Tratto da ZENIT.org
Continua la pubblicazione del testo pronunciato dal Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, in occasione della due giorni di formazione, promossa dall’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà sul tema: “Crisi, occasione per un nuovo welfare”, dal 17 al 18 settembre a Sarteano (SI), all’Abbazia di Spineto.
5. Libertà di scelta e risorse
Elemento portante di un approccio sussidiario alle politiche sociali è la crescente libertà di scelta della persona. Questa può essere ottenuta attraverso il sostegno diretto della domanda con i cosiddetti “titoli sociali” (in particolare i voucher ), al fine di rendere accessibile una più adeguata disponibilità di risorse utilizzabili sui “quasi mercati” dei servizi accreditati. In ottica sussidiaria, per altro, la libera scelta non si configura all’interno di un quadro di riferimento atomistico e individualistico, ma al contrario diventa elemento fondamentale per restituire libertà e responsabilità alla persona vista nell’ambito delle sue relazioni costitutive. Prime tra tutte sono da considerare quelle familiari (CV, 44). Proprio la famiglia dovrebbe dunque essere il soggetto autenticamente centrale nel nuovo welfare, e ad essa debbono essere riconosciuti diritti ulteriori rispetto a quelli individuali, aprendo la strada innanzitutto ad una autentica sussidiarietà fiscale che tenga conto e valorizzi le concrete responsabilità famigliari assunte da ciascun nucleo.
6. Democrazia economica per uno sviluppo integrale
La carità nella verità è «un’esigenza della stessa ragione economica» (CV, 36), che in se stessa implica il «principio di gratuità» e di «logica del dono come espressione della fraternità». È importante allora notare che l’ambito proprio di una economia di gratuità e di fraternità deve andare dalla società civile al mercato e allo Stato: «Oggi possiamo dire che la vita economica deve essere compresa come una realtà a più dimensioni: in tutte, in diversa misura e con modalità specifiche, deve essere presente l’aspetto della reciprocità fraterna» (CV, 38).
I tre capisaldi della Dottrina Sociale - dignità della persona, principio di solidarietà e principio di sussidiarietà - sono così rivisitati a partire da una forma concreta di democrazia economica. La gratuità non è più intesa come pura cosmesi della giustizia e del bene comune, senza i quali, tuttavia, non si può parlare né di carità né di verità. Benedetto XVI non lascia scampo: «Oggi bisogna dire che senza la gratuità non si riesce a realizzare nemmeno la giustizia» (CV, 38).
Elemento portante di un approccio sussidiario alle politiche sociali è la crescente libertà di scelta della persona. Questa può essere ottenuta attraverso il sostegno diretto della domanda con i cosiddetti “titoli sociali” (in particolare i voucher ), al fine di rendere accessibile una più adeguata disponibilità di risorse utilizzabili sui “quasi mercati” dei servizi accreditati. In ottica sussidiaria, per altro, la libera scelta non si configura all’interno di un quadro di riferimento atomistico e individualistico, ma al contrario diventa elemento fondamentale per restituire libertà e responsabilità alla persona vista nell’ambito delle sue relazioni costitutive. Prime tra tutte sono da considerare quelle familiari (CV, 44). Proprio la famiglia dovrebbe dunque essere il soggetto autenticamente centrale nel nuovo welfare, e ad essa debbono essere riconosciuti diritti ulteriori rispetto a quelli individuali, aprendo la strada innanzitutto ad una autentica sussidiarietà fiscale che tenga conto e valorizzi le concrete responsabilità famigliari assunte da ciascun nucleo.
6. Democrazia economica per uno sviluppo integrale
La carità nella verità è «un’esigenza della stessa ragione economica» (CV, 36), che in se stessa implica il «principio di gratuità» e di «logica del dono come espressione della fraternità». È importante allora notare che l’ambito proprio di una economia di gratuità e di fraternità deve andare dalla società civile al mercato e allo Stato: «Oggi possiamo dire che la vita economica deve essere compresa come una realtà a più dimensioni: in tutte, in diversa misura e con modalità specifiche, deve essere presente l’aspetto della reciprocità fraterna» (CV, 38).
I tre capisaldi della Dottrina Sociale - dignità della persona, principio di solidarietà e principio di sussidiarietà - sono così rivisitati a partire da una forma concreta di democrazia economica. La gratuità non è più intesa come pura cosmesi della giustizia e del bene comune, senza i quali, tuttavia, non si può parlare né di carità né di verità. Benedetto XVI non lascia scampo: «Oggi bisogna dire che senza la gratuità non si riesce a realizzare nemmeno la giustizia» (CV, 38).
(3-FINE)
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