Vittorio Luigi Colitti, il ragazzo di Ugento
arrestato a novembre 2009
con l’accusa di aver ucciso
insieme a suo nonno
l’ex consigliere Peppino Basile,
resta in carcere.
La respinta del gip Vergine
27 gennaio 2010
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
Vittorio Luigi Colitti, il 19enne di Ugento arrestato il 25novembre scorso con l’accusa di aver ucciso insieme a suo nonno l’ex consigliere Peppino Basile, resta in carcere. Non lascerà dunque l’istituto penitenziario "Nicola Fornelli", così come aveva chiesto uno dei difensori, l’avvocato Francesca Conte. Il giudice per le indagini preliminari dei Tribunale dei minori Cinzia Vergine ha respinto l’istanza presentata dal legale per chiedere di rimettere in libertà il giovane, che si è sempre proclamato innocente. E’ il secondo no a far tornare in libertà il giovane indagato: prima il riesame, ora l’istanza.
Stessa sorte per il nonno Vittorio, 69enne, il quale dopo il diniego del tribunale della libertà, ha ricevuto anche il rigetto dell’istanza da parte del gip Antonio Del Coco per motivi di salute. Insomma, non c’è verso che i Colitti escano dal carcere. Pare che il gip Vergine abbia ritenuto attendibile quanto riferito dalla piccola baby testimone, nonostante non abbia riferito nel corso dell’incidente probatorio del 23 dicembre i nomi di nonno e nipote come quelli degli assassini di Basile. Stando infatti a quanto emerso dopo quell’incontro, la bambina avrebbe riconosciuto i Colitti guardando un servizio in televisione. E perché allora non avrebbe fatto i loro nomi? Perché i giudici non glielo hanno chiesto esplicitamente e perché non sapeva se a loro poteva dirlo. Per il gip questo basta per confermare la validità della tesi accusatoria, che secondo il pubblico ministero Simona Filoni potrà essere ulteriormente rafforzata grazie ad un secondo incidente probatorio.
Il sostituto procuratore ha inoltrato ieri la richiesta al gip per un nuovo ascolto della minore, chiedendo che davanti alla piccola vengano esibite le foto degli arrestati, affinchè possa eventualmente riconoscerli. L’avvocato Conte intanto fa sapere che domani presenterà le controdeduzioni per opporsi a quest’ultima richiesta della Procura.
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Vittorio Luigi Colitti, il 19enne di Ugento arrestato il 25novembre scorso con l’accusa di aver ucciso insieme a suo nonno l’ex consigliere Peppino Basile, resta in carcere. Non lascerà dunque l’istituto penitenziario "Nicola Fornelli", così come aveva chiesto uno dei difensori, l’avvocato Francesca Conte. Il giudice per le indagini preliminari dei Tribunale dei minori Cinzia Vergine ha respinto l’istanza presentata dal legale per chiedere di rimettere in libertà il giovane, che si è sempre proclamato innocente. E’ il secondo no a far tornare in libertà il giovane indagato: prima il riesame, ora l’istanza.
Stessa sorte per il nonno Vittorio, 69enne, il quale dopo il diniego del tribunale della libertà, ha ricevuto anche il rigetto dell’istanza da parte del gip Antonio Del Coco per motivi di salute. Insomma, non c’è verso che i Colitti escano dal carcere. Pare che il gip Vergine abbia ritenuto attendibile quanto riferito dalla piccola baby testimone, nonostante non abbia riferito nel corso dell’incidente probatorio del 23 dicembre i nomi di nonno e nipote come quelli degli assassini di Basile. Stando infatti a quanto emerso dopo quell’incontro, la bambina avrebbe riconosciuto i Colitti guardando un servizio in televisione. E perché allora non avrebbe fatto i loro nomi? Perché i giudici non glielo hanno chiesto esplicitamente e perché non sapeva se a loro poteva dirlo. Per il gip questo basta per confermare la validità della tesi accusatoria, che secondo il pubblico ministero Simona Filoni potrà essere ulteriormente rafforzata grazie ad un secondo incidente probatorio.
Il sostituto procuratore ha inoltrato ieri la richiesta al gip per un nuovo ascolto della minore, chiedendo che davanti alla piccola vengano esibite le foto degli arrestati, affinchè possa eventualmente riconoscerli. L’avvocato Conte intanto fa sapere che domani presenterà le controdeduzioni per opporsi a quest’ultima richiesta della Procura.
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