mercoledì 16 dicembre 2009

SPECIALE / LA SVOLTA DELL'OMICIDIO BASILE (20) - IL RIESAME SI RISERVA SU SCARCERAZIONE 19ENNE

I legali chiedono il rilascio
di Vittorio Luigi Colitti
per insufficienza di gravi indizi
e perché non ci sarebbero possibilità
di inquinamento delle prove e reiterazione.
Le scuse sull'ora di rientro.
15 Dicembre 2009
Tratto dal Sito Internet
www.lecceprima.it
In attesa di decisioni. Forse domani si saprà qualcosa. La speranza di riabbracciare la libertà, per Vittorio Luigi Colitti, il ragazzo di 19 anni accusato insieme al nonno dell’omicidio del consigliere provinciale e comunale di Ugento, Peppino Basile, avvenuto la notte fra il 14 ed il 15 giugno con oltre una ventina di coltellate, resta appesa ad un filo, quello delle decisioni che vorranno assumere i giudici del Tribunale del riesame dei minorenni (il ragazzo aveva 17 anni all’epoca dei fatti).
Questa mattina s’è svolta l’udienza, davanti a due giudici della sezione minorile del Tribunale (presidente Ada Luzza) e altrettanti consulenti, in cui gli avvocati difensori del giovane ugentino, Francesca Conte e Roberto Bray, hanno chiesto, com’era già stato fatto in precedenza per il nonno, Vittorio Colitti, 69 anni, la scarcerazione del ragazzo. I legali si battono per l’innocenza dei due parenti in linea diretta, in questa vicenda, che continua ad avere, da quel giorno, strascichi anche politici e colpi di scena a ripetizione. Gli avvocati, già nei giorni scorsi, avevano puntato l’indice su presunte lacune nelle investigazioni, che lascerebbero intentate, a loro dire, diverse piste, sia in campo politico, in cui note erano le battaglie di Basile, sia su quello della vita personale del consigliere, che, separato dalla moglie, era considerato un viveur, con varie frequentazioni femminili.
Questa continua a rimanere la linea generale, ma entrando nello specifico della posizione del 19enne, gli avvocati hanno chiesto il suo rilascio eccependo l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, ma anche perché non ci sarebbero le condizioni per la reiterazione del reato, tantomeno per l’inquinamento delle prove. Francesca Conte e Roberto Bray si basano anche su una lettura delle considerazioni del medico legale che si occupò dell’autopsia sul cadavere di Colitti, Alberto Tortorella, secondo cui l’omicidio sarebbe stato compiuto da una sola persona, tentando, in questo modo, di allontanare del tutto il ragazzo dalla scena del crimine. Ulteriore particolare, che non è proprio un dettaglio: Vittorio Luigi Colitti ha lasciato quest’oggi un suo scritto, in cui chiede scusa per aver mentito sull’orario di rientro a casa. Pare avesse ricevuto ordine, come quasi tutti i ragazzi della sua età, di non tardare troppo e di rincasare, in quel caso, alle 23,30, ma ha spiegato di aver avuto paura delle possibili reazioni, essendo tornato ed uscito di nuovo.
Per il nonno, come noto, il Riesame ha rigettato nei giorni scorsi l’istanza dei legali (in quel caso, insieme a Francesca Conte, Paolo Pepe), ritenendo attendibili le dichiarazioni della testimone principale, la bambina, all’epoca di 6 anni, che sostiene di aver visto anziano e nipote in azione, quella tragica notte, salendo su una sedia, appena udite invocazioni di aiuto, e osservando la scena dalla finestra della cameretta di casa dei suoi nonni, vicini di casa di via Nizza, dove si trovava a dormire. Questo, secondo quanto accertato dalle Procure di Lecce - pm Giovanni De Palma per il Tribunale ordinario e Simona Filoni, per i minori - e sulla scorta delle indagini svolte dal nucleo investigativo dei carabinieri e della squadra mobile del capoluogo salentino. I giudici si sono dunque riservati di decidere sulla sorte di Vittorio Luigi Colitti, la cui vicenda ha già spaccato la comunità ugentina, fra chi resta a guardare silenzioso, chi pensa che con il nonno sia colpevole e chi, specie fra i suoi amici, ha già manifestato la propria vicinanza nei giorni scorsi, ritenendo che non possa essere responsabile dei tremendi fatti a lui attribuiti.
Emilio Faivre

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