lunedì 28 febbraio 2011

MELISSANO PREMIATA CON LA "TARGA BLU" / INVITIAMO LA COMMISSIONE DI ROMA A VISITARE LE NOSTRE STRADE "A SCULAPASTA"

PREMIO INTERNAZIONALE SULLA SICUREZZA STRADALE
Cerimonia Premiazione Concorso
"TARGA BLU 2010" per la SICUREZZA STRADALE
Il giorno mercoledì 23 febbraio 2011, nella Città di Roma, presso la “Sala delle Conferenze” della Camera dei Deputati, in via del Pozzetto n.158 (Palazzo Marini), con inizio alle ore 10,30, si svolgerà la Cerimonia di consegna dei riconoscimenti relativi al Premio Internazionale per Sicurezza Stradale “TARGA BLU 2010 ”, oramai giunto alla sua “Quarta Edizione”.
Il Premio “Targa Blu” è volto a rendere il giusto merito agli Enti Proprietari delle Strade che si siano distinti, sia in Ita¬lia, che all’estero, per aver contribuito allo sviluppo ed alla realizzazione di una maggiore sicurezza sulle strade ed al miglioramento della mobilità, attraver¬so iniziative che perseguano l’obiettivo primario della riduzione del numero delle vittime e dei feriti causati dalla circolazione stradale, e costituisce una sorta di “Certificazione di Qualità” per quegli Enti che abbiano assicurato degli standard ottimali sulle strade di propria competenza, sia per quanto concerne la sicurezza stradale, che per quanto concerne la qualità della mobilità, che sta riscontrando un grande consenso presso le istituzioni interessate, presso l’opinione pubblica ed anche in ambito internazionale atteso che per il prossimo futuro è prevista la costituzione di Comitati Organizzatori anche presso altre Nazioni Europee.
Il riconoscimento della “Targa Blu”, quindi, rappresenta una sorta di attestato-certificazione di qualità (analogo alla “Bandiera Blu” delle spiagge e degli approdi), riservato a gli Enti Pro¬prietari delle Strade (Comuni, Provin¬ce, Regioni, ecc.) che abbiano dato prova di impegno e virtuosismo per garantire la sicurezza sulle strade di propria competenza, ed è finalizzato a mettere nella giusta luce tali Enti al fine di stimolare anche una positiva emulazione da parte degli Enti meno attenti a tali questioni.
Alla luce dei deludenti risultati finora raggiunti, che pongono seri interrogativi circa il mancato raggiungimento degli obiettivi in materia di sicurezza stradale previsti dal Piano Nazionale e dal Programma Europeo 2001-2010 (con particolare riferimento all’abbattimento del 50% dei decessi da incidente stradale entro il 2010), riteniamo necessario sollecitare una efficace mobilitazione, non solo nel settore dei maggiori controlli verso gli utenti e della maggiore repressione delle condotte illecite degli stessi, ma anche relativamente agli stessi Enti Proprietari delle Strade, responsabili, con le loro condotte omissive o di scarso impegno nella manutenzione della segnaletica e delle infrastrutture, di una rilevante quota degli incidenti stradali.
Negli corso dei prossimi anni, attraverso un costante impegno di studio e propositivo da parte del Centro Studi, saranno costantemente e progressivamente rielaborati i vari “parametri di valutazione” proposti per l’accesso al Riconoscimento, al fine di stimolare un adeguato e progressivo virtuosismo in tema di sicurezza stradale tra gli Enti deputati alla gestione delle strade, in linea con quelle che saranno le direttive contenute nell’emanando “2° Programma Europeo per la Sicurezza Stradale decennio 2011-2020”.
La crescente sensibilità che le Amministrazioni Pubbliche stanno rivolgendo al settore della sicurezza stradale è dimostrata anche dal crescente numero di adesioni alla nostra iniziativa, che per la sua “4° Edizione” (a fronte di circa 400 contatti e/o richieste di informazioni per l’adesione) vede “aggiudicatarie” del Riconoscimento “Targa Blu 2010” circa 70 Enti, di seguito elencati:
Targa Blu “al merito”, assegnata sulla base dei dati rilevati mediante la Schede di Valutazione:
- Comune di CASTELRAIMONDO (MC)
- Comune di NOTARESCO (TE)
- Comune di CALTAGIRONE (CT)
- Comune di TULA (SS)
- Comune di GUIDIZZOLO (MN)
- Comune di CHIERI (TO)
- Comune di MOLINELLA (BO)
- Comune di CERVIA (RA)
- Comune di CORINALDO (AN)
- Comune di CELLE LIGURE (SV)
- Comune di RAVENNA (RA)
- Unione dei Comuni BASSA VAL TREBBIA E VAL LURETTA (PC)
- Comune di STATTE (TA)
- Comune di LOANO (SV)
- Comune di MANTOVA (MN)
- Comune di MELISSANO (LE)
- Comune di GALLIPOLI (LE)
- Comune di NARDO’ (LE)
- Comune di SESTRI LEVANTE (GE)
- Comune di RICCIA (CB)
- Comune di COLMURANO (MC)
- Comune di SARNANO (MC)
- Comune di BEDIZZOLE (BS)
- Comune di BITTI (NU)
- Comune di SCAFATI (SA)
- Comune di PIANELLA (TE)
- Comune di MONTELUPONE (MC)
- Provincia di TERNI
- Comunità Montana dei MONTI AZZURRI (MC)
- Comune di DIMARO (TN)
- Comune di MARINO (RM)
- Comune di MONTECOSARO (MC)
- Comune di OPPEANO (VR)
Targa Blu “honoris causa”, assegnata sulla base dei dati statistici sulla riduzione dei morti:
- Regione VENETO
- Provincia di BELLUNO
- Provincia di ROVIGO
- Provincia di VITERBO
- Provincia di CHIETI
- Provincia di REGGIO EMILIA
- Provincia di MACERATA
- Provincia di IMPERIA
- Provincia di SIRACUSA
- Provincia di LIVORNO
- Provincia di LECCE
- Provincia di NUORO
- Provincia di CREMONA
- Provincia di TREVISO
- Provincia di RIMINI
- Provincia di SONDRIO
- Provincia di VICENZA
- Provincia di BOLZANO
- Provincia di PISA
- Provincia di FORLI’-CESENA
Targa Blu “honoris causa” assegnata a Città di altre nazioni Europee:
- Città di BIARRITZ (France)
- Città di TWICKNHAM (London Borough of Richmond upon Thames - United Kingdom)
Nel corso della Cerimonia sarà consegnato il riconoscimento della Targa Blu “honoris causa” anche Alle seguenti personalità che hanno offerto un importante contributo alla sicurezza stradale:
- Prof. ANTONIO DAL MONTE, per il grandissimo contributo offerto per il miglioramento del confort del guidatore e dei passeggeri attraverso lo studio dei fattori biomeccanici che intervengono nella guida dei veicoli.
- Al Comune di CERDA, quale simbolo della Corsa Automobilistica più antica del mondo, la Targa Florio, che assieme ad altri sport hanno costituito un collante per l’unificazione del nostro Paese ed antesignana della sicurezza stradale.
Inoltre, nel corso della Cerimonia sarà ufficializzato, anche mediante la consegna della Targa Blu honoris causa, il Conferimento del “Premio Q Air 2010” (Premio Internazionale per la qualità dell’aria e confort dei veicoli, ideato e gestito dall’Associazione Ego-Vai-Q) alla vettura “AUDI Q7”, che riceve il testimone dalla vettura italiana “Lancia Delta Eco” premiata nel 2009.
Macerata, 14 febbraio 2011
Il Presidente del CE.S.I.S.S.
Paolo Pettinari

A MELISSANO LA "TARGA BLU", NONOSTANTE PRESUNTE "MULTE RIDOTTE", STRADE DISSESTATE E DECINE DI TRANSAZIONI PER INCIDENTI STRADALI PER LE BUCHE


Melissano, Gallipoli, Nardò e Provincia di Lecce: "Targa blu"
Assegnato il "Premio Internazionale per la sicurezza stradale". La soddisfazione dell'assessore ai Trasporti, Bruno Ciccarese.
La Provincia di Lecce ha conquistato il riconoscimento "Targa Blu 2010" nell'ambito del "Premio Internazionale per la Sicurezza Stradale", promosso dal "Centro Studi Indipendente sulla Sicurezza Stradale", sotto l'egida del Sottosegretariato di Stato alla Famiglia della Presidenza del Consiglio, assegnato sulla base dei dati statistici sulla riduzione dei morti sulle strade.
La cerimonia di consegna dei riconoscimenti si è svolta oggi, a Roma, nella Sala delle Conferenze della Camera dei Deputati a Palazzo Marini. A ritirare il Premio l'assessore ai Trasporti e Politiche giovanili della Provincia di Lecce, Bruno Ciccarese, soddisfatto del risultato perché "frutto delle azioni concrete intraprese dalla nostra amministrazione per ridurre le vittime degli incidenti stradali sul territorio".
Il riconoscimento della "Targa Blu" rappresenta una sorta di certificazione di qualità (analogo alla "bandiera Blu" delle spiagge e degli approdi), riservata agli Enti proprietari della strade (Comuni, Province, Regioni ecc.) che abbiano dato prova di impegno e virtuosismo per garantire la sicurezza sulle strade di propria competenza.
Il premio, giunto quest'anno alla sua quarta edizione, mira a rendere il giusto merito agli Enti proprietari delle strade che si sono distinti, sia in Italia, che all'estero, per aver contribuito allo sviluppo e alla realizzazione di una maggiore sicurezza sulle strade e al miglioramento della mobilità, attraverso iniziative che hanno come obiettivo primario la riduzione del numero delle vittime e dei feriti causati dalla circolazione stradale.
La Provincia di Lecce è tra le 20 Province italiane premiate con il prestigioso riconoscimento "Targa Blu – Honoris Causa", assegnato all'unanimità dal Comitato di giuria e di premiazione del concorso, su proposta del Comitato tecnico del Centro Studi.
In particolare, si legge nella motivazione ufficiale, la Provincia di Lecce ha ottenuto il premio "a giusto riconoscimento dei risultati conseguiti relativamente alla costante riduzione della mortalità sulle strade del proprio territorio nell'arco del biennio 2008–2009, rispetto ai dati relativi all'anno 2007, rilevati in base alla speciale graduatoria pubblicata da Aci– Istat che hanno consentito alla stessa di classificarsi all'11° posto tra le Province d'Italia".
Soddisfatto il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone: "Questo premio idealmente va dedicato alle tante persone che nella nostra Provincia si impegnano sul tema della sicurezza stradale, nella prevenzione, nella migliore e più efficiente circolazione stradale del Salento".
"La nostra è una terra che si immerge tra due mari, lo Jonio e l'Adriatico, con litoranee e passeggiate turistiche che si incuneano nella costa e nelle scogliere. Di conseguenza, abbiamo migliaia di chilometri di rete viaria da monitorare e migliorare quotidianamente".
"Essere riusciti ad ottenere dei risultati positivi in appena 16 mesi di governo provinciale non può che inorgoglirci e spingerci a fare ancora meglio, in un settore - quello del miglioramento infrastrutturale del nostro Salento - che é priorità assoluta della nostra quotidiana azione di governo, accanto all'edilizia scolastica e alle vicende occupazionali e sociali del territorio", conclude il presidente.
Si segnala che, nella categoria dei Comuni premiati con la "Targa Blu al merito", figurano tre Comuni salentini: Melissano, Gallipoli e Nardò.

VERIFICA DI CASSA SULLE MULTE INCASSATE IN CONTANTI NEGLI UFFICI DEI VIGILI A MELISSANO

“Si rileva un sistematico e preoccupante ritardo nel versamento in tesoreria delle somme incassate”
(Il Revisore dei Conti del Comune di Melissano, dott. Massimo Legittimo, 14.05.2009).
“Il sottoscritto consiglia di attenersi scrupolosamente ai tempi previsti dal Regolamento per i versamenti in Tesoreria delle somme incassate”
(Il Revisore dei Conti del Comune di Melissano, dott. Massimo Legittimo, 11.11.2009).
“Dalla verifica effettuata sui tabulati è emersa una discordanza tra le somme realmente incassate dai contribuenti e le somme trascritte come importo e data di pagamento”
(Il Revisore dei Conti del Comune di Melissano, dott. Massimo Legittimo, 24.04.2010).
TUTTA LA DOCUMENTAZIONE IN ARRIVO.

IL SESTO VIDEO MESSAGGIO DI "MELISSANO RINASCE" / ABBIAMO O NO DELLE RESPONSABILITA' ANCHE NOI CITTADINI?

C'E' LIBRI PER TE (10) - VIVA TUTTO! di Lorenzo "Jovanotti" Cherubini; BUONA DIFFERENZA! di Cristina Bellemo; NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI di F.Geda

VIVA TUTTO! di Lorenzo “Jovanotti” Cherubini, Add editore, pagine 479, Euro 16,00.
E’ il racconto dell’ultimo anno di Jovanotti, sotto forma di dialogo epistolare (via mail) con il filosofo Franco Bolelli.
E’ un libro fuori da ogni schema, ma pieno di idee, confidenze, ragionamenti in libertà. Contiene il racconto della faticosa genesi del nuovo disco, ma anche alcuni aspetti meno noti della vita di Lorenzo.
L’infanzia, gli amici, l’amore per Francesca, l’esperienza di padre, l’arte, i viaggi, la dolorosa perdita della madre, il rapporto con Dio e con la religione. Un diario imperdibile per chi ama Jovanotti, il suo pensiero e la sua musica.
LA MAPPA DEL DESTINO di Glenn Cooper, Nord, pagine 441, Euro 19,60.
GLI OCCHI DI VENEZIA di Alessandro Barbero, Mondadori, pagine 429, Euro 18,50.
L’AMORE SI NUTRE DI AMORE di Rosa Mogliasso, Salani, pagine 258, Euro 14,00.
GLI APPARTATI di Andrea Garbarino, Tropea, Euro 16,00.
BUONA DIFFERENZA! di Cristina Bellemo, Edizioni Messaggero Padova, Euro 18,00.
E’ un bellissimo libro di fiabe che hanno una particolarità: i loro protagonisti sono persone singolarissime, “differenti” da tutte le altre.
E “Buona differenza!”, le cui pagine sono impreziosite dalle poetiche illustrazioni di Manuela Simoncelli, manda così un messaggio importante: le “diversità” sono una ricchezza da valorizzare, perché sono ciò che rende unico ciascuno di noi.
VIAGGI E ALTRI VIAGGI di Antonio Tabucchi, Feltrinelli, pagine 266, Euro 17,50.
NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI di Fabio Geda, B. C. Dalai Editore, pagine 155, Euro 16,00.
“Storia vera di Enaiatollah Akbari” (è la seconda parte del titolo), ovvero di un bambino di dieci anni e del suo viaggio dall’Afghanistan fino all’Italia.
E’ la madre che per salvargli la vita lo porta in Pakistan da dove ha inizio l’odissea di Akbari attraverso l’Iran, la Turchia, la Grecia e l’Italia. E soprattutto i tanti incontri con le persone che, nel bene e nel male, segneranno la sua ancora giovane vita. (Letto da Lorella Probo)

SOS ADOLESCENTI di Kira Stellato, Red!, pagine 107, Euro 12,00.

TESTIMONE DELLA MISERICORDIA (13) - IL PAPA CHE LIBERO' L'EUROPA DAL COMUNISMO


Intervista a don Mariusz Frukacz, redattore del settimanale “Niedziela”
Di Antonio Gaspari
8 febbraio 2011
Tratto da ZENIT.org
Il primo maggio Bendetto XVI beatificherà a Roma il suo predecessore, Karol Wojtyla.
Per cercare di comprendere meglio le virtù e la santità di Giovanni Paolo II, ZENIT ha deciso di pubblicare diverse testimonianze di persone che lo hanno conosciuto e frequentato.
Iniziamo con l’intervista a don Mariusz Frukacz, sacerdote dell’arcidiocesi di Częstochowa nonchè redattore del settimanale cattolico “Niedziela” e corrispondente diocesiano della Agenzia Cattolica d’Informazione.
La Polonia era duramente sottomessa al regime sovietico. Che cosa significò per il popolo l’elezione a Pontefice di Giovanni Paolo II?
Don Frukacz: Nel 1978 quando il Cardinale Karol Wojtyła è stato eletto Pontefice con il nome di Giovanni Paolo II la Polonia era schiacciata dal regime comunista. L’elezione di Giovanni Paolo II, il primo Pontefice polacco e il primo Pontefice slavo, ha avuto una grande rilevanza non soltanto per la Polonia, ma anche per tutta l’Europa centrale e orientale. Il popolo in Polonia, ma anche negli altri paesi sottomessi al regime sovietico, ha avvertito non soltanto la gioia, ma anche lo spirito di libertà. Giovanni Paolo II ha portato con sè la fedeltà al Vangelo e il coraggio della fede nella verità. Penso che le parole “Non abbiate paura, anzi spalancate le porte a Cristo” abbiano dato il via ai cambiamenti epocali in Polonia e in tutta l’Europa. L’elezione di Giovanni Paolo II significò l’inizio della primavera della libertà. L’elezione di quel Pontefice ha dato al popolo polacco la forza spirituale e morale per passare dalla resistenza all’ingiustizia, alla vittoria del bene sul male. Giovanni Paolo II ha dato il via alla rivoluzione spirituale e morale in Polonia e negli altri paesi dell’Europa centrale e orientale.
È vero che i russi non invasero la Polonia perchè Wojtyla era Papa?
Don Frukacz: A questa domanda non si può dare una risposta semplice. In questo momento non conosciamo tutti i documenti del regime comunista, e soprattutto poco si sa del periodo in cui il generale Wojciech Jaruzelski instaurò lo stato di guerra in cui vennero sospesi i diritti civili e gli attivisti di "Solidarność" furono arrestati e imprigionati. Io penso che alcuni storici hanno ragione quando scrivono che i russi non invasero la Polonia perchè non volevano ripetere la situazione del 1968, quando invasero la Cecoslovacchia. Il generale Wojciech Jaruzelski sostiene che il 13 dicembre 1981 dovette instaurare lo stato di guerra in Polonia altrimenti i russi avrebbero invaso la Polonia. Oggi sappiamo che quanto detto da Jaruzelski non è vero. Dal punto di vista di alcuni documenti e in base alle testimonianze gli storici in Polonia sostengono che il regime comunista, in modo speciale Leonid Brezniev, il primo segretario del partito comunista dell’Unione Sovietica, voleva che il generale Jaruzelski e il regime comunista in Polonia risolvessero il problema di “Solidarność” con le proprie forze. Sappiamo oggi che durante lo stato di guerra in Polonia, Giovanni Paolo II teneva stretti contatti diplomatici con il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e che scrisse una lettera a Leonid Breżniev per convincerlo a non invadere la Polonia. Ciò nonostante non possiamo dire in modo sufficiente e sicuro che i russi non invasero la Polonia perchè il Cardinale Wojtyla era Papa.
Il nazismo prima e il comunismo poi hanno cercato di tagliare le radici cristiane e cancellare la fede cattolica del popolo polacco. Per quali ragioni non ci riuscirono?
Don Frukacz: È vero che il nazismo prima ed il comunismo poi hanno cercato di tagliare le radici cristiane e cancellare la fede cattolica del popolo polacco. Ma non ci sono riusciti. Penso che la risorsa decisiva che ha salvato la fede cattolica sia stata quella delle famiglie polacche, le quali hanno rispettato e trasmesso ai figli il patrimonio spirituale delle generazioni precedenti. Nelle famiglie cristiane polacche durante il regime nazista e poi comunista era vivo e forte il legame della fede con la cultura cristiana e la cultura nazionale. Per il popolo polacco la fede ha la sua importanza anche nella vita sociale. Non è una cosa privata. La fede ha una sua dimensione sociale e nazionale. Per i polacchi la fede è collegata con il vero patriottismo, cioè l'amore per Dio e per la Patria.
Penso anche che un grande ruolo nel mantenere forti le radici cristiane nella società polacca lo abbiano svolto i movimenti e le associazione cristiane, come per esempio il “Movimento Luce-Vita” del Servo di Dio don Franciszek Blachnicki. Un ruolo importante lo hanno svolto i Club dell’Intelligenza Cattolica, la pastorale accademica e le settimane della cultura cristiana, quando nelle chiese gli artisti hanno presentato e trasmesso la cultura e la letteratura nazionale ai fedeli.
Penso che un grande ruolo lo abbia svolto anche il Cardinale Stefan Wyszyński, Primate del Millennio. È stato lui ad organizzare i "Voti di Jasna Góra" nel 1956, la Novena in occasione dei mille anni del Cristianesimo in Polonia (1957-1966). È stato lo stesso Cardinale Wyszyński ad approfondire e diffondere la cosiddetta "Teologia della Nazione" per rafforzare l'identità cattolica dei polacchi. Anche Giovanni Paolo II ha testimoniato la rilevanza e la grandezza della figura di Wyszyński quando ha detto: “ Non ci sarebbe stato un Pontefice polacco sul trono di Pietro se non ci fosse stata la fede del Cardinale Wyszyński, e la sua prigionia e Jasna Góra”.
Prima la beatificazione di Jerzy Popieluszko, adesso quella di Karol Wojtyla, due eroi moderni. Ci sono molti elementi comuni nel coraggio e nella testimonianza eroica di entrambi. Può illustrarceli?
Don Frukacz: Certo, sono molti gli elementi comuni nel coraggio e nella testimonianza eroica del beato don Jerzy Popiełuszko e di Giovanni Paolo II. Il primo elemento secondo me è la forte fede. Il Beato don Jerzy Popiełuszko e Giovanni Paolo II sono uomini di fede nel senso di totale obbedienza a Dio. Poi entrambi sono uomini che hanno realizzato nella vita la vera fedeltà al Vangelo e ai valori cristiani. In nome del Vangelo e in nome del rispetto dei valori cristiani nella sfera della vita pubblica, entrambi hanno difeso i diritti umani e la dignità della persona umana. Entrambi hanno dato vera e coraggiosa testimonianza a Cristo fino all’effusione del sangue. Il Beato don Jerzy Popiełuszko è stato ucciso dai servizi segreti del regime comunista. Mentre il Pontefice Giovanni Paolo II ha subito un attentato in Piazza San Pietro il 13 maggio 1981.
Don Popiełuszko e Giovanni Paolo II hanno promosso il rispetto dei diritti umani, dei diritti dei lavoratori e della dignità delle persone umane, tutto alla luce del Vangelo. Per la Polonia e per il mondo intero hanno praticato e testimoniato le virtù del coraggio, della fedeltà a Dio, alla Croce di Cristo e al Vangelo, amore per Dio e per la Patria. Entrambi hanno rappresentato il patriottismo in senso cristiano, come virtù culturale e sociale. Penso che un elemento comune a tutti e due sia la spiritualità mariana e il totale affidamento a Maria. Per don Popiełuszko l’esempio era san Massimiliano Kolbe mentre per Giovanni Paolo II era san Luigi Maria Grignion de Montfort.
Lei ha conosciuto e frequentato Karol Wojtyla. Quale sono, secondo il suo punto di vista, le qualità singolari di Giovanni Paolo II?
Don Frukacz: Il mio primo incontro con Giovanni Paolo II è stato durante il viaggio apostolico in Polonia, nel giugno 1979. Avevo otto anni. Ricordo bene la sua figura bianca con le braccia aperte. Ricordo l’atmosfera gioiosa di quegli storici giorni. Ricordo anche le lacrime dei miei genitori, soprattutto di mio padre Marian che faceva parte del movimento di “Solidarność”. Poi negli anni successivi ho partecipato con i miei familiari agli incontri con Giovanni Paolo II a Jasna Góra e in Częstochowa durante i viaggi del 1983, 1987, 1991, 1997, 1999.
Molto importante anche per la mia spiritualità è stato l’incontro nell’agosto del 1991, quando Giovanni Paolo II è venuto a benedire il nostro Seminario Maggiore in Częstochowa. Ero in quel periodo al secondo anno dei miei studi al Seminario. Mi colpirono molto le parole del Pontefice, quando disse: “Con l’intera e totale dedizione, propria dell’atteggiamento di Maria sotto la Croce...proclamare il Vangelo del Suo Figlio e testimoniarlo nella vita, con generosità, senza nessun compromesso con lo spirito di questo mondo e senza alcuna paura”.
Secondo me il Papa polacco è stato un uomo di preghiera. Nel mio cuore rimane per sempre la Messa che ho potuto concelebrare con Giovanni Paolo II nella cappella privata al Palazzo Apostolico, il 7 settembre 2000. Penso che Giovanni Paolo II è stato un uomo di vera gioia cristiana. Durante i miei studi a Roma (2000-2007) ho potuto incontrarlo e ho potuto parlare con lui nel periodo di Natale e ricordo bene quando insieme a noi intonava i canti di Natale. Penso che Giovanni Paolo II sia stato un uomo di grande amore per il prossimo, per Cristo e per la Chiesa. Amava tanto Maria, è stato l’uomo del rosario. Sempre porto con me il Rosario che mi ha dato.
Quanti saranno i polacchi che verranno a Roma per la beatificazione di Giovanni Paolo II?
Don Frukacz: In questo momento non si può dire la cifra certa, ma posso dire che tutta la Polonia è in movimento. I mass media nel nostro Paese dicono che per la beatificazione di Giovanni Paolo II verranno a Roma oltre un milione di pellegrini dalla Polonia.

NUOVI SPUNTI SULLA "CARITAS IN VERITATE" (117) - L'ETICA COME STRUMENTO AZIENDALE NELL'ENCICLICA

Convegno alla Santa Croce su "Management by Ethics in Italia”
Di Sergio Mora
9 febbraio 2011
Tratto da ZENIT.org
L’etica è uno strumento aziendale non perché produce profitto o vantaggio competitivo per la propria azienda - il che sarebbe materialismo - ma in quanto parte della carità che mette al centro la persona umana, come indicato da Benedetto XVI nell’enciclica “Caritas in Veritate”.
Questa è una delle riflessioni venute a galla durante il convegno "Management by Ethics in Italia: come e perché. La pratica manageriale e l’etica classica al servizio della persona" che si è svolto l'8 febbraio a Roma, presso la Pontificia Università della Santa Croce, a chiusura di un ciclo di incontri sul tema tenutisi nel corso del 2010 e a cui hanno preso parte diversi esperti del settore.
Presenti il rettore dell’Università, Luis Romera, che ha considerato le conclusioni "come un punto di partenza” per approfondire ulteriormente questa tematica e “portare sul concreto linee che almeno per noi sono fondamentali, come delineate nella Caritas in Veritate”.
Al tavolo dei relatori si sono avvicendati: il prof. Stefano Zamagni, dell’Università di Bologna; il presidente di Union Camere, Giancarlo Cremonesi; e altri manager che hanno indicato le loro esperienze concrete anche sul campo, moderati dal vicedirettore del TG5 Andrea Pamparana.
“La Caritas in Veritate mette al centro non l’azienda ma l’uomo che deve essere un valore in sé e non per i vantaggi che darà alla ditta”, ha indicato il direttore Servizi e Tecnologie della'ACEA, Francesco Sperandini.
"L’etica è difficile da applicare ma è una strada che si fa con piccoli passi nella direzione indicata dalla Caritas in Veritate”, ha aggiunto Cremonesi, che ha sondato nel dibattito “lo stupore per il fatto che un buon manager debba essere anche un buon padre e un buon marito”. E questo perché “il profitto non è solo economico ma globale in quanto l’uomo è destinato a un’altra realtà spirituale e infinita”.
Il professor Zamagni ha ricordato che in Italia si è cominciato a parlare di etica sociale soltanto 20 anni fa, “reduci dalle influenze marxiste per le quali l’azienda era un luogo di sfruttamento da abbattere”, da una cultura cattolica che “privilegiava il sociale abbandonando la sfera economica” e “trascurando l’imprenditorialità” e da un pensiero liberale nel quale “lo Stato era il depositario di valori e principi”.
“Davanti a questo c’è l’etica delle virtù, del bene indivisibile – ha detto –. Dell'imprenditore che riesce a fare utili né contro né a prescindere dagli altri". "Oggi è giunta in nostro aiuto la Caritas in Veritate" che ha gettato luce su questo argomento, ha aggiunto Zamagni.
Il docente ha poi ricordato che in quanto componente del Consiglio di amministrazione dell’Ospedale Bambin Gesù - “che è un ospedale del Papa e non del Vaticano” - ha proposto una serie di modifiche nell’organizzazione del lavoro, che premiasse anche coloro che sono motivati da ragioni vocazionali, ottenendo in questo modo positivi indicatori di produttività.

APPROFONDIMENTO / CARD. TETTAMANZI: IN TEMPO DI CRISI, OCCORRE SEMINARE OTTIMISMO

Davanti agli amministratori delle istituzioni di Milano e provincia
Di Chiara Santomiero
4 febbraio 2011
Tratto da ZENIT.org
“La crisi è quell’opportunità dalla quale può nascere il nuovo e il buono. Si tratta di una fiducia nel futuro e un ottimismo che non sono ingenui ma realistici, figli delle sofferenze che ora stiamo attraversando. Questo atteggiamento ottimista deve diventare una vostra caratteristica, cari amministratori, così come lo è per il seminatore, che davanti ai terreni infruttuosi o poco produttivi non si arresta, ma animato da fiducia e speranza affida anche ad essi il seme”.
E’ l’invito rivolto il 4 febbraio dall’arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, agli amministratori delle istituzioni di Milano e provincia in un incontro svoltosi presso l’Auditorium Alberione nel capoluogo lombardo.
L’incontro ha concluso la serie di appuntamenti durante i quali Tettamanzi ha incontrato gli amministratori delle istituzioni presenti sul territorio della diocesi ambrosiana: Lecco, Varese e Monza.
La riflessione dell’arcivescovo di Milano dal titolo “Il seminatore uscì a seminare…”, ha inteso “prolungare e rendere più concreta” la riflessione offerta con il recente “Discorso alla Città: Milano, una Città dal terreno buono” pronunciato alla vigilia della festa di S. Ambrogio, ispirandosi alla parabola evangelica del seminatore.
“Il vostro servizio al locale – ha affermato il cardinale che ha ringraziato gli amministratori per l’attività svolta in relazione alle esigenze specifiche del territorio - se ben vissuto, permette alla gente di comprendere e rivalutare l’importanza dell’azione politica e la serietà di chi la svolge”. Si avverte, infatti “oggi più vivo il bisogno di una maggiore autorevolezza delle istituzioni e di un’accresciuta fiducia negli uomini e nelle donne che le governano”. Tuttavia questo recupero non potrà avviarsi “se non a partire dal livello più accessibile e più a contatto con la vita concreta delle persone, dal livello animato da più grande passione e più intenso spirito di servizio: dalle amministrazioni locali, appunto”.
“L’atteggiamento di fiducia per voi amministratori – ha sottolineato Tettamanzi richiamandosi all’attitudine del seminatore - consiste anzitutto nella capacità di considerare positivamente il vostro compito, comunicando anche ad altri la convinzione circa l’importanza dell’impegno politico”. Una fiducia “da offrire con abbondanza, così come si affida il seme al terreno”.
Con la capacità di uno sguardo profetico sul presente e sul futuro. “Siamo in un tempo – ha proseguito Tettamanzi - dove si è indebolita la comunicazione tra le persone, a causa della progressiva erosione della relazione con l’altro” e “all’evoluzione sempre più rapida dei mezzi di comunicazione non corrisponde una maggiore prossimità tra le persone”, tanto che “aumenta la percezione della solitudine”.
La profezia di questo tempo, allora, per chi amministra, “chiede di seminare relazionalità, di rigenerare luoghi e spazi in cui condividere l’esperienza dell’abitare uno stesso territorio”. “Per costruire la polis – ha affermato l’arcivescovo di Milano - non basta più sentirsi singoli cittadini di un territorio, portatori di diritti e doveri: è urgente scoprirsi e sperimentarsi con-cittadini”.
Ne discende che “occorre richiamarsi alle reciproche responsabilità tra coloro che insieme abitano lo stesso territorio” ed è da superare “la logica dell’amministrare che presta attenzione solo alla somma delle istanze delle singole categorie”. La negoziazione tra i diversi bisogni dei differenti gruppi sociali, infatti “rischia di tradursi in un costante conflitto tra le categorie stesse, se non è posta in un orizzonte di bene comune, condiviso, sostenibile e capace di futuro”.
Il seminatore e l’amministratore devono essere provvisti di lungimiranza. La crescita del seme, infatti, “è sempre un processo graduale, non immediato né automatico e il seminatore sa che occorrerà del tempo per vedere spuntare prima lo stelo, poi la spiga, infine il grano maturo”.
Allo stesso modo la lungimiranza è necessaria all’amministratore per “poter discernere ciò che è fondamentale, ciò che ha un certo rilievo, ciò che invece è minimo, trascurabile, affrontabile in un secondo tempo”.
Occorre quindi “preoccuparsi di creare il consenso autentico e la giusta condivisione intorno alle scelte da assumere, specie per quelle più rilevanti e strategiche”.
Per tutto ciò, un buon amministratore, secondo Tettamanzi deve anche “saper mettersi in ascolto: ascoltare i bisogni che emergono dalla società, ascoltare il proprio territorio con le ricchezze sociali che esprime, ascoltare quanti vogliono un confronto con l’istituzione”.
Lungimiranza significa, inoltre “creare occasioni di lavoro duraturo e la possibilità di disporre di una casa a condizioni accessibili ai giovani, offrendo loro spazi di sano e autentico protagonismo” così come “sostenere la famiglia nelle sue esigenze concrete”.
Lungimiranza è anche “preservare il patrimonio ambientale, senza devastarlo per fare spazio a nuovi insediamenti, commerciali o residenziali, non strettamente necessari” e “progettare lo sviluppo urbanistico del territorio: immaginando chi saranno i nuovi cittadini, spesso provenienti da Paesi stranieri; realizzando i necessari servizi per garantire un vivere ‘a misura d’uomo’”.
Nel buon agricoltore, infine, accanto alla lungimiranza, è necessaria la perseveranza cioè “costanza e tenacia nel perseguire i giusti obiettivi”. Con l’accortezza che “perseverare non significa procedere su linee prefissate e non più modificabili” perché “l’approccio ideologico è cattivo consigliere, come d’altra parte quello puramente pragmatico disposto ogni giorno a mutare gli obiettivi in vista dell’interesse del momento”.
“L’approccio migliore – ha ricordato Tettamanzi - suggerito dalla Bibbia, è quello antropologico e storico: quello che conosce e vuole affrontare il faticoso orientarsi della libertà, l’incerto progredire delle decisioni, le resistenze che si oppongono a ogni scelta”.
“E’ nella pratica della vita di fede e nella preghiera regolare – ha sottolineato ancora il cardinale - che l’amministratore cristiano accresce la virtù della perseveranza. Così nelle difficoltà troverà non solo lo sconforto ma anzitutto l’occasione per rigenerare il proprio servizio e renderlo più attento e autentico”.
Quale criterio deve ispirare l’azione dell’amministratore? “La difesa e la promozione della persona umana nei suoi diritti e doveri – ha ammonito Tettamanzi - costituisce il criterio fondamentale e irrinunciabile di ogni azione umana”. L’amministratore “semina umanità, umanizza il territorio che amministra, quando opera con giustizia e quando costruisce giustizia” così come suggerisce “l’etimologia della parola: sindaco è l’amministratore di giustizia, che tratta tutti i cittadini allo stesso modo”.
Il cardinale Tettamanzi ha, quindi invitato ad “apprezzare, stimare e valorizzare dentro le nostre parrocchie i cristiani che si impegnano in politica e nelle amministrazioni locali”. “E’ un appello – ha affermato il porporato - che rivolgo ancora una volta ai sacerdoti, ai consacrati, ai membri dei consigli pastorali, a tutti gli operatori della pastorale e ai singoli fedeli: cessino finalmente il pregiudizio e il sospetto con il quale, spesso e da più parti, si guarda a chi si occupa della ‘cosa pubblica’!” perché “la stragrande maggioranza non lo fa per interesse o tornaconto personale”.
“E voi, carissimi impegnati in politica – ha concluso l’arcivescovo di Milano - guadagnatevi questa stima con l’onestà del vostro servizio e con fiducia e perseveranza cercate il dialogo nelle comunità cristiane, un dialogo che inizia anzitutto con la frequenza e la condivisione della vita di fede delle vostre parrocchie”.

150 ANNI D'ITALIA E D'ITALIANI (15) - L'UNITA' D'ITALIA E LA QUESTIONE MERIDIONALE (PRIMA PARTE)

12 febbraio 2011
Tratto da ZENIT.org
Di seguito il discorso pronunciato venerdì 11 febbraio da mons. Mariano Crociata, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) intervenendo a Conegliano (TV) sul tema “L’unità d’Italia e la questione meridionale: il Magistero della Chiesa e il compito dei cristiani”.
La questione meridionale [1] accompagna la storia d’Italia dall’unità fino ad oggi; anzi, la questione meridionale nasce, in qualche modo, con l’unità d’Italia. Detta in modo così perentorio, l’affermazione si presta a fraintendimento; essa vuole, però, mettere in evidenza il carattere contestuale della questione stessa, senza che l’unità debba, per questo, considerarsi la causa che l’ha generata. La condizione economica e sociale del Mezzogiorno d’Italia non cambia per effetto di un suo repentino impoverimento al compiersi dell’unità del nuovo Stato, ma per la profonda modificazione dei rapporti nell’economia e nella società meridionali prodotti dall’incontro con l’economia e la società dell’intera nazione. L’equilibrio precario, che si poteva riscontrare nel meridione pre-unitario, per tanti versi si rompe con l’avvento dell’unità. Venuta meno la protezione assicurata dai confini del Regno borbonico, la condizione sociale del meridione si presenta in tutta la sua fragilità, ancora più vistosa rispetto alle dinamiche maggiormente avanzate delle altre parti d’Italia, con le quali fa fatica a reggere il confronto. La storia dell’Italia unita è anche la storia dei tentativi messi in opera per superare lo scarto e portare anche il sud a correre con lo stesso passo delle altre parti del Paese. Il fatto che ancora oggi tale traguardo sia dinanzi a noi, non raggiunto, colora il panorama dell’Italia di una tonalità di luce tutt’altro che brillante; ma colora ancora più tristemente il quadro in cui, complessivamente e non senza sue responsabilità, il Sud si vede inscritto e rappresentato.
La questione meridionale nella storia dell’Italia unita
La fine del Regno di Napoli (creato nel 1302 e così denominato ufficialmente nel 1500), per un breve periodo unificato con difficoltà al Regno di Sicilia nel Regno delle Due Sicilie (1816-1860), si consuma con l’Unità, determinando una sorta di frontiera interna all’Italia, una frontiera da superare perché è una linea che divide, anche se nello stesso tempo necessariamente unisce.
A tutt’oggi nessuna delle regioni meridionali supera nessuna delle regioni del centro o del settentrione nel reddito pro capite. Nessun altro paese avanzato mostra una tale spaccatura, con un blocco “arretrato” così consistente, compatto e persistente [2]. Questa frontiera interna assume, a partire dal decennio successivo all’unificazione, il nome di “questione meridionale”, che rapidamente si impone rispetto a quello, utilizzato da uno dei primi e più autorevoli “meridionalisti”, Pasquale Villari[3], di “questione napoletana”. Nel pensiero e nell’azione di questi intellettuali la “questione meridionale” rappresenta – lo si legge nel titolo stesso del volume di Villari – uno dei punti, forse quello di maggiore rilievo in Italia, della “questione sociale” che attraversa tutta l’Europa della fine del XIX secolo. Salvatore Francesco Romano[4] certifica come autore di questa locuzione il deputato radicale lombardo Antonio Bilia, che alla Camera interviene il 5 maggio 1873 a proposito delle iniziative del ministero Lanza-Sella.
Il brigantaggio era finito da poco ed era stata la prima esperienza della difficoltà di misurarsi con la realtà dell’ex Regno [5]. La commissione d’inchiesta sul brigantaggio è esplicita nella denuncia di un problema strutturale: «le prime cause del brigantaggio, recita un passo molto citato della relazione curata dall’on. Massari e letta il 3 maggio 1863, sono le cause predisponenti. E prima fra tutte la condizione sociale, lo stato economico del campagnuolo, che in quelle province è assai infelice». La fine del brigantaggio, che, quantomeno nella sua fase iniziale (il cosiddetto “grande brigantaggio”), aveva anche delle motivazioni politiche, legittimiste e secessioniste, non chiude, ma apre la “questione meridionale”, appunto come frontiera interna. Il dibattito parlamentare sopra richiamato verteva sul primo, importante investimento in infrastrutture al sud, l’arsenale di Taranto, di cui si comincia a parlare dal 1865. Il progetto viene abbandonato, per motivi di bilancio, nel 1873 e non sarà approvato con una legge che nel 1882. Si esaurisce così, proprio all’inizio degli anni Settanta, la prima classe dirigente politica meridionale, quella legata alla Destra Storica, e rappresentata dagli ex-esuli ed ex-oppositori del regime borbonico, che erano rientrati nel 1860, governando dall’alto un progetto di modernizzazione che condividevano con il governo centrale, al quale erano chiamati in posti anche rilevanti.
Questi scontano, però, l’assenza di legami con una società meridionale, che, dopo la crisi post-unitaria, comincia a organizzarsi. Non si riesce, innanzi tutto certo per motivi di bilancio, ma anche di impostazione culturale e politica, a mettere mano a politiche di modernizzazione efficaci e differenziate, in particolare in agricoltura. L’applicazione delle politiche di unificazione legislativa non le innesca. Si pensi all’incameramento dei beni ecclesiastici e alla soppressione degli ordini religiosi, che si risolve, come scrisse Gaetano Salvemini, in una sorta di tassa di guerra del sud all’Italia unita. Forti capitali liquidi passano verso le casse dello Stato e poi sono investiti in gran parte al centro-nord o in pagamento dei beni dell’antico asse ecclesiastico o comunque trasferiti e investiti altrove dalle banche e dalle casse postali.
La crisi di questo assetto porta all’emergere di un ceto politico nuovo, privo però di solide basi. La coscienza dell’inferiorità economica e della sottorappresentazione politica genera una coalizione di scontenti, che vince le elezioni del 1874 e del 1876. Ne fanno parte anche elementi e interessi del cosiddetto “vecchio regime”, mediati da un nuovo strato di borghesia. Questa vittoria del 1874 sotto le bandiere della cosiddetta Sinistra giovane cambia il quadro parlamentare ed è una delle condizioni perché si realizzi il cambio di maggioranza del 1876, poi confermato dalle elezioni dello stesso anno. Va al potere la sinistra (e non lo lascerà più fino alla guerra mondiale) e la deputazione meridionale rappresenta il nerbo della nuova maggioranza: questa nuova-vecchia classe politica meridionale entra a far parte del blocco di potere nazionale che gestirà l’Italia liberale.
Il tornante degli anni Settanta è dunque cruciale: si formalizza la questione meridionale e nello stesso tempo partecipa stabilmente al governo la rappresentanza politica dello stesso meridione, che in prospettiva non ha interesse a cambiare il quadro, a innescare quelle politiche di intervento che i meridionalisti cominciavano a invocare e mettere a punto.
Il meridionalismo nasce dallo sconcerto per il fatto che al riscatto e all’unificazione della patria non corrisponda un’uguale unificazione economica. Nella prima fase (1861-1887) si addebitano i mali del sud al passato, ai residui del “barbaro” sistema feudale, agli effetti del passato malgoverno, in particolare borbonico. Ma nel contempo la critica si viene focalizzando anche sull’Italia nuova, che non sa risolvere i vecchi problemi o che ne crea altri. Si afferma così lo schema dualistico, sulla frontiera dell’ex regno. La questione meridionale, come ogni grande tema politico, ha due facce, l’una riguardante la realtà, l’altra la rappresentazione.
Si tratta in primo luogo di conoscere la situazione. Il dibattito condotto su riviste come la «Rassegna settimanale», o più tardi la «Riforma sociale», le brillanti inchieste private di intellettuali e politici liberali e moderati, ma radicali nell’affrontare i problemi sociali, Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino, quelle parlamentari coordinate da Romualdo Bonfadini, da Stefano Jacini, da Claudio Faina, sull’agricoltura e sui contadini nelle regioni meridionali e in Sicilia, le statistiche ministeriali: dopo le prime denunce dello squilibrio si cominciano ad articolare i termini della questione, che permettono di “scoprire” il meridione. Giustino Fortunato contraddice definitivamente il mito della presunta feracità naturale del sud, e mostra i vincoli che ritardavano il suo sviluppo
Sonnino demistifica l’idea liberista che riconduce agli automatismi del mercato ogni prospettiva di miglioramento della condizione delle plebi. Riconduce il problema della mancanza di una classe media al nocciolo duro dell’oppressione di classe attorno alla quale prosperava il ceto dirigente locale. Ne risulta la necessità dell’intervento dello Stato per la tutela delle classi inferiori, come garanzia delle stesse basi dell’ordine civile: il suffragio universale avrebbe permesso di rafforzare le istituzioni attraverso un blocco tra la proprietà riformata e i contadini. Conclude Pasquale Villari: «senza liberare gli oppressi, non aumenterà fra noi il lavoro, non crescerà la produzione, non avremo la forza e la ricchezza necessaria ad una grande nazione».
(1-Continua)

sabato 26 febbraio 2011

VIA E-MAIL CRITICHE AI FILM GRATUITI (CINEFORUM 2011) PROMOSSI DALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE NEL CINEMA "AURORA" DI MELISSANO

"Carissimo Stefano,
ieri sera sono andato al cinema "Aurora" di Melissano per vedere uno dei film della selezione "Cineforum" e devo lamentare la scadentissima qualità del video, scuro e sfuocato, nonchè dell'audio veramente pessimo, peggio di un cinema parrocchiale anni sessanta.
L'ingresso era gratuito, siamo d'accordo. Ma mi chiedo: è questo il modo di diffondere la cultura? Ormai qualsiasi bar o circolo possiede un televisore per le partite di calcio, queste si!, fanno cultura (della violenza, certamente...) per non parlare dei televisori nelle case degli italiani, dove può mancare il pane, ma non si rinuncia alla qualità video, sacrosanta!
Ci sono andato altre due volte, ed è stato lo stesso. In queste serate i giovani a metà film sono andati via, scontenti dei film proposti. Dico, non hanno avuto il modo di apprezzarli, perchè violentati da una proiezione che giudicare scadente, sarebbe un complimento...
Se questo vuol dire fare cultura... Cordialità. G. ..."
L'e-mail è arrivata al sottoscritto firmata. Tuttavia mi permetto di omettere pubblicamente il nome e cognome dell'autore del messaggio.

PRESUNTE MULTE RIDOTTE SULLA GAZZETTA / "TUTTI HANNO IL DIRITTO DI SAPERE COSA E' REALMENTE SUCCESSO, NEL BENE O NEL MALE, IN QUEGLI UFFICI"

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Tratto da "La Gazzetta del Mezzogiorno-Lecce"
del 18 Febbraio 2011
Comunicato stampa
MELISSANO / PRESUNTE MULTE RIDOTTE:
VERITA’ SUBITO OPPURE SCIOPERO DELLA FAME
A Milano vigili indagati per corruzione, abuso, truffa e falso ideologico.
A Melissano cosa è successo con le presunte “multe ridotte” negli Uffici di Polizia Municipale? Quando si farà sentire la Magistratura? Come mai la Magistratura si è mossa in tempi rapidissimi per il presunto abuso d’ufficio da parte degli attuali Assessori del Comune di Melissano (riferimento al ritiro delle funzioni di polizia giudiziaria da parte della giunta comunale) mentre, questa brutta storia rimane ancora senza risposta, ancora in sospeso, nonostante siano trascorsi ormai fin troppi mesi?
Tutti i multati che hanno pagato regolarmente e per intero le multe hanno il diritto di conoscere la verità e di sapere cosa è realmente successo, nel bene o nel male, negli uffici comunali di via Leonardo Da Vinci.
Se questa verità tarderà ancora ad arrivare, con il solo obiettivo di tutelare le casse comunali e chi le multe le ha dovute pagare, anche con sacrifici, mi vedrò costretto ad iniziare uno sciopero della fame ad oltranza come segnale forte di protesta in attesa di verità e giustizia.
Questa paradossale situazione è stata creata anche dal colpevole silenzio delle opposizioni melissanesi (Partito Democratico e Melissano Cambia, consiglieri comunali Roberto Tundo, Giuseppe De Micheli, Luca Cortese, Antonella Tenuzzo, Sergio Macrì, Silvana Scarcella).
Nonostante questi consiglieri comunali siano stati messi a conoscenza di tale situazione direttamente dal maresciallo Daniele Scozzi, nessuno di loro si è schierato a favore dei cittadini e della comunità denunciando i fatti ed incalzando la maggioranza. Oggi però, pretendono di voler e poter governare Melissano.
Continuando a credere nel buon operato della Magistratura e di chi sta seguendo le indagini da diversi anni, mi auguro per il bene del paese che si giunga quanto prima alla conclusione delle stesse perché i cittadini siano sicuri che, all’interno di quegli uffici tutto funzioni nei limiti della legge, a garanzia della nostra comunità.
Melissano, 17 Febbraio 2011
Stefano Giuseppe SCARCELLA
CONSIGLIERE COMUNALE
Referente cittadino IDV

PRESUNTE MULTE RIDOTTE SUL QUOTIDIANO / "CON IL SOLO OBIETTIVO DI TUTELARE LE CASSE COMUNALI E CHI LE MULTE LE HA DOVUTE PAGARE"

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Tratto dal "Nuovo Quotidiano di Puglia-Lecce"
del 18 Febbraio 2011
Comunicato stampa
MELISSANO / PRESUNTE MULTE RIDOTTE:
VERITA’ SUBITO OPPURE SCIOPERO DELLA FAME
A Milano vigili indagati per corruzione, abuso, truffa e falso ideologico.
A Melissano cosa è successo con le presunte “multe ridotte” negli Uffici di Polizia Municipale? Quando si farà sentire la Magistratura? Come mai la Magistratura si è mossa in tempi rapidissimi per il presunto abuso d’ufficio da parte degli attuali Assessori del Comune di Melissano (riferimento al ritiro delle funzioni di polizia giudiziaria da parte della giunta comunale) mentre, questa brutta storia rimane ancora senza risposta, ancora in sospeso, nonostante siano trascorsi ormai fin troppi mesi?
Tutti i multati che hanno pagato regolarmente e per intero le multe hanno il diritto di conoscere la verità e di sapere cosa è realmente successo, nel bene o nel male, negli uffici comunali di via Leonardo Da Vinci.
Se questa verità tarderà ancora ad arrivare, con il solo obiettivo di tutelare le casse comunali e chi le multe le ha dovute pagare, anche con sacrifici, mi vedrò costretto ad iniziare uno sciopero della fame ad oltranza come segnale forte di protesta in attesa di verità e giustizia.
Questa paradossale situazione è stata creata anche dal colpevole silenzio delle opposizioni melissanesi (Partito Democratico e Melissano Cambia, consiglieri comunali Roberto Tundo, Giuseppe De Micheli, Luca Cortese, Antonella Tenuzzo, Sergio Macrì, Silvana Scarcella).
Nonostante questi consiglieri comunali siano stati messi a conoscenza di tale situazione direttamente dal maresciallo Daniele Scozzi, nessuno di loro si è schierato a favore dei cittadini e della comunità denunciando i fatti ed incalzando la maggioranza. Oggi però, pretendono di voler e poter governare Melissano.
Continuando a credere nel buon operato della Magistratura e di chi sta seguendo le indagini da diversi anni, mi auguro per il bene del paese che si giunga quanto prima alla conclusione delle stesse perché i cittadini siano sicuri che, all’interno di quegli uffici tutto funzioni nei limiti della legge, a garanzia della nostra comunità.
Melissano, 17 Febbraio 2011
Stefano Giuseppe SCARCELLA
CONSIGLIERE COMUNALE
Referente cittadino IDV

REPORTAGE FOTOGRAFICO / 20 FEBBRAIO 2011 - L'INAUGURAZIONE DEL SONDAGGIO DI "MELISSANO RINASCE" IN PIAZZA SAN FRANCESCO













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PARTECIPA AL SONDAGGIO / INVIA LE TUE RISPOSTE ALLO stegiusca@email.it OPPURE TRAMITE UN MESSAGGIO A "MELISSANO RINASCE" SE HAI UN PROFILO FACEBOOK

RISPONDETE ALLE NOSTRE DOMANDE.
CERCHIAMO DI CAPIRE INSIEME QUALI SONO I DISAGI DEL PAESE E LE POSSIBILI SOLUZIONI:
1) MELISSANO SECONDO VOI E' AMMINISTRATO BENE? SI O NO.
2) CHE COS'E' CHE NON VA A MELISSANO?
3) DI CHE COSA HA BISOGNO MELISSANO?
4) SAREBBE FAVOREVOLE AD UN AMMINISTRAZIONE GIOVANE PER MELISSANO? SI O NO.
5) PERCHE'?

ELEZIONI MUNICIPALI MELISSANO / LE PROPOSTE DI "MELISSANO RINASCE" SU LO SCIROCCO.IT

Il neo candidato sindaco, Michele Spennato, chiede la collaborazione di tutti i cittadini per rovesciare la vecchia amministrazione
A cura della Redazione
24 Febbraio 2011
Tratto dal Sito Internet
www.loscirocco.it
In vista delle prossime elezioni municipali del 15 e 16 maggio, nuovi movimenti politici si affacciano all’orizzonte. Tra questi vi è “Melissano Insieme Rinasce” capeggiato da Michele Spennato. Alla sua prima candidatura alla carica di Sindaco, il primo obiettivo che Spennato intende realizzare è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso una "politica di piazza" ed entrare, così, nelle famiglie per capire cosa pensano, cosa non va nel paese e cosa farebbero per migliorare il futuro.
Ed è proprio con questo spirito che, domenica 20 febbraio, il nuovo candidato Sindaco ha proposto ai suoi concittadini un breve questionario (che adesso è su Facebook, sul profilo "Melissano Rinasce") con cinque domande alle quali è ancora possibile rispondere:
1. Melissano secondo voi è amministrato bene? (Si/No);
2. Che cos’è che non va a Melissano?;
3. Di che cosa ha bisogno Melissano?;
4. Sarebbe favorevole ad un’amministrazione giovane per Melissano? (Si/No);
5. Perché?
Spiega Spennato: “Noi intendiamo fare una politica in cui le decisioni non vengono prese da poche persone nei palazzi, ma da tutti per il bene comune nell’intento di far crescere l’intera comunità”. E prosegue: “In un clima di delusione politica, di sfiducia verso le amministrazioni, in un contesto in cui non c’è nessun progetto di crescita e di miglioramento ma soltanto l’idea di amministrare con inerzia il proprio paese noi di Melissano Rinasce abbiamo deciso di scendere in campo per offrire un’alternativa nuova, con idee nuove, con mentalità nuova”.
Con questi propositi, incita i suoi compaesani a credere nelle proprie idee perché “solo così Melissano può Rinascere, Melissano deve Rinascere”.

CORSI DI PIZZA ACROBATICA E PIZZA CLASSICA, LIVELLI DA 1 A 3

Tratto dal Sito Internet
http://donrobbiepizzeria.blogspot.com/2011/02/corsi-di-pizza-acrobatica-e-pizza.html?spref=fb
La SCUOLA PIZZAIOLI "PALESTRA ITALIA" apre le iscrizioni per i corsi di Pizza Acrobatica e Pizza Classica da conseguire in tre livelli.
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Diventare un buon pizzaiolo significa conoscere l'arte della pizza da chi da tanti anni si occupa di come migliorare un lavoro che va dai segreti di un impasto dalla perfetta lievitazione e maturazione al prodotto finale portato sul tavolo del cliente, sempre più esigente.
Per informazioni ed iscrizioni telefonare allo 320.9481176 oppure contattare ROBBIE PEZZUOL dalla sua pagina personale facebook.

MILLEPROROGHE E' LEGGE: AL CINEMA CON 1 EURO IN PIU' AL BIGLIETTO MENTRE LE MULTE AI MANIFESTI SELVAGGI DEI PARTITI SI SANANO CON 1.000 EURO SIMBOLICI

Dopo 59 giorni e due fiducie, alla vigilia dello scadere dei termini. Napolitano promulga il provvedimento, ma ribadisce l'esigenza di "correttivi".
"Governo e Parlamento hanno confermato la non emendabilità dei decreti legislativi".
26 Febbraio 2011
Tratto dal Sito Internet
www.repubblica.it
Ci sono voluti 59 giorni e due fiducie, ma alla vigilia dello scadere dei termini il decreto Milleproroghe è diventato legge. L'Aula del Senato ha licenziato oggi in gran fretta il testo alla terza e definitiva lettura e senza bisogno di ricorrere nuovamente alla fiducia, visti i numeri in favore del governo.
Per il "sì" al decreto hanno votato 159 senatori, mentre i voti contrari sono 126 e due gli astenuti; al primo passaggio, il 16 febbraio, il risultato era stato 158-136 più due astenuti.
Atteso il risultato di Fli, visto che proprio in occasione della prima lettura si sancì la spaccatura del gruppo. Contro si sono espressi i sei senatori rimasti in Fli. Tra i fuoriusciti, invece, Giuseppe Menardi e Francesco Pontone si sono schierati a favore. Non hanno invece partecipato al voto Pasquale Viespoli e Maurizio Saia.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha subito promulgato il provvedimento che scadeva domani, ma ha anche aggiunto che saranno necessari, dopo, dei "correttivi". Il presidente Napolitano "ha preso atto dell'impegno assunto dal Governo e dai Presidenti dei gruppi parlamentari di attenersi d'ora in avanti al criterio di una sostanziale inemendabilità dei decreti-legge". "Si è preso atto - si legge in una nota della Presidenza della Repubblica - che Governo e Parlamento hanno provveduto ad espungere dal testo molte delle aggiunte sulle quali erano stati formulati rilievi da parte del Capo dello Stato. Restano comunque disposizioni in ordine alle quali potranno essere successivamente adottati gli opportuni correttivi, alcuni dei quali sono del resto indicati in appositi ordini del giorno approvati dalle Camere o accolti dal Governo".
L'ultimo passaggio in Senato del decreto, pur senza apportare modifiche al testo, ha consentito di chiarire attraverso alcuni ordini del giorno accolti dal governo alcune misure modificate alla camera tra cui le norme sull'anatocismo, che l'esecutivo chiarirà con una circolare, sul divieto degli incroci stampa-tv, che dovrà essere prorogate almeno fino a tutto il 2012, e su su Poste italiane, che dovrà essere il soggetto deputato all'attuazione della Banca del mezzogiorno. Queste alcune delle principali misure previste dal decreto legge:
Mutui: concessione del diritto di surroga anche nelle garanzie che assistono il mutuo oggetto di sospensione e che è stato cartolarizzato dalla banca, senza necessità e formalità aggiuntive.
Fondi comuni: dal primo luglio la tassazione dei fondi d'investimento italiani sarà sul realizzato e non più sul maturato.
Banche: in presenza di una perdita di esercizio, le imposte anticipate iscritte nei bilanci delle banche, relative a svalutazioni di crediti, possono essere trasformate in crediti d'imposta ai fini del calcolo della patrimonializzazione, vincolo quest'ultimo imposto dalle regole di Basilea3.
Assicurazioni: le compagnie di assicurazione potranno iscrivere all'attivo di bilancio i titoli di stato emessi o garantiti da paesi europei.
Poste in banca del sud e scorporo bancoposta: poste italiane, ai fini dell'attuazione della banca del sud, potrà acquistare partecipazioni, anche di controllo, nel capitale di banche. L'attività di bancoposta sarà scorporata.
Banche popolari: slitta al 2014 il termine per la discesa delle fondazioni bancarie sotto la soglia dello 0,5% delle partecipazioni azionarie nelle banche popolari.
Las: arrivano norme di coordinamento tra i principi contabili ias-ifrs e la disciplina contenuta nel codice civile.
Parmalat: sono inefficaci eventuali modifiche della clausola concordataria di Parmalat, che prevede l'obbligo di distribuzione degli utili agli azionisti per una percentuale non superiore al 50 per cento.
Case fantasma: un mese in più, fino al 30 aprile 2011, per denunciarle.
Mutui: nel caso di sospensione dell'ammortamento le garanzie ipotecarie già prestate per il mutuo continuano ad essere valide ai fini del rimborso del debito esistente.
Tassa sul cinema: dal primo luglio 2011 a fine 2013 il biglietto del cinema costerà un euro in più.
Tassa terremoto e rifiuti: le regioni colpite da calamità naturali, per far fronte all'emergenza, potranno aumentare le tasse e le addizionali di propria competenza, comprese le accise sui carburanti. La Campania, per far fronte all'emergenza rifiuti, potrà aumentare l'addizionale sulle accise per l'energia elettrica.
Comuni: In arrivo l'acconto Irpef per i Comuni, in attesa del Federalismo municipale.
Ricorsi licenziamenti: nel 2011 non si applicherà la norma del collegato sul lavoro che fissa a 60 giorni (il 23 gennaio per i rapporti di lavoro antecedenti la sua entrata in vigore) il termine per l'impugnazione dei licenziamenti.
Stop tasse Abruzzo: il pagamento delle rate relative alle tasse in abruzzo è sospeso fino al 31 ottobre 2011. Slitta anche a dicembre 2011 il termine per gli adempimenti tributari.
Media conciliazione: rinvio di un anno per l'entrata in vigore della conciliazione obbligatoria, ma solo per le liti di condominio e per i danni da circolazione di veicoli e natanti.
Proroga sfratti: il blocco degli sfratti per le categorie disagiate è prorogato fino al 31 dicembre 2011.
Acconto irpef comuni: per i comuni, in attesa del federalismo municipale, arriva un acconto irpef sugli importi comunali incassati.
Quote latte: slittano dal 31 dicembre 2010 al 30 giugno 2011 i pagamenti delle rate delle multe arretrate per lo sforamento.
Social card: torna in via sperimentale la "carta acquisti" per le categorie disagiate.
Farmacie: due mesi di retroattività per l'ulteriore sconto di forniture farmaceutiche a carico del servizio sanitario nazionale.
Ferrovie: è prorogato al 31 marzo 2011 il termine per la stipula dei contratti di servizio per i treni a media e lunga percorrenza di interesse nazionale.
Motorini e minicar: in arrivo il foglio rosa.
Alluvioni: cento milioni di euro per le regioni e le province colpite dalle recenti alluvioni (Liguria, Veneto, Campania e provincia di Messina).
Editoria: in arrivo 30 milioni in più al fondo per l'editoria e 15 milioni per le tv e radio locali. I fondi per l'editoria avevano subito un taglio nella passata Finanziaria.
Incrocio tv-stampa: prorogato sino al 31 marzo 2011 il divieto di partecipazioni in imprese editrici di quotidiani per chi possiede televisioni nazionali con più di una rete su piattaforma. Eliminata la riformulazione dei parametri di regolamentazione. L'ordine del giorno impegna però il governo a spostare "almeno al 2012" il divieto di partecipazione.
Enti lirici: destinati 15 milioni alle Fondazioni liriche. Tre milioni inoltre alla Fondazione Giuseppe Verdi.
Sanatoria per le affissioni abusive: la sanatoria riguarda le affissioni abusive dei manifesti politici, commesse dal 28 febbraio 2010. La multa viene pagata per il complesso delle violazioni commesse e ripetute: 1.000 euro per anno e per provincia.
Mafia e usura: in arrivo un unico "Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste di estorsione e dell'usura", frutto dell'accorpamento del Fondo per le vittime dell'estorsione dell'usura e quello di rotazione per le vittime della mafia.
Nel maxiemendamento presentato e approvato alla Camera erano state stralciate alcune norme inserite in prima lettura al Senato e che riguardavano i seguenti capitoli e che ora non fanno parte del decreto: legraduatorie degli insegnanti precari con il vincolo per le supplenze legato alla provincia; l'emanazione, entro il 31 dicembre 2011, di un decreto che disponesse regole per i corsi di formazione per addetti alsalvamento acquatico; la riorganizzazione della Consob; il blocco delle demolizioni delle case abusive in Campania sino al 31 dicembre 2011; l'esclusione della retrocessione per gli immobili a Roma interessati da procedure di esproprio; la possibilità di aumentare il numero dei consiglieri comunali e degli assessori per le città con più di 1 milione di abitanti; la proroga delle concessioni dei contratti nella zona dell'Etna; l'estensione anche al presidente dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici la durata in carica per sette anni senza possibilità di riconferma.
Inoltre è stata modificata la norma sull'anatocismo, la cosiddetta salva-banche, che tiene fermo il principio che "la prescrizione relativa ai diritti nascenti dall'annotazione in conto inizia a decorrere dal giorno dell'annotazione stessa" e prevede che "in ogni caso non si fa luogo alla restituzione degli importi già pagati".

IL DECRETO MILLEPROROGHE DIVENTA LEGGE / ECCO COSA CAMBIERA': CINEMA PIU' CARO PER TUTTI, MULTE AI MANIFESTI POLITICI SANATE CON SOLI 1.000 EURO

L'Aula del Senato ha definitivamente approvato la conversione in legge del decreto Milleproroghe. Il testo è stato approvato con 159 voti a favore, 126 contrari e due astensioni. Il Presidente della Repubblica ha promulgato il decreto poche ore dopo.
26 Febbraio 2011
Tratto dal Sito Internet
www.unionesarda.it
Dall'aumento del biglietto del cinema (escluse le parrocchie), al rinvio per le multe legate alle quote latte, fino alla nuova 'mission' di Poste spa che scorporerà le attività di bancoposta e potrà assumere anche quote di controllo in Banca del Mezzogiorno. Ma anche stop agli sfratti, foglio rosa per i motorini, anatocismo, tagliola per i precari spostata.
Ecco le novità introdotte:
- SALTA CONSOB, CAMPIDOGLIO, CAMBIA INCROCI STAMPA-TV: Tagliola alla Camera. L'ultima modifica arrivata riguarda il divieto di incrocio stampa-tv: nella prima versione slittava al 31 dicembre 2012 ma il termine è stato riportato al 31 marzo prossimo. Un odg del Pd approvato dal Senato chiede di riportare il divieto al 2012. La proposta è "giusta e ragionevole", dice Maurizio Gasparri. Salta anche la possibilità del Campidoglio di aumentare il numero di assessori. Stop all'assunzione per Provincia e la normativa per la riorganizzazione della Consob; via il 'salvamentò acquatico e la norma sugli immobili acquisti a seguito di esproprio per Roma. Salta la proroga della Presidenza dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici e la proroga delle concessioni dei contratti nella zona dell'Etna. Sull'anatocismo: si faranno salve le somme già versate. Ma il ministro Tremonti si impegna con i 'Responsabili': modificheremo la norma in un prossimo provvedimento per capire se si può intervenire sulle cause ancora aperte. Previa verifica degli effetti finanziari.
- TERREMOTO ABRUZZO, ANCHE VENETO: Si prevede la proroga della riscossione dei tributi al 31 dicembre 2011. Ma è previsto anche lo slittamento della riscossione delle rate dei premi assicurativi al 31 ottobre 2011. La giornata della memoria per le vittime del sisma sarà il 6 aprile. Per il Veneto viene prorogata al 30 giugno la sospensione dei tributi. Inoltre le regioni colpite da calamità naturali potranno aumentare tributi e accise sui carburanti.
- FONDI PER ALLUVIONI: Sono previsti finanziamenti per Liguria (45 milioni), Veneto (30 milioni), Campania (20 milioni) e ai comuni della provincia di Messina (5 milioni).
- STOP TAGLIOLA PRECARI: Non si applica fino a fine 2011 la 'tagliola' per impugnare i licenziamenti dei contratti a termine.
- 5 PER 1000: In tutto 400 milioni che comprendono anche gli interventi (fino a 100 milioni) per i malati di Sla.
- CINEMA PIU' CARO: Dal primo luglio il biglietto costerà un euro in più. Escluse le sale parrocchiali.
- 3 MLN A SCALA E ARENA VERONA: Arrivano 3 milioni per la Scala e l'Arena di Verona.
- FONDI EDITORIA: Ripristinato in parte il taglio: 30 milioni per l'editoria e 15 milioni per radio e Tv locali.
- STOP A SFRATTI FINO A DICEMBRE: Riguarda le categorie disagiate. Stop fino al 31 dicembre 2011.
- CARTA D'IDENTITA' CON L'IMPRONTA: L'impronta digitale dovrà essere inserita dal 31 marzo 2011.
- TORNA SOCIAL CARD: Ci sarà una fase sperimentale affidata agli enti caritativi. Fondo da 50 milioni.
- FOGLIO ROSA PER MOTO E MINICAR: Arriverà dal 31 marzo 2011 ma la norma potrà essere rinviata a fine anno.
- FONDO UNICO UNIVERSITA': Arrivano le risorse per il Fondo unico.
- SANATORIA MANIFESTO 'SELVAGGIO': Riguarda le violazioni compiute dai partiti con manifesti politici. Basterà versare 1000 euro entro il 31 maggio di quest'anno.
- MULTE QUOTE LATTE: Slitta di sei mesi il pagamento.
- ECOBONUS AUTOTRASPORTO: Viene prorogato (30 milioni).
- PIU' TEMPO A PROPRIETARI CASE FANTASMA: C'è tempo fino al 30 aprile per sanare la situazione.
- BANCHE E FONDAZIONI: Si prevede la proroga (2014) del termine entro il quale le fondazioni bancarie dovranno scendere sotto il tetto dello 0,5% nelle popolari. Inoltre Per rispondere meglio ai nuovi parametri di Basilea 3 le banche potranno usare in compensazione il credito d'imposta insieme alle attività immateriali e valori d'avviamento.
- FONDI INVESTIMENTO: Si passa alla tassazione del maturato in capo ai sottoscritti delle quote.
- AZIONISTI PARMALAT: Agli azionisti non potrà andare più del 50% degli utili.
- POSTE IN BANCA MEZZOGIORNO: Poste potrà acquistare partecipazioni nella Banca per il Mezzogiorno. Si scorpora l'attività di bancoposta.

COME LIBERARE L'ITALIA DA BERLUSCONI? ROBERTO SAVIANO IN ESCLUSIVA PER MICROMEGA.IT

25 Febbraio 2011
Tratto dal Sito Internet
http://temi.repubblica.it/micromega-online/come-liberare-litalia-da-berlusconi-roberto-saviano-in-esclusiva-per-micromeganet/?ref=HREC1-8
Cittadini senza rappresentanza, elezioni in vendita, perché sul conflitto di interessi del premier l’opposizione depone le armi? perché nessuno occupa il segmento elettorale di un “partito” della legalità? Questo, e molto altro, nella risposta di Roberto Saviano al questionario di MicroMega su “Come liberare l’Italia da Berlusconi”, al quale, nel numero speciale “Berlusconismo e fascismo (2)”, in edicola da martedì 1 marzo, rispondono anche Margherita Hack, Eugenio Scalfari, Rossana Rossanda, Massimo D’Alema, Barbara Spinelli, Walter Veltroni, Marco Travaglio, Furio Colombo, Pier Luigi Bersani, Sergio Chiamparino, Antonio Padellaro, Pancho Pardi, Antonio Di Pietro, Ezio Mauro, Sergio Cofferati, Giorgio Cremaschi, Luigi De Magistris, Luciano Gallino, Nichi Vendola, Dario Fo.
Il questionario di MicroMega e la risposta di Roberto Saviano
MICROMEGA - Da tutte le parti si invoca “unità” per liberare l’Italia dal regime antidemocratico di Berlusconi. Spesso, tuttavia, le varie componenti dell’Italia che ancora si riconosce nella Costituzione repubblicana non accettano neppure di dialogare, di discutere insieme. Per contrastare questa tendenza, MicroMega si rivolge a personalità di diverso orientamento, nella speranza che almeno la premessa dell’azione comune, la comune discussione, possa avviarsi subito. L’intervento che sollecitiamo parte proprio da questa urgenza: le elezioni sono sempre più probabili, e di fatto costituiranno un referendum sulla pretesa di Berlusconi di avere tutti i poteri, facendo strame della Costituzione.
Per difendere/realizzare la Costituzione nata dalla Resistenza, quale ipotesi di alleanza elettorale ritieni la più auspicabile, nell’ambito di quelle che giudichi praticabili con un voto che avverrà con il sistema “Porcata”, che assegna al primo schieramento, anche se minoritario, il 55% dei seggi? Con quale sistema pensi dovrebbe essere scelto il candidato premier, il cui nome è obbligatorio per ciascun schieramento? Le primarie di coalizione (e con quali modalità) oppure un diverso tipo di consultazione? E quale personalità giudichi la più adatta per una coalizione repubblicana vincente?
Tutti i sondaggi rilevano che una quota tra il 40% e il 50% del corpo elettorale è talmente disgustato da tutti i partiti che prevede di non recarsi alle urne o di decidere all’ultimo minuto (turandosi il naso, si presume, e scegliendo un “meno peggio”). D’altro canto nel 2008 il Pd alla Camera otteneva circa 12 milioni di voti, alle europee dell’anno successivo 8 (e i voti del 2008 erano quelli di una sconfitta!), e la disaffezione ha continuato a crescere. Non è esagerato ipotizzare che rispetto ai consensi che garantirono due vittorie elettorali, e tenuto conto dell’incremento degli aventi diritto, manchino oggi cinque o sei milioni di voti. Sono i milioni di voti che probabilmente faranno la differenza e decideranno dell’esito elettorale, a seconda di quanti ne saranno recuperati (o di altri che saranno ulteriormente perduti).
Quale pensi sia la strada migliore per recuperarli? Sollecitare nell’alleanza la presenza di una o più liste civiche, di “società civile”, con candidati tutti non di partito (la “Porcata” ha il vantaggio che dentro un’alleanza nessun voto va disperso, se una lista non raggiunge il quorum per avere parlamentari i suoi voti si distribuiscono su quelle che ne eleggono), limitarsi ad aprire le liste di partito a qualche indipendente, o puntare unicamente su leader e candidati di partito?
ROBERTO SAVIANO - Rispondere a queste domande non è cosa semplice per una serie di ragioni. La prima è che forse bisognerebbe partire analizzando il sistema elettorale italiano e cercare di capire se davvero risponda alle nostre esigenze. Se il nostro voto, che si trasforma in seggio, rispetta le istanze di rappresentatività che l’Italia ha nel suo complesso e nelle diverse realtà territoriali. Evidentemente no. Per come sembra stiano andando le cose, gli italiani non si sentono rappresentati in maniera adeguata, non conoscono i propri politici di riferimento e di fatto non hanno scelto loro di mandarli in Parlamento.
A questo aggiungo alcune considerazioni di natura diversa. Davvero un sistema elettorale, come è il nostro, proporzionale con premio di maggioranza e sbarramento, può portare con tutti i suoi limiti alla drammatica situazione che stiamo vivendo? Io credo di no. Mi spiego meglio. Ad ogni elezione, soprattutto nelle comunali e nelle regionali, e soprattutto nelle regioni del sud Italia, la pratica della compravendita dei voti è ormai prassi diffusa. Sono anni che se ne parla. Sono anni che ne scrivo, arrivando addirittura, in occasione delle amministrative in Campania a chiedere l’intervento dell’Osce, di osservatori esterni in grado di garantire il corretto svolgimento delle elezioni. E in quell’occasione l’Osce mi rispose che dei suoi rappresentati sarebbero intervenuti a patto che fosse stata ufficialmente fatta richiesta dalle istituzioni italiane. L’invito non arrivò mai, né il Pdl, né il Pd ritennero necessario far monitorare quelle elezioni che erano fortemente a rischio.
Tempo dopo ho scritto (non solo, ne ho anche parlato durante la trasmissione “Vieni via con me”) di come, in Campania e in Calabria si potessero acquistare voti e quindi seggi e quindi rappresentanza politica con pochi euro. Non nascondo che sono rimasto stupito da come le mie parole, che poi erano state le parole e le denunce di molti altri prima di me, non abbiano sconvolto l’opinione pubblica. Mi ha stupito che non sia iniziato un movimento di indignazione collettiva su come il nostro voto, la nostra partecipazione alla vita politica venga costantemente tradita. La politica poi ha assunto, per sua stessa natura, un carattere sempre più mediatico, di conseguenza le forze politiche che non sono ospitate nei talk show, che non vanno in televisione, che non vengono citate sui quotidiani, praticamente non esistono. Possono formare liste, possono proporre candidati, ma non potranno ottenere seggi se non raggiungono lo sbarramento in atto nel nostro sistema elettorale.
Le elezioni sono alle porte, si dice, e a me sembra una minaccia più che una liberazione, ma prima di votare, questa volta, mi piacerebbe che il sistema elettorale venisse modificato, dal momento che il premio di maggioranza che doveva servire per garantire la governabilità a scapito della rappresentatività è stato comunque tradito dalla mancanza di armonia e di scelte condivise all’interno delle coalizioni che sono costantemente paralizzate dal fuoco amico che non permette di fare le riforme che servono. Poi, tenere conto dei condizionamenti esterni che il voto subisce – voti acquistati per 50 euro, per la spesa di una settimana, per una ricarica al cellulare, e il conflitto di interessi che riguarda il presidente del consiglio e su cui sembra che l’opposizione abbia da tempo deposto le armi – aiuterebbe a capire in che senso dovrebbe andare la rimodulazione del sistema elettorale e la sua effettiva utilità, se tutto il contorno non viene modificato.
Fatta questa lunga premessa, un metodo in teoria valido per poter individuare il leader politico sarebbero le primarie, quando siano svolte in osservanza delle regole, quando la direzione centrale di un partito abbia la forza di imporre la linea anche in aree più problematiche. Quando ci si domanda e si danno risposte credibili, ad esempio, su come sia stato possibile che in un solo pomeriggio a Napoli abbiano aderito al Pd in seimila. Chi erano tutti quei nuovi iscritti, chi li aveva raccolti, chi li aveva mandati a fare incetta di tessere? Da chi è formata la base di un partito che a Napoli e provincia conta più di 60.000 tesserati e 10.000 in provincia di Caserta? Perché non ci si domanda se è normale che il solo Casertano abbia più iscritti dell’intera Lombardia, se non sia curioso che in alcuni comuni, alle ultime elezioni provinciali, i voti effettivamente espressi in favore del partito erano inferiori al numero delle tessere? Se non si è in grado di gestire in maniera regolare le primarie allora bisogna serenamente rendersi conto che esse rappresentano solo un rischio di infiltrazione esterna. E quindi dismetterle.
Credo infine che la politica la debbano fare i politici. Mi spiego. È importante che chi abbia il compito di rappresentare i cittadini, nella loro possibilità di sentirsi parte di un meccanismo che non gli deve essere estraneo, si sia formato nella militanza e nella pratica democratica. Agli intellettuali e ai giornalisti, il dovere di osservare, controllare e analizzare. Un’osmosi tra tali ruoli potrebbe essere rischiosa, anche se è accaduto che intellettuali come Vaclav Havel o André Malraux abbiano dimostrato che in alcune circostanze la presenza di intellettuali in politica può dare ottimi frutti.
Corrado Guzzanti in uno dei suoi esilaranti monologhi faceva ironia sul fatto che Berlusconi fosse entrato in politica a destra perché, decimato la Democrazia Cristiana da Mani Pulite era lì che c’era un segmento libero, un posto da occupare. A sinistra, invece, si sarebbe dovuto mettere in fila. Io aggiungo, senza alcuna ironia, che in Italia un segmento libero in questo momento c’è, ed è quello che abbia come punto di partenza la legalità, che dia ai cittadini non solo la sensazione, ma la consapevolezza che un partito, una coalizione, prima di puntare il dito ed essere intransigente verso il proprio avversario politico lo sia con se stesso e che proprio quella intransigenza verso se stesso lo legittima a pretendere correttezza e trasparenza dagli altri.
Gli elettori non chiedono altro che potersi fidare, non chiedono altro che assistere finalmente ad assunzioni di responsabilità. Gli elettori sarebbero pronti a perdonare e a siglare nuovi patti di fiducia a condizione però che li si tratti con onestà, che gli si chieda scusa. La sensazione è che i cittadini continuano a scendere in piazza senza che i politici prestino davvero attenzione a quello che in quelle piazze viene detto. Dietro i “dimettiti” e i “se non ora quando”, c’è l’urlo disperato di chi sa che dopo questa fase non c’è luce, non si vede speranza.
Prima degli scandali, prima ancora di dare per concluso un processo che si sta per celebrare, di argomenti con cui coinvolgere l’opinione pubblica la sinistra ne avrebbe tantissimi, ma le divisioni interne non devono distrarre da premesse e obiettivi comuni che sono la base per riacquistare la fiducia di quegli elettori che, al confronto elettorale, faranno la differenza.
Leggi il sommario del secondo numero speciale di MicroMega su "Berlusconismo e fascismo", in edicola e libreria da martedì 1 marzo.

LA CONFRATERNITA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE DI MELISSANO, A CURA DI FERNANDO SCOZZI (TERZA ED ULTIMA PARTE)









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TESTIMONE DELLA MISERICORDIA (12) - INIZIATIVA DI "NIEDZIELA" PER LA BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II°


Raccoglie testimonianze dei partecipanti
alla GMG di Częstochowa del 1991
Di don Mariusz Frukacz
25 febbraio 2011
Tratto da ZENIT.org
In occasione della beatifazione di Giovanni Paolo II e per il 20° anniversario della Giornata Mondiale della Giventù tenutasi a Częstochowa nel 1991, il settimamanle cattolico “Niedziela” con sede a Częstochowa ha iniziato in questi giorni la raccolta di tutti i documenti e le testimonianze delle persone che hanno partecipato a questo evento straordinario.
“La VI Giornata Mondiale della Gioventù a Częstochowa – ha spiegato a ZENIT Anna Cichobłazińska, redattore di 'Niedziela' – è stata definita l’incontro tra l’Oriente e l'Occidente. Allora quei tanti giovani che hanno visitato la Polonia, e che provenivano in particolare dai Paesi del blocco comunista, hanno visto in Giovanni Paolo II e nella Polonia il simbolo della libertà e della solidarietà. Proprio nella nostra patria, i giovani hanno sentito la forza della fede viva in comunione, così come la libertà ed hanno sentito in modo straordinario gli incontri con Giovanni Paolo II”.
La Giornata Mondiale della Gioventù a Częstochowa ebbe un forte valore simbolico per il fatto che si teneva nella sede di un grande santuario mariano, di cui anche Papa Wojtyla era molto devoto; la città si trovava nella terra natale del Pontefice, oltre che in un Paese uscito da poco dall'orbita del decaduto regime sovietico. Inoltre, per la prima volta nella storia delle GMG il numero dei partecipanti superò il milione di persone e vi presero parte anche i giovani dell'Europa orientale.
“Un milione e mezzo di pellegrini in case private, monasteri, scuole, case parrocchiali – ha aggiunto – è stato un qualcosa di straordinario non soltanto per la Polonia ma anche per tutta l'Europa. Ci aspettiamo, tuttavia, di ricevere in modo speciale le testimonianze delle persone provenienti dall'Europa orientale”.
La redazione di “Niedziela” ha invitato i suoi lettori a inviare testimonianze e documenti, che verranno catalogati e resi disponibili sul sito web www.niedziela.pl, mentre parte del materiale sarà pubblicato su “Niedziela”, o forse anche in un libro.
Tutti i ricordi, anche in formato elettronico, possono essere inviati a “Niedziela” all'indirizzo e-mail: sdmczestochowa@niedziela.pl, specificando il nome, l'indirizzo e autorizzando la pubblicazione del materiale da parte del settimanale cattolico "Niedziela".
[Per maggiori informazioni: www.domenica.niedziela.pl]
Per Giovanni Paolo II° il primo compito di un Papa è pregare
Parla il postulatore della causa di beatificazione di Karol Woityla
Di Chiara Santomiero
25 febbraio 2011
Tratto da ZENIT.org
“Una conferma della totale trasparenza della sua vita come uomo e come sacerdote”: ha sintetizzato così mons. Slawomir Oder, postulatore della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II, il processo canonico che ha verificato le virtù eroiche del venerabile servo di Dio Karol Woityla aprendo la strada alla beatificazione del 1° maggio prossimo.
L’occasione è stata una conferenza svoltasi questo venerdì a Roma all'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. “Non vi fu – ha proseguito Oder – un Woityla pubblico e uno privato: l’opinione che il mondo aveva maturato nei suoi riguardi negli oltre 26 anni del suo pontificato, si è dimostrata vera”.
Di conseguenza “la sua simpatia, il fervore della preghiera, la spontaneità del raccontarsi, la capacità di intessere rapporti, non erano semplici attributi di un’immagine mediatica, ma costituivano la reale essenza della sua persona”. Piuttosto il “vero tesoro” del processo è “la conferma certa della fonte della sua coerenza, energia, entusiasmo, profondità e naturalezza” che è “l’incontro con Dio, il suo essere innamorato di Cristo e sentirsi amato da Lui”.
“Cercano di capirmi dal di fuori – aveva confidato una volta Woityla – ma io posso essere compreso solo dal di dentro”. Da qui “quell’autentico dono e gusto e gioia della preghiera” a cui Woityla “è rimasto sempre fedele, fino alle ore della sua agonia”. Una preghiera che costituiva “l’aria che respirava, l’acqua che beveva, il cibo che lo nutriva”. Come risulta da più testimonianze, per Giovanni Paolo II “il primo compito del Papa verso la Chiesa e il mondo è quello di pregare”
“Il percorso mistico di Woityla – ha spiegato Oder – si è profilato come un progressivo fare di se stesso un anawim, il ‘povero d’Israele’ che non ha altra speranza e altro punto di riferimento se non Dio”. “E’ dalla preghiera – ha aggiunto Oder – che nasceva la fecondità del suo agire”. Non per niente, ai collaboratori che invitati a suggerire delle soluzioni a particolari problemi ammettevano di non averle ancora trovate, era solito ripetere: “Si troveranno quando avremo pregato di più”. Dalla preghiera nasceva anche “la capacità di dire la verità senza paura poiché chi è solo davanti a Dio non ha paura degli uomini”.
Una straordinaria libertà interiore che si esprimeva, innanzitutto, nel rapporto con i beni materiali. “Anche da Papa – ha affermato Oder – egli è stato uomo di radicale povertà”. “Commuove – ha raccontato il sacerdote polacco – la testimonianza delle persone a lui vicine a Cracovia che per fargli rinnovare il guardaroba dovevano ricorrere allo stratagemma di lavare i nuovi indumenti più volte in modo da farli sembrare usati perché sapevano che altrimenti li avrebbe subito donati a una persona bisognosa”.
Tuttavia, uno degli aspetti più toccanti della sua scelta di povertà, secondo Oder è “aver lasciato la parola poetica per accogliere il Verbo”, superando, con la scelta del sacerdozio, “l’attrazione che esercitava su di lui un’altra vocazione, quella per il teatro”.
La libertà interiore si esercitava anche nei confronti degli altri e se “sapeva ascoltare e accettare la critica, prediligendo la collaborazione” tuttavia “non rinunciava a prendere posizioni difficili e scomode” per timore “delle reazioni delle autorità ostili alla Chiesa negli anni in Polonia” o per “l’incomprensione dell’opinione pubblica predominante negli anni del suo Pontificato”. Il suo obiettivo, infatti non era “il proprio successo o una sua autonoma realizzazione” ma “annunciare la verità del Vangelo e difendere la verità sull’uomo”. Da questa libertà che si fonda sul rapporto con Dio “nasce il grido ‘Non abbiate paura’, inizio e cifra del suo pontificato”.
Forse proprio la ricerca di vicinanza ad ogni uomo “nel desiderio di essere solidale con le sue gioie e i suoi dolori, di cercare e di vivere la verità dell’essere uomo” ha reso Woityla “così caro e amato dal popolo di Dio”. Si è verificato, secondo Oder “un fenomeno singolare: Woityla che ha perso ben presto la sua famiglia naturale, aveva un forte senso della famiglia, sapeva donare il calore umano”.
Come attestano le lettere che continuano ad arrivare all’ufficio del postulatore e in cui ci si rivolge a Giovanni Paolo II come “il nostro Papa, Lolek, Karol, zio, nonno, padre”. Un fenomeno che non è limitato ai cattolici: “in un incontro occasionale – ha raccontato Oder – una donna ebrea mi disse di aver perso il padre due volte; la prima quando le era morto il padre naturale e la seconda con la morte di Giovanni Paolo II”.
Un altro tratto essenziale della personalità di Woityla non va dimenticato: “la presenza della croce nella sua vita, portata con dignità e, alla fine, in un silenzio che parlava più della parola” rivendicando “il diritto all’esistenza che la società dell’effimero nasconde con vergogna”. “Milioni di persone nel mondo – ha ricordato Oder – conservano nella memoria l’immagine trasmessa dalla tv, del Papa di spalle nella sua cappella privata, abbracciato alla croce durante la celebrazione del Venerdì santo”.
“Sono convinto – ha affermato Oder – che celebrare il processo sia stato utile”. Lungi dall’essere “il burocratico esame di un’esistenza” ha, invece, “consentito di restituire intensità e vigore agli aspetti già noti della vicenda umana di Papa Woityla insieme agli episodi inediti offerti alla condivisione comune”. Se “scopo della Chiesa, come affermava Woityla, è portare il più grande numero di persone alla santità”, il popolo dei devoti “non ha dubbi – ha concluso Oder – sulla singolarità del suo esempio, spinto fino all’estremo sacrificio”.