sabato 3 aprile 2010

SPECIALE / LA SVOLTA DELL'OMICIDIO BASILE (41) - DAL CARCERE UN'ALTRA VERITA'

Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Un’altra verità sull’omicidio di Peppino Basile. La Procura la ritiene inattendibile. Non solo perché gli inquirenti non sarebbero orientati a dare molto credito a chi l’ha raccontata, ma anche perchè i riscontri non avrebbero portato da nessuna parte. Le dichiarazioni sono quelle di Giovanni Vaccaro, napoletano di 39 anni, ritenuto un uomo di spicco del clan di Marigliano, arrestato un paio di anni fa a Gallipoli. Nella sua storia Vaccaro ha tirato in ballo un intermediario leccese, un commercialista di Lecce ed una coppia di coniugi di Ugento. Agli investigatori ha raccontato del suo interessamento in un investimento per la realizzazione di un complesso edilizio ad Ugento. Progetto messo a rischio da Peppino Basile «pron to a denunciare il malaffare». Per definire l’investimento ci sarebbe stato un incontro al quale avrebbe preso parte lo stesso Vaccaro, e nel quale si avrebbe fatto riferimento a Basile e «al fatto che lo stesso non avrebbe dovuto creare questioni per i permessi per costruire nel comune di Ugento».
L’incontro sarebbe avvenuto fra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Vaccaro, poi, ha fatto riferimento ad un incontro avvenuto pochi giorno dopo l’omicidio di Peppino Basile. A Gallipoli avrebbe incontro Pio Giorgio Bove, personaggio già noto alle cronache. «In quella circostanza mi arrabbiai con Bove rappresentandogli che io ero a conoscenza che doveva solo dare una lezione al Basile, così come aveva concordato. Bove mi disse di stare tranquillo perché non sarebbero mai potuti risalire a lui in quanto per l’omicidio aveva utilizzato due extracomunitari. Voglio aggiungere che, ripensando alle parole di Bove, ritengo che l’omicidio possa essere stato compiuto da due suoi amici e non dagli extracomunitari, come mi voleva far credere inizialmente». In un altro verbale Vaccaro ha precisato i contorni del suo racconto dicendo che i permessi di costruire riguardavano «la costruzione di case poste in vendita attraverso Internet» e che «per dare una lezione a Basile si sarebbe avvalso di due albanesi». Vaccaro, inoltre, ha precisato di aver saputo da Bove che «non erano state lasciate tracce poiché il coltello l’avevano fatto sparire mentre i due albanesi si trovavano in mare, alludendo che gli stessi erano stati tolti di mezzo durante la traversata per l’Albania».
Circa le resistenze di Basile all’insediamento edilizio, Vaccaro ha ricordato che «una sera della fine di maggio Basile si presentò con una cartella rossa. Era molto arrabbiato tant’è che senza sentire ragione entrava con furia all’inter no dell’ufficio urlando contro tutti che aveva scoperto tutto il malaffare inerente gli appalti nel comune di Gallipoli». Le dichiarazioni di Vaccaro sono state verbalizzate fra ottobre e dicembre del 2008.

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