Terminata questa mattina la lunga requisitoria del pm dei minori Simona Filoni. Il ragazzo avrebbe concorso nell'omicidio del consigliere di Idv Peppino Basile, trattendendolo mentre il nonno agiva
20 Dicembre 2010
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
Quindici anni di carcere. E’ la pena richiesta dal pubblico ministero Simona Filoni, della Procura per i minori di Lecce, nei confronti di Vittorio Colitti, il 19enne di Ugento accusato di omicidio in concorso, con il nonno omonimo, del consigliere comunale e provinciale di Italia dei valori Giuseppe Basile, meglio noto in paese come Peppino, avvenuta la notte fra il 14 ed il 15 giugno del 2008.
La sua lunga requisitoria è terminata quasi alle 14. Lui era lì, con gli occhi lucidi, seduto vicino al banco dei suoi avvocati Francesca Conte e Roberto Bray. Sua madre, invece, non è riuscita a trattenere le lacrime. Il pm ha illustrato passo dopo passo tutta la dinamica dell’omicidio, secondo la ricostruzione della Procura.
Vittorio Luigi ha mentito più volte sull’orario in cui rientrò quella notte. Disse di essere rientrato un ora prima, intorno a mezzanotte e mezzo, per poi concordare con il suo amico la menzogna da riferire agli inquirenti. E invece il giovane Colitti rientrò intorno all’una e un quarto, poco prima dell’omicidio. A suo dire, quella bugia è stata dettata dal timore di un rimprovero dei genitori. Peppino anche stava rincasando a quell’ora, aveva parcheggiato l’auto. Si sarebbero incontrati. Un bisticcio banale, qualche parola di troppo. I toni si alzarono. Il nonno del ragazzo avrebbe quindi sentito la discussione, per poi uscire in difesa del nipote armato di coltello. Il resto è cronaca.
Una ricostruzione, questa, che per il pm è fedele alla realtà. Una realtà che sarebbe sugellata dalla testimonianza di una bambina di cinque anni, che affacciata alla finestra della casa della nonna avrebbe visto i Colitti uccidere Basile. Lei, piccola e indifesa, l’unica a parlare in mezzo a tanta omertà. “Basile è stato ucciso due volte”, ha tuonato il pm: “dai suoi assassini e dai suoi concittadini, la maggior parte dei quali ha eretto un muro di silenzio intorno al suo delitto. Impossibile non sentire le urla strazianti di un uomo che viene ammazzato. Impossibile vista l’ora tarda, e la zona poco frequentata. Impossibile che nessuno abbia visto”.
I Colitti e Basile, due mondi così diversi. Troppo diversi. Lui, ex falegname dedito alla politica, divorziato, dalla vita sregolata, che frequentava donna così diverse dalla sua ex moglie. Loro, invece, gente umile, dedita al lavoro e alle regole. Una vicinanza tollerata fino ad un certo punto, e poi non più. Alla fine, anche la voce del pm Filoni ha tradito la sua emozione. Da domani, invece, la parola passa alla difesa. L. C.
www.lecceprima.it
Quindici anni di carcere. E’ la pena richiesta dal pubblico ministero Simona Filoni, della Procura per i minori di Lecce, nei confronti di Vittorio Colitti, il 19enne di Ugento accusato di omicidio in concorso, con il nonno omonimo, del consigliere comunale e provinciale di Italia dei valori Giuseppe Basile, meglio noto in paese come Peppino, avvenuta la notte fra il 14 ed il 15 giugno del 2008.
La sua lunga requisitoria è terminata quasi alle 14. Lui era lì, con gli occhi lucidi, seduto vicino al banco dei suoi avvocati Francesca Conte e Roberto Bray. Sua madre, invece, non è riuscita a trattenere le lacrime. Il pm ha illustrato passo dopo passo tutta la dinamica dell’omicidio, secondo la ricostruzione della Procura.
Vittorio Luigi ha mentito più volte sull’orario in cui rientrò quella notte. Disse di essere rientrato un ora prima, intorno a mezzanotte e mezzo, per poi concordare con il suo amico la menzogna da riferire agli inquirenti. E invece il giovane Colitti rientrò intorno all’una e un quarto, poco prima dell’omicidio. A suo dire, quella bugia è stata dettata dal timore di un rimprovero dei genitori. Peppino anche stava rincasando a quell’ora, aveva parcheggiato l’auto. Si sarebbero incontrati. Un bisticcio banale, qualche parola di troppo. I toni si alzarono. Il nonno del ragazzo avrebbe quindi sentito la discussione, per poi uscire in difesa del nipote armato di coltello. Il resto è cronaca.
Una ricostruzione, questa, che per il pm è fedele alla realtà. Una realtà che sarebbe sugellata dalla testimonianza di una bambina di cinque anni, che affacciata alla finestra della casa della nonna avrebbe visto i Colitti uccidere Basile. Lei, piccola e indifesa, l’unica a parlare in mezzo a tanta omertà. “Basile è stato ucciso due volte”, ha tuonato il pm: “dai suoi assassini e dai suoi concittadini, la maggior parte dei quali ha eretto un muro di silenzio intorno al suo delitto. Impossibile non sentire le urla strazianti di un uomo che viene ammazzato. Impossibile vista l’ora tarda, e la zona poco frequentata. Impossibile che nessuno abbia visto”.
I Colitti e Basile, due mondi così diversi. Troppo diversi. Lui, ex falegname dedito alla politica, divorziato, dalla vita sregolata, che frequentava donna così diverse dalla sua ex moglie. Loro, invece, gente umile, dedita al lavoro e alle regole. Una vicinanza tollerata fino ad un certo punto, e poi non più. Alla fine, anche la voce del pm Filoni ha tradito la sua emozione. Da domani, invece, la parola passa alla difesa. L. C.
Nessun commento:
Posta un commento