A cura dell’Ufficio Liturgico Diocesano
Diretto da Don Francesco Martignano
Tratto dal Sito Internet
diocesinardogallipoli.it
Quarta Domenica di Avvento
dal Rito del Lucernario
"Accendendo questa quarta candela,
nell’ultima domenica,
pensiamo a Lei, la Vergine,
tua e nostra madre.
Nessuno ti attese con maggiore ansia,
con maggiore tenerezza, con più amore.
Nessuno ti accolse con più gioia.
Tu sbocciasti in Lei,
come il chicco di grano germoglia nel solco.
Nelle sue braccia trovasti la culla più bella.
Anche noi vogliamo prepararci così:
nella fede,
nell’amore,
nel lavoro di ogni giorno.
Vieni presto, Signore!
Vieni a salvarci!"
nell’ultima domenica,
pensiamo a Lei, la Vergine,
tua e nostra madre.
Nessuno ti attese con maggiore ansia,
con maggiore tenerezza, con più amore.
Nessuno ti accolse con più gioia.
Tu sbocciasti in Lei,
come il chicco di grano germoglia nel solco.
Nelle sue braccia trovasti la culla più bella.
Anche noi vogliamo prepararci così:
nella fede,
nell’amore,
nel lavoro di ogni giorno.
Vieni presto, Signore!
Vieni a salvarci!"
Significato teologico-pastorale
La festa della Santa Famiglia offre un ambito celebrativo privilegiato per lo svolgimento di alcuni riti tipici della famiglia cristiana, come la rinnovazione dell’affidamento della famiglia al patrocinio della santa famiglia di Nazaret (Benedizionale 431 - 433), la benedizione dei figli (Benedizionale 591 - 605) e, ove se ne dia occasione, il rinnovo degli impegni assunti dagli sposi, ora genitori, nel giorno del matrimonio, nonché lo scambio delle promesse sponsali con cui i fidanzati formalizzano il progetto di costituire una nuova famiglia. Simili celebrazioni possono opportunamente inserirsi nella celebrazione eucaristica nel rispetto della struttura e dei suoi elementi essenziali.
L’ultimo dell’anno (31 dicembre) induce i fedeli a riflettere sul mistero del tempo che corre veloce e inesorabile. E’ da incoraggiare un’eventuale veglia di preghiera da vivere come vigile offerta al Signore delle primizie del nuovo anno, in armonia con i contenuti liturgici dell’Ottava di Natale e comprendente il canto del Te Deum, che si concluda con la celebrazione dell’Eucaristia. La veglia può essere sostituita dal canto dei Vespri con l’inserimento del Te Deum al posto dell’Inno o come canto finale.
Nella celebrazione dell’Epifania si dia il solenne annuncio della Pasqua dopo la lettura del Vangelo secondo quanto indicato. Esso aiuta i fedeli a scoprire il collegamento tra Epifania e Pasqua e l’orientamento di tutte le feste verso la massima solennità cristiana (Direttorio su pietà popolare e liturgia 118). Mentre si esegue il canto finale, si può fare il bacio del Bambinello. Secondo la verità dei tempi liturgici, dopo questa solennità si dovrebbe smontare il presepe. Tuttavia, consuetudini locali giustificano la possibilità di prolungare il tempo fino al 2 febbraio, festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Infatti, dalla domenica del Battesimo in poi il tempo del Natale, entrando nel Tempo Ordinario, assume il valore del prolungamento della Manifestazione di Cristo quale Figlio di Dio.
La festa del Battesimo del Signore chiude il tempo Natalizio. Essa può costituire un momento opportuno per efficaci iniziative, come l’adozione del Rito dell’aspersione domenicale con l’acqua benedetta da farsi in tutte le messe con concorso di popolo. Tuttavia, nella predicazione omiletica va precisato che il battesimo cristiano è teologicamente comprensibile alla luce di due tradizioni, che si completano a vicenda: quella di Gv. 3 e di Rm 6.
La festa della Presentazione del Signore (2 febbraio) può offrire l’occasione, a motivo della mimesis del rito compiuto da Maria (cf. Lc 2,22-24), per la benedizione delle madri prima e dopo il parto (quest’ultima solo nel caso che la puerpera non abbia potuto partecipare al battesimo del figlio) secondo quanto prescritto da Benedizionale 219-231 e 236-253. La festa del 2 febbraio, a motivo della condizione verginale di Maria, è diventata anche la festa di coloro che sono dedicati al servizio del Signore e dei fratelli nelle varie forme di vita consacrata. Se ne faccia menzione nella Preghiera dei fedeli.
L’ultimo dell’anno (31 dicembre) induce i fedeli a riflettere sul mistero del tempo che corre veloce e inesorabile. E’ da incoraggiare un’eventuale veglia di preghiera da vivere come vigile offerta al Signore delle primizie del nuovo anno, in armonia con i contenuti liturgici dell’Ottava di Natale e comprendente il canto del Te Deum, che si concluda con la celebrazione dell’Eucaristia. La veglia può essere sostituita dal canto dei Vespri con l’inserimento del Te Deum al posto dell’Inno o come canto finale.
Nella celebrazione dell’Epifania si dia il solenne annuncio della Pasqua dopo la lettura del Vangelo secondo quanto indicato. Esso aiuta i fedeli a scoprire il collegamento tra Epifania e Pasqua e l’orientamento di tutte le feste verso la massima solennità cristiana (Direttorio su pietà popolare e liturgia 118). Mentre si esegue il canto finale, si può fare il bacio del Bambinello. Secondo la verità dei tempi liturgici, dopo questa solennità si dovrebbe smontare il presepe. Tuttavia, consuetudini locali giustificano la possibilità di prolungare il tempo fino al 2 febbraio, festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Infatti, dalla domenica del Battesimo in poi il tempo del Natale, entrando nel Tempo Ordinario, assume il valore del prolungamento della Manifestazione di Cristo quale Figlio di Dio.
La festa del Battesimo del Signore chiude il tempo Natalizio. Essa può costituire un momento opportuno per efficaci iniziative, come l’adozione del Rito dell’aspersione domenicale con l’acqua benedetta da farsi in tutte le messe con concorso di popolo. Tuttavia, nella predicazione omiletica va precisato che il battesimo cristiano è teologicamente comprensibile alla luce di due tradizioni, che si completano a vicenda: quella di Gv. 3 e di Rm 6.
La festa della Presentazione del Signore (2 febbraio) può offrire l’occasione, a motivo della mimesis del rito compiuto da Maria (cf. Lc 2,22-24), per la benedizione delle madri prima e dopo il parto (quest’ultima solo nel caso che la puerpera non abbia potuto partecipare al battesimo del figlio) secondo quanto prescritto da Benedizionale 219-231 e 236-253. La festa del 2 febbraio, a motivo della condizione verginale di Maria, è diventata anche la festa di coloro che sono dedicati al servizio del Signore e dei fratelli nelle varie forme di vita consacrata. Se ne faccia menzione nella Preghiera dei fedeli.
(4-FINE)
Nessun commento:
Posta un commento