sabato 21 novembre 2009

APPELLO DEL VESCOVO ALLA REGIONE PER I TROPPI PICCIONI CHE DEVASTANO I MONUMENTI ARTISTICI

COMUNICATO STAMPA
Diocesi di Nardò - Gallipoli
Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali
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“Un’autentica calamità insostenibilie e ingestibile”, così il vescovo della Diocesi di Nardò-Gallipoli, Mons. Domenico Calandro, ha descritto la situazione in cui si trovano numerosi edifici di culto a seguito della incontrollata moltiplicazione dei piccioni, dando quindi voce ai parroci e alle comunità ecclesiali che sono da tempo esasperati dal problema, specialmente nel centro storico di Nardò, ma anche nelle chiese di altri luoghi e città della diocesi.
“Purtroppo - afferma il vescovo - l’iniziativa privata non si è rivelata sufficiente a porre rimedio a questo squilibrio ambientale che c’è nei nostri paesi, per il quale la popolazione di questi volatili cresce in modo sproporzionato, non avendo alcun nemico naturale, distruggendo con gli escrementi particolarmente acidi i monumenti artistici del nostro patrimonio culturale. Si aggiunge il fatto che la gran quantità di maleodorante guaino si riversa anche sulle strade e dinanzi agli ingressi dei luoghi di culto, rappresentando una minaccia per la salute pubblica e il pericolo di scivolamenti, specialmente in caso di pioggia, per non parlare del triste spettacolo di degrado ambientale che si offre ai visitatori. Ho sentito pertanto il dovere di dar voce al disagio che da tempo vivono i nostri parroci e la cittadinanza del centro storico.”
Si conferma quindi dalla Curia vescovile la notizia che il Vescovo Mons. Caliandro si è rivolto con un accorato appello alla Regione Puglia per sollecitare l’interessamento e un intervento straordinario per far fronte al problema, avvertito dai parroci della città di Nardò e da molti fedeli sensibili che hanno espresso la loro preoccupazione circa la presenza incontrollata dei colombi sulla chiese.
Nella lettera del 18 novembre rivolta all’Amministrazione Regionale, il Vescovo afferma tra l’altro: “la notevole quantità di escrementi che tali volatili producono, unitamente alle carcasse di quelli che periscono, spesso intasa i canali di scolo delle acque piovane, le quali poi stazionano sulle terrazze delle chiese e degli edifici annessi, trasformandosi in autentiche piscine che generano infiltrazioni nelle murature e minacciano anche la tenuta statica delle coperture stesse. La notevole altezza delle chiese e la particolare conformazione dei tetti e delle terrazze rende arduo e dispendioso l’intervento periodico di pulizia, per cui i parroci sono da tempo scoraggiati nel vedere vanificati interventi di restauro e conservazione per i quali sono state impegnate grandi risorse di denaro pubblico e privato (…) si chiede pertanto che l’Amministrazione Regionale si faccia carico del problema e disponga gli interventi necessari per arginare un fenomeno che produce ricadute negative nell’ambito della tutela del patrimonio, della salute pubblica e del decoro della città”.
Nardò, 20 novembre 2009
Direttore Ufficio Comunicazioni Sociali

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