9 dicembre 2010
Tratto da ZENIT.org
Uno dei personaggi che possono aiutare a riscoprire e approfondire il significato del Presepe è certamente san Carlo da Sezze, un frate minore vissuto nella tradizione francescana che vide Francesco d’Assisi rivivere il Natale – nel 1223 a Greccio – facendo celebrare l’Eucaristia sopra una mangiatoia, tra il bue e l’asinello.
Il bue e l’asino, assenti nei Vangeli canonici, sono menzionati però dall'apocrifo Pseudo-Matteo che riprende Is 1,3: «Il bue conosce il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende». Interpretati dai padri della Chiesa rispettivamente come il popolo d'Israele, che porta il giogo della legge, e le genti, ossia gli incirconcisi, che ignorano tali norme di vita, sono riuniti da Gesù che fin dalla sua nascita – come dice san Paolo – fa dei due un popolo solo, abbattendo il muro di framezzo che è l’inimicizia.
Tale avvenimento della vita di frate Francesco verrà narrato e trasmesso con ulteriori letture teologiche, tanto che nel 1581 il francescano spagnolo Juan Francisco Nuño, dimorante al Convento dell’Aracoeli di Roma, definì il Santo d’Assisi come l’inventore del presepe avendone realizzato il primo proprio a Greccio.
In tale lettura si colloca anche san Carlo da Sezze (1613-1670), tanto che nella sua Autobiografia afferma: «Venendo il tempo si sementare il grano, vedendo i bovi mi sentivo eccitare a devozione, avendo inteso che questa sorta di animali con i somarelli si erano ritrovati in quel mistero sì grande della capanna di Betlemme, quando nacque Gesù Cristo da Maria Vergine, riscaldandolo con il loro fiato, quando nel presepio giaceva sopra il fieno. Gli posi molto affetto, e fuori di modo mi rallegravo in vederli».
Considerando tutto ciò, e nella prospettiva del IV Centenario della nascita e battesimo del Santo (1613-2013), il Centro Studi San Carlo da Sezze, nell’ ambito dei progetti “Aspettando il Natale con San Carlo da Sezze” e “San Carlo da Sezze tra misticismo e storia”, ha scelto piazza San Lorenzo con l’omonima chiesa e la stessa casa natale di San Carlo, per una serie di interessanti iniziative, quali l’inaugurazione della mostra iconografica sulla Natività. Sono esposte, all’interno della casa natale di San Carlo, pregiate immagini sacre originali comprese in un periodo che va dalla fine del ‘700 ai nostri giorni che si distinguono per caratteristiche artistiche e di contenuto ed assumono, in diversi casi, anche un valore di supporto liturgico ed educativo.
Sempre all’interno della casa natale di San Carlo, è stato inaugurato un presepe che evidenzia il particolare legame che lo stesso san Carlo aveva con tale rappresentazione. Inoltre nel medesimo luogo per tutto il periodo natalizio sarà aperta la mostra fotografica “San Carlo e il suo paese…Sezze”.
In occasione della inaugurazione di tali mostre di valore artistico, che rimarranno aperte fino al 9 gennaio 2011, si è tenuta la conferenza “San Carlo da Sezze, il bue e l’asino: l’Infinito in una culla”, tenuta da padre Pietro Messa ofm, Preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani presso la Pontificia Università Antonianum in Roma.
Per informazioni:
Il bue e l’asino, assenti nei Vangeli canonici, sono menzionati però dall'apocrifo Pseudo-Matteo che riprende Is 1,3: «Il bue conosce il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende». Interpretati dai padri della Chiesa rispettivamente come il popolo d'Israele, che porta il giogo della legge, e le genti, ossia gli incirconcisi, che ignorano tali norme di vita, sono riuniti da Gesù che fin dalla sua nascita – come dice san Paolo – fa dei due un popolo solo, abbattendo il muro di framezzo che è l’inimicizia.
Tale avvenimento della vita di frate Francesco verrà narrato e trasmesso con ulteriori letture teologiche, tanto che nel 1581 il francescano spagnolo Juan Francisco Nuño, dimorante al Convento dell’Aracoeli di Roma, definì il Santo d’Assisi come l’inventore del presepe avendone realizzato il primo proprio a Greccio.
In tale lettura si colloca anche san Carlo da Sezze (1613-1670), tanto che nella sua Autobiografia afferma: «Venendo il tempo si sementare il grano, vedendo i bovi mi sentivo eccitare a devozione, avendo inteso che questa sorta di animali con i somarelli si erano ritrovati in quel mistero sì grande della capanna di Betlemme, quando nacque Gesù Cristo da Maria Vergine, riscaldandolo con il loro fiato, quando nel presepio giaceva sopra il fieno. Gli posi molto affetto, e fuori di modo mi rallegravo in vederli».
Considerando tutto ciò, e nella prospettiva del IV Centenario della nascita e battesimo del Santo (1613-2013), il Centro Studi San Carlo da Sezze, nell’ ambito dei progetti “Aspettando il Natale con San Carlo da Sezze” e “San Carlo da Sezze tra misticismo e storia”, ha scelto piazza San Lorenzo con l’omonima chiesa e la stessa casa natale di San Carlo, per una serie di interessanti iniziative, quali l’inaugurazione della mostra iconografica sulla Natività. Sono esposte, all’interno della casa natale di San Carlo, pregiate immagini sacre originali comprese in un periodo che va dalla fine del ‘700 ai nostri giorni che si distinguono per caratteristiche artistiche e di contenuto ed assumono, in diversi casi, anche un valore di supporto liturgico ed educativo.
Sempre all’interno della casa natale di San Carlo, è stato inaugurato un presepe che evidenzia il particolare legame che lo stesso san Carlo aveva con tale rappresentazione. Inoltre nel medesimo luogo per tutto il periodo natalizio sarà aperta la mostra fotografica “San Carlo e il suo paese…Sezze”.
In occasione della inaugurazione di tali mostre di valore artistico, che rimarranno aperte fino al 9 gennaio 2011, si è tenuta la conferenza “San Carlo da Sezze, il bue e l’asino: l’Infinito in una culla”, tenuta da padre Pietro Messa ofm, Preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani presso la Pontificia Università Antonianum in Roma.
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