Tratto dal Sito Internet
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Durante le indagini che hanno portatoall’arresto dell’ex vicepresidente della Regione Puglia, Sandro Frisullo (Pd), il direttore sanitario della Asl di Lecce, Franco Sanapo, ritenuto un fedelissimo di Frisullo, durante un interrogatorio ha fornito dichiarazioni con le quali è sembrato volesse “prendersi gioco dell’Autorità giudiziaria”. Lo scrivono gli inquirenti baresi nel parere con il quale hanno chiesto ed ottenuto dal gip Sergio Di Paola la conferma della detenzione in carcere per l’ex amministratore regionale.
Frisullo è in carcere dal 18 marzo scorso con le accuse di associazione per delinquere e turbativa d’asta. E’ invece indagato a piede libero per corruzione per aver intascato tangenti per 200-250mila euro dall’imprenditore Gianpaolo Tarantini per fargli vincere appalti per 5 milioni di euro nella Asl di Lecce.
I pm Eugenia Pontassuglia, Giuseppe Scelsi e Ciro Angelillis si soffermano a lungo sul comportamento tenuto da Sanapo nell’analizzare il pericolo di inquinamento delle prove che - secondo l’accusa - metterebbe in atto Frisullo non appena dovesse beneficiare di “una attenuazione della misura carceraria in atto”. Pericolo questo che, salvo sorprese, la procura ribadirà il 7 aprile prossimo davanti al tribunale del Riesame al quale ha presentato ricorso la difesa di Frisullo per far ottenere al politico quantomeno gli arresti domiciliari.
Secondo la pubblica accusa, Sanapo e'“referente” e “amico fedele” di Frisullo nella Asl di Lecce. L'amicizia tra i due è radicata a tal punto - scrivono i pm - che quando viene messa in discussione, dai vertici regionali, la carica di direttore sanitario di Sanapo, “Frisullo accusa il colpo come fosse un’onta arrecata alla sua persona”.
Proprio descrivendo i rapporti tra i due, i pm rilevano che in alcune conversazioni intercettate nel gennaio-febbraio 2010, Frisullo, che sapeva dell’esistenza dell’inchiesta, ha usato “lo stesso linguaggio criptico e ricco di sottintesi che caratterizzava le sue telefonate con Tarantini”; ha selezionato “gli argomenti di cui parlare al telefono, rimandando ad incontri personali gli altri”; ed ha dimostrato “accortezza” nel “bloccare il suo interlocutore quando questo, inconsapevolmente, è sul punto di introdurre argomenti che non possono essere trattati per telefono”.
Nell’ordinanza di custodia cautelare notificata all’ex amministratore - analizzano ancora i magistrati - Frisullo e Sanapo “discorrono in modo criptico di documenti che Sanapo deve far giungere a Frisullo”.
“Il Sanapo - accusano i pm - nel contesto delle indagini difensive depositate dalla difesa in sede di interrogatorio, rende una spiegazione di questa conversazione con la quale egli sembra voglia prendersi gioco dell’Autorità Giudiziaria a cui quell'interrogatorio è destinato: egli infatti sostiene che il Frisullo, non più vicepresidente della Regione, non più protagonista della vita e dalle attività di amministrazione regionale, da pochi giorni rientrato da un periodo di 'ritirò in Svizzera, sarebbe stato indotto a quella anomala richiesta di acquisizione di un carteggio di difficile reperimento, di cui il direttore sanitario non dispone e per il quale ha necessità di 'attivare qualche vià, al solo fine di studiare un progetto che avrebbe consentito un risparmio delle spese sanitarie della Regione...!”.
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Durante le indagini che hanno portatoall’arresto dell’ex vicepresidente della Regione Puglia, Sandro Frisullo (Pd), il direttore sanitario della Asl di Lecce, Franco Sanapo, ritenuto un fedelissimo di Frisullo, durante un interrogatorio ha fornito dichiarazioni con le quali è sembrato volesse “prendersi gioco dell’Autorità giudiziaria”. Lo scrivono gli inquirenti baresi nel parere con il quale hanno chiesto ed ottenuto dal gip Sergio Di Paola la conferma della detenzione in carcere per l’ex amministratore regionale.
Frisullo è in carcere dal 18 marzo scorso con le accuse di associazione per delinquere e turbativa d’asta. E’ invece indagato a piede libero per corruzione per aver intascato tangenti per 200-250mila euro dall’imprenditore Gianpaolo Tarantini per fargli vincere appalti per 5 milioni di euro nella Asl di Lecce.
I pm Eugenia Pontassuglia, Giuseppe Scelsi e Ciro Angelillis si soffermano a lungo sul comportamento tenuto da Sanapo nell’analizzare il pericolo di inquinamento delle prove che - secondo l’accusa - metterebbe in atto Frisullo non appena dovesse beneficiare di “una attenuazione della misura carceraria in atto”. Pericolo questo che, salvo sorprese, la procura ribadirà il 7 aprile prossimo davanti al tribunale del Riesame al quale ha presentato ricorso la difesa di Frisullo per far ottenere al politico quantomeno gli arresti domiciliari.
Secondo la pubblica accusa, Sanapo e'“referente” e “amico fedele” di Frisullo nella Asl di Lecce. L'amicizia tra i due è radicata a tal punto - scrivono i pm - che quando viene messa in discussione, dai vertici regionali, la carica di direttore sanitario di Sanapo, “Frisullo accusa il colpo come fosse un’onta arrecata alla sua persona”.
Proprio descrivendo i rapporti tra i due, i pm rilevano che in alcune conversazioni intercettate nel gennaio-febbraio 2010, Frisullo, che sapeva dell’esistenza dell’inchiesta, ha usato “lo stesso linguaggio criptico e ricco di sottintesi che caratterizzava le sue telefonate con Tarantini”; ha selezionato “gli argomenti di cui parlare al telefono, rimandando ad incontri personali gli altri”; ed ha dimostrato “accortezza” nel “bloccare il suo interlocutore quando questo, inconsapevolmente, è sul punto di introdurre argomenti che non possono essere trattati per telefono”.
Nell’ordinanza di custodia cautelare notificata all’ex amministratore - analizzano ancora i magistrati - Frisullo e Sanapo “discorrono in modo criptico di documenti che Sanapo deve far giungere a Frisullo”.
“Il Sanapo - accusano i pm - nel contesto delle indagini difensive depositate dalla difesa in sede di interrogatorio, rende una spiegazione di questa conversazione con la quale egli sembra voglia prendersi gioco dell’Autorità Giudiziaria a cui quell'interrogatorio è destinato: egli infatti sostiene che il Frisullo, non più vicepresidente della Regione, non più protagonista della vita e dalle attività di amministrazione regionale, da pochi giorni rientrato da un periodo di 'ritirò in Svizzera, sarebbe stato indotto a quella anomala richiesta di acquisizione di un carteggio di difficile reperimento, di cui il direttore sanitario non dispone e per il quale ha necessità di 'attivare qualche vià, al solo fine di studiare un progetto che avrebbe consentito un risparmio delle spese sanitarie della Regione...!”.
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