martedì 13 aprile 2010

TARSU ED IVA DA RIMBORSARE O MENO, QUESTIONE APERTA / PRESENTATA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

ATTO CAMERA
Interrogazione a risposta scritta 4-06730
presentata da Antonio Palagiano
giovedì 8 aprile 2010, seduta n.304

Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
in questi giorni stanno pervenendo diverse segnalazioni relative alla, ormai annosa, questione dell'IVA applicata alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU) e alla tariffa di igiene ambientale (TIA);
sul web si diffondono informazioni, spesso incomplete, che portano inevitabilmente i cittadini italiani ad avere versioni di questa complicata vicenda legislativa che non rispondono esattamente alla realtà dei fatti;
l'interesse dei cittadini è evidentemente quello di recuperare il denaro che hanno versato allo Stato quando non era in realtà dovuto;
il diffondersi capillare di questo messaggio e dei diversi modelli che invitano i cittadini a fare ricorso al fine di recuperare i soldi spesi attraverso il pagamento dell'IVA sulla TARSU e sulla TIA parte dalla sentenza della Corte costituzionale, n. 238 del 24 luglio 2009, che ha sancito che TIA e TARSU sono da considerarsi tributi e non servizi e quindi non sono soggetti a IVA;
nel testo del provvedimento si afferma che «...non esiste una norma legislativa che espressamente assoggetti ad IVA le prestazioni del servizio di smaltimento rifiuti ...entrambe le entrate devono essere ricondotte nel novero di diritti canoni e contributi che la normativa comunitaria esclude in via generale dall'assoggettamento ad Iva perché percepite da enti pubblici per le attività od operazioni che esercitano in quanto pubbliche autorità sempre che il mancato assoggettamento all'imposta non comporti una distorsione della concorrenza»;
tuttavia la normativa in questo senso non è affatto chiara, se solo si pensa che, ad oggi, dopo 13 anni dall'approvazione del cosiddetto «decreto Ronchi» sono ancora tantissimi i comuni che non sono passati alla TIA e, da ultimo, con il decreto mille proroghe (decreto-legge n. 194 del 2009) è slittato ulteriormente il termine per l'emanazione del regolamento;
praticamente TIA e TARSU continuano a convivere nel nostro ordinamento e continueranno a farlo fino a quando non verrà sancito l'obbligo del passaggio dalla TARSU alla TIA;
il codice dell'ambiente (decreto legislativo n. 152 del 2006) nell'articolo 238, stabilisce che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare avrebbe dovuto emanare un regolamento attuativo della TIA entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del Codice;
l'atteggiamento attendista del Governo sta creando in questo senso non pochi problemi, anche per il rischio di avvio di contenziosi tra privati cittadini ed enti locali in riferimento alle richieste di rimborso dell'IVA indebitamente versata;
è, inoltre, evidente che i comuni dovranno quanto prima adeguare i propri regolamenti contabili al nuovo quadro giuridico disegnato dalla Consulta -:
se, alla luce di quanto sopra esposto, non intenda assumere iniziative normative che chiariscano una volta per tutte il quadro legislativo, anche sulla base di opportuni accordi con gli enti locali - e di conseguenza con le aziende che forniscono il servizio di smaltimento dei rifiuti garantendo chiarezza nelle informazioni diffuse e rispetto dei diritti dei cittadini che, alla luce della sentenza della Consulta, vorrebbero vedere rimborsato quanto ingiustamente pagato. (4-06730)

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