11 Gennaio 2010
Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
Ce la sto mettendo tutta, quando leggo le agenzie faccio lunghi respiri e mi rivolgo a quella parte di me che conosce questa maggioranza, che non cambierà mai natura, e penso: "magari sono prevenuto?".
Magari fossi prevenuto quando penso che Berlusconi non può permettersi una riforma tributaria "reale" visti i 10 miliardi di debito pubblico mensili del 2009.
Magari fossi prevenuto quando penso che di riforme tributarie, di aliquote semplificate, ridotte, leggere, semplici, eque, larghe, strette, alte e magre ne ha dichiarate in tutte le salse dal ’94 senza averle mai realizzate.
Magari fossi prevenuto quando penso che la riforma tributaria è il miele sul cucchiaino per l'olio di ricino del processo breve e del legittimo impedimento.
Magari fossi prevenuto quando associo lo squillar di trombe riformiste alle elezioni regionali, salvo poi sentire il tamburellare del boia a urne chiuse per annunciare nuovi tagli alle pensioni, gli innalzamenti di aliquote, nuovi bolli, bollini, imposticelle dettate da un rigore doveroso per il perdurare della crisi.
Magari fossi prevenuto, ma sono pronto a scommettere che mi troverò quanto prima in Parlamento a votare l’ennesima fiducia di una legge “ad personas ”, ossia utile al club degli impuniti di governo e poi, semmai, in mezzo ad una selva di “se e forse”, la riforma tributaria.
E purtroppo ho il presentimento (o la certezza) che sarà la cruda realtà a deludere chi una riforma tributaria reale se l’aspettava nel 2010.
Tratto dal Sito Internet
www.antoniodipietro.it
Ce la sto mettendo tutta, quando leggo le agenzie faccio lunghi respiri e mi rivolgo a quella parte di me che conosce questa maggioranza, che non cambierà mai natura, e penso: "magari sono prevenuto?".
Magari fossi prevenuto quando penso che Berlusconi non può permettersi una riforma tributaria "reale" visti i 10 miliardi di debito pubblico mensili del 2009.
Magari fossi prevenuto quando penso che di riforme tributarie, di aliquote semplificate, ridotte, leggere, semplici, eque, larghe, strette, alte e magre ne ha dichiarate in tutte le salse dal ’94 senza averle mai realizzate.
Magari fossi prevenuto quando penso che la riforma tributaria è il miele sul cucchiaino per l'olio di ricino del processo breve e del legittimo impedimento.
Magari fossi prevenuto quando associo lo squillar di trombe riformiste alle elezioni regionali, salvo poi sentire il tamburellare del boia a urne chiuse per annunciare nuovi tagli alle pensioni, gli innalzamenti di aliquote, nuovi bolli, bollini, imposticelle dettate da un rigore doveroso per il perdurare della crisi.
Magari fossi prevenuto, ma sono pronto a scommettere che mi troverò quanto prima in Parlamento a votare l’ennesima fiducia di una legge “ad personas ”, ossia utile al club degli impuniti di governo e poi, semmai, in mezzo ad una selva di “se e forse”, la riforma tributaria.
E purtroppo ho il presentimento (o la certezza) che sarà la cruda realtà a deludere chi una riforma tributaria reale se l’aspettava nel 2010.
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