25 Novembre 2009
Tratto dal Sito Internet
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
E’ notte fonda quando le urla squarciano il velo di silenzio nell’ombra del piccolo mondo ovattato di via Nizza, lontano dalle luci del centro del paese. “Aiuto, aiuto”. Una bimba di appena 6 anni (oggi 7), prende una sedia. Si solleva in piedi, osserva in basso, dalla finestra. Accanto a lei c’è una nonna. Laggiù, in strada, sotto la luce fioca di un lampione, va in scena l’orrore di mezza estate. Come in un film, come certe scene che passano in prima serata. Ma qui è tutto maledettamente reale e la mattina dopo il caldo sole di metà giugno esibisce senza veli un cadavere in una pozza di sangue. Giuseppe Basile, che tutti chiamano Peppino, consigliere comunale di Ugento nelle liste di Italia dei valori, e con un posto anche fra gli scranni della maggioranza di Pellegrino a Palazzo dei Celestini, giace in terra senza vita, massacrato di coltellate. Ventiquattro, stabilirà l’autopsia. Una violenza agghiacciante. Il piccolo mondo ovattato di via Nizza diventa la scena di un crimine. Nulla sarà più come prima.
La bimba parla, a casa, descrive quello che gli occhi hanno lasciato impresso indelebilmente nella mente e che proprio non va via, conosce i suoi vicini, chiede conferma sui loro nomi, la nonna le indica chi sono, ma nello stesso tempo le intima di stare zitta, di non dire nulla. Da quella notte del 15 giugno del 2008, sul caso si addensa una fitta nebbia, un alone di mistero misto ad omertà, quel clima di reticenza che oggi denuncia apertamente il procuratore capo Cataldo Motta, in una lunga conferenza stampa in cui si accavallano le domande dei cronisti, e non sempre arrivano risposte esaustive. Per giungere all’arresto di Vittorio Colitti, 66 anni, e di suo nipote Vittorio Luigi Colitti, 19enne, minore all’epoca dei fatti, vicini di casa di Basile, un anno e mezzo d’indagini, con la stretta determinante data al caso da parte del pm Simona Filoni della Procura dei minori (il giovane era già stato indagato per favoreggiamento personale, dato che le dichiarazioni rese nei mesi scorsi sarebbero state false), e nonostante il pm Giovanni De Palma avesse già inquadrato, fin dalle prime battute, come svela oggi Motta, il possibile scenario, ovvero un omicidio maturato in un contesto di cattivi rapporti di vicinato, per fatti tuttora non del tutto chiari e che forse si trascinavano da tempo.
La bimba parla, a casa, descrive quello che gli occhi hanno lasciato impresso indelebilmente nella mente e che proprio non va via, conosce i suoi vicini, chiede conferma sui loro nomi, la nonna le indica chi sono, ma nello stesso tempo le intima di stare zitta, di non dire nulla. Da quella notte del 15 giugno del 2008, sul caso si addensa una fitta nebbia, un alone di mistero misto ad omertà, quel clima di reticenza che oggi denuncia apertamente il procuratore capo Cataldo Motta, in una lunga conferenza stampa in cui si accavallano le domande dei cronisti, e non sempre arrivano risposte esaustive. Per giungere all’arresto di Vittorio Colitti, 66 anni, e di suo nipote Vittorio Luigi Colitti, 19enne, minore all’epoca dei fatti, vicini di casa di Basile, un anno e mezzo d’indagini, con la stretta determinante data al caso da parte del pm Simona Filoni della Procura dei minori (il giovane era già stato indagato per favoreggiamento personale, dato che le dichiarazioni rese nei mesi scorsi sarebbero state false), e nonostante il pm Giovanni De Palma avesse già inquadrato, fin dalle prime battute, come svela oggi Motta, il possibile scenario, ovvero un omicidio maturato in un contesto di cattivi rapporti di vicinato, per fatti tuttora non del tutto chiari e che forse si trascinavano da tempo.
LA VERITA’ DEI BAMBINI,
L’OMERTA’ DEGLI ADULTI
La bambina diventa così elemento chiave per leggere almeno parte della dinamica e scoprire i presunti omicidi, e alla sua deposizione si aggiunge anche quella di un altro bimbo, parente, un po’ più grande d’età, anch’egli ascoltato e pronto a confermare elementi giudicati particolarmente importanti. I bambini e la loro terribile verità, gli adulti ed il loro silenzio. Senza le dichiarazioni dei più piccoli, si sarebbe rimasti ancora per mesi, forse anni, nel limbo dell’incertezza, nonostante i pressanti sforzi di polizia e carabinieri, che hanno lavorato gomito a gomito, seguendo più piste. Le ipotesi, fino ad oggi, d’ogni genere. Il movente politico, per chi voleva Peppino Basile impegnato a svelare qualcosa di poco chiaro, o passionale, per chi puntava sul suo stile, non è un mistero da tempo, da viveur: di certo, una personalità complessa e ricca di sfumature, conoscenze, interessi. Niente di tutto questo, almeno fino a quando non vi saranno gli interrogatori di nonno e nipote, che per ora pare si dichiarino innocenti. Questa mattina all’alba, quando gli inquirenti sono piombati in via Nizza con auto e divise, il finimondo. Parenti tutti in strada con gli occhi di sonno ed un misto di rabbia e incredulità. I due accusati del delitto caricati in auto e condotti a Lecce, divisi fra questura, il nonno, e caserma dei carabinieri, il nipote. Prima del viaggio verso il carcere di Borgo San Nicola.
Nessun commento:
Posta un commento