo - ha sottolineato il cantante - In quell'occasione rilevò il mio essere salentino, nel senso più profondo, invitandomi a non perdere in ogni caso il contatto con le nostre radici”.
“Un merito di Nicola Arigliano è stato, tra tanti - ha concluso Simone - il saper avvicinare la gente ad una musica colta come quella che proponeva in modo semplice e diretto; ha caratterizzato una fascia di pubblico che negli anni cinquanta e sessanta era quello che poteva vedere gli spettacoli in televisione solo il sabato sera”.
L'ultimo saluto nelle parole di una nipote che per tutti i presenti gli ha rivolto quel “Go man!” da lui tante volte utilizzato in apertura di ogni session.
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