Dopo il verdetto di assoluzione per il giovane Vittorio Colitti, e in attesa di conoscere le sorti del nonno, diversi interventi da Idv, Pdci-Fds e Io conto per chiedere che sia fatta piena luce
28 Dicembre 2010
28 Dicembre 2010
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
Dopo il verdetto di assoluzione per il giovane Vittorio Colitti, da parte del tribunale per i minori che l’ha giudicato, in quanto 17enne all’epoca dei fatti, e in attesa di conoscere la sentenza del tribunale ordinario sul nonno omonimo, il giorno dopo è il momento dei commenti, anche e soprattutto da parte di chi ha sempre pensato che le orme da seguire, sul caso del delitto Basile, fossero altre. “Così come abbiamo sempre sostenuto, per il grande rispetto che abbiamo nei confronti della magistratura e degli organi inquirenti, ci limitiamo a chiedere ancora una volta ed ora più che mai: verità e giustizia per Peppino Basile”. A dichiararlo, in una nota congiunta, sono Gianfranco Coppola, consigliere provinciale e comunale di Ugento dell’Italia dei valori e Francesco D’Agata, coordinatore provinciale del partito a Lecce. Compagni di partito del consigliere comunale e provinciale, massacrato a coltellate, davanti alla propria abitazione, nella notte tra il 14 e 15 giugno del 2008.
“Con la decisione di ieri sera la città di Ugento e l’intero Salento – commentano - sprofondano sempre più nell’incertezza su un fatto sempre più oscuro della recente storia del nostro territorio, anche perché la tragica vicenda umana di Peppino si è inevitabilmente intrecciata con le vite di ugentini e salentini e ha attraversato anche i trascorsi politici del consigliere comunale e provinciale che oggi appaiono necessari di un approfondimento anche per chiarire se ogni pista sia stata sufficientemente vagliata”.
“Proprio per questo non possiamo, dunque, non continuare a confidare nel certosino lavoro sin qui svolto dagli inquirenti che certamente dovrà prendere atto di questo brusco stop, così come confidiamo nel buon senso della politica – aggiungono - affinché qualcuno non osi strumentalizzare quest’ennesima vicenda anche perché questa volta per tutti, eccettuato per la famiglia Colitti, non c’è nulla da strumentalizzare o peggio ancora da festeggiare”.
Angelo Minenna, consigliere comunale ad Ugento del Pdci-Fds di Ugento è più esplicito, e ricorda: “Sono stato da sempre convinto dell’estraneità di Vittorio e della sua famiglia in questa sporca vicenda, che ha visto l’assassino brutale di Peppino Basile. Alla lunga la magistratura, le cui sentenze non commento né giudico in nessun caso, ha accertato la piena innocenza di Vittorio Colitti dalle accuse che gli erano state rivolte, frutto forse di un’eccessiva fretta nel chiudere il caso da parte di certi ambienti, giudiziari e non. Quello che adesso è importante è restituire serenità a Vittorio Colitti e alle persone ad esso più care, che mai lo hanno abbandonato e sempre gli sono state vicino, e cercare di ripartire con il piede giusto nelle indagini, evitando contrapposizioni, frecciate, strumentalizzazioni e superficialità nei giudizi”.
“Solo così – conclude Minenna - potremo finalmente giungere alla risoluzione di quello definito, non a torto, come un vero e proprio giallo di Ugento”. Resta comunque sempre da definire ancora del tutto il contorno della vicenda. Se la procura dei minori si prepara a ricorrere, un’eventuale sentenza opposta, cioè di condanna del nonno, maturata nel tribunale ordinario aprirebbe uno squarcio ancor più grande in quello che è già da adesso un enorme punto interrogativo.
Sulla stessa lunghezza d’onda il comitato civico Io conto di Ugento. Che così chiosa, per voce del suo presidente, Vito Rizzo: “La sentenza di primo grado del tribunale dei minori di Lecce sull’omicidio Basile, che mette fine all’odissea giudiziaria del giovane Vittorio Colitti, ci riporta indietro di due anni e mezzo. Noi non siamo mai stati né colpevolisti né innocentisti, abbiamo solo e soltanto chiesto la verità sulla tragica vicenda. Dal 25 novembre 2009, giorno dell’arresto dei Colitti, ci siamo limitati a dichiarare: la giustizia ha dato segno della sua presenza, ora aspettiamo la verità”.
“Abbiamo ribadito tale concetto anche in occasione del secondo anniversario della morte di Peppino Basile, allorquando abbiamo scelto una sobria cerimonia dettata dal rispetto per il processo in corso. Oggi chiediamo ancora che si faccia presto luce sull’omicidio Basile. Vorremmo che tutti condividessero tale richiesta affinché, dopo due anni e mezzo, la comunità ugentina riscattasse la sua dignità. Non vogliamo polemizzare con nessuno, desideriamo semplicemente incoraggiare tutti a chiedere verità e giustizia per Peppino. Il nostro non è uno spot elettorale o la rivendicazione di una fazione – scrivono -, ma il timore che il delitto rimanga impunito”.
“Restiamo preoccupati per quanto è accaduto in questi due anni e mezzo: minacce, calunnie, insulti, omertà, clima di odio, pettegolezzi mirati esclusivamente a danneggiare le persone. Ci aspettiamo dall’intera comunità una scossa di riscatto dell’immagine negativa data all’esterno. Dobbiamo dimostrare di saper e di voler essere comunità per mettere fine alla lacerazione che affligge la nostra Ugento. E’ tempo ormai di dire basta a tutto questo. Cerchiamo insieme la verità, quella vera e definitiva”.
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Dopo il verdetto di assoluzione per il giovane Vittorio Colitti, da parte del tribunale per i minori che l’ha giudicato, in quanto 17enne all’epoca dei fatti, e in attesa di conoscere la sentenza del tribunale ordinario sul nonno omonimo, il giorno dopo è il momento dei commenti, anche e soprattutto da parte di chi ha sempre pensato che le orme da seguire, sul caso del delitto Basile, fossero altre. “Così come abbiamo sempre sostenuto, per il grande rispetto che abbiamo nei confronti della magistratura e degli organi inquirenti, ci limitiamo a chiedere ancora una volta ed ora più che mai: verità e giustizia per Peppino Basile”. A dichiararlo, in una nota congiunta, sono Gianfranco Coppola, consigliere provinciale e comunale di Ugento dell’Italia dei valori e Francesco D’Agata, coordinatore provinciale del partito a Lecce. Compagni di partito del consigliere comunale e provinciale, massacrato a coltellate, davanti alla propria abitazione, nella notte tra il 14 e 15 giugno del 2008.
“Con la decisione di ieri sera la città di Ugento e l’intero Salento – commentano - sprofondano sempre più nell’incertezza su un fatto sempre più oscuro della recente storia del nostro territorio, anche perché la tragica vicenda umana di Peppino si è inevitabilmente intrecciata con le vite di ugentini e salentini e ha attraversato anche i trascorsi politici del consigliere comunale e provinciale che oggi appaiono necessari di un approfondimento anche per chiarire se ogni pista sia stata sufficientemente vagliata”.
“Proprio per questo non possiamo, dunque, non continuare a confidare nel certosino lavoro sin qui svolto dagli inquirenti che certamente dovrà prendere atto di questo brusco stop, così come confidiamo nel buon senso della politica – aggiungono - affinché qualcuno non osi strumentalizzare quest’ennesima vicenda anche perché questa volta per tutti, eccettuato per la famiglia Colitti, non c’è nulla da strumentalizzare o peggio ancora da festeggiare”.
Angelo Minenna, consigliere comunale ad Ugento del Pdci-Fds di Ugento è più esplicito, e ricorda: “Sono stato da sempre convinto dell’estraneità di Vittorio e della sua famiglia in questa sporca vicenda, che ha visto l’assassino brutale di Peppino Basile. Alla lunga la magistratura, le cui sentenze non commento né giudico in nessun caso, ha accertato la piena innocenza di Vittorio Colitti dalle accuse che gli erano state rivolte, frutto forse di un’eccessiva fretta nel chiudere il caso da parte di certi ambienti, giudiziari e non. Quello che adesso è importante è restituire serenità a Vittorio Colitti e alle persone ad esso più care, che mai lo hanno abbandonato e sempre gli sono state vicino, e cercare di ripartire con il piede giusto nelle indagini, evitando contrapposizioni, frecciate, strumentalizzazioni e superficialità nei giudizi”.
“Solo così – conclude Minenna - potremo finalmente giungere alla risoluzione di quello definito, non a torto, come un vero e proprio giallo di Ugento”. Resta comunque sempre da definire ancora del tutto il contorno della vicenda. Se la procura dei minori si prepara a ricorrere, un’eventuale sentenza opposta, cioè di condanna del nonno, maturata nel tribunale ordinario aprirebbe uno squarcio ancor più grande in quello che è già da adesso un enorme punto interrogativo.
Sulla stessa lunghezza d’onda il comitato civico Io conto di Ugento. Che così chiosa, per voce del suo presidente, Vito Rizzo: “La sentenza di primo grado del tribunale dei minori di Lecce sull’omicidio Basile, che mette fine all’odissea giudiziaria del giovane Vittorio Colitti, ci riporta indietro di due anni e mezzo. Noi non siamo mai stati né colpevolisti né innocentisti, abbiamo solo e soltanto chiesto la verità sulla tragica vicenda. Dal 25 novembre 2009, giorno dell’arresto dei Colitti, ci siamo limitati a dichiarare: la giustizia ha dato segno della sua presenza, ora aspettiamo la verità”.
“Abbiamo ribadito tale concetto anche in occasione del secondo anniversario della morte di Peppino Basile, allorquando abbiamo scelto una sobria cerimonia dettata dal rispetto per il processo in corso. Oggi chiediamo ancora che si faccia presto luce sull’omicidio Basile. Vorremmo che tutti condividessero tale richiesta affinché, dopo due anni e mezzo, la comunità ugentina riscattasse la sua dignità. Non vogliamo polemizzare con nessuno, desideriamo semplicemente incoraggiare tutti a chiedere verità e giustizia per Peppino. Il nostro non è uno spot elettorale o la rivendicazione di una fazione – scrivono -, ma il timore che il delitto rimanga impunito”.
“Restiamo preoccupati per quanto è accaduto in questi due anni e mezzo: minacce, calunnie, insulti, omertà, clima di odio, pettegolezzi mirati esclusivamente a danneggiare le persone. Ci aspettiamo dall’intera comunità una scossa di riscatto dell’immagine negativa data all’esterno. Dobbiamo dimostrare di saper e di voler essere comunità per mettere fine alla lacerazione che affligge la nostra Ugento. E’ tempo ormai di dire basta a tutto questo. Cerchiamo insieme la verità, quella vera e definitiva”.
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