lunedì 7 dicembre 2009

INCONTRO AL NATALE 2009 (6) - SIGNIFICATO TEOLOGICO-PASTORALE DEL TEMPO D'AVVENTO E DI NATALE / 2

Vademecum per il tempo di Avvento e di Natale
A cura dell’Ufficio Liturgico Diocesano
Diretto da Don Francesco Martignano
Tratto dal Sito Internetdiocesinardogallipoli.it
Seconda Domenica di Avvento

dal Rito del Lucernario

"I profeti tenevano accesa
la speranza di Israele.
Noi, come simbolo,
accediamo questa seconda candela.
Il vecchio tronco sta germogliando,
fiorisce il deserto...
L’umanità intera trasalisce
perché Dio é nato nella nostra carne.
Fa che ognuno di noi, Signore,
ti apra la sua vita perché germogli,
perché fiorisca, perché nasca
e si mantenga accesa
nel nostro cuore la speranza.
Vieni presto, Signore!
Vieni, o Salvatore!"

Significato teologico-pastorale
La pastorale dell’Avvento deve cercare di creare un certo clima in modo che i fedeli si accorgano della diversità del tempo liturgico che inizia. Bisognerebbe far sì che l’ambiente della chiesa in tale periodo fosse abbastanza spoglio o, comunque, sobriamente adornato di fiori. Il mondo della pubblicità riesce a creare un’atmosfera molto meglio di quanto non lo sappia fare la comunità cristiana, seppur per scopi meramente commerciali. Il linguaggio di cui dispone la chiesa per creare un’atmosfera e un ambiente è quello potente dei segni. Pertanto, solo a partire dalla Domenica “Gaudete” si dovrebbe sottolineare una certa cura nell’arredo dei fiori intorno e sull’altare.
Inoltre, la tradizione pastorale prevede durante il tempo dell’Avvento lo svolgimento di due Novene: quella dell’Immacolata e quella del Natale. Se l’Avvento è un tempo mariano, non sarà difficile far rientrare nella pastorale dell’Avvento la preparazione di una festa mariana. Tuttavia, occorre precisare che la novena dell’Immacolata, con il suo riferimento intrinseco al Mistero dell’Incarnazione, inizia già prima dell’avvio del tempo liturgico dell’Avvento e non deve essere eccessivamente valorizzata a tal punto da anticipare i temi tipici della spiritualità dell’Avvento. La Novena va celebrata in sintonia con la spiritualità di questo tempo liturgico e non come un elemento staccato, seppur di tipo devozionale. Il suo contesto celebrativo più opportuno sarebbe la celebrazione dei Vespri. Infatti, le antifone al Magnificat e il canto stesso del Magnificat sottolineano temi mariologici. Pertanto, non è corretto sostituire le letture bibliche proprie di questo tempo o piegarne l’interpretazione a temi prestabiliti. E’ altrettanto vero, però, che i vespri del 29 e del 30 novembre non fanno parte del tempo d’Avvento. In questi casi, occorre predisporre una struttura celebrativa dei vespri tale da valorizzare il canto del Magnificat o un canto mariano finale. L’incensazione dell’immagine mariana venga fatta durante il canto del Magnificat. Con un opportuno adattamento, il responsorio breve può essere sostituito dall’antifona mariana Tota pulchra. Al termine, è opportuno intonare un canto mariano conosciuto. Pertanto, la Messa quotidiana non venga appesantita da appendici fuori luogo, perché rischia di essere usata come ricettacolo di tutte le iniziative spirituali e devozionali.
Anche la Novena di Natale vada celebrata nel contesto dei Vespri le cui antifone al Magnificat, chiamate “O” dall’esclamazione con cui iniziano, sono ricche di contenuto biblico e piene di lirismo. Esse esprimono lo stupore commosso della Chiesa nella contemplazione del mistero della venuta di Cristo, invocato con i titoli presi dalle classiche immagini della Bibbia. E’ il modo migliore per entrare nel cuore della celebrazione natalizia. Pertanto, per cogliere la ricchezza di questi testi eucologici occorre predisporre una Novena nella celebrazione dei Vespri con opportuni adattamenti, tra cui l’inserimento del canto delle Profezie al posto dell’Inno. Anche questa Novena, come quella dell’Immacolata, ha una struttura devozionale tale da iniziare prima delle ferie d’Avvento, durante le quali sia cantano le Antifone “O”.

(2-Continua)

Nessun commento: