Di Jesús Colina
19 novembre 2009
Tratto da ZENIT.org
Nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli articoli degli organi di stampa e i post di blog in cui sono state annunciate date per la beatificazione di Giovanni Paolo II. In realtà, per il momento non si tratta altro che di supposizioni o di calcoli di esperti.
Il Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia, per 40 anni segretario privato del Pontefice polacco, in visita in Argentina ha risposto questo mercoledì che "tutto dipende dal Papa" Benedetto XVI.
Le informazioni si sono moltiplicate in occasione della riunione di Cardinali e Vescovi celebrata il 16 novembre nella Congregazione per le Cause dei Santi per pronunciarsi sull'eroicità delle virtù di Karol Wojtyła.
Visto che il voto dei partecipanti è sottoposto al segreto pontificio, chiedere o pubblicare il risultato significa violare questo segreto.
Secondo il procedimento delle cause dei santi, nel caso in cui il risultato sia positivo, spetta al Papa firmare il decreto di virtù eroiche. Se tutto ha avuto un iter positivo, secondo il calendario, il decreto potrebbe essere pubblicato a dicembre.
Se fosse così, Giovanni Paolo II riceverebbe il titolo di "venerabile". Si tratterebbe di un passo importante, ma non decisivo, per la sua elevazione agli altari. In seguito una commissione medica, una di teologi e una di Cardinali dovranno analizzare un miracolo attribuito all'intercessione del Pontefice polacco dopo la sua morte.
Solo dopo il parere positivo di queste tre commissioni Benedetto XVI potrebbe apporre la sua firma al decreto di riconoscimento del miracolo, che aprirebbe le porte alla sua beatificazione.
Secondo informazioni della stampa, che bisognerebbe confermare quando si compirà il nuovo passo nel processo, sembra che il miracolo che viene presentato dalla postulazione sia quello di una religiosa guarita inspiegabilmente dal morbo di Parkinson, la stessa malattia di cui soffriva Karol Wojtyła.
Quanto tempo può richiedere ciascuno dei passi di questo processo? Nessuno lo può sapere. Gli esperti di informazione vaticana possono fare dei calcoli paragonando altri casi, ma non sono altro che calcoli.
Il processo sta seguendo infatti l'iter ordinario, perché Benedetto XVI ha derogato solo al periodo di attesa di cinque anni per aprire la causa, come era successo anche nel caso di Madre Teresa di Calcutta.
Il Cardinale Dziwisz ha assicurato in una conferenza nella pinacoteca della Nunziatura Apostolica di Buenos Aires che né lui né i suoi confratelli Vescovi polacchi stanno esercitando pressioni: "Non vogliamo che il Papa venga affrettato. Deve analizzare tutto bene perché anche lui è unito alla figura di Giovanni Paolo II".
A chi gli ha chiesto se Papa Wojtyła abbia compiuto miracoli in vita (che non vengono analizzati nel processo come condizione per la beatificazione), ha risposto: "Di questo non potevamo parlare, era proibito, ma ora è morto, e ci sono molte cose registrate, e documentate".
L'Arcivescovo di Cracovia ha portato l'esempio di un Vescovo guarito da un cancro con quello che alcuni hanno definito un miracolo di Giovanni Paolo II. Il Pontefice defunto interruppe dicendo: "Non è opera dell'uomo, è opera di Dio".
Il Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia, per 40 anni segretario privato del Pontefice polacco, in visita in Argentina ha risposto questo mercoledì che "tutto dipende dal Papa" Benedetto XVI.
Le informazioni si sono moltiplicate in occasione della riunione di Cardinali e Vescovi celebrata il 16 novembre nella Congregazione per le Cause dei Santi per pronunciarsi sull'eroicità delle virtù di Karol Wojtyła.
Visto che il voto dei partecipanti è sottoposto al segreto pontificio, chiedere o pubblicare il risultato significa violare questo segreto.
Secondo il procedimento delle cause dei santi, nel caso in cui il risultato sia positivo, spetta al Papa firmare il decreto di virtù eroiche. Se tutto ha avuto un iter positivo, secondo il calendario, il decreto potrebbe essere pubblicato a dicembre.
Se fosse così, Giovanni Paolo II riceverebbe il titolo di "venerabile". Si tratterebbe di un passo importante, ma non decisivo, per la sua elevazione agli altari. In seguito una commissione medica, una di teologi e una di Cardinali dovranno analizzare un miracolo attribuito all'intercessione del Pontefice polacco dopo la sua morte.
Solo dopo il parere positivo di queste tre commissioni Benedetto XVI potrebbe apporre la sua firma al decreto di riconoscimento del miracolo, che aprirebbe le porte alla sua beatificazione.
Secondo informazioni della stampa, che bisognerebbe confermare quando si compirà il nuovo passo nel processo, sembra che il miracolo che viene presentato dalla postulazione sia quello di una religiosa guarita inspiegabilmente dal morbo di Parkinson, la stessa malattia di cui soffriva Karol Wojtyła.
Quanto tempo può richiedere ciascuno dei passi di questo processo? Nessuno lo può sapere. Gli esperti di informazione vaticana possono fare dei calcoli paragonando altri casi, ma non sono altro che calcoli.
Il processo sta seguendo infatti l'iter ordinario, perché Benedetto XVI ha derogato solo al periodo di attesa di cinque anni per aprire la causa, come era successo anche nel caso di Madre Teresa di Calcutta.
Il Cardinale Dziwisz ha assicurato in una conferenza nella pinacoteca della Nunziatura Apostolica di Buenos Aires che né lui né i suoi confratelli Vescovi polacchi stanno esercitando pressioni: "Non vogliamo che il Papa venga affrettato. Deve analizzare tutto bene perché anche lui è unito alla figura di Giovanni Paolo II".
A chi gli ha chiesto se Papa Wojtyła abbia compiuto miracoli in vita (che non vengono analizzati nel processo come condizione per la beatificazione), ha risposto: "Di questo non potevamo parlare, era proibito, ma ora è morto, e ci sono molte cose registrate, e documentate".
L'Arcivescovo di Cracovia ha portato l'esempio di un Vescovo guarito da un cancro con quello che alcuni hanno definito un miracolo di Giovanni Paolo II. Il Pontefice defunto interruppe dicendo: "Non è opera dell'uomo, è opera di Dio".
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