1 gennaio 2010
Tratto da ZENIT.org
Ecco la meditazione pronunciata nella notte del 31 dicembre dal fratel Alois, Priore della comunità ecumenica di Taizé, in occasione dell'incontro tenutosi nella città polacca di Poznan e che ha riunito circa 30 mila giovani.
Vent’anni fa, durante il primo incontro europeo di giovani in Polonia, subito dopo la caduta del muro di Berlino, era la festa della libertà ritrovata, un grande momento di gioia.
Era il tempo dell’entusiasmo, ora è piuttosto il tempo della decisione e della perseveranza.
Noi, oggi, riflettiamo abbastanza sul senso della libertà? La libertà, è poter scegliere dove porre le nostre priorità. La libertà significa non cedere alle cattive tendenze in noi. La libertà permette anche una lotta contro le strutture d’ingiustizia nelle società.
La libertà è ancora poter esprimere la nostra fede. Durante la nostra recente visita in Cina, con due miei fratelli, diverse persone ci hanno raccontato le sofferenze che i loro genitori o nonni hanno sopportato per la fede. Molti tra voi, che vengono dalla Polonia o da altri Paesi dell’Europa centrale o orientale, hanno anch’essi genitori o nonni che sanno che cosa significhi soffrire per la fede.
Noi vorremmo ringraziare Dio per questi cristiani che hanno resistito e perseverato. Oggi possiamo rimanere vicini ai cristiani di Cina. Sono commossi quando vengono a sapere che a Taizé preghiamo per loro il venerdì sera.
Questa sera vorrei dire una parola particolare ai giovani polacchi. Voi avete radici profonde nella fede. Lungo i secoli, da voi si è forgiata una tradizione che ha permesso al vostro popolo d’attraversare grandi prove. Spesso queste radici sono legate alla vostra famiglia e alla parrocchia dove siete cresciuti.
Oggi cercate di rinnovare le espressioni della fede, e questo è un bene. Le espressioni esteriori possono cambiare, talvolta devono cambiare, affinché la luce della fede brilli con una nuova luminosità.
Tuttavia questa ricerca troverà uno sbocco se va di pari passo con la comprensione delle tradizioni ricevute. Ecco la sfida: creare del nuovo, appoggiandovi sulla tradizione. La nostra piccola comunità di Taizé vorrebbe accompagnarvi in questa ricerca. Abbiamo ricevuto così tanto dal vostro Paese che ci sentiamo spinti a restare uniti al vostro cammino.
La luce che i bambini hanno appena acceso e che ci siamo passata gli uni agli altri giunge da lontano: la fiamma è stata portata dalla grotta della Natività di Betlemme.
Questa fiamma di pace e amicizia è qui per rischiarare tutti gli umani. Allora non possiamo accettare che nel mondo le disuguaglianze crescano, che solo qualcuno abbia beneficio della prosperità economica, mentre la grande maggioranza conosce la povertà. Noi vogliamo scegliere la semplicità di vita per promuovere la condivisione, la solidarietà, l’uso responsabile delle risorse del nostro pianeta.
Sì, la luce di pace è per tutti gli umani. Questo ci spinge a continuare il nostro «pellegrinaggio di fiducia sulla terra». Ecco quali saranno le prossime tappe.
Gli incontri a Taizé continueranno ogni settimana dell’anno prossimo. Nel mese di agosto ricorderemo frère Roger: saranno cinque anni che ci ha lasciato. E sarà anche il settantesimo anniversario di Taizé.
Quest’anno ci saranno degli incontri in Portogallo, a Sarajevo, in Norvegia.
Poi, tra un anno avremo un nuovo incontro europeo. Si farà in un Paese dove non ha mai ancora avuto luogo. Sarà dal 28 dicembre 2010 al 1° gennaio 2011 nei Paesi Bassi, nella città di Rotterdam.
(in olandese) La preparazione è già stata lanciata da qualche mese, e con entusiasmo. Che gioia vedere che tutte le Chiese nella loro grande diversità si mettono insieme per cercare un nuovo volto della Chiesa. Un grazie ai Neerlandesi!
In questi ultimi anni, il nostro pellegrinaggio si è esteso con incontri in Asia, Africa, America Latina. Perché? La globalizzazione, anche con le ambiguità che essa contiene, ci offre nuove possibilità d’esprimere l’universalità della nostra comunione in Cristo.
Come è stato annunciato un anno fa, il nostro quinto incontro asiatico di giovani avrà luogo tra qualche settimana, all’inizio di febbraio, nelle Filippine, a Manila. I Filippini che sono qui tra noi ci assicurano che le porte e i cuori sono spalancati per l’accoglienza.
E dopo l’Asia, ritorneremo in America Latina. Dall’8 al 12 dicembre 2010, il secondo incontro latinoamericano avrà luogo in Cile, nella città di Santiago.
Ci sono qui dei Cileni, il responsabile della pastorale giovanile di Santiago, il Padre Galo, e alcuni giovani. Uno di questi giovani cileni, Claudio, ci dice una parola:
(in spagnolo) Tre anni fa, i nostri amici di Bolivia ci hanno invitato a partecipare al primo incontro latinoamericano di Taizé. Ora il pellegrinaggio di fiducia sulla terra avrà una nuova tappa nel nostro Paese. Per i giovani cileni e latinoamericani, sarà l’occasione di rinsaldare dei legami di comunione e rinnovare il proprio impegno ad essere discepoli di Gesù Cristo e missionari del suo regno. Con grande gioia vi invitiamo a partecipare all’incontro di Santiago del Cile.
Un bambino: Questa sera, salutiamo i giovani di Moldavia, Armenia, Croazia, Ungheria, Bulgaria, Slovenia, Estonia, Lettonia, Repubblica Ceca, e d’Italia in modo particolare i giovani di L’Aquila che quest’anno hanno conosciuto il terremoto.
Salutiamo anche quelli del Cile, Brasile, Messico, Porto Rico, Cuba, Colombia, Argentina, Venezuela, Canada e Stati Uniti.
Vent’anni fa, durante il primo incontro europeo di giovani in Polonia, subito dopo la caduta del muro di Berlino, era la festa della libertà ritrovata, un grande momento di gioia.
Era il tempo dell’entusiasmo, ora è piuttosto il tempo della decisione e della perseveranza.
Noi, oggi, riflettiamo abbastanza sul senso della libertà? La libertà, è poter scegliere dove porre le nostre priorità. La libertà significa non cedere alle cattive tendenze in noi. La libertà permette anche una lotta contro le strutture d’ingiustizia nelle società.
La libertà è ancora poter esprimere la nostra fede. Durante la nostra recente visita in Cina, con due miei fratelli, diverse persone ci hanno raccontato le sofferenze che i loro genitori o nonni hanno sopportato per la fede. Molti tra voi, che vengono dalla Polonia o da altri Paesi dell’Europa centrale o orientale, hanno anch’essi genitori o nonni che sanno che cosa significhi soffrire per la fede.
Noi vorremmo ringraziare Dio per questi cristiani che hanno resistito e perseverato. Oggi possiamo rimanere vicini ai cristiani di Cina. Sono commossi quando vengono a sapere che a Taizé preghiamo per loro il venerdì sera.
Questa sera vorrei dire una parola particolare ai giovani polacchi. Voi avete radici profonde nella fede. Lungo i secoli, da voi si è forgiata una tradizione che ha permesso al vostro popolo d’attraversare grandi prove. Spesso queste radici sono legate alla vostra famiglia e alla parrocchia dove siete cresciuti.
Oggi cercate di rinnovare le espressioni della fede, e questo è un bene. Le espressioni esteriori possono cambiare, talvolta devono cambiare, affinché la luce della fede brilli con una nuova luminosità.
Tuttavia questa ricerca troverà uno sbocco se va di pari passo con la comprensione delle tradizioni ricevute. Ecco la sfida: creare del nuovo, appoggiandovi sulla tradizione. La nostra piccola comunità di Taizé vorrebbe accompagnarvi in questa ricerca. Abbiamo ricevuto così tanto dal vostro Paese che ci sentiamo spinti a restare uniti al vostro cammino.
La luce che i bambini hanno appena acceso e che ci siamo passata gli uni agli altri giunge da lontano: la fiamma è stata portata dalla grotta della Natività di Betlemme.
Questa fiamma di pace e amicizia è qui per rischiarare tutti gli umani. Allora non possiamo accettare che nel mondo le disuguaglianze crescano, che solo qualcuno abbia beneficio della prosperità economica, mentre la grande maggioranza conosce la povertà. Noi vogliamo scegliere la semplicità di vita per promuovere la condivisione, la solidarietà, l’uso responsabile delle risorse del nostro pianeta.
Sì, la luce di pace è per tutti gli umani. Questo ci spinge a continuare il nostro «pellegrinaggio di fiducia sulla terra». Ecco quali saranno le prossime tappe.
Gli incontri a Taizé continueranno ogni settimana dell’anno prossimo. Nel mese di agosto ricorderemo frère Roger: saranno cinque anni che ci ha lasciato. E sarà anche il settantesimo anniversario di Taizé.
Quest’anno ci saranno degli incontri in Portogallo, a Sarajevo, in Norvegia.
Poi, tra un anno avremo un nuovo incontro europeo. Si farà in un Paese dove non ha mai ancora avuto luogo. Sarà dal 28 dicembre 2010 al 1° gennaio 2011 nei Paesi Bassi, nella città di Rotterdam.
(in olandese) La preparazione è già stata lanciata da qualche mese, e con entusiasmo. Che gioia vedere che tutte le Chiese nella loro grande diversità si mettono insieme per cercare un nuovo volto della Chiesa. Un grazie ai Neerlandesi!
In questi ultimi anni, il nostro pellegrinaggio si è esteso con incontri in Asia, Africa, America Latina. Perché? La globalizzazione, anche con le ambiguità che essa contiene, ci offre nuove possibilità d’esprimere l’universalità della nostra comunione in Cristo.
Come è stato annunciato un anno fa, il nostro quinto incontro asiatico di giovani avrà luogo tra qualche settimana, all’inizio di febbraio, nelle Filippine, a Manila. I Filippini che sono qui tra noi ci assicurano che le porte e i cuori sono spalancati per l’accoglienza.
E dopo l’Asia, ritorneremo in America Latina. Dall’8 al 12 dicembre 2010, il secondo incontro latinoamericano avrà luogo in Cile, nella città di Santiago.
Ci sono qui dei Cileni, il responsabile della pastorale giovanile di Santiago, il Padre Galo, e alcuni giovani. Uno di questi giovani cileni, Claudio, ci dice una parola:
(in spagnolo) Tre anni fa, i nostri amici di Bolivia ci hanno invitato a partecipare al primo incontro latinoamericano di Taizé. Ora il pellegrinaggio di fiducia sulla terra avrà una nuova tappa nel nostro Paese. Per i giovani cileni e latinoamericani, sarà l’occasione di rinsaldare dei legami di comunione e rinnovare il proprio impegno ad essere discepoli di Gesù Cristo e missionari del suo regno. Con grande gioia vi invitiamo a partecipare all’incontro di Santiago del Cile.
Un bambino: Questa sera, salutiamo i giovani di Moldavia, Armenia, Croazia, Ungheria, Bulgaria, Slovenia, Estonia, Lettonia, Repubblica Ceca, e d’Italia in modo particolare i giovani di L’Aquila che quest’anno hanno conosciuto il terremoto.
Salutiamo anche quelli del Cile, Brasile, Messico, Porto Rico, Cuba, Colombia, Argentina, Venezuela, Canada e Stati Uniti.
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